giovedì 21 gennaio 2021

La Stirpe della Gru


Bentornati sul blog, gentili lettori. L'articolo di oggi riguarda un libro letto per un review party organizzato da Federica e Michela, che ringrazion tantissimo, assieme alla casa editrice per averci fornito il file digitale in anteprima.
 
  • Titolo: La Stirpe della gru
  • Titolo originale:Descendant of the Crane
  • Autrice: Joan He
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8804728801
  • Pagine: 456
  • Editore: Mondadori
 

Trama
  
La principessa Hesina di Yan ha sempre desiderato sfuggire alle responsabilità della corona, per vivere nell'anonimato. Ma quando il suo amato padre muore, viene gettata nell'arena dei giochi di potere e diventa all'improvviso sovrana di un regno incredibilmente instabile. Per di più, Hesina è convinta che il re sia stato ucciso, e che l'omicida sia qualcuno che le è molto vicino. La corte è piena di ipocriti e delatori che non vedono l'ora di approfittare della morte del monarca per accrescere la propria influenza: ciascuno di loro potrebbe essere l'assassino. I suoi consiglieri vorrebbero che Hesina accusasse il regno confinante di Kendi'a, il cui governante ha già radunato le truppe per la guerra. Determinata invece a trovare il vero colpevole e con qualche dubbio sulla fedeltà della sua stessa famiglia, Hesina compie un gesto disperato: si rivolge a un'indovina, il Giaggiolo argenteo. Un atto di tradimento, punibile con la morte, poiché la magia nel regno di Yan è da secoli vietata dalla legge. Seguendo le parole della veggente, Hesina chiede aiuto ad Akira, un delinquente patentato dalla mente brillante e acuta, un detenuto che nasconde più di un segreto. Il futuro del regno di Yan è in pericolo: riuscirà Hesina ad avere giustizia per suo padre? O il prezzo da pagare sarà troppo alto?
 
Recensione e commento

La Stirpe della Gru è un romanzo silkpunk che, come ogni opera, presenta pregi e difetti. Tra i pregi si annoverano sicuramente i temi trattati, l'ambientazione e lo stile di scrittura, infatti questo libro scorre via abbastanza velocemente e senza intoppi, anche grazie alla mancanza di una trama priva di particolari scossoni (sta a voi decidere se questo sia un pregio o un difetto) e un antagonista nascosto che in realtà si intuisce sin dalle prime pagine. L'ambientazione orientale è molto ben evocata dallo stile asciutto dell'autrice che non si dilunga mai eccessivamente in digressioni, ma questo punto di forza sfortunatamente diventa un difetto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi che, proprio a causa del mancato approfondimento, risultano un po' abbozzati e a tratti macchiettistici e risultano impegnati in rapporti interpersonali un po' stereotipati: c'è la protagonista, i suoi amici fidati, il bel tenebroso dal passato sconosciuto, un fratello premuroso e un misterioso cattivo da trovare.
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Va però detto che le avventure dei protagonisti possono offrire uno spunto di riflessione per quanto riguarda la verità, la sua manipolazione, anche a fin di bene, e il ruolo che un buon sovrano debba avere. Ci si domanda se sia giusto indossare una maschera per dare al proprio popolo quello di cui ha bisogno, ma soprattutto se sia corretto mentire per arrivare a una verità più grande e ottenere giustizia. In particolare, queste tematiche vengono toccate dalla protagonista durante il rapporto con suo padre e si domanda quanto i principi di quell'uomo siano validi anche se lui non è stato in gradi di seguirli. Come nel caso dei personaggi, nemmeno qui l'approfondimento è dettagliato, ma forse il romanzo sarà in grado di suscitare abbastanza curiosità nei giovani lettori da convincerli ad affrontare letture come Pirandello, Machiavelli o l'intramontabile Orwell. Il fatto che si tratti di un romanzo per giovani adulti non significa che certe tematiche vadano banalizzate, i ragazzi sono giovani, non stupidi, e sono in grado di capire quando qualcosa viene adeguatamente spiegato, quindi probabilmente la semplificazione è stata eccessiva sotto questi aspetti. Un argomento che invece è stato trattato meglio è quello della Storia scritta dai vincitori, ma di come nella realtà, durante le guerre, gli errori e le atrocità vengano sempre commessi da entrambi i fronti: la violenza genera violenza e il capro espiatorio diventa carnefice in un circolo vizioso che solo la ragione e la comprensione verso il prossimo possono spezzare.
Nel complesso, non è una lettura faticosa, ma resta un po' di rammarico per un romanzo che avrebbe avuto le potenzialità per essere memorabile.  
 


