mercoledì 28 febbraio 2024

Canzone per un nuovo giorno

  • Titolo: Canzone per un nuovo giorno
  • Titolo originale: A Song for a new Day
  • Autrice: Sarah Pinsker
  • Traduttrice: Enrica Marchi
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788834743072
  • Casa editrice: Fanucci
Trama

Nel Prima, Luce Cannon era al vertice della sua carriera musicale. Ora, nel Dopo, gli attacchi terroristici e i virus letali hanno indotto il governo a vietare i concerti. Così il legame che Luce aveva con il mondo – la sua musica, il suo scopo nella vita – le viene precluso per sempre. Finisce quindi a esibirsi in concerti illegali per una piccola ma appassionata comunità. Rosemary Laws ricorda a malapena i tempi del Prima. Trascorre le sue giornate nel Cappuccio virtuale lavorando per il Servizio clienti della multinazionale Superwally, senza alcun tipo di contatto reale. Per caso, trova un nuovo lavoro e una nuova vocazione: scoprire musicisti straordinari e portare i loro concerti a tutti tramite la realtà virtuale. Ma per riuscirci, dovrà fare una cosa totalmente nuova: uscire in mezzo alla gente e frequentare i concerti illegali. Quando si accorge di come potrebbe veramente essere il mondo, ciò che ha sempre conosciuto fino a quel momento non le basterà più.

Recensione e commento

“Music was better when ugly people were allowed to make it”

Un tizio su Twitter

È di pochi giorni fa la notizia di un artista che al festival di Sanremo ha espresso un parere politico (e tuttavia pienamente condivisibile) che ha suscitato una forte reazione della classe politica, la quale lo ha sostanzialmente zittito dicendogli che i cantanti debbano occuparsi di cantare senza esprimere idee, come se la politica non riguardasse tutte le cittadine e tutti i cittadini e non ci fosse la Costituzione a garantire il diritto di esprimersi liberamente (sì, vale anche per chi di mestiere canta).

Canzone per un nuovo giorno parla anche di questo, di come, dopo una pandemia che porta via tante vite e costringe l’umanità a cambiare radicalmente stile di vita, il capitalismo abbia visto uno spiraglio per infilarsi e fare ancora più soldi a palate. Una delle due protagoniste, che sono separate da una generazione e pertanto vedono il mondo in modo diverso, ha il compito di ingaggiare nuove band da parte di un’etichetta che ha il monopolio della discografia. Rosemary non deve ingaggiare le band migliori, ma quelle più facilmente vendibili, di bell’aspetto, con un sound generico e in particolare che non esprimano alcun tipo di pensiero politico nei loro testi. Perché l’obiettivo è vendere, e qualcosa di divisivo si vende meno facilmente. E non è il solo ambito in cui il capitalismo la fa ormai da padrone, perché il nuovo modo di vivere delle persone, il fatto che debbano stare separate, distanziate, senza mai assembrarsi, è nuovamente un’occasione consumistica, perché fornisce la possibilità di propinare apparecchi per la realtà virtuale, il che aumenta esponenzialmente le vendite dei biglietti per i concerti in VR che potenzialmente possono essere infiniti, poiché non si deve più sottostare a regole di sicurezza per l’evacuazione del pubblico da luoghi reali in cui tutto può andare storto. 

In questo contesto, Luce è una musicista che ci tiene a essere anche artista, a comunicare qualcosa di più che un generico testo orecchiabile facilmente commercializzabile. Il suo lavoro, per quanto non sia quello che le consente di sbarcare il lunario, deve svolgersi in clandestinità, perché aggiunge l’elemento pubblico dal vivo in un mondo che, nonostante la pandemia sia passata, non può ancora assembrarsi. Al suo personaggio sono affidate le riflessioni sul ruolo dell’arte nella società, e sul fatto che non debba necessariamente essere un’esperienza estetica, soprattutto non esclusivamente tale.

