martedì 28 novembre 2023

Un Giorno di Notte cadente

 Buongiorno, bellezze! Eccoci qui per una delle uscite più attese del 2023, il romanzo di Samantha Shannon prequel dell’acclamatissimo Il Priorato dell’Albero delle Arance. Per questo evento ho pensato di provare un format diverso dal solito e devo ringraziare, come al solito, la mia amica Beatrice, sempre gentile nell’ includermi, e l’editore che ci ha dato la possibilità di leggere il romanzo in anteprima.

  • Titolo: Un Giorno di Notte cadente
  • Titolo originale: A Day of fallen Night
  • Autrice: Samantha Shannon
  • Traduttrice: Benedetta Gallo
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 97888
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


TUNUVA MELIM È UNA SORELLA del Priorato: da cinquant'anni si allena a uccidere le creature draconiche, ma è dall'epoca del Senza Nome che non se ne vedono, e ormai la gente inizia a mettere in discussione l'importanza del suo ordine.
Intanto nel Settentrione la regina di Inys, Sabran l'Ambiziosa, ha sposato il nuovo sovrano di Hróth, allo scopo di rafforzare l'alleanza dei regni devoti alle Sei Virtù. Hanno una figlia, Glorian, che vive nascosta nella loro ombra, e non desidera uscirne.
A Oriente i draghi dormono da secoli; Dumai ha trascorso tutta la vita in un tempio tra le montagne di Seiiki, officiando i riti in onore del potente Kwiriki. Ma ora un uomo riemerge dal passato di sua madre Unora, e dà una svolta al destino della ragazza.
Una nuova era di terrore e violenza si avvicina: e quando il Monte dei Lamenti esploderà, spetterà a queste donne trovare la forza di proteggere l'intero genere umano dalla più terribile delle minacce.

1) Epica

Sarà ridondante proporre il gruppo nederlandese di nome Epica per un romanzo epico, ma non posso esimermi dal fare questa associazione. L’altisonanza dell’orchestra ma anche la brutalità grezza di alcuni tratti sono perfette per accompagnare questa lettura.

Kingdom of heaven pt. I, II, II

Design your universe

Abyss of Time

2) Heilung 

Sperimentale e primordiale, questo gruppo folk sperimentale vi terrà compagnia creando l’atmosfera perfetta per un pomeriggio passato a leggere Un Giorno di Notte cadente. Meglio ancora se con una tazza di infuso caldo mentre la pioggia ticchetta sul vetro.

Canzoni consigliate:

Anoana

Norupo



 3) Eragon

Decisamente non un capolavoro del cinema, ma non possiamo farci mancare un bel l’ascolto  della colonna sonora di Eragon perché un libro con i draghi merita una colonna sonora con i draghi!

Ascoltala qui!





4) L’estasi dell’oro

Ennio Morricone è come Parigi: è sempre una buona idea. O se preferite è come il nero, che sta bene sempre su tutto. L’evasione dell’oro, tratta da Il Buono, il Brutto, il Cattivo, capolavoro di Sergio Leone, è un brano perfetto per i momenti di tensione e pathos. Questo è solo un esempio, ma sono sicura che potreste trovare tantissimi altri pezzi che facciano al caso vostro, a seconda delle parti della storia che state leggendo.

Ascoltala qui.



5) La Terre vue du Ciel

Questa musica di Armand Amar è nel mio cuore da diversi anni. Ascoltarla mi trasmette al tempo stesso serenità e malinconia e se chiudete gli occhi vi sembrerà davvero di volare e guardare verso il basso. Vi accompagnerà quando volerete in Un Giorno di Notte cadente. 

Ascoltala qui.

martedì 21 novembre 2023

Renegades - Identità segrete

 Ciao, bellezze, bentornate sul blog! Oggi sono qui con la recensione di un libro che attendevo da tanto. Per questo evento ringrazio tantissimo la mia amica Franci e l’editore per averci dato la possibilità di leggere il romanzo in anteprima.

