- Titolo: Lucifero - Angels before Man
- Titolo originale: Angels before Man
- Autore: Rafael Nicolas
- Traduttrice: Naomi Toffalori
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN:
- Casa editrice: Giunti
Ma andiamo con ordine. Tutta la prima parte di Lucifero è estremamente esistenzialista, parte dalla sua creazione da parte di Dio che gli realizza un corpo e lo manda poi a vivere tra gli altri angeli nel Paradiso. In questa fase, Lucifero pone domande, si interroga sulla sua natura, su quella degli angeli e del Paradiso stesso, non ricevendo mai risposte e sentendosi dire che si preoccupa eccessivamente perché il Paradiso è perfetto e deve solo goderselo. In effetti, per tutta questa frazione di libro, il Paradiso è praticamente un’utopia, dove non ci sono mai problemi veri, gli angeli lavorano per hobby, poiché l’eternità è lunga da affrontare, e nessuno di loro ha dei difetti caratteriali insopportabili pur avendo delle psicologie chiare e delineate. Solo che quando si scrive di un’utopia, allora il conflitto deve necessariamente rientrare dalla finestra. La finestra è proprio Lucifero, perché il conflitto non è fuori, ma interiore al personaggio, che cerca lo scopo della sua esistenza, che non si accontenta della monotonia e che è sempre alla ricerca di qualcosa. In questa fase noi che leggiamo non proviamo antipatia per Lucifero, bensì tenerezza, perché la sua irrequietezza non è quella del giornalista d’inchiesta che con convinzione va all’assalto, ma quella di un bambino impaurito che cerca conferme e poi di un adolescente che insegue la sua strada e non trova una guida.
Man mano che si procede con la lettura, poi, ci si sente via via più a disagio nel Paradiso, perché, come in tutte le utopie, a un certo punto si sente che qualcosa non va. In Paradiso esiste l’esperienza del dolore. Gli angeli si feriscono, si tagliano, possono subire danni fisici e tuttavia guariscono sempre. Eppure, proprio questo fa sorgere delle domande al protagonista: perché esiste il dolore? Da qui parte una catena di considerazioni, anche inconsce, di Lucifero che attribuisce la maggior parte di questa sofferenza al corpo. Dio poteva lasciare che gli angeli fossero puro spirito, invece li dota di un corpo che è soggetto al dolore e non riesce a darsi una spiegazione. Mentre portavo avanti la lettura mi sono accorta, inoltre, che in questo Paradiso esiste il contrappasso. Infatti, Lucifero è l’angelo più bello di tutti, viene ammirato e apprezzato per la sua bellezza, spesso in modo superficiale, ma lui non riesce a sopportare il suo corpo, non solo non apprezza la sua bellezza, ma fa fatica anche solo a guardarsi allo specchio, così come non apprezza nemmeno l’esperienza dei corpi degli altri. Come il suo caso, ci saranno altri contrappassi, sempre piccoli, quasi nascosti, proprio perché sono quella scheggia di crudeltà che è stata celata nel creato in modo che non ci si possa mai godere pienamente quel che si ha.
Eppure, nonostante questo, la loro relazione, innocente e dolce, è comunque un rapporto favorito rispetto a quello che i due hanno con Dio. Qui casca l’asino. Dio è un personaggio che appare in scena, non ci viene raccontata la sua fisicità, ma sappiamo quasi tutto su alla sua psicologia. Dio vuole che gli angeli siano modesti, quindi non va bene che siano consapevoli dei propri pregi, e vuole essere adorato sopra ogni cosa, ne deriva che sia molto contrariato dal fatto che Lucifero e Michele si amino in modo privilegiato. Alla sua prima apparizione, e per molto tempo ancora, Dio sembra il leader di una setta, si fa versare da bere, imboccare il cibo, gli angeli cantano per lui e vuole essere adorato. L’amore che Lucifero, in modo apparentemente spontaneo ma in realtà frutto di una manipolazione emotiva, gli dona va in una sola direzione, in contrapposizione a quello con Michele, che invece viaggia su un doppio binario, orizzontalmente, poiché è un dare e avere. Dio appare manipolatorio, narcisista, a tratti sfuggente. Dà e toglie a suo piacimento, è il genitore che rinfaccia al figlio di averlo messo al mondo, è il mentore che parla con frasi criptiche, è il padrone consapevole che il cane non lo morderà perché gli dà da mangiare. Dio è il manipolatore insicuro che usa il pugno di ferro appena sente che sta perdendo la presa sulla sua vittima eppure ha una reputazione tale che tutti lo definiscono infinitamente buono, anche quando è lui per primo a compiere il male. Perché è lui che lo ha creato.
Lucifero è il libro che non vi aspettate, è coraggioso e fuori dagli schemi. Nell’approcciarvi a questa lettura stravolgete completamente le vostre prospettive e date un’occhiata ai trigger warning. È sicuramente una lettura divisiva, ma mai gratuitamente blasfema. Gli sarebbe bastato veramente poco per essere sfacciato e sopra le righe, ma Nicolas Rafael ha preferito un approccio morigerato che degenera solo alla fine, quando la vittima mette in atto un circolo vizioso da cui non riesce a uscire per dare senso al suo trauma.