Le interazioni tra le due protagoniste le porteranno a venirsi in contro, perché in nessuno dei due mondi tutto è da buttare via. Canzone per un nuovo giorno è un libro che insegna il valore del compromesso, che racconta l’importanza del mettersi nei panni altrui e che mostra tantissimi punti di vista diversi, perché attraverso i dialoghi con altri personaggi della storia, scopriamo che il discorso non è polarizzato da una parte o dall’altra, ma che veramente le persone stanno vivendo un momento storico di grande confusione in cui stanno cercando di fare il loro meglio. Ciascuna gestisce le cose nel modo più congegnale per sé, non c’è qualcosa di universalmente giusto o sbagliato e anche le esperienze sono autentiche in base alla propria percezione: l’averle vissute in realtà virtuale non le rende meno importanti, per quanto ci sia qualcosa di profondamente diverso nella realtà tangibile.

Canzone per un nuovo giorno mi è piaciuto in tutti i modi possibili, mi è entrato sotto la pelle e mi ha dato tantissimo con una delicatezza disarmante e senza fare mai la paternale. Non sono sicura di essere riuscita a riassumere quanto questo romanzo lineare e delicato sia in realtà complesso e stratificato, spero solo che gli darete un’opportunità.

mercoledì 21 febbraio 2024

Streghe all’opera


  • Titolo: Streghe all’opera
  • Titolo originale: Maskerade
  • Autore: Terry Pratchett
  • Traduttrice: Valentina Daniele
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788831013895
  • Casa editrice: Salani
Trama

Chi pensa che le maschere siano solo per le feste di carnevale si sbaglia di grosso. C'è una magia tutta particolare nelle maschere. Nascondono un volto, ma ne rivelano un altro... quello che si vede solo al buio. La Casa dell'Opera di Ankh-Morpork è il posto giusto per godersi la musica, il teatro e un innocuo Fantasma mascherato che si aggira dietro le quinte. La giovane Agnes Nitt di Lancre, la cui voce è straordinaria quanto la sua stazza, vi si è recata per tentare la carriera di cantante lirica. Peccato che non sia proprio il tipo perfetto per calcare la ribalta… E poi ci sono due streghe che non vedono l'ora di ricondurla alla ragione e farla diventare una loro apprendista: Nonna Weatherwax e Tata Ogg, che si sono recate ad Ankh-Morpork per convincere Agnes che la vita da strega è molto migliore di quella sul palcoscenico. Solo che ora sono tutte e tre coinvolte in un mistero a base di efferati omicidi che implica tizi mascherati e risate da maniaco. Ma, come dice il detto, lo spettacolo deve continuare, anche se c'è un po' di sangue che imbratta le quinte! Età di lettura: da 12 anni.

Recensione e commento

Allora, ve lo dico subito, così possiamo passare ad altro: il finale di questo libro mi ha delusa abbastanza. Non è in linea con il resto del libro e manca dell’autodeterminazione tipica di Pratchett. È una conclusione che si affloscia un po’ rispetto a un romanzo ritmato e pensato.

Detto ciò, tutto il resto mi è piaciuto da morire, perché Terry Pratchett si rivela di nuovo un conoscitore profondo dell’umanità, che critica con indulgenza e ironia. Streghe all’opera, portato in Italia da Salani nel 2023 (sempre sia lodata), è stato originariamente pubblicato nel 1995 ed è ancora attualissimo. Raccontandoli nel competitivo mondo dell’opera, Pratchett affronta tantissimi temi che negli anni Novanta non avevano nemmeno un nome, eppure esistevano e strisciavano sotto la pelle chi chi viveva quel periodo. Parla di pretty privilege e di fat shaming quando queste due cose ancora non si chiamavano così e lo fa attraverso il personaggio di Agnes, una ragazza di provincia che vuole diventare una cantante di successo e che ha tantissime capacità ma che è considerata troppo sovrappeso perché possa piacere al pubblico. I meriti del suo duro lavoro e del suo talento vengono attribuiti a Christine, una ragazza che risponde meglio ai canoni di bellezza di quel periodo (ricordiamoci che erano gli anni di gloria di Britney Spears e della considerata grassa Bridget Johnes). Con ironia e umorismo, l’autore racconta tutta l’ipocrisia del mondo dell’arte, pieno di paradossi che vengono perdonati in nome della poesia, ma che è in fin dei conti spietato, perché “lo spettacolo deve continuare” anche quando qualcuno muore e questo è uno dei motivi per cui non ho amato il finale: senza entrare nello specifico, questo sistema non viene sovvertito né viene fatto intuire che possa esserci speranza affinché ciò possa accadere in futuro.    