  • Titolo: Renegades: identità segrete
  • Titolo originale: Renegades
  • Autrice: Marissa Meyer
  • Traduttrice: Claudia Milani
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804755470
  • Casa editrice: Mondadori 
Trama

L'Era dell'Anarchia avrebbe potuto proseguire all'infinito. Poi, quasi all'improvviso… la speranza. La speranza che risplendeva luminosa, vestita con mantelli e maschere. La speranza, bellissima e piena di gioia, che prometteva di risolvere tutti i problemi, di trafiggere i nemici con la spada della giustizia. La speranza che prendeva il nome di Rinnegati. Sono passati ormai dieci anni da quando i Rinnegati, un gruppo di giovanissimi Prodigi, uomini e donne dotati di poteri straordinari, decisero di usare le loro capacità per contrastare il caos generato dal governo degli Anarchici su Gatlon City, e riportare ovunque pace e stabilità. Da quel momento i Rinnegati sono diventati per tutti i paladini della giustizia, un simbolo vivente di fiducia nel futuro e coraggio. Per tutti tranne ovviamente per gli Anarchici superstiti che, a loro volta dotati di poteri, sono fuggiti dalla città e per anni, di nascosto, hanno cercato di riorganizzarsi per portare a compimento il progetto originale del loro defunto leader Ace. Tra loro adesso c'è anche Nova, la nipote diciassettenne dell'uomo. Lei stessa un Prodigio, è affamata di vendetta e pronta a tutto pur di ottenerla. Anche a partecipare a un'operazione di infiltrazione tra le fila nemiche. L'incontro con Adrian, un Rinnegato dall'animo ribelle che crede fermamente nella giustizia, però, potrebbe rischiare di sconvolgere i suoi piani: a un passo dalla grande battaglia che attende Rinnegati e Anarchici, i sentimenti infatti possono diventare un nemico spietato...


Recensione e commento

Marissa Meyer è un’autrice internazionale fra le più acclamate, eppure, dopo le Cronache Lunari, pubblicate tra il 2012 e il 2017 e poi cadute nel dimenticatoio per un po’ di tempo, in Italia sono finalmente arrivati Gilded e la sua serie fantasy supereroistica Renegades.

Su questo titolo ho dei sentimenti ambivalenti, perché da un lato ne ho davvero apprezzato i contenuti, il messaggio e la scorrevolezza della prosa, dall’altro non mi sono affezionata ai personaggi come avrei sperato. Andando con ordine, posso dire che troviamo alcuni dei poteri classici dei supereroi, come il controllo degli elementi, l’invisibilità, l’invulnerabilità ai proiettili, mentre altri sono veramente originali, come disegni in grado di prendere vita o il sangue usato per creare delle armi.

Ho apprezzato tantissimo le tematiche, che ruotano attorno a Renegades, soprattutto quella che riguarda il mettere dei limiti a chi non ha limiti. In un mondo governato dai supereroi che sono legislatori, governatori e giudici, chi decide dove finisce il loro potere, dal momento che sono onnipotenti? Renegades parla di questo e di come bene e male si sfumino non tanto nel senso che in noi sono sempre presenti entrambi, ma che spesso questi sono più una questione di prospettiva sugli eventi e sul mondo. 

Ho amato molto le riflessioni che questa lettura mi ha suscitato, ma ora veniamo alle note dolenti. Tanto per cominciare, come ho detto all’inizio, non ho sentito un particolare attaccamento emotivo verso i personaggi, forse perché il libro è più lungo di quello che secondo me sarebbe servito, anche perché in alcune occasioni diventa ridondante. Inoltre, il personaggio di Nova mi è sembrato troppo simile a quello di Cinder, la protagonista del primo libro delle Cronache Lunari, anche se meno caratterizzata. Poi, a mio avviso la resa in italiano dei nomi dei supereroi non è sempre vincente, perché rende il tutto un po’ provinciale: non sono riuscita a prendere sul serio personaggi che dall’originale Stingray, perché provvisti di pungiglione paralizzante, diventano Pastinaca, che più che un nome da supereroe sembra un antipasto. 

