lunedì 21 marzo 2022

Il Ladro

 Bentornata sul blog, bellissima gente! Oggi vi parlo di un libro che mi è stato omaggiato dalla casa editrice Fanucci, che ringrazio per l’opportunità e questo è il primo evento che organizzo da sola. Senza ulteriori indugi, si comincia!



  • Titolo: Il ladro
  • Titolo originale: The Thief
  • Autrice: Megan Whalen Turner
  • Traduttore: Francesco Vitellini
  • Codice ISBN: 9788834741962
  • Casa editrice: Fanucci
Trama

Eugenides, il Ladro della Regina, può rubare qualsiasi cosa, o almeno così dice. Ma la troppa sicurezza, si sa, fa brutti scherzi: colto in flagrante, viene arrestato. Per riconquistare la sua libertà, Gen riceve un'insolita proposta dal magus del re di Sounis; deve unirsi a una spedizione per recuperare il leggendario Dono di Hamiathes, una pietra che si dice sia nascosta in un elaborato labirinto sotto un fiume. Costretto, Gen accetta senza remore. Il viaggio all'inizio è irto più di pericoli psichici che fisici: il magus e gli altri uomini del re – il soldato Pol, gli aristocratici Sophos e Ambiades – lo insultano per il suo basso rango e la scelta della professione, negandogli persino cibo e cure mediche adeguate. Ma Gen non si dà per vinto: dentro di sé sa bene qual è la sua vera missione... La ricerca del Ladro di una gemma inestimabile costituisce lo sfondo per una storia di redenzione, tolleranza e amicizia in questo primo libro di Megan Whalen Turner che intreccia le storie di Gen e la sua avventura con estro e stile in un romanzo pieno di intrighi, peripezie e colpi di scena.

Recensione e commento

Il Ladro è un libro con delle buone idee di fondo, ma caratterizzato da una grande confusione generale: in 220 pagine non si trova spazio sufficiente per l’approfondimento di un worldbuilding potenzialmente molto interessante, ispirato alla Grecia classica, a Micene e persino alla Roma antica, e per circa la metà delle pagine non succede granché. La prima parte del libro, infatti, consiste nel racconto di un viaggio all’interno di questa terra inventata che avrebbe lo scopo du farcela conoscere meglio, un po’ come faceva Tolkien quando descriveva i suoi paesaggi, ma qui non vengono presentate in modo dettagliato o immersivo, vengono liquidate con poche frasi che fanno immaginare ben poco a chi legge. Dalla seconda parte in poi, invece, comincia l’azione, che sarebbe anche interessante da leggere, e terrebbe con il fiato sospeso, che non fosse che tutto è presentato in modo troppo confuso per permettere di comprendere in modo chiaro cosa stia succedendo, inoltre ci sono diverse parti che sono più simili ai film di Indiana Jones che a un’avventura nella Grecia antica.

La mia foto per Instagram

Punti pregevoli sono, invece, quelli dedicati alla costruzione della mitologia dei vari popoli che abitano queste terre, alcuni dei racconti inseriti, raccontati nelle notti stellate alla luce di un fuoco sono davvero interessanti e hanno effettivamente lo stile e l’atmosfera della mitologia vera. In questo, l’autrice è stata davvero abile, perché pur avendo preso in prestito alcuni nomi degli dei greci, non ha utilizzato le loro storie, preferendo inventarne di nuove. L’ispirazione alla mitologia vera, invece, è inserita nella trama, con meravigliosi labirinti simili al palazzo di Micene o manufatti da rubare dalle mani di dei malevoli verso gli umani. Tutto questo meritava davvero tanto spazio e sarebbe stato interessante immergersi nella tradizione popolare di Attolia, cosa che avrebbe aiutato anche a capire meglio i personaggi e le loro vicende.

Il problema di fondo di Il Ladro non è la mancanza di idee, ma di esperienza. L’autrice avrebbe dovuto essere affiancata da qualcuno che le facesse fare i compiti a casa, che la aiutasse ad approfondire le parti che necessitavano di ampliamento e che le facesse sgrezzare quelle che meritavano di essere chiarificate. Per tutta la durata della lettura si ha la sensazione che il protagonista abbia in serbo qualcosa, che abbia un piano di fondo, ma il momento in cui ciò avviene è sbrigativo e affossato dall’infodumping. 