Nel portare alla luce le idiosincrasie del mondo dell’arte in generale, perché Streghe all’opera racconta anche dei problemi affrontati da chi pubblica un libro e deve inseguire l’editore per farsi pagare, Pratchett mostra, però, di conoscerlo molto bene. Solo qualcuno che ha visto e rivisto il musical del Fantasma dell’opera e letto e riletto l’opera di Gaston Leroux con una matita rossa in mano per correggere cosa non tornava avrebbe potuto scrivere un libro divertente che è anche una chicca per noi appassionate. 

Nota di merito per le protagoniste: due sono Nonna Weatherwax e Tata Ogg, già conosciute nei libri precedenti del ciclo delle Streghe, l’altra e la già citata Agnes. Le prime sono due donne attempate, al punto che la buona Tata ha addirittura quindici figli e nonostante ciò vanno all’avventura, cosa che vediamo di rado, dato che le madri nei fantasy servono tendenzialmente solo a portare al mondo il prescelto e morire. Agnes, invece, è una giovane che cerca la sua strada nella grande città dopo aver abbandonato il suo paesello ed è tutt’oggi una protagonista atipica. Quante ragazze adolescenti sovrappeso avete mai incontrato nelle vostre letture che non fossero la spalla comica di qualcuno? Agnes è un personaggio tragico, in un contesto tanto comico, perché non riesce a realizzarsi professionalmente a causa del suo aspetto, vedendosi attribuire tutte le qualità che le persone elencano quando vogliono evitare di dire a una ragazza che è brutta (tipo “ha bei capelli e almeno ha un buon carattere”). Tutto ciò che le capita ci fa entrare in empatia con lei e provare un forte senso di ingiustizia, senza che mai si abbia la tentazione di ridere di una ragazza tanto razionale e talentuosa in un ambiente fatto di squali. Penso che lei avrebbe meritato un finale più giusto, ma spero che nei prossimi libri possa avere la sua rivincita.

In conclusione, se non avete mai letto nulla di Pratchett, dovete assolutamente cominciare, perché in un mondo tanto distruttivo riesce a essere intelligente e mostrare i punti deboli della nostra società senza sfociare nel pessimismo e strappando sempre una risata. In più, se amate l’opera e il musical, Streghe all’opera per voi avrà sicuramente una marcia in più.


mercoledì 14 febbraio 2024

L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde

  • Titolo: L’Enciclopedia delle fate di Emily Wilde
  • Titolo originale: Emily Wilde’s Encyclopedia of Faeries
  • Autrice: Heather Fawcett
  • Traduttrice: Alice Casarini*
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN:
  • Casa editrice: Mondadori
Trama 


Emily Wilde è brava in molte cose: è la massima esperta di fate; è una studiosa geniale, una ricercatrice meticolosa e sta scrivendo la prima enciclopedia al mondo dedicata alle leggende su queste creature. Ma Emily Wilde non è brava con le persone. E infatti, quando, nell'autunno del 1909, arriva nel remoto villaggio di Hrafnsvik, non ha alcuna intenzione di fare amicizia con i burberi abitanti. Né tanto meno le interessa trascorrere del tempo con l'altro nuovo arrivato: Wendell Bambleby, suo rivale accademico, in grado di ammaliare chiunque. Ma mentre Emily si avvicina sempre più ai segreti dei Nascosti, le fate più sfuggenti, si ritrova anche sulle tracce di un altro mistero: chi è davvero Bambleby? E cosa sta cercando? Per trovare la risposta, Emily dovrà sciogliere l'enigma più grande di tutti: il suo cuore.

