martedì 29 dicembre 2020

Lettere da Babbo Natale


  • Titolo: Lettere da Babbo Natale
  • Titolo originale: Letters from Father Christmas
  • Autore: J. R. R. Tolkien
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788845293894
  • Pagine: 192
  • Editore: Bompiani
Trama 
 
Ogni dicembre ai figli di J.R.R. Tolkien arrivava una busta affrancata dal Polo Nord. All'interno, una lettera dalla calligrafia filiforme e uno splendido disegno colorato. Erano le lettere scritte da Babbo Natale, che narravano straordinari racconti della vita al Polo Nord: le renne che si sono liberate sparpagliando i regali dappertutto; l'Orso Bianco combinaguai che si è arrampicato sul palo del Polo Nord ed è caduto dal tetto direttamente nella sala da pranzo di Babbo Natale; la Luna rottasi in quattro pezzi e l'Uomo che ci abitava caduto nel retro del giardino; le guerre con le moleste orde di goblin che vivono nei sotterranei della casa! Dalla prima lettera scritta al figlio maggiore di Tolkien nel 1920 all'ultima, toccante, del 1943, per la figlia, questo libro raccoglie tutte quelle lettere e tutti quei disegni bellissimi in una unica edizione.
 
Recensione e commento
 
Trovate qui il link di Instagram
Quando si scava nella vita personale di alcuni grandi personaggi alcune volte si resta delusi nel constatare che l'autore non è grande quanto la sua opera. Tutto questo non vale nel caso di Tolkien. In questo libriccino sono raccolte le lettere che per più di vent'anni ha indirizzato ai suoi figli, fingendo di essere Babbo Natale e raccontando le sue disavventure al Polo. Anche in queste brevi (per modo di dire) missive, il Professore mostra una straordinaria inventiva, poiché le avventure dell'omone rosso e del suo fidato amico Orso Bianco sono sempre diverse eppure conservano una continuità negli eventi. Qualche volta, trova anche un pretesto per sfoggiare l'elfico (non fatevi ingannare, sono infami pure loro). Da tutto questo emerge non solo uno sconfinato amore per i suoi bambini, ma anche una certa voglia di restare fanciullo egli stesso e di salvaguardare nella sua famiglia quel barlume di innocenza e di leggerezza che in molti si spegne con l'età. Questo aspetto emerge soprattutto quando arrivano gli anni della Seconda guerra mondiale e Babbo Natale deve trovare delle giustificazioni per non aver portato a Priscilla tutti i doni che aveva chiesto, a causa delle risorse limitate. Nonostante la guerra, cerca di regalare alla sua famiglia un pezzo di normalità, pur facendo capire quanto, nella tragedia, siano comunque fortunati, fino ad arrivare all'ultima letterina, in cui Babbo Natale deve infine dire addio a Priscilla e lasciarla crescere. In queti vent'anni sembra proprio di aver visto crescere i quattro piccoli Tolkien e lo struggente addio sembra essere più doloroso per il padre, che li vorrebbe sempre bambini, che per i figli.
La lettura di questo libro è dolcissima, molto scorrevole e adorabile nel mostrare la normalità di un uomo straordinario. Non tenete in considerazione questo libro solo come regalo di Natale, perché va bene tutto l'anno, poiché, come tutta la letteratura di Tolkien, è universale.

mercoledì 23 dicembre 2020

Echi in Tempesta


  • Titolo: Echi in Tempesta
  • Titolo originale: Tempête des échos
  • Autrice: Christelle Dabos
  • Traduttore: Alberto Bracci Testasecca
  • Lingua originale: francese
  • Codice ISBN: 9788833572239
  • Pagine: 576
  • Editore: Edizioni e/o
Trama
 
 Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio. 
 