mercoledì 20 gennaio 2021

Assedio e Tempesta

Bentornati sul blog, gentili lettori. La recensione di oggi riguarda una delle mie autrici preferite, ovvero Leigh Bardugo (vi lascio qui le altre recensioni sui suoi libri). Ringrazio tantissimo Ylenia per avermi scelto per questo review party e la Oscar Vault per avermi concesso il file in anteprima.
  • Titolo: Assedio e Tempesta
  • Titolo originale: Siege and Storm
  • Autrice: Leigh Bardugo
  • Traduttrice: Roberta Verde
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8804728740
  • Editore: Mondadori
 Trama 


"Non sarà sempre così" dissi a me stessa. "Più tempo passerai da libera, più diventerà facile." Un giorno mi sarei svegliata da un sonno senza incubi, avrei camminato per strada senza timore. Fino a quel momento, mi tenevo stretta il mio pugnale sottile, desiderando sentire il peso sicuro dell'acciaio Grisha nella mano. Ricercata per tutto il Mare Vero, perseguitata dal senso di colpa per le vite spezzate a causa sua nella Faglia d'Ombra, Alina, la potente Evocaluce, sta cercando di ricostruirsi una vita con Mal in una terra dove nessuno è a conoscenza della sua vera identità. Tuttavia, questo dovrebbe averlo imparato, non si può sfuggire al proprio passato. Né, soprattutto, ci si può sottrarre per sempre al proprio destino. L'Oscuro infatti, che non solo è sopravvissuto alla Faglia d'Ombra ma ha acquisito anche un terrificante nuovo potere, è più determinato che mai a reclamare per sé il controllo della Grisha ribelle e a usarla per impossessarsi del trono di Ravka. Non sapendo a chi altri rivolgersi, Alina accetta l'aiuto di un alleato imprevedibile. Insieme a lui e a Mal combatterà per difendere il suo paese che, in balia della Faglia d'Ombra, di un re debole e di tiranni rapaci, sta andando rapidamente in pezzi. Per riuscirci, però, l'Evocaluce dovrà scegliere tra l'esercizio del potere e l'amore che pensava sarebbe stato sempre il suo porto sicuro. Solo lei infatti può affrontare l'imminente tempesta che sta per abbattersi su Ravka e nessuna vittoria può essere guadagnata senza sacrificio. Finché l'Oscuro vivrà – questo Alina lo sa bene – non esisterà libertà per il suo paese. Né per lei. Forse, dopo tanti tentennamenti, è infine giunto il momento di smettere di scappare e di avere paura. Costi quel che costi.

Recensione

Il secondo capitolo della Grisha Trilogy (qui il link di Shadow and Bone) è sulla stessa linea del primo per quanto riguarda sviluppo della trama, linguaggio, ambientazione e caratterizzazione dei personaggi.
La storia riparte da dove è stata lasciata, con Alina e Mal in fuga dal Dakling, ma qui sbuca fuori un nuovo personaggio che ravviva decisamente l'ambiente, ovvero Nikolai. Nonostante questa sia la prima vera apparizione di questo mascalzone, in Italia è stato già intravisto in Sei di corvi (vi lascio qui la recensione) assieme a Kaz Brekker, duologia tradotta prima della trilogia, anche se si spera la Mondadori rimedi presto. Il potenziale di Nikolai si intuiva già dall'interazione con Kaz Brekker, ma un approfondimento in questa trilogia lo rende ancora più interessante e affascinante, poiché, a un attento esame, risulta un personaggio sfaccettato, con una superficie da simpaticone, ma una psiche sottile e profonda, innamorato del suo popolo e della sua patria molto più che di sè stesso, anche se potrebbe non sembrare. Questo personaggio si inserisce in uno dei topoi letterari tipici dei romanzi YA, ovvero il triangolo amoroso, anche se in questo caso rischia di diventare un quadrilatero, se oltre a lui e Mal inseriamo anche il Darkling. Tuttavia, questo quadrilatero manca di romanticismo, perché incentrato più sulle alleanze e sulla convenienza, che dall'interesse amoroso, il che rende la trama più interessante rispetto ad altri romanzi dello stesso genere. Non è, comunque, l'unico modo in cui Nikolai si contrappone a Mal, il quale risulta un personaggio più fastidioso, macchiettistico e capriccioso, abbastanza egoista, nonostante la patina da eroe senza macchia.
fanart dei personaggi principali dal web