In generale è una lettura che ho apprezzato e non presenta particolari criticità, anche se è mancata un po’ di rotazione per essere un libro che potesse rientrare tra i miei preferiti. Effettivamente ottimo per i periodi di stress, io l’ho letto in un periodo di sovraccarico mentale e mi è servito a staccare un po’.



lunedì 20 novembre 2023

La Lingua delle Spine

Ciao, bellezze, sono felicissima di ritrovarvi oggi sul blog per questa uscita attesissima. Per questo evento ringrazio la mia amica Franci e l’editore per averci dato la possibilità di leggere il libro in anteprima.

  • Titolo: La Lingua delle Spine
  • Titolo originale: The Language of Thornes
  • Autrice: Leigh Bardugo
  • Illustratrice: Sara Kipin
  • Traduttrice: Roberta Verde
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Un mondo di oscuri affari stipulati al chiaro di luna, città infestate da spiriti, foreste inquietanti e bestie parlanti. Qui la voce di una giovane sirena può evocare tempeste mortali e un fiume può eseguire gli ordini di un ragazzo innamorato, ma solo a un prezzo indicibile. Ispirandosi a miti, folklore e fiabe, Bardugo ha scritto una raccolta di racconti straordinariamente ricchi di atmosfera, pieni di tradimenti, vendette, sacrifici e amore. Perfetti sia che siate suoi nuovi lettori sia che siate fan accaniti, questi racconti vi trasporteranno in terre familiari e misteriose, in una realtà pericolosamente intessuta di magia che milioni di persone hanno conosciuto e amato attraverso i romanzi del GrishaVerse.

Recensione e commento


Per me Bardugo è per me croce e delizia, per lei ho scritto le recensioni più entusiastiche e quelle più cattive, quindi per me è sempre un piacere tornare nel Grishaverse, per quanto in punta di piedi e talvolta con timore. 

Mentre leggevo La Lingua delle Spine mi ritrovavo a pensare che questo fosse il modo giusto di tenere vivo il mondo secondario tanto amato una volta che le trame sono esaurite, prima ancora di vedere che Bardugo stessa, nella nota finale dice qualcosa del genere. Infatti, La Lingua delle Spine nasce prima di Le Vite dei Santi, ma si muove sullo stesso principio. Se Le Vite dei Santi è un’agiografia e quindi una racconta religiosa, La Lingua delle Spine è invece una raccolta di racconti popolari di tutti gli angoli del mondo creato dall’autrice. Gli stili dei racconti sono i più disparati e vanno dalla favola con animali parlanti, alla fiaba con popolane che cercano l’avventura, al retelling, al romanzo ottocentesco. Nonostante il ricalcare queste forme classiche, i racconti sono molto moderni nei contenuti, mi ha colpita molto specialmente l’indagine del femminile, sempre variegato, a volte vittima e a volte carnefice, ma mai banale o già visto. Molto forte è la componente della sorellanza, che spesso manca nella fiaba classica, dove la strega va annientata e la matrigna uccisa. Ciascun racconto racchiude un colpo di scena e un finale dolceamaro, inaspettato.

Le illustrazioni di Sara Kipin, poi, sono qualcosa di spettacolare, perché fungono letteralmente da cornice al testo, ma con esso progrediscono, perché iniziano in modo minimale per poi aggiungere via via dettagli man mano che la storia va avanti per sfociare in un bellissimo disegno su due pagine che mostra una scena saliente della storia appena letta.

La Lingua delle Spine è un libro perfetto per essere letto in questa stagione, a metà tra la spooky season e il periodo natalizio, perché le ambientazioni sono spesso invernali (c’è persino un racconto che ricalca la storia dello Schiaccianoci di Dumas), ma spesso con una componente disturbante o macabra.