In conclusione, Il Ladro non è un brutto libro in senso stretto, piuttosto dà la sensazione di essere stato alle stampe troppo frettolosamente e che sia una lunga introduzione ai volumi successivi. Per un giudizio più accurato, probabilmente bisognerà attendere l’uscita degli altri volumi della serie. 

mercoledì 16 marzo 2022

Radicalized

  • Titolo: Radicalized
  • Titolo originale: Radicalized
  • Autore: Cory Doctorow
  • Traduttrice: Dafne Calgaro
  • Codice ISBN: 978-8804732167
  • Casa editrice: Mondadori
Trama

Spietati e pieni di compassione, i quattro racconti che compongono "Radicalized" gettano uno sguardo implacabile sulle contraddizioni laceranti di quella stessa umanità che, nonostante tutto, potrebbe ancora salvarci. Per esempio. Insegnare ai figli dei vicini come hackerare i loro elettrodomestici andati in blocco dopo il fallimento della casa produttrice può farti rischiare decine di anni di carcere. Oppure. L'American Eagle, il supereroe campione di verità e giustizia, si è accorto che la polizia ha l'abitudine di commettere abusi su persone innocenti, nascondere le prove e mentire al riguardo. E ancora. L'assicurazione sanitaria della moglie di Joe si rifiuta di pagarle nuove terapie. Joe comincia a passare sempre più tempo su un forum online e poco dopo iniziano gli attentati. Infine. Una fortezza nel deserto, attrezzata con cibo, armi e antibiotici. Trenta eletti che sopravvivranno al grande crollo e ne usciranno pronti a ricostruire. Perché loro sono quelli intelligenti. E niente può andare storto.

Recensione e commento


“Il pane è una cosa importante”. È questa la frase che è saltata fuori mentre qualche giorno fa, con Gloria, del blog di Moedisia (date un’occhiata alle loro strepitose ricette letterarie), parlavamo dell’attuale situazione mondiale e degli aumenti dei prezzi che stiamo vivendo. Vengo da una famiglia di panettieri e nessuno sa meglio di noi quanto il pane sia davvero importante, quanto amore, quanta cura e quanta dedizione richieda prepararlo, ma anche quale soddisfazione se ne ricavi quando riesce bene, per questo sono rimasta tanto colpita dal primo dei quattro racconti di questo libro. Pane non autorizzato ha come protagonista una profuga siriana che, dopo aver vissuto la guerra, esserne fuggita, aver perso i genitori, aver vissuto il limbo dei centri di accoglienza, riesce a mettersi i gioco di nuovo e cerca di costruirsi una vita semplice e normale negli Stati Uniti. Quella di Salima è una storia di tante ingiustizie, piccolissime e grandissime, ma la goccia che farà traboccare il vaso sarà il pane che non potrà mangiare a causa di elettrodomestici che permettono di cucinare solo cibi di marche specifiche. La questione è sempre la stessa: i ricchi che fanno i soldi sui poveri e i poveri che dipendono totalmente da un sistema fatto da e per i ricchi. Sembra assurdo pensare che dopo tutto l’inferno da lei vissuto sia proprio l’impossibilità di tostare del pane a farla scoppiare e arrivare alla consapevolezza di voler cambiare le cose, ma allo stesso tempo ha tremendamente senso, perché si giunge a un limite oltre il quale non si vuole più andare, quando si arriva a comprendere di aver attraversato l’inferno non perché si aveva intenzione di restarci, ma anzi, perché si voleva raggiungere il paradiso. I cosiddetti “first world problems” (cioè i problemi del mondo occidentale privilegiato che non ha problemi a mettere insieme il pranzo con la cena e che spesso e volentieri non sono nemmeno veri e propri problemi) in qualsiasi altra situazione e con qualsiasi altra protagonista sarebbero banali e superficiali; con lei diventano, invece, l’ennesima dimostrazione di un mondo che traccia sulla sabbia una linea che divide il “voi” dal “noi” e che colpevolizza i poveri per aver fatto le scelte sbagliate, quando l’unica scelta possibile era quella di sopravvivere. Un mondo anti asimoviano in cui le macchine non soltanto non si ribellano perché non hanno libero arbitrio, ma addirittura sono così addomesticate che non servono l’individuo ma il potente. Il pane è una cosa importante. E non dovrebbe mai essere non autorizzato.