La trama continua a essere molto lineare e rallenta verso la parte centrale, in cui Alina manifesta un conflitto interiore (per il quale Mal è d'aiuto come un guasto alla testata della macchina il giorno in cui ti arriva la tredicesima) per ricreare un climax verso la fine, tuttavia si legge piacevolmente grazie al linguaggio semplice e alla capacità di Leigh Bardugo di creare un mondo tutto nuovo con poche parole ben studiate, il che costituisce senza pmbra di dubbio il punto di forza di questo universo, assieme alla mitologia.
Siege and Storm è il secondo libro di una trilogia senza dubbio più immatura rispetto a Sei di Corvi, ma leggerlo non è un'esperienza spiacevole, così come potrebbe essere utile per scoprire delle piccole chicche contenute nella seconda duologia.
 

 

Canto di Natale: la società



  • Titolo:Canto di Natale
  • Titolo originale: A Christmas Carol
  • Autore: Charles Dickens
  • Traduttrice: Beatrice Masini
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788817149198
  • Editore: Rizzoli
 La più celebre storia di Natale, toccante  parabola fantastica di Charles Dickens, in un volume meravigliosamente illustrato da Iacopo Bruno.
 
Charles Dickens venne tolto da scuola e mandato a lavorare in fabbrica nella Londra vittoriana per ripagare i debiti del padre. Indubbiamente questo evento ha costituito un passaggio chiave anche nella sua carriera di scrittore, poiché una delle tematiche principali trattate nei suoi romanzi è proprio lo sfruttamento minorile, facendolo doventare uno scrittore socialmente impegnato che denunciava gli abusi e le difficoltà dei meno abbienti in una società profondamente ingiusta, dove le colpe dei padri ricadevano sui figli. Eppure, rispetto alle epoche precedenti, i bambini se la passavano addirittura meglio, poiché nel 1833 venne emanata la Regulation o Child Labor Law, che vietava il lavoro ai bambini sotto i 12 anni e ciò è stato possibile anche grazie alla denuncia fatta da questo autore attraverso le sue opere. 
La mia foto per Instagram qui
Anche Canto di Natale si colloca all'interno del panorama della critica sociale, ma invece che avere un protagonista svantaggiato, ha Scrooge, un vecchio borghese che deve redimersi grazie all'aiuto di tre fantasmi, la storia è conosciutissima (vi lascio qui il link per la tappa dedicata agli adattamenti). Scrooge è un uomo arido di valori e avaro, eppure circondato da persone che vivono il Natale con spirito di comunione, pur essendo economicamente svantaggiate, come suo nipote, o il suo dipendente, il quale lavora per una paga da fame eppure trova qualcosa di cui gioire il giorno di Natale. Anche qui, come in altri romanzi dello stesso autore, esiste la dicotomia ricchi/poveri e in qualche modo si deve cercare la redenzione ad opera della borghesia che si può ottenere solo grazie all'amore fraterno e alla compassione verso il prossimo.
La maggior parte dei romanzi dickensiani è ambientata a Londra, città che lo scrittore conosceva dettagliatamente grazie al suo lavoro di giornalista, che lo portava spesso nei quartieri malfamati, ma anche grazie al fatto che amava fare lunghe passeggiate. Infatti le descrizioni di una città cupa e schiacciante per l'individuo non mancano neanche in Canto di Natale, in cui al lettore non viene risparmiato uno spaccato di vita quotidiana delle fasce meno abbienti costrette a vivere in case sovraffollate e poco riscaldate.
Canto di Natale è un piccolo romanzo universale adatto a essere letto accanto al camino ogni anno come rituale familiare. Se non l'avete ancora fatto, recuperate questa edizione illustrata di Rizzoli, che potete usare anche come addobbo natalizio libroso.