Recensione e analisi
 
Immagine dal web
Concludere una serie tanto amata, che entra nel cuore del lettore, è sempre, in qualche modo, un momento catartico che sembra un addio. Del finale della serie de I Fidanzati dell'Inverno (qui vi lascio le recensioni) forse si è parlato in termini eccessivamente aspri, eppure molte delle caratteristiche che sono state tanto attaccate, se viste da una prospettiva diversa, potrebbero essere dei pregi. In molti si sono lamentati del finale e, anche se qui non si fanno spoiler, è giusto dire che non è fanservice: Dabos ha scritto la storia che voleva scrivere, senza lasciarsi influenzare da quello che il pubblico avrebbe desiderato. Anche in questo ultimo capitolo della saga, l'originalità surrealista dell'autrice si fa sentire e la sua inventiva è senza eguali, specie se si tiene in considerazione che questa è la sua saga d'esordio. Sono pochissime le opere prime che possono vantare questa originalità e anche questa coerenza interna, per quanto non priva di difetti (perché qualsiasi opera ne ha!). Eppure, nonostante tutto, questo libro è probabilmente migliore del terzo, nel quale la protagonista aveva subito un'involuzione, mentre in Echi in Tempesta vediamo Ofelia e Thorn collaborare e crescere come coppia. La trama stessa cresce con i protagonisti, dal momento che il primo libro parte con un problema personale di Ofelia e lentamente diventa universale per includere tutta l'umanità. Alcune scene sono struggenti e tenere e il ritmo del libro è forse il più incalzante di tutta la saga, tanto che chiudere questo volume è impossibile finché non è finito. Uno dei difetti di questo finale consiste più che altro nella continua presenza di lunghe spiegazioni per fare il punto della situazione sia da parte del narratore, che attraverso il flusso di coscienza di Ofelia, e ciò appesantisce un po' la narrazione: queste lunghe spiegazioni sono necessarie eppure, in qualche modo, non dovrebbero esserlo, se per il lettore fosse possibile avere chiaro il quadro completo.
Thorn. Dal web.

È come se, in qualche modo, il suo surrealismo le fosse sfuggito di mano e l'autrice avesse bisogno di spiegare al lettore quello che deve pensare, perché non è riuscita a far capire il significato del testo semplicemente attraverso la narrazione. Inoltre, alcuni personaggi che negli altri libri ricoprivano un ruolo centrale, qui sono praticamente sullo fondo, anche quando potrebbero avere uno sviluppo interessante o svolgono un compito fondamentale ai fini della trama. Difatti, alcune questioni non vengono chiuse ed è un peccato perché il lettore si è affezionato a certi personaggi e sperava di avere delle risposte, eppure il libro nel suo complesso funziona lo stesso e rappresenta un punto fermo nella narrativa fantasy che ultimamente sembra un po' fatta con lo stampo.
Comunque, non bisogna avere paura di approcciarsi a questa lettura, per la quale forse il terrorismo psicologico è stato eccessivo. Si soffre, è vero, è una lettura struggente e incalzante, ma i libri migliori sono quelli che ci lasciano in lutto, quando finiscono. Se ci fanno piangere, o persino arrabbiare, significa che ci hanno emozionati e al di là della costruzione tecnica del libro, è questo che lo rende un buon libro. Con tutta probabilità, un giorno in Francia si studierà Christelle Dabos a scuola, quindi ringraziamo il cielo di essere suoi contemporanei e diciamo addio a Thorn e Ofelia come meritano.

mercoledì 16 dicembre 2020

Pelle d'Asino e il linguaggio di fiori e piante

Buongiorno, gentili lettori! L'articolo di oggi riguarda un libro sorprendente eppure classico, ovvero Pelle d'Asino, edito dalla casa editrice Rizzoli, che ringrazio per la copia omaggio, così come ringrazio Ylenia per avermi inclusa nell'evento.
Vediamo subito di cosa tratta questo libro illustrato 
  • Titolo: Pelle d'Asino
  • Autrici: Cécile Roumiguière, Alessandra Maria
  • Codice ISBN: 978-8817145787
  • Editore: Rizzoli
 
Trama

Un re, distrutto dalla perdita dell’amata moglie, vuole sposare la sua stessa figlia. Ma il sacrificio di un asino magico e l’aiuto di un’astuta madrina condurranno la tenace principessa verso la libertà... e verso l’amore. Tra le più antiche fiabe mai raccontate, Pelle d’Asino torna a incantare i lettori in una nuova versione arricchita dalle suggestive illustrazioni di una giovane artista americana.
 