Il secondo racconto è un cosiddetto “pastiche”, ovvero un’opera che imita lo stile di un altro autore o che fa incontrare personaggi di opere e autori diversi. In questo caso specifico vediamo un supereroe alieno, fidanzato con una reporter, che ha come amico un generico amico Bruce miliardario, il quale nel tempo libero si diverte a fare il giustiziere mascherato. La cosa interessante di Minoranza Modello è che per quanti poteri abbia, American Eagle (questo il nome del protagonista) non è lui l’eroe del racconto: egli non può fare molto quando assiste a una brutale aggressione da parte della polizia contro un uomo nero che si faceva semplicemente i fatti suoi. American Eagle ci prova, si mette in mezzo, ma l’opinione pubblica giustifica la polizia e supporta un algoritmo che svantaggia i neri e consente a teppisti fascisti di non essere puniti per quello che fanno, ma anzi, di arruolarsi e ricevere premi per la violenza che elargiscono. American Eagle scopre che il suo privilegio è solo provvisorio, il suo status di bianco può essere revocato in qualsiasi momento, qualora al potente di turno non faccia più comodo che l’opinione pubblica lo supporti. Sperimenta il significato di impotenza e realizza di avere qualcosa da perdere e sarà proprio Wilbur Robinson, l’uomo brutalizzato e definitivamente mutilato dai poliziotti, colui che cambierà le cose, e lo farà, incredibilmente, prendendo botte invece di darle. Robinson riesce a mostrare, grazie alla sua caparbietà, alla sua lungimiranza e con la non violenza, di aver subito un’ingiustizia che non è di certo un'eccezione e lo fa utilizzando la sua propria voce, senza che American Eagle debba prestargli la sua o farsi strada a suon di pugni. Non ha bisogno dell’aiuto dei bianchi, ha solo bisogno che i bianchi non si voltino dall’altra parte, che non lo cataloghino con etichette che non gli appartengono e che i potenti la smettano una volta per tutte di strozzare una minoranza solo per avere forza lavoro docile e addomesticata. È impressionante leggere questo libro, pubblicato in patria nel 2019, dopo la morte di George Floyd, avvenuta un anno dopo: Minoranza Modello è profetico, ma più ottimista rispetto a come sono effettivamente andate le cose nella realtà, dove tutti i giorni uomini come George Floyd o come Wilbur Robison vengono uccisi per motivi futili dovuti soprattutto al pregiudizio sulla loro pelle ed è questa la parte veramente sconfortante, quando si legge Radicalized, ovvero che, per una volta, la fantascienza e la distopia sono migliori della realtà.

Il geniale Cory Doctorow

Diametralmente opposto è il racconto successivo, quello da cui prende il titolo la raccolta, ovvero Radicalizzati. Qui, il tema centrale è la situazione sanitaria, la solita storia già sentita in cui, negli Stati Uniti una persona si ammala e deve decidere se vendere la casa e sopravvivere oppure morire ma riuscire a mettere il pane in tavola senza essersi indebitata. Il protagonista di questa storia, Joe, non ricorre alla violenza in prima persona, ma non fa granché per impedirla nella misura in cui un gruppo di supporto per famigliari di persone ammalate di cancro decide di passare all’azione e farsi esplodere nelle sedi delle assicurazioni che stabiliscono chi vive e chi muore in base a quanto profitto possono trarne. Il flusso di coscienza di Joe passa attraverso tutte le fasi del dolore, ci mostra l’angoscia di dover impedire l’inevitabile, ma al tempo stesso oscilla nell’incertezza di non sapere cosa sia davvero giusto per sé e per la propria famiglia. Questo racconto mostra come l’odio online venga fomentato perché su internet è facilissimo trovare una cerchia che ci dia ragione, in modo così lento ma inesorabile da far dividere troppo facilmente il mondo in dicotomie. In chi ha ragione e chi ha torto. In Radicalizzati non è la non violenza a cambiare il mondo, ma la violenza pura e semplice.