Se volete tornare nel Grishaverse ma non volete buttarvi su libri dalla trama annacquata, La Lingua delle Spine è il libro che fa per voi.

Come leggere i libri di Leigh Bardugo per non avere spoiler:

  1. Tenebre e Ossa
  2. Assedio e Tempesta
  3. Rovina e Ascesa
  4. Sei di Corvi
  5. Il Regno Corrotto
  6. The Language of Thorns (inedito in Italia)
  7. Il Re delle Cicatrici
  8. Le Vite dei Santi
  9. La Legge dei Lupi

Altri (non Grishaverse)




mercoledì 8 novembre 2023

Lavinia

 Ciao, bellezze! Sono felicissima di essere qui oggi a parlarvi di un libro del quale ho aspettato per anni la riedizione. Avevo già letto Lavinia nella sua prima traduzione di Cavallo di Ferro e sono contenta che finalmente Vega riportato nelle librerie dopo essere stato introvabile per decenni. Per questo, non posso che ringraziare la mia compagna di avventure Francesca per aver organizzato l’evento (ed è anche la persona che mi aveva regalato il libro nella vecchia edizione) e l’editore per averci dato la possibilità di leggere il romanzo in anteprima.


  • Titolo: Lavinia
  • Titolo originale: Lavinia
  • Autrice: Ursula K. Le Guin
  • Traduttrice: Chiara Reali
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804762737
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Unica figlia del re latino, la giovane Lavinia è corteggiata da Turno, re dei Rutuli. Il suo destino però è quello di sposare il principe esule venuto dall'Oriente, Enea, e da lui generare una stirpe che governerà il mondo. Un legame da cui nascerà un impero, ma al prezzo di un conflitto sanguinoso. Nonostante sia un personaggio cruciale nell'Eneide, in tutto il poema Lavinia non pronuncia una sola parola. Duemila anni dopo, finalmente Ursula Le Guin restituisce la voce alla principessa italica. Prendendo in mano la propria sorte, la giovane svela ciò che Virgilio ha taciuto: la storia della sua vita, l'amore della sua vita. Lavinia è una rilettura attuale ed emozionante degli ultimi sei libri dell'Eneide: un romanzo di austera bellezza che, come la migliore epica classica, parla di guerra e di passioni, intessendo un racconto ricco di dettagli e immaginazione, premiato con il Locus nel 2009.


Recensione e commento


Non so veramente cosa dire. Lavinia è uno di quei (pochi) libri che sono riuscita a leggere senza pensare a nulla se non alla storia che contengono. I libri che mi hanno fatto quest’effetto si possono contare sulle dita di una mano e sono quelli in cui il lato tecnico è talmente elevato e padroneggiato senza sforzi o pavoneggiamenti da mettersi completamente al servizio del messaggio di fondo: tecnica e contenuto non solo vanno di pari passo, ma si amalgamano.

Ursula del mio cuor

Inoltre, Lavinia è il primo retelling mitologico in grado di soddisfarmi. In quelli scritti in questi ultimi anni, la figura mitologica di riferimento è trattata spesso e volentieri come vittima delle circostanze, banderuola nelle mani del destino di cui le persone brutte, sporche e cattive si approfittano. Ecco, Lavinia no. Lavinia agisce all’interno di un ruolo socialmente rigido, è vero, ma all’interno di quel ruolo è pienamente padrona di sé stessa ed è una protagonista attiva che ha ben chiaro il concetto di pietas e mai accetta di venir meno al suo dovere neanche davanti alle prepotenze di chi sta, in linea teorica, più in alto di lei. Non è, insomma, il solito retelling mitologico che, nella speranza di far emergere la figura femminile, la circonda di figure maschili che non si subiscono. Lavinia non ha bisogno di questo per emergere, perché non è mai vittima. Le sue fasi della vita, da bambina a fanciulla, da fanciulla a moglie, da moglie a madre e da madre a vedova sono tutte pienamente vissute fino in fondo, da parte sua non ci sono piagnistei nemmeno nei momenti di profondissimo dolore, la sua sofferenza è sempre vissuta al massimo esattamente come la gioia, in modo lucido, con una saggezza, una maturità emotiva e tridimensionale che a molte protagoniste oggi manca. Inoltre, l’autrice non usa la scusa della riscrittura del mito per proiettare sulla protagonista idee troppo moderne rispetto al periodo storico dell’ambientazione, anzi, il suo essere immersa nell’antichità come donna del suo tempo e ciò che permette a Lavinia di essere universale e immortale.