Simboli
 
Come spesso accade nelle favole, bisogna guardare al di là del significato letterale, infatti, all'interno di questa favola vi sono diversi messaggi che vengono veicolati anche attraverso simboli apparentemente messi a caso, poiché molto ben amalgamati con la descrizione, ma che casuali non sono. Alcuni di questi simboli sono appunto fiori e piante. Le piante inquanto tali, quando nominate in modo generico, rappresentano l'abbondanza e la felicità di un regno che non soffre povertà e carestia e vengono vi si accenna anche quando si fa riferimento all'alimentazione vegetariana dalla protagonista.
Il riferimento ai fiori avviene anche come similitudine con le persone, che vengono a essi paragonati per definire il loro stato di salute, sia in positivo, quando fioriscono, che in negativo, quando appassiscono. Ma quando le piante vengono citate nello specifico, nella narrazione, hanno sempre un significato preciso. Il primo fiore in cui il lettore si imbatte è l'orchidea, sinonimo di raffinatezza, eleganza, bellezza, ma anche sensualità e amore; non c'è da stupirsi, dunque, che questo fiore sia nominato in associazione alla regina, la moglie del re, considerata una donna di ineguagliabile bellezza. La viola, invece, è un fiore che viene subito ricollegato alla sorella della regina, ovvero la zia e fata madrina della protagonista: la viola è simbolo del pensiero ed è associato alla Dea Demetra. Inoltre indica tenerezza, modestia e amore sincero, per questo motivo Pelle d'Asino si rivolge sempre a lei per avere dei consigli. Di colore viola, il colore associato alla magia, è anche l'erica, che troviamo sull'uscio della casa della fata madrina e questo fiore richiama la magia non solo per via del colore, ma anche perché le sue fronde venivano utilizzate per fabbricare delle scope per pulire i templi delle divinità. Ancora oggi l'erica è considerata una pianta purificatrice, mentre per i celti era la dimora delle fate ed è anche sinonimo di solitudine e contemplazione. L'erica, all'interno della narrazione, indica che alla fine tutto andrà bene e gli eventi prenderanno una piega positiva.
Alla protagonista, invece, il lettore vede associato il convolvolo, o bella di giorno, ricamato sul suo abito. Questo fiore è apparentemente delicato, ma in realtà è molto forte e invasivo, una pianta umile, proprio a indicazione del fatto che Pelle d'Asino si spoglierà di tutti i suoi beni materiali per condurre una vita umile e laboriosa. Anche il convolvolo è associato agli esseri fatati e vi è persino una favola dei Fratelli Grimm che ruota attorno a questo fiore. Inoltre, la sua tendenza verso l'alto rappresenta la crescita personale, che comincia proprio dal momento in cui il lettore legge il passaggio in cui viene citato. Un'altra pianta che veniva utilizzata per fabbricare scope è la ginestra, che nei paesi mediterranei rappresenta la modestia e l'umiltà, poiché cresce su terreni impervi. Non a caso Pelle d'Asino rinuncia a tutte le sue ricchezze per rifugiarsi in una fattoria, senza i suoi bei vestiti e coperta di sporcizia e pelli di animali. A conferma del fatto che alla fine le cose volgeranno per il meglio, come sempre accade nelle favole, ci sono il pino, la betulla e l'ortica, che la protagonista incontra mentre fugge: il primo rappresenta la forza della natura, perché non è naturale che un padre sposi sua figlia, cosa che infatti non succederà, ed è anche sinonimo di un matrimonio lungo e felice. Inoltre, in Giappone, è considerato il simbolo di chi ha saputo tenere intatte le proprie convinzioni nonostante le avversità quotidiane. La betulla è un albero con una forte connotazione femminile ed è la pianta attorno alla quale gli esseri viventi trovano riparo in caso di avversità. L'ultima pianta che la protagonista incontra sul suo cammino è l'ortica, che, al contrario di quanto si potrebbe pensare ha una connotazione fortemente positiva, poiché rappresenta la purificazione dai periodi negativi, protegge dai pettegolezzi e dalle malelingue e stimola l'intraprendenza. Infatti Pelle d'Asino non è una protagonista delle favole passiva come Cenerentola, che aspetta che sia il principe a salvarla, ma è lei che manda dei messaggi al principe e fa in modo che le cose accadano, senza finire in balia degli eventi. Fuggendo, se necessario, ma mai subendo passivamente.
Al di là di questo breve excursus su alcuni simboli presenti nella storia, questo è un libro da non farsi scappare, siete ancora in tempo a regalarlo per Natale; le illustrazioni sono curate nei minimi dettagli: i volti sono rinascimentali eppure non manca l'utilizzo di foglia d'oro che ha caratterizzato il Medioevo. Non perdetevelo!



mercoledì 2 dicembre 2020

Una Storia di Magia

  • Titolo: Una storia di magia
  • Titolo originale: A tale of magic
  • Autore: Chris Colfer
  • Traduttore: Tommaso Varvello 
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8817145787
  • Editore: Rizzoli
 
 Trama
 
 In una sezione segreta della biblioteca in cui lavora, Brystal trova un libro che le svela un mondo incredibile e una stupefacente verità: è una fata! Ma nel Regno del Sud alle donne è proibito leggere e la magia è illegale, così Brystal viene rinchiusa nel terribile Centro di correzione Altostivale. È solo grazie all'intervento della misteriosa Madame Tempofiero che riesce a scappare e a cominciare una nuova vita in un'accademia di magia! Quando però Madame Tempofiero è costretta a partire per risolvere un problema urgente, Brystal e i suoi compagni di classe si ritroveranno a combattere da soli contro l'oscurità che minaccia il destino del mondo e della magia stessa. Ma ci riusciranno? Età di lettura: da 10 anni.
 