Il quarto e ultimo racconto, La Maschera della Morte Rossa, è senza dubbio quello che in questi giorni di pandemia e di guerra fa più impressione leggere. Il punto di vista è quello di un uomo privilegiato, ricco, in grado di procurarsi col denaro e con la sua posizione tutto ciò che desidera. E cosa desidera, il nostro simpatico Martin? Un bunker antiatomico super tecnologico, rifornito di acqua potabile, armi, antibiotici, energeticamente e termicamente indipendente per essere pronto quando arriverà la fine del mondo. Che arriva in modi molto simili a come la stiamo vivendo noi, prima disordini, poi malattie e compagnia cantante Martin invita con sé, in questa festicciola in occasione della fine del mondo (che ricalca una scenetta molto divertente avvenuta nel 2020, in quel momento in cui negli USA l’isteria era a livelli tali che si temeva di essere aggrediti nelle proprie case per vedersi rubare il cibo) trenta persone che reputa degne della sua presenza, tra donne bellissime per assicurare la riproduzione, ricconi come lui e uomini forti e abili, ma scoprirà molto presto e a sue spese che nessuno, nemmeno lui è davvero pronto per l’apocalisse, per l’isteria, per le malattie, i quali per lui sono esclusivamente degli elementi fastidiosi che minano la sua autorità di leader agli occhi degli altri trenta ospiti del rifugio. Martin è un uomo che avrebbe dovuto fare affidamento sullo spirito di gruppo invece di pasteggiare sui cadaveri degli altri, cosa che scoprirà a sue spese nel finale del racconto, che lascia un barlume di speranza per l’umanità. Leggere la Maschera della Morte Rossa dopo aver vissuto il 2020 lascia al tempo stesso un senso di sollievo e di ansia, perché da un lato abbiamo già vissuto quella che molti pensavano sarebbe stata la fine del mondo e alla fine siamo comunque sopravvissuti, dall’altra siamo di nuovo sull’orlo di viverne una e non possiamo ancora cantare vittoria.

Radicalized è profetico, tagliente, indelicato e diretto, ma assolutamente necessario. Un libro che indaga le fragilità umane, il ruolo della tecnologia nelle nostre vite, del potere, del denaro, del privilegio e che guarda il mondo occidentale senza fare sconti alle sue responsabilità e alle sue imperfezioni. Un mondo futuro non così lontano e che forse stiamo già toccando con mano, anche se ci sta andando decisamente male. Fatevi un regalo e leggetelo anche qualora non foste amanti della fantascienza. 

martedì 15 marzo 2022

IL Re delle Cicatrici

 Bentornata sul blog, bella gente! La recensione di oggi riguarda, come avrete già letto nel titolo, Il Re delle Cicatrici, della mia Queen Leigh Bardugo. Ringrazio la casa editrice per avermi dato l’opportunità di leggere questo libro in anteprima e la mia amica Bea per aver organizzato. Buona lettura!

  • Titolo: Il Re delle Cicatrici
  • Titolo originale: King of scars
  • Autrice: Leigh Bardugo
  • Traduttrice: Roberta Verde
  • Lingua originale: inglese
  • Casa editrice: Mondadori

Trama

Nikolai Lantsov, sovrano di Ravka, corsaro, soldato, secondogenito di un re disonorato, ha sempre avuto un'innata propensione alle situazioni difficili, ma questa volta sembra dover fare i conti con qualcosa di impossibile, qualcosa che nessuno, tra la popolazione di Ravka, potrebbe mai immaginare. Come se non bastasse, per arrestare l'avanzata dei nemici che si assiepano lungo i confini del regno, il giovane re deve trovare un modo per riempire le casse dello Stato, stipulare nuove alleanze e fermare il nuovo pericolo che minaccia quello che un tempo è stato il glorioso esercito Grisha. Al suo fianco, però, c'è la fedele Zoya Nazyalensky, leggendario generale Grisha, che non si fermerà di fronte a nulla pur di aiutare Nikolai ad affrontare e sconfiggere il potere oscuro che alberga nelle profondità del suo cuore e che, rafforzandosi di giorno in giorno, minaccia di distruggere tutto quello che ha costruito. Zoya sa infatti che, come i Grisha non possono sopravvivere senza Ravka, tantomeno Ravka può sopravvivere a un re tanto indebolito. Nello stesso momento, nelle terre fredde del Nord, Nina Zenik sta combattendo la sua personale guerra contro coloro che vorrebbero spazzare via per sempre i Grisha. Ma per sconfiggere i pericoli che la attendono, sarà costretta a scendere a patti con il proprio terrificante potere e ad affrontare il dolore profondo e lacerante che porta nel cuore. Re, generale e spia di Ravka: tutti e tre nel corso del loro viaggio dovranno spingersi oltre i confini tra scienza e superstizione, magia e fede, rischiare il tutto per tutto per salvare una nazione spezzata, e accettare che alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti e che certe ferite non sono destinate a guarire.