Recensione e commento 

L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde ha aspettato sulla mia libreria per almeno due anni, nella sua versione in lingua originale, anche se per leggerlo ho aspettato il gruppo di lettura creato da due bookstagrammer in occasione della sua uscita in italiano. Specifico il dettaglio del gdl perché è importante, dal momento che molte conclusioni che ho tratto sono proprio frutto di alcune delle discussioni avvenute lì.

Su questo romanzo si è detto tutto e il contrario di tutto e, nel mio piccolo e senza voler sminuire i pareri altrui, cercherò di mettere ordine e provare a elencare le caratteristiche per comprendere se possa fare per voi o meno.

Partiamo da un presupposto: questo libro non è un cozy fantasy. Lo so, è stato detto praticamente ovunque, ma il cozy fantasy ha delle caratteristiche ben precise per essere definito tale, non basta che si tratti di una storia priva di conflitto di natura violenta, altrimenti anche Il Sognatore di Laini Taylor sarebbe annoverabile nel genere. In L’Enciclopedia delle fate di Emily Wilde ci sono scene di violenza. Non sono al livello del genere grimdark, ma ci sono e questo già di per sé lo esclude dalla sottocategoria cozy (vi lascio qui il link dell’articolo Moedisia, ripostato anche dalla casa editrice Lumien, che spiega al meglio questo concetto). 

Inoltre, per quanto sui social network abbia notato tantissimo fermento per questo titolo, in realtà nel gdl i pareri sono stati tendenzialmente tiepidi, per quanto ci fossero anche opinioni ai due estremi dello spettro. Tra chi non trovava il romanzo storicamente accurato sebbene non venisse venduto come fantastorico e chi non è riuscita a empatizzare con i personaggi, in sostanza il problema era sempre e comunque la sospensione dell’incredulità. Ho cercato di ascoltare al meglio i pareri delle partecipanti e la mia opinione personale è che tutti i problemi derivino dalla forma. Ovvero, il romanzo promette di essere narrato in forma di diario, ci vengono fornite data di inizio e motivazione per la quale viene scritto, ma la promessa non viene mai mantenuta. Il fatto che sia una narrazione epistolare viene ricordato solo raramente, ad esempio quando una pagina non viene completata perché la protagonista è stata interrotta, ma finisce lì: per il resto del tempo, il novantanove percento, è un normale libro in prima persona singolare, per altro privo di flussi di coscienza. Ora, un diario che viene scritto con lo scopo di raccogliere le impressioni della protagonista, i suoi pensieri, congetture, ipotesi e considerazioni al fine di poterlo usare come materiale per la stesura della sua enciclopedia sugli esseri fatati non può essere privo di flussi di coscienza. Viene utilizzato più volte l’espediente del narratore inattendibile, addirittura la protagonista cela pezzi importanti a chi legge. Il punto è che la forma scelta per questa storia di per sé non dovrebbe consentire di mentire consapevolmente e perché mentire e celare a chi legge se si parte dal presupposto che a leggere dovrebbe essere proprio lei per le sue ricerche scientifiche? In pratica cela a sé stessa nei suoi appunti accademici (inoltre, anche l’introspezione è una caratteristica del cozy fantasy). Questo banale errore di editing è proprio quello che mi ha spezzato la sospensione dell’incredulità e mi ha messo nelle condizioni di abbandonare il libro. Non posso finire un romanzo se viene meno il contratto di veridizione, ovvero quell’accordo che stabilisce che chi legge crederà alla storia raccontata purché sia coerente con l’universo creato e le sue regole. A me personalmente è sembrato che questo patto sia venuto totalmente meno a un certo punto della storia, mentre per molte altre partecipanti del gruppo sembrava sempre che mancasse qualcosa, che non fosse sempre convincente al cento percento. Ecco, per me i problemi derivano tutti dalla forma.

