mercoledì 24 aprile 2024

A Study in Drowning - La Storia sommersa

  • Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa
  • Titolo originale: A Study in Drowning
  • Autrice: Ava Reid
  • Traduttore: Paolo Maria Bonora
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9791255331407
  • Casa editrice: Il Castoro
Trama

Effy Sayre ha sempre creduto nelle fiabe. Non ha avuto scelta. Fin da bambina, è perseguitata da misteriose visioni del Re delle Fate. Ha trovato conforto solo tra le pagine di Angharad, il romanzo del compianto Emrys Myrddin, che racconta di una giovane che si innamora del Re delle Fate, arrivando però a distruggerlo. Effy, pur amando più di ogni cosa la letteratura, è costretta a frequentare la facoltà di Architettura, perché alle donne di Llyr non è permesso studiare Lettere. Il libro è tutto ciò che la tiene a galla durante i suoi studi alla prestigiosa facoltà di architettura dell’Università del Llyr. Così, quando la famiglia Myrddin indice un bando per ristrutturare la magione dell’autore, Effy è sicura che questo sia il suo destino. Ma Villa Hiraeth è un’impresa impossibile: una casa ammuffita e decrepita sul punto di sgretolarsi nel mare affamato. E quando Effy vi arriva, scopre di non essere sola. Preston Héloury, un giovane e tedioso studioso di letteratura, è determinato a dimostrare che l’autore preferito del Llyr era un truffatore. Mentre i due studenti investigano sull’eredità di Myrddin, mettendo insieme i pezzi attraverso lettere, libri e diari, scoprono che le fondamenta della casa non sono l’unica cosa di cui non ci si può fidare. Forze oscure, sia mortali sia magiche, cospirano contro la ricerca della verità e l’amore che sta nascendo tra i due. Il segreto che vogliono portare alla luce potrebbe cambiare per sempre le sorti dell’intera Llyr…

Recensione e commento

A Study in drowning - La Storia sommersa è un titolo che ho avuto la fortuna di leggere assieme alla mia sorella del cuore Franci, del blog Coffee&Books, perché è una lettura davvero dolorosa e toccante ed è stato importante avere qualcuno con cui poterla condividere.

In genere viene sconsigliato a chi scrive di usare un’esperienza personale come fonte di ispirazione per le sue creazioni, perché difficilmente il pubblico troverà qualcosa in cui rispecchiarsi. Invece, in questo caso specifico, ho trovato sensato che Ava Reid abbia deciso di utilizzare un evento realmente accaduto a lei, ovvero una molestia che ha subito da parte di un suo professore all’università, perché non solo è qualcosa di incredibilmente attuale e ben raccontato, ma soprattutto perché fin troppe donne sono nella posizione di immedesimarsi in questa vicenda. Nella nostra lettura condivisa, io e Francesca siamo andate sempre esattamente alla stessa velocità, per quanto il libro non sia molto corposo abbiamo letto sempre e solo un paio di capitoli alla volta, proprio perché da ogni pagina trasudavano dolore e solitudine tali da essere a stento sopportabili in quantità maggiori. 

Il romanzo racconta di Effy, una ragazza che riesce ad accedere alla facoltà di architettura solo perché quella di letteratura, che desidererebbe frequentare davvero, è preclusa alle donne, considerate frivole e di vedute troppo ristrette. Dopo l’evento drammatico che le accade, Effy subisce uno stigma sociale, viene presa in giro dai compagni, etichettata come poco di buono e vista solo in funzione del suo aspetto, mentre il suo aggressore non va in contro ad alcuna conseguenza. Gli altri le dicono spesso di essere molto bella, ma non vedono mai le sue altre qualità. Lei, tuttavia, non pensa di essere di bell’aspetto, non per la modestia delle molte eroine ya che hanno gli specchi di legno: semplicemente sperimentando il suo corpo tutti i giorni lo vive con normalità e non ci trova nulla di straordinario. In seguito alla molestia che subisce dal suo professore vediamo i suoi pensieri cambiare: la chimica del suo cervello si modifica a causa del trauma al punto che vede minacce ovunque, soprattutto nei luoghi che prima dell’evento considerava sicuri. Si trova in perenne modalità di sopravvivenza. Questa esperienza condiziona ogni singolo aspetto della sua vita e proprio per questo, per una volta, ho trovato sensato che una protagonista sentisse il bisogno di piangere una volta a capitolo, almeno nella prima parte, perché ho sentito davvero il suo senso di impotenza, la sua solitudine, il suo non avere una rete sociale che potesse aiutarla in una situazione tanto drammatica. Sono molte le volte in cui tenta di chiedere aiuto alla sua famiglia, ma si vede sbattuta la porta in faccia perché ci si aspetta che lei non esca fuori dalla strada che è stata deciso che percorra. Effy rischia di esplodere in molte circostanze e il pensiero che moltissime donne, moltissime persone vivano davvero la stessa situazione e che la loro vita sia insopportabile mi fa venire i brividi e mi fa comprendere quanto questo libro sia effettivamente importante. Non parte dall’idea di sensibilizzare verso il tema: quello che vuole fare è occuparsi della vittima, sublimare la sua esperienza, metaforizzarla, e poi renderla attiva per consentirle di riappropriarsi della sua vita.