Recensione e commento 

Prima o poi questo momento doveva arrivare e devo ammettere che per una volta mi sono preparata psicologicamente in anticipo: Bardugo ha cannato, anche se non di tanto, perché le problematiche di Il Re delle Cicatrici potevano essere più esacerbate di così (non canto vittoria, devo ancora leggere La Legge dei Lupi, il secondo della dilogia su Nikolai).

Il nostro amato re di Ravka, Nikolai Fucking Lanstov
Andando con ordine, si vede chiaramente la crescita di Bardugo a livello autoriale: la prosa è cresciuta verticalmente rispetto a Tenebre e Ossa e i dialoghi sono ben scritti e abbastanza realistici, oltre che pungenti e sarcastici. Il problema di questo libro non è la forma, che va benissimo, ma la sostanza, perché fondamentalmente non ha una trama su cui costruire una storia avvincente. Infatti, Il Re delle Cicatrici non è incalzante e non è ricco di avvenimenti, per tutta la prima parte non si sa bene dove l’intreccio voglia andare a parare, ma non in modo positivo, non domandandosi cosa succederà dopo, semplicemente, si ha la sensazione che non ci sia sufficiente carne al fuoco per costruirci un romanzo da 400 pagine. La parte interessante è costituita dai personaggi: finalmente in questo libro abbiamo una sintesi delle due serie precedente, ci sono personaggi della trilogia di Tenebre e Ossa e di Sei di Corvi e di tutti loro ci viene mostrato il loro lato psicologico, di come vivano le conseguenze della guerra e delle avventure che hanno vissuto. Per questo motivo, è comprensibile che il nostro bene amato re di Ravka, Nikolai, sia meno brillante del solito, con tutte le situazioni che ha da affrontare, e che Nina non sia più allegra e di buon umore. Insopportabile è, però, Zoya, da moltissime persone amata, ma io non la reggo proprio e onestamente, mi sarei anche stancata di personaggi il cui carattere difficile viene sempre giustificato con dei traumi infantili che li hanno fatti diventare così. Questo tipo di sviluppo del personaggio, in cui è il trauma a caratterizzarne la personalità, a questo punto non fa che farmi alzare gli occhi al cielo: i traumi li abbiamo avuti tutte e tutti nella nostra vita, ma alcune persone colgono l’occasione per diventare gentili, invece di peggiorare. I traumi sono fatti per essere superati, non per diventare un salvacondotto. Lo sviluppo personale dei nostri beniamini è l’elemento più interessante del romanzo, ma non lascia spazio all’avventura e dà più la sensazione che l’autrice non volesse lasciare andare il mondo che ha creato, per pura nostalgia. Tuttavia, ci sono dei momenti autenticamente toccanti, alcuni lutti che vengono finalmente affrontati ed elaborati, anche in maniera corretta, ma i lati positivi del libro riguardano più che altro sottotrame dei libri precedenti, piuttosto che quelle che qui vengono create.
       Il finale col botto è sicuramente un punto a favore che invoglia a continuare la lettura, anche se personalmente sto cercando di non farmi illusioni (così magari La Legge dei Lupi mi piacerà, se riesco a tenere basse le aspettative) e va detto anche che lo sviluppo di Zoya e la sua storyline vanificano moltissimo dì quanto è stato detto sul sistema magico del Grishaverse fino a questo punto. La sensazione è che Bardugo non avesse idee a sufficienza per creare un nuovo antagonista e degli avvenimenti capaci di far vivere ai nostri protagonisti delle avventure che esulino dalle proprie abilità magiche. Zoya appare overpower in tantissime occasioni, ma nel finale in modo particolare proprio perché la trama prende una piega che fa quasi adirare perché toglie le poche certezze sul sistema magico a chi legge.
    Nikolai nell’ultima parte del romanzo è praticamente irriconoscibile: ha una regressione caratteriale non compatibile con i semplici traumi che ha vissuto e addirittura arriva a mettere in discussione la propria ambizione e la propria giustezza per il ruolo che ricopre. Lui, l’uomo innamorato di Ravka e che ha fatto tutto per lei si piange addosso come un ragazzino e diventa quasi un personaggio passivo.
    Nina, invece, ha probabilmente la storyline più interessante e più stimolante: non è più la ragazza che conosciamo nella dilogia sui corvi, alla fine del suo viaggio è una persona diversa. Lei affronta veramente le sue ferite e cerca un nuovo scopo, senza tentare di scappare dalla sua sofferenza, ma nemmeno usandola come giustificazione. Nella storia che la riguarda, staccata momentaneamente dalla trama principale, troviamo il discorso luce-oscurità trattato in maniera molto più complessa e più allegorica rispetto a quella che riguarda Zoya e Nikolai, poiché se all’inizio poteva essere interessante vedere come Nikolai cercasse di combattere contro il suo mostro interiore, rappresentazione dell’irrazionale e dell’istinto, alla fine quella parte diventa davvero troppo, troppo letterale. Nella storia che riguarda Nina troviamo lo yin e lo yang; un po’ di bontà esiste dove pensava non ce ne sarebbe mai stata e allo stesso tempo ci sono nuovi elementi da mettere in discussione: si può contemporaneamente essere bravi padri e cattive persone? Spero davvero che Bardugo riservi qualche piccola gioia a Nina nel prossimo libro, perché il suo sviluppo mostra come questo personaggio meriti tutto il bene del mondo.