Potrei finire qui, ma ci altre cose da dire e penso che sia giusto dirle tutte, pure quelle che mi sono piaciute, anche se le troverete molto in fondo alla pagina.

Altra cosa che per quanto mi riguarda non ha funzionato è la coppia di protagonisti. Emily è una donna timida e introversa, probabilmente neurodivergente (e questo è positivo in termini di rappresentazione), che ama immergersi nello studio accademico, mentre Bambleby è un estroverso capace di incantare chiunque. Ah, ovviamente lui si porta a letto la qualsiasi, sotto l’indulgente sguardo di lei che invece non batte chiodo perché socialmente inetta, anche se in realtà, ovviamente, si amano. Quindi siccome si amano lui va con tutte e lei non dice niente. E naturalmente lui è bellissimo, altissimo, purissimo, levissimo, mentre lei è sciatta (o si sente tale). Per essere un libro che si poneva come obiettivo di decostruire molte delle strutture narrative stereotipate del fantasy ne ribadisce decisamente troppe. La solida idea di base è andata affievolendosi, perché mi piaceva tantissimo il presupposto che Emily andasse in giro per il mondo a catalogare esseri fatati per scriverne un’enciclopedia, ma lo studio scientifico passa totalmente in secondo piano rispetto alla storia d’amore, che fa anche agire la protagonista in modo totalmente antitetico rispetto a come viene costruita all’inizio, ovvero razionale, riflessiva e rigorosa. E ciò non avviene sotto forma di arco di formazione, quanto come cambio funzionale esclusivamente alla love story, tanto che una donna indipendente, colta e piena di risorse come Emily finisce con l’essere passiva e sempre salvata da altri.

Ci sono anche cose che mi sono piaciute. Come dicevo, non è sicuramente il libro peggiore che abbia mai letto, anche se il muro di testo che ho appena scritto potrebbe far sembrare il contrario, ma ormai lo sapete, sono una persona prolissa. L’idea di base, dicevo, mi è piaciuta, per quanto si sia persa per strada. Inoltre, anche Emily presenta dei pregi, soprattutto perché, per una volta, abbiamo come protagonista una donna trentenne e non una ragazzina ancora in età puberale. La storia d’amore, per quanto mi abbia emozionata quanto un manuale di trivellazione, non è basata sull’abuso, a differenza di moltissimi libri dello stesso genere (ormai the bar is on the floor).

Tutta questa fiumana di parole non era per demolire il libro, ma per cercare di fornire tutti gli strumenti per comprendere se possa fare per voi o meno. In sincerità, a me non è piaciuto, forse perché aveva tutte le caratteristiche perché lo amassi, incluso un cagnolone gigantesco, che alla fine sono state disattese,  ma oggettivamente non è nella stessa gara di tutti i libri senza arte né parte venduti come simili. In giro ci sono libri di gran lunga peggiori, problematici e scritti male. L’Enciclopedia delle Fate di Emily Wilde non è fra questi, il suo unico problema è quello di essere senza un’identità definita, di non mantenere le promesse e cercare di essere troppe cose senza essere davvero nessuna. Spero di esservi stata utile, alla prossima!

* Non mi pronuncio sulla traduzione, della quale si è fatto gran parlare, perché ho letto il libro in lingua originale. 

A Study in Drowning - La Storia sommersa

Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa Titolo originale: A Study in Drowning Autrice: Ava Reid Traduttore: Paolo Maria Bonora Ling...