Parlando della parte fantasy del libro, per buona parte questa consiste più che altro nell’ambientazione. Non è un mondo troppo lontano dal nostro, è più che altro un mondo che non esiste, ma che non è irrealistico, e che si ferma circa agli anni Ottanta/Novanta, dato che esiste un certo tipo di tecnologia che si ferma al telefono fisso. Non esiste alcun richiamo al mondo primario ed è per questo che, a differenza di come è stato etichettato dal marketing, non è un fantastorico. Esistono leggende e storie popolate dalla magia, ma restano tali finché la protagonista non si imbatte in loro e ne trae delle esperienze che la aiutino a crescere e ad affrontare ciò che ha dentro. Poiché nessuno a parte lei ha la stessa esperienza del sovrannaturale, Effy pensa di non potersi confidare con nessuno, perché pensa che “nessuno le crederebbe”. L’elemento fantastico si fa simbolo dell’esperienza di sofferenza di Effy, dato che vista la sua complessità è assimilabile alla violenza che le è capitata: sarà difficile per lei trovare una persona a confidare entrambe le questioni.

E proprio riguardo alla magia, tutto ciò che le gravita attorno ha molteplici stratificazioni di significato: ogni cosa può essere interpretata in modo positivo e negativo. Il Re delle fate, ad esempio, per alcune persone è una vittima, per altre è il carnefice della storia, così come il mare può essere un’entità che con il tempo distrugge tutto, che soffoca e non offre vie di fuga, ma anche qualcosa che trasfigura, che distrugge solo affinché si possa ricostruire. Che cela e restituisce. Anche il colore verde è molto presente, ma quasi come uno spettro, perché ciò che subisce Effy le capita su una poltrona verde e questo colore la perseguita un po’ per tutta la vicenda, finché non si libererà di tutto il dolore e lo metabolizzerà. 

Un po’ come ne Il Castello errante di Howl, e in generale in tutte le vicende in cui esiste una casa, essa rappresenta chi la abita, per cui partiamo da quella di Myrddin, l’autore del libro preferito di Effy e Preston, e da questa possiamo capire molte cose: la sua voglia spasmodica di aggrapparsi al passato quando l’unica cosa giusta da fare sarebbe buttarla giù e costruirne una migliore. Quella dimora cade letteralmente a pezzi e non ci sono sogni abbastanza grandi che possano salvarla. Non è una casa che non accoglie, è una casa che respinge e minaccia. Allo stesso modo, il palazzo di Blackman dice moltissimo di lui, perché è una magione ordinata ma noiosa, l’abitazione di qualcuno che si preoccupa tantissimo di ciò che gli altri pensano di lui. Dalla riflessione riguardo alla casa di Myrddin Ava Reid ne fa scaturire un’altra: si domanda se sia necessario e giusto distinguere tra opera e autore. A tal proposito non fornisce risposte definitive, ma apre un discorso in cui si approfondisce quanto le storie possano significare per noi, ma anche che non sia necessario considerarle capolavori se chi le ha scritte ha rubato, ingannato e mentito. C’è un enorme dibattito, interiore e accademico, su come debba cambiare la visione di autori che non erano poi tanto geniali ed erano anche brutte persone. Per cui, così come per quanto riguarda la casa, anche per le arti non esiste nulla di intoccabile. Un altro simbolo altamente metaforico e altrettanto dualistico è quello dello specchio, da un lato evitato da chi commette il male per non essere mai messo davanti alla verità delle proprie azioni malvagie, dall’altro anche Effy, prima del suo percorso attraverso il trauma, evita la visione del suo corpo perché è stato il tramite di tantissimo dolore. 

E sempre riguardo all’opera dell’autore di cui lei e Preston non fanno che discutere, ho fatto anche un’altra riflessione. Mi è sembrato interessante vedere come nel mondo creato da Ava Reid il fantasy (quello considerato tale nel loro mondo) sia materia di studio universitario, non un genere di serie B. L’opera di Myrddin è universalmente considerata un capolavoro anche da chi non fa parte dei circoli letterari. Attraverso la voce di Effy, Reid ci racconta di come una storia possa significare tantissimo per chi la legge, di come possa valicare confini e trovare proprio la persona che aveva bisogno di sentirla, di come il suo escapismo possa essere un valore aggiunto e non un difetto deplorevole. Grazie al romanzo di Myrddin, per quanto poi si sia rivelato una persona decisamente problematica e non all’altezza delle aspettative, Effy si sente compresa, per una volta e ha la sensazione che altre abbiano vissuto la sua esperienza e possano capirla.