 Ultima specificazione importante, mi raccomando, leggete Le Vite dei Santi solo DOPO questo libro, se volete evitare gli spoiler. 

In sostanza, Il Re delle Cicatrici è un libro carino, ma che non stupisce, lontano dall’incalzante Il Regno Corrotto e dai temi complessi trattati in La Nona casa. Decisamente immancabile per chi non vuole abbandonare il Grishaverse, ma sconsigliato per chi cerca un libro che tenga incollati alle pagine.


Come leggere i libri di Leigh Bardugo per non avere spoiler:
  1. Tenebre e Ossa
  2. Assedio e Tempesta
  3. Rovina e Ascesa
  4. Sei di Corvi
  5. Il Regno Corrotto
  6. (Opzionale) The Language of Thorns (inedito in Italia)
  7. Il Re delle Cicatrici
  8. Le Vite dei Santi
  9. The Rule of Wolves (edito prossimamente in Italia, il 19 aprile 2022)
Altri (non Grishaverse)
  • Wonderwoman

venerdì 4 marzo 2022

La Versione del Tardigrado improbabile


  • Autore: Barbascura X (nome anagrafico)
  • Illustratore: Enrico Macchiavello
  • Codice ISBN:
  • Casa editrice: De Agostini
Trama

Pino Omino, per gli amici Mino, per i nemici Vino, ha combinato un bel casino alla ditta di balocchi Oplallà® e ora suda come una lumaca di fronte al Santo Tribunale del Tragico Divertimento Pernullabuffo. Accanto a lui c’è Vincenzo, il tardigrado improbabile, arrivato dalle profondità del cosmo per soccorrerlo con la sua paradossale versione dei fatti: di chi è, in realtà, la colpa? Di Omino, o piuttosto del caso che l’ha condotto sino a lì? In quest’opera dallo stile inconfondibile il Capitano Barbascura X affida a uno dei suoi personaggi più noti sul web il ruolo di un microscopico Virgilio, nostra guida in un viaggio indietro nel tempo alle origini della vita sulla Terra. Attraverso dibattute teorie e ipotesi scientifiche, a partire dal Big Bang, il “peto primordiale”, Vincenzo il tardigrado ricostruisce per noi le circostanze casuali, talmente improbabili da essere quasi impossibili, che hanno determinato l’aggregarsi di atomi, molecole e poi cellule in strutture sempre più grandi e complesse. Assisteremo così, tra le altre cose, al funzionamento del DNA e del suo sacro trascrittore, entreremo all’interno di una cellula, faremo la conoscenza con enzimi Super Saiyan, impareremo un sacco di faccende imbarazzanti sulla differenziazione cellulare. Con le illustrazioni di un fumettista di culto, Barbascura X firma un libro di divulgazione illuminante e irriverente, capace di fissare i concetti alla base della biologia in un’avvincente ricerca sulle dinamiche che hanno reso possibile l’esistenza.