martedì 12 gennaio 2021

Room. Stanza, Letto, Armadio, Specchio

  • Titolo: Room
  • Titolo originale: Room
  • Autrice: Emma Donoghue
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8804661894
  • Pagine: 341
  • Editore: Mondadori 
 
Trama
 
 Jack ha cinque anni e la Stanza è l'unico mondo che conosce. È il posto dove è nato, cresciuto, e dove vive con Ma': con lei impara, legge, mangia, dorme e gioca. Di notte Ma' chiude al sicuro nel Guardaroba, e spera che lui dorma quando il Vecchio Nick va a fare loro visita. La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è la prigione dove il Vecchio Nick li tiene rinchiusi da sette anni. Grazie alla determinazione, all'ingegnosità, e al suo intenso amore, Ma' ha creato per Jack una possibilità di vita. Però sa che questo non è abbastanza, né per lei né per lui. Escogita un piano per fuggire, contando sul coraggio di Jack e su una buona dose di fortuna, ma non sa quanto potrà essere difficile il passaggio da quell'universo chiuso al mondo là fuori... Il romanzo che ha ispirato il film "Room".
 
Recensione e commento
 
In un libro così breve e scorrevole, narrato in prima persona da un bambino di cinque anni, ad essere centrale, in realtà, è la maternità: il romanzo tratta di una ragazza che viene rapita e segregata in una stanza di undici metri per undici per sette anni, durante i quali resta incinta e dà alla luce un figlio, il protagonista della storia, a cui deve dare una vita quanto pù normale possibile. Di lei non sappiamo nemmeno il nome di battesimo, per tutta la narrazione verrà chiamata Ma' dal bambino, che in alcuni punti specificherà che altre persone la chiamano con un nome diverso e tutto ciò sottolinea il rapporto simbiotico che madre e bambino hanno avuto per tanto tempo e che deve, lentamente e dolorosamente, diventare sano e normale: entrambi devono diventare individui e non solo la metà di una coppia. Una volta che si guadagnano la libertà fisica, dopo essere finalmente riusciti a scappare dal loro aguzzino, ogni singola scelta in materia di maternità compiuta dalla donna viene messa in discussione ed è grottesco vedere come ciò non sia successo esclusivamente nella finzione del libro, ma anche in dibattiti avvenuti nella realtà, soprattutto in occasione dell'uscita del film omonimo. In troppe persone hanno trovato scioccante la scelta di Ma' di continuare ad allattare il suo bambino ben oltre l'età consigliata, infatti lo svezzamento comincia a cinque anni, quando la prigionia finisce, il mondo diventa più vasto e madre e figlio possono contare anche sul rapporto con altre persone. Ora, seriamente, in una situazione estrema come quella vissuta dai protagonisti della storia, costretti in una singola stanza per anni, in condizioni di scarsità di cibo e di abusi di vario tipo, la cosa più scioccante è una donna che allatta suo figlio fino ai cinque anni sia per manifestare il suo attaccamento, che per garantirgli un certo standard nutritivo? Davvero questa donna merita di essere messa alla gogna mediatica (sia nella realtà che nella finzione del libro) per ogni sua singola scelta in ambito genitoriale? In pochissime persone, nella situazione da lei vissuta, avrebbero dimostrato un decimo della sua forza o del suo attaccamento alla vita.
Un fotogramma tratto dal film
Naturalmente, essendo Jack, il bambino, la voce narrante, anche per lui ci sono dei risvolti interessanti in questa storia. Jack è una rana in fondo a un pozzo, per citare un proverbio giapponese: pensa che quello che vede sia tutto il cielo. Infatti, la scelta di Ma' di raccontargli che il mondo esistente fosse solo quello contenuto tra le quattro mura di Stanza è una scelta vincente solo nel momento in cui vuole garantire l'infanzia del bambino, ma che ha delle ripercussioni quando, una volta usciti, Jack deve fare i conti con la realtà, le convenzioni sociali e con la scoperta dello spazio che in genere comincia da neonati. In particolare, da parte sua si pretende un rispetto delle regole sociali e una normalità che lui non è ancora in grado di dare e in molti sono più preoccupati delle proprie esigenze, invece che di quelle di Jack e Ma'. Per lui, Stanza rappresenta un luogo sicuro, a differenza dell'ostile mondo esterno. Ci sono molte cose che non conosce e che nella sua innocenza mette in discussione, come ad esempio perché non possa piacergli lo zainetto rosa di Dora l'Esploratrice o non possa tenere i capelli lunghi: non ha mai conosciuto differenze in base al genere e il mondo attraverso i suoi occhi appare talvolta incomprensibile.
Room parla di quanto sia dolorosco e difficile scegliere la libertà e di come il processo di guarigione sia lungo e tortuoso. È un libro che si divora, che affronta temi complessi e delicati senza mai essere di difficile comprensione per il lettore, dato che la delicatezza della voce narrante rende il racconto molto facilmente fruibile.