Per una volta (e sto sentendo le campane dell’alleluia) ho apprezzato tantissimo la storia d’amore tra Effy e Preston, perché si tratta di due persone che si supportano, si migliorano a vicenda e soprattutto rispettano i reciproci limiti. Preston le crede quando finalmente lei si apre e gli racconta di ciò che le è successo, non la considera solo una bella ragazza e le attribuisce moltissima credibilità come studiosa. La sua opinione è tenuta in gran considerazione e abbiamo un personaggio maschile sprovvisto di un ego smisurato e di una personalità tossica. Niente possessività o discorsi da maschio alfa: a Preston interessa la ricerca della verità, anche se potrebbe non piacergli. Lui non le offre protezione, lei non ha bisogno di essere protetta, ma accolta e creduta. Il percorso di Effy sarà individuale, lui sarà solo il bastone che la aiuterà a sorreggersi, non farà la strada al posto suo, né le darà consigli su cosa debba fare. Sono una coppia stupenda e vorrei che ce ne fossero di più come questa. Inoltre, per quanto non mi senta di spingermi al punto di considerarla “spicy”, parola che sembra andare tanto di moda in questo periodo, c’è comunque una scena erotica abbastanza chiara per quanto non ecceda mai nell’essere esplicita ed è stata molto importante all’interno del romanzo perché racconta di come Effy si riappropri del suo corpo, che si fa mezzo di piacere dopo essere stato il tramite di tanto dolore. È stata una scena liberatoria ben inquadrata nel suo contesto, coronamento di un percorso personale, non finalizzata al fanservice. Per quanto la loro storia sia bellissima e speciale, equilibrata e una delle più belle che abbia mai letto, a mio avviso questo romanzo non è un romantasy, proprio perché per quanto sia significativa, il vero cardine narrativo è il percorso di Effy, del quale la love story è solo una parte. Una parte rilevante, ma solo una parte. 

Arriviamo alle note dolenti. I difetti di questo libro non riguardano il contenuto, quanto la cura della sua resa in italiano. Infatti, l’edizione pubblicata nel nostro Paese è bella solo a colpo d’occhio, dato si disfa praticamente in mano, la vernice delle pagine colorate è colata all’interno e la qualità del libro come oggetto è bassina in generale. Io l’ho comprato in libreria e già lì le copie presenti erano tutte ammaccate. Ogni singolo capitolo presenta dei refusi anche abbastanza grossolani, è impossibile che nessuno li abbia notati, a meno che non sia stato saltato l’editing. Se la qualità del contenuto non fosse stata ottima, mi avrebbe fatta davvero inferocire l’aver speso 24 euro per questo libro, considerando che su Vinted ci sono edizioni speciali in inglese autografate a soli sei euro i più. Vi dirò: come storia vale assolutamente la pena, è ottimo, ma se potete, leggetelo in inglese. Poi, penso che molte delle etichette che gli sono state affibbiate siano un po’ riduttive, menomale che l’ho acquistato nonostante le perplessità iniziale, perché “slow burn spicy” mi ha fatto decisamente titubare e a posteriori mi viene da dire che sia un’etichetta arbitraria e riduttiva. Allo stesso modo, decisamente non è un fantastorico, proprio perché non ha alcun legame con il mondo primario o i suoi eventi reali. È un luogo inventato in un tempo che segue regole proprie. Questi errori nell’etichettare A Study in drowning - La Storia sommersa rischiano seriamente di allontanare il target corretto a cui questo libro è diretto (me inclusa: il libro mi è piaciuto molto, ma se non fosse stato per diverse persone di cui mi fido, non lo avrei mai letto proprio perché mirava a un pubblico diverso). 

Avrete capito che A Study in drowning - La Storia sommersa mi ha completamente conquistata. È un libro che rischia seriamente di finire tra i migliori del 2024. Consiglio di leggerlo preparandosi a una certa dose di dolore e di lacrime, perché ci saranno parti che pugnaleranno dritto al cuore, pur non raccontando la violenza in toni crudi o voyeuristici. È una lettura che striscia sotto la pelle e dilania dall’interno senza mai andare sopra le righe e senza mai banalizzare temi sensibili di cui troppo spesso si scrive senza cognizione di causa. Ava Reid è riuscita a raccontare una storia bella, commovente, significativa e ponderata.

1 commento:

  1. Love Reading and more24 aprile 2024 alle ore 10:25

    Come sempre una recensione bellissima, riesci sempre a coinvolgermi e mi fai venire voglia di leggere qualsiasi cosa ❤️

    RispondiElimina

A Study in Drowning - La Storia sommersa

Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa Titolo originale: A Study in Drowning Autrice: Ava Reid Traduttore: Paolo Maria Bonora Ling...