Recensione e commento
 
Molte persone parlano del genere fantasy come di qualcosa per ragazzini. Al di là del qualunquismo intrinseco di certe affermazioni, non c'è niente di male nello scrivere, e ancora meno nel leggere, romanzi per ragazzi, soprattutto perché parlare ai più giovani e condividere certi messaggi non è affatto semplice. La recensione di oggi riguarda l'ultima fatica di Chris Colfer, che non è la perfezione fatta romanzo, ma ci si avvicina vertiginosamente. L'autore affida a una storia delicata, semplice e classica il compito di parlare della diversità e dell'accettazione di sé e del prossimo sotto ogni aspetto possibile e critica ferocemente le ipocrisie della società e i dogmi della Chiesa, senza risparmiare nessuno. I più giovani probabilmente non coglieranno ciò che si cela dietro affermazioni come "la magia non è una scelta. L'ignoranza è una scelta. L'odio è una scelta. L'esistenza di qualcuno non è mai una scelta, o una colpa, e di certo non è un crimine" o ancora "e allora perché il Signore ha creato la magia se la odia così tanto?", ma a un lettore più adulto non sfuggirà di capire che tutte queste frasi sono delle risposte a chi, nella realtà, chiama altre
persone "abomini", le ostracizza, le uccide per strada, spesso per via del proprio orientamento sessuale o per la propria diversità, anche a costo di farlo in nome di una fede che non rispetta più i suoi principi originali, o che delle certe uniformi a righe richiamano quelle utilizzate durante uno dei periodi più bui della Storia. Chris Colfer affida la salvezza del mondo agli ultimi, ai diseredati, ai disadattati, ai giocattoli messi da parte perché rotti e lo fa in modo quasi sempre impeccabile, senza mai risultare fuori luogo o paternalista. La protagonista è Brystal, una ragazza in un mondo creato da e per uomini, che non le consentono nemmeno di avere accesso alla cultura perché sono spaventati dal potere che le donne potrebbero assumere nella società. Combattendo contro l'immancabile cattivo, che in questo tipo di romanzo rappresenta sempre il male supremo, quello che in realtà succede è che si combattono l'ipocrisia, l'odio, la ghettizzazione, arrivando ad accettare sé stessi, inclusi quei lati di sé che la società marchiava come difetti.
C'è molto altro da dire su questo libro: gli eventi si svolgono i ordine cronologico proprio per mostrare come il raggiungimento dell'Accademia di Magia non sia soltanto una parte funzionale alla narrazione, ma proprio un punto cardine, un luogo sicuro per chi prima non si sentiva accettato da nessuna parte. I personaggi sono ben caratterizzati, per quanto lo consenta il genere che, appunto, rivolgendosi ai più giovani, non deve rendere le cose complicate. Su tutti, spicca decisamente Lucy, una fata fuori dal comune e semplicemente esilarante in ogni cosa che dice o fa. In questo caso, arriva una delle piccole note dolenti del libro, perché Brystal, la protagonista, risulta un po' overpower, poiché la sua crescita è quasi inesistente, dal momento che sin dalla prima pagina risulta saggia, risoluta e compassionevole.Una delle piccole diversità attribuite ad alcuni personaggi per avvicinarli ai piccoli lettori è quella della "magilessia", una sorta di disturbo dell'apprendimento magico simile alla dislessia. Idea geniale ma trattata frettolosamente e in modo eccessivamente didascalico, troppo letterale e questo è davvero un peccato, perché se la questione fosse stata maggiormente approfondita, magari mostrando un maggiore conflitto interiore e se la trama a un certo punto del libro non rallentasse, questo romanzo sarebbe stato perfetto sotto ogni aspetto.
Si tratta, in conclusione di difetti marginali, perché il centro di questo libro non è la trama in sé, quanto insegnare ai bambini l'inclusività e introdurli a temi importanti come la comunità LGBTQI+, la diversità sull'aspetto esteriore, le difficoltà di apprendimento, la religione, in modo quasi pedagogico. Se non sapete cosa regalare ai vistri figli, o nipoti o bambini che conoscete per Natale, tenete a mente questo libro, perché da grandi vi ringrazieranno.

A Study in Drowning - La Storia sommersa

Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa Titolo originale: A Study in Drowning Autrice: Ava Reid Traduttore: Paolo Maria Bonora Ling...