Lo stesso Enea non è il solito marito possessivo privo di empatia e tronfio nel proprio ruolo, quanto un uomo ritratto nella sua mitezza quotidiana, quando non è mostrato nella furia per la quale era famoso in battaglia. Un eroe noto per la sua incrollabile pietas e un degno compagno per una donna sensibile come Lavinia. Non è, insomma, il classico uomo che non deve chiedere mai impegnato a spadroneggiare su tutto quello che ritiene suo, ma piuttosto un essere umano pieno di dubbi, riflessivo e saggio che ha a tratti bisogno di essere sostenuto da Lavinia, la quale non è una donzella indifesa né un trofeo: è una donna spiritualmente centrata alla quale rivolgersi nei momenti di crisi. 

Con pochissime parole e con una poetica chiarezza di pensiero Ursula K. Le Guin è riuscita a ritrarre in modo vivido e realistico una figura mitologica della quale non ci è pervenuto tantissimo, poiché appare nell’Eneide solo marginalmente e quasi tutto quello che sappiamo di lei è stato scritto da Tito Livio, per cui l’autrice ha potuto inventare la sua voce quasi da zero, pur non ricorrendo mai a lunghe spiegazioni. Le Guin ha voluto dare voce a una donna che fino a questo punto è stata una comparsa, offrire una scelta a colei che è stata ritratta come causa involontaria, ma mai la narratrice si fa carico del compito di educare chi legge. Lavina non è un libro didattico e non ci saranno gli spiegoni lunghi e prolissi che tanto mi danno fastidio quando le autrici americane cercano di insegnarmi qualcosa che ho abbondantemente studiato a scuola. Sono molte le scene di vita quotidiana in cui vengono raccontate le attività femminili; la guerra, infatti, è qualcosa che Lavinia conosce marginalmente, per sentito dire o perché vede le cose dall’alto, poiché non può viverle in prima persona.

La maestria di Le Guin si spinge al punto da riuscire a integrare anche Virgilio, figura che le consente di citare marginalmente anche Dante. Lavinia, nella finzione letteraria, è consapevole di essere una figura a cui è stata data vita solo tramite le parole del poeta, che, quasi per ironia della sorte, subisce la pena del contrappasso dantesco e non viene mai nominato, come le anime del limbo a cui lui stesso appartiene. Il suo nome viene detto esplicitamente una sola volta in posizione di sostantivo inteso come sinonimo di “guida” e personalmente ho trovato geniale l’intera gestione della figura del poeta, del dialogo con la protagonista, di come lei stessa fosse consapevole di essere una figura letteraria e di come Virgilio sarebbe stato guida di qualcun altro dopo di lei. È attraverso tutte queste piccole sottigliezze che l’autrice riesce a dimostrare la sua eleganza letteraria: è evidente che dietro quest’opera, come ogni altra uscita dalla sua penna, ci sia uno studio matto e disperatissimo, ma lei non ha alcun bisogno di farne sfoggio perché riesce a metterlo al servizio della storia che sta narrando senza alcun bisogno di ostentazioni.