Recensione e commento


SE VUOI SCOPRIRE STORIE BRUTTE SULLA SCIENZA BENVENUTO SUL BLOG BRUTTO DI ZIA ZOSMAAA!

Ciao, bella gente! Oggi, come forse avrete intuito, parliamo di La Versione del Tardigrado improbabile, ultima fatica del chimico e divulgatore Barbascura X. Si tratta, ovviamente, di un libro scientifico divulgativo illustrato da Enrico Macchiavello ed edito da De Agostini. A dispetto del linguaggio informale e irriverente, Barbascura è estremamente sistematico nell’esposizione dei concetti e si dimostra, ancora una volta, geniale nel parlare in modo molto semplice di concetti estremamente complessi. Riesce spesso a mostrare anche un lato inaspettato, rispondendo ad alcune domande che si autopone e a cui difficilmente si pensa quando si sta sui banchi di scuola e si ascoltano questi concetti raccontati in maniera più meccanica.


Vi presento Vincenzo, il Tardigrado  improbabile 
La narrazione di questo libro prevede un narratore interno, ovvero Vincenzo, il Tardigrado improbabile, che racconta a Pino Omino la storia della vita dal Big Bang alla formazione degli organismi pluricellulari, ed è suddivisa in capitoli nei quali gli appassionati vedranno moltissimi dei concetti già trattati sul canale YouTube dello scienziato, ma legati assieme in maniera fluida e chiara. La voce e il modo di esprimersi di Vincenzo sono gli stessi di Barbascura, che si rivolge direttamente al destinatario (noi su YouTube, Pino Omino qui, anche se la distanza viene annullata dall’utilizzo della seconda persona singolare) senza risparmiargli insulti fantasiosi neanche troppo velati, o ponendogli domande a cui dà direttamente la risposta. I disegni che accompagnano la narrazione sono perfetti per questo tipo di contenuto, perché rendono tutto grottesco esattamente com’era l’intento, e sono presenti anche fotografie e schemi molto poco grotteschi e molto molto scientifici.

Tuttavia, come qualsiasi opera letteraria, non è priva di difetti. Una delle perplessità che solleva è che forse il target che è stato fissato per questa lettura è troppo basso (11+), non tanto per i temi trattati o per la presenza di linguaggio scurrile, che è stato ripulito e sostituito con assonanze, quanto per l’utilizzo di una prosa forse troppo ricca di fronzoli per un target al quale è meglio proporre un concetto in modo più diretto possibile. L’unico altro difetto ascrivibile a La Versione del Tardigrado improbabile è la debolezza della trama, che aveva delle premesse molto valide e promettenti, ma nell’ epilogo si traducono come pretestuose. Tuttavia, questo difettuccio è abbastanza marginale, dato che l’intento del libro non è quello di narrare l’avvincente storia di Pino Omino, ma quella dell’universo Ugo e di come siamo nati, quindi è del tutto perdonabile. 

La Versione del Tardigrado improbabile è un libro divulgativo imperdibile per chiunque voglia avere un’idea più chiara di come siamo nati a partire dall’esplosione dell’universo Ugo alla formazione degli organismi pluricellulari, ma anche per la fanbase di Barbascura X, dato che la sua voce è chiarissima e inconfondibile. 

Damsel

Titolo: Damsel Titolo originale: Damsel Autrice: Evelyn Skye Traduttrice: Valentina Zaffagnini Lingua originale: inglese Codice ISBN: 98881...