mercoledì 6 gennaio 2021

L'Orso e l'Usignolo


  • Titolo: L'Orso e l'Usignolo
  • Titolo originale: The Bear and the Nightingale
  • Autrice: Katherine Arden
  • Traduttrice: Maria Teresa De Feo
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8834739723
  • Editore: Fanucci
 
Trama 
 
In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l'inverno dura la maggior parte dell'anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alësa non importa, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco, ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell'inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma non lei. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, lei può "vedere" e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell'intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l'unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l'Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell'incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy. Una storia dal sapore antico sull'eterna lotta tra il Bene e il Male.
 
Recensione e commento
 
Fanart di rosiethorns88
L'Orso e l'Usignolo è un libro in bilico, poiché è ambientato in uno sperduto villaggio della Russia in un periodo in cui il Medioevo stava finendo e il Rinascimento non era ancora iniziato. Da questa lettura emergono diversi spunti di riflessione, come il rapporto dell'individuo con la natura e con il Dio unico imposto dalla Chiesa, e di come l'umanità non avesse bisogno di dimenticarsi di essere parte dell'universo per cercare di elevarsi verso qualcosa che nemmeno si degna di rispondere. Nelle condizioni avverse di un villaggio in cui l'inverno è sempre inclemente e trattato come la personificazione di una divinità pagana e malefica, c'è bisogno di piccoli esseri fatati che rispondano a esigenze pratiche, piuttosto che di una spiritualità penitente che non riempie lo stomaco e non scalda le case. Un altro tema fondamentale trattato in questo romanzo è il ruolo di donne e uomini in una realtà in cui, in un modo o nell'altro, la sopravvivenza deve essere garantita: esiste solo la procreazione o il convento, per le donne, e poco altro per gli uomini, che comunque possono avere anche una carriera e molta più libertà, soprattutto in campo sessuale. In questo frangente, come c'era da aspettarsi, la protagonista Vasja vuole altro rispetto a quello che l'ambiente in cui vive le impone di volere. Tuttavia non si tratta di un romanzo storico, quanto di un fantasy con ambientazione storica, quasi una favola moderna, perché ci sono esseri mitologici tipici delle leggende popolari russe, inoltre il lessico e forbito e aulico, dove a volte la prosa diventa discorso diretto slegato libero o focalizzazione interna in prima persona senza che il narratore esterno cambi punteggiatura o lo specifichi diversamente, pertanto, nonostante la prosa sia essenziale e asciutta, non è di sicuro banale o semplicistica.
L'Orso e l'Usignolo sembra un libro introduttivo, poiché ci fa conoscere ambientazione e personaggi principali, ma la trama non la fa da padrona, e anzi, è quasi inesistente, per consentire al lettore di immergersi in un mondo che esiste solo nelle favole. Ora che sappiamo il chi e il dove, vederemo se nei prossimi libri il cosa sarà più interessante.

Damsel

Titolo: Damsel Titolo originale: Damsel Autrice: Evelyn Skye Traduttrice: Valentina Zaffagnini Lingua originale: inglese Codice ISBN: 98881...