Lavinia è un titolo che avrei sottolineato dalla prima all’ultima riga, ho consumato un intero blocco di segnapagina per evidenziare i miei passaggi preferiti: quelli in cui ho ritrovato la me stessa di oggi o quella che sono stata o che sarò domani. Le parole di Le Guin hanno una potenza emotiva che riesce sempre a scuotermi e ad aprire una breccia nella mia anima, come se sapesse sempre quale tasto toccare, con delicatezza e fermezza. È un romanzo che è al tempo stesso scivolato via velocissimo e mi è rimasto dentro in modo permanente ed è il motivo per cui ho voluto parlarne, dato che non mi sento degna di recensire Le Guin. Non ho mai letto un retelling mitologico che anche soltanto vi si avvicinasse per qualità. Ve lo consiglio specialmente se avete già delle nozioni di epica, perché non è sicuramente un libro didascalico, ma sono sicura che potrete trovare in questo testo qualcosa che vi rappresenti anche qualora non abbiate mai approfondito il tema. 


mercoledì 1 novembre 2023

Seven Faceless Saints - Sette Santi senza Volto

  • Titolo: Seven Faceless Saints: Sette Santi senza Volto
  • Titolo originale: Seven Faceless Saints 
  • Autrice: M. K. Lobb
  • Traduttrice: Francesca Gatti
  • Lingua originale: inglese:
  • Codice ISBN: 9788834744093
  • Casa editrice: Fanucci
Trama

Nella città di Ombrazia, i santi e i loro discepoli governano con un potere terrificante, facendo favoritismi… chiunque non rientri fra i prescelti è costretto a lottare per sopravvivere. Rossana Lacertosa non crede nei santi. Dopo la morte di suo padre per mano dell’esercito, è determinata a fare tutto ciò che è in suo potere per smantellare questo sistema corrotto, anche a costo della sua stessa vita… o di ritrovarsi faccia a faccia con il ragazzo che le ha spezzato il cuore. Damian Venturi ha giurato di proteggere la città. In qualità di più giovane capitano della sicurezza, da lui ci si aspetta forza, ferocia e una devozione verso i santi. Ma tre anni passati a combattere una guerra raccapricciante e interminabile hanno gli lasciato cicatrici più profonde di quanto voglia ammettere. Quando un assassino inizia a usare i bassifondi della città come terreno di caccia, prendendo di mira i più deboli e indifesi, i santi e i loro discepoli sono fin troppo felici di guardare dall’altra parte. Finché non è un discepolo a finire dritto all’obitorio. Incaricato di trovare l’assassino, l’indagine di Damian lo porta da Roz, la sua amica d’infanzia trasformatasi in avversaria. Insieme, dovranno mettere da parte i loro sentimenti per trovare la verità che si nasconde nel sottosuolo di Ombrazia. Mentre svelano i misteri che si celano dietro gli omicidi, scopriranno che sotto la superficie si nasconde qualcosa di molto più sinistro e che di sacro non ha proprio nulla. Con l’oscurità alle porte e poco tempo a disposizione, Roz e Damian riusciranno a salvare la loro città da un male così terribile che minaccia di distruggere tutto ciò che incontra?


Recensione e commento

Seven Faceless Saints - Sette Santi senza Volto
è la dimostrazione che una storia già vista e sfruttata può essere piacevole e godibile quando è sorretta da una struttura solida e raccontata con una prosa fluida e padroneggiata.

Infatti, in un momento di sovraccarico nella vita privata, Seven Faceless Saints è stato una lettura rassicurante e leggera, che però non mi ha fatto mai perdere le staffe, come spesso succede, perché questo romanzo non contiene problematiche legate a maschi alfa possessivi o protagoniste ingenue che perdono la ragione a causa degli ormoni. Rossana e Damian mi sono piaciuti abbastanza, per quanto non siano i protagonisti più sfaccettati che abbia mai letto, ma comunque sono caratterizzati in modo credibile e differenziato rispetto a molti altri protagonisti e protagoniste young adult. Tra i due, se devo fare preferenze, scelgo Damian, un ragazzo che, nonostante sia prostrato dal dolore, cerca sempre la strada del dialogo, quando possibile, a differenza di Rossana che, invece, accecata dal lutto, sceglie più volentieri la via della violenza. E proprio queste loro differenze apriranno la strada per la ricerca di un punto di equilibrio nelle loro vite.

