- Titolo: Il Viaggio dei Dannati
- Titolo originale: Voyage of the Damned
- Autrice: Frances White
- Traduttrice: Claudia Milani
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788804791645
- Casa editrice: Mondadori
Trama
Da mille anni il regno di Concordia ha mantenuto la pace tra le sue province. Per celebrare la ricorrenza, l'imperatore organizza un viaggio di dodici giorni con la sua nave fino alla sacra montagna della Dea. A bordo ci sono gli eredi delle dodici province, ognuno dotato di uno speciale e segreto dono magico chiamato Benedizione. Tutti, tranne Ganymedes Piscero, un buffoncello senza arte né parte, un totale fallimento. Quando una dei dodici, la più amata, viene uccisa, gli altri sono tutti sospettati. Bloccato in mezzo al mare, circondato da persone potenti e senza nessuna Benedizione che lo protegga, Ganymedes ha ben poche possibilità di sopravvivere. Ma mentre i cadaveri si accumulano, proprio lui si trova a dover diventare l'eroe che non è nato per essere. Riuscirà a smascherare l'assassino, prima che la nave tocchi le sponde di Concordia? O l'impero come l'ha sempre conosciuto è destinato a crollare?
Recensione e commento
Il Viaggio dei dannati si pone come un romanzo perfetto per essere letto in questo momento di afosa calura estiva perché promette brezza marina e omicidi da risolvere sotto l’ombrellone. Le aspettative sono state in parte rispettate
Le premesse della storia erano ottime, sulla carta si prospettava una trama costellata di personaggi ricchi di diversità, ma a conti fatti ha peccato di tokenismo: ogni persona presente è un manifesto di qualcosa. Abbiamo il protagonista che è un bisessuale sovrappeso, lǝ rappresentate della provincia del Ragno che è agender e asessuale, poi ci sono province guidate da persone con disabilità o malattie croniche. Tutte queste caratteristiche non servono a tratteggiare personaggi definiti, quanto delle macchiette che rischiano di sfociare nello stereotipo. Ganymedes stesso viene ritratto come il bisessuale che si farebbe pure i muri, persino quando la situazione diventa drammatica e e ha da poco subito un lutto gravissimo. Lǝ rappresentante della provincia del Ragno, a cui non è assegnato un genere, invece ha anche la caratteristica dell’ambiguità e dell’inaffidablità. Chiariamoci, non è che le persone agender siano degli angioletti scesi dal paradiso, ma è almeno il terzo libro che leggo in cui il personaggio agender viene associato a caratteristiche di ambiguità morale, un po’ come se una persona non incasellabile socialmente avesse anche dei valori eticamente discutibili. Anche l’infanzia sortisce un po’ lo stesso effetto di appiattimento, perché per quanto Cavalletta sia adorabile e uno dei personaggi che tiene in piedi il libro, i suoi dichiarati sei anni sono più simili ai tre anni delle bambine vere.
L’ambientazione ha qualche difetto, tanto per cominciare non si sente per nulla l’atmosfera marinaresca, tutto il viaggio si svolge su una nave incantata che deve arrivare a una montagna sacra dopo dodici giorni, eppure la storia potrebbe svilupparsi in qualsiasi altro luogo, perché non c’è mai un rollio, né un’ oscillazione della nave o una virata. Questo toglie tantissimo all’esperienza e, unita al fatto che ci sono troppe intrusioni del mondo primario, nominando oggetti moderni come i bar, gli hot dog e il sushi, spesso la sospensione dell’incredulità viene meno. A contribuire a questa sensazione è anche la macchinosità dei dialoghi, che sono spesso utilizzati per dare delle informazioni a noi che leggiamo, ma che in realtà mettono i personaggi nella posizione di parlare di cose che tecnicamente dovrebbero già conoscere. L’impero di Concordia (un po’ è grottesco che un libro ambientato su una nave tiri in ballo il nome “Concordia”) è molto simile a quello di altri libri, tanto che leggendo i primi capitolo, in cui venivano gettate le basi dell’ambientazione, risuonava moltissimo nella mia testa l’ambientazione di Hunger games, con i suoi dodici distretti (Province, nel caso del libro in questione), con un tredicesimo emarginato perché si è ribellato e ciascuno di essi che deve rifornire l’impero centrale di una risorsa ben precisa è molto simile a L’Impero dei Dannati, in cui l’identità di ciascuna provincia viene soffocata fino a reprimere persino le lingue locali e viene applicato il principio del divide ed impera.
Eppure, non è tutto da buttare via, perché nonostante gli intenti seri di rappresentazione, Il Viaggio dei Dannati è un libro scanzonato che riesce a ridere di sé stesso. Nonostante il tema degli omicidi (che per la cronaca fanno immediatamente comprendere chi ne sia artefice), la prosa è ricca di battute e scene divertenti che sfociano nel cringe ed è tutto così esagerato che kitch che fa tutto il giro e diventa gradevole. È quel tipo di lettura trash che non diventa disturbante e durante la lettura si riesce a riderne in misura di gran lunga maggiore rispetto al fastidio proprio perché è tutto esagerato. Anzi, forse è un romanzo che funziona proprio in virtù delle sue imperfezioni e che forse non sarebbe stato efficace nell’ intrattenere se fosse stato perfetto.
Il Viaggio dei Dannati è un libro che parte da ottime premesse ma ha un po’ di problemi di esecuzione dovuti all’inesperienza dell’autrice. Nonostante questo riesce a essere divertente e fare divertire forse proprio perché non si prende mai troppo sul serio. Un libro da ombrellone degno di questo nome.