Devo dire che la parte romance in questo caso non mi è dispiaciuta: se leggete il mio blog da un po’ saprete che non sono un’amante delle storie d’amore, ma il problema non è tanto il sentimento in sé, quanto il modo superficiale in cui talvolta viene raccontato. Spesso non tollero che sia il solo, fiacchissimo, movente narrativo per far finire assieme Cosino e Cosina, che si innamorano perdutamente a prima vista a pagina dodici. In Seven Faceless Saints questo non accade, perché Rossana e Damian hanno già dei trascorsi, si conoscono da molto prima dell’inizio della storia e cominceranno a interagire tra loro solamente verso il 30% del libro che, per quanto contenga comunque una buona dose di romance, non è l’unico elemento che guida le loro azioni. È la ricerca della soluzione del mistero, infatti, a essere centrale nel romanzo, per quanto, devo dire, non era difficile arrivarci, dato che il cast di personaggi non è vastissimo e quindi il colpevole poteva essere solo tra loro, e per quanto il romance prenda di fatto il sopravvento via via che si procede verso la fine.

Un altro elemento interessante è il worldbuilding. Anche qui, in altre circostanze ho avuto da ridire su ambientazioni del genere, perché ci troviamo in una sorta di mondo antico romano per architettura e struttura sociale, ibridato però con tecnologie successive, come la polvere da sparo e la medicina legale. Solo che tale ibridazione ci viene presentata dal primo momento e viene resa credibile proprio perché non ci sono pistole che saltano fuori quando fa comodo o elettricità che esiste solo quando la voce narrante decide che i protagonisti ne hanno bisogno. Il sistema tecnologico ci viene presentato allo stesso modo dall’inizio alla fine, e questa è una cosa che autrici più esperte di Lobb hanno spesso sbagliato (Alexandra Christo, sto parlando con te!), per cui sono molto contenta di quanta cura abbia messo in questo aspetto, per quanto a volte sia sfociata nell’americanata (come i quotidiani che vengono lasciati sull’uscio di casa al mattino o la guardia che legge i diritti del criminale che ha appena arrestato, ma non si può avere tutto da un esordio letterario).*

Ovviamente, c’è anche qualche difettuccio, per esempio che ci sono stati dei momenti in cui Ross e Damian, nelle loro indagini, saltano a conclusioni senza prove perché non sanno dove andare a parare o ancora che la persona giusta arrivi sempre al momento giusto tipo Power Rangers e si dilunghi spesso in una spiegazione su perché e per come si trovasse proprio lì, così come il cattivo, alla fine, invece di portare a compimento il suo innovativissimo (sarcasmo) piano malvagio per conquistare il mondo, racconta per filo e per segno le sue motivazioni, i suoi modi, i suoi fini e ho trovato questo espediente un po’ troppo scolastico per essere credibile. I secondari, inoltre, non sono piattissimi, ma non sono nemmeno ben caratterizzati, servono moltissimo da cassa di risonanza per i sentimenti delle voci protagoniste e a poco altro. Per ultimo, ho avuto la sensazione che il romanzo potesse essere leggermente più corto, un po’ più condensato, perché sotto certi aspetti si è ripetuto un po’ troppe volte.

Insomma, Seven Faceless Saints è un romanzo leggero e disimpegnato che andrà benissimo nei periodi di sovraccarico mentale. È un esordio letterario tutto sommato convincente e aspetto di leggere il secondo libro della dilogia.

*In un momento successivo alla stesura di questa recensione ho saputo che l’autrice intendeva rifarsi all’Italia medievale, non a quella antica. In questo caso, non ci siamo proprio…

A Study in Drowning - La Storia sommersa

Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa Titolo originale: A Study in Drowning Autrice: Ava Reid Traduttore: Paolo Maria Bonora Ling...