mercoledì 13 novembre 2024

Il Vento è un impostore

  • Titolo: Il Vento è un impostore
  • Titolo originale: Your presence is mandatory
  • Traduttrice: Roberta Scarabelli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788811008309
  • Casa editrice: Garzanti
Trama


Si può costruire un'intera vita su una bugia? Yefim lo ha fatto. E lo rifarebbe mille volte, perché della sua vita non cambierebbe nulla. Ha una moglie che lo tiene ancora per mano. Dei figli orgogliosi delle loro radici. Dei nipoti che credono che il nonno sia un eroe, perché tornato dalla guerra. Eppure, Yefim si domanda cosa farebbero i suoi famigliari se sapessero del segreto che nasconde da anni. Un segreto celato in una valigia che ora, all'insaputa di tutti, Yefim sta bruciando perché non ne rimanga traccia. Nessuno deve conoscere la storia del giovane, pieno di sogni e speranze, costretto a indossare un'uniforme e combattere i nazisti. Nessuno deve sapere del filo spinato, della fame, del freddo. Soprattutto, nessuno deve sapere del giorno in cui ha dovuto compiere una scelta impossibile: fingere di non essere ebreo per sopravvivere. Quel giorno terribile in cui ha iniziato la sua esistenza controvento, rinnegando sé stesso. Una condizione da cui è scappato con un'altra bugia, pur di tornare a casa. Ma, adesso, è proprio in casa sua che questi segreti stanno per essere riportati alla luce. Yefim avverte nell'aria lo stesso odore di tempesta dei cieli solcati dagli aerei. Ma la storia non può essere cancellata dalle fiamme. Perché quei periodi bui devono essere raccontati, anche quando è difficile. Soltanto così i sommersi non saranno solo polvere portata dal vento. Un romanzo ispirato a una storia vera, che interroga il lettore su cosa voglia dire essere un «salvato», come spiegava Primo Levi. Un libro che racconta un aspetto poco noto della tragedia della Seconda guerra mondiale. In quel passato, ci sono le domande e le risposte che oggi, forse più che mai, non vanno dimenticate.

Recensione e commento

Ero molto curiosa di leggere Il Vento è un impostore, perché spesso i romanzi storici ambientati durante la seconda Guerra mondiale rischiano di incorrere in alcuni cliché che personalmente trovo fastidiosi, ad esempio il fatto che tutto vada sempre a finire bene per il protagonista perseguitato nonostante tutte le vicissitudini.

Sotto questo aspetto, Il vento è un impostore mi ha stupita proprio perché differisce a partire dalla struttura. Il romanzo si svilita su tre piani temporali diversi, uno ci racconta il periodo della guerra, uno ci racconta gli anni successivi e il terzo invece è ai giorni nostri, o quasi. Gli anni della guerra sono esattamente come ve li potete immaginare, fame, morte, tradimenti da persone vicine, sporcizia e vessazioni fisiche e psicologiche. La parte che personalmente ho trovato più interessante è stata quella del dopoguerra perché ci mostra un lato della Storia dei vincitori che non viene raccontato spesso, infatti, nonostante la guerra sia ormai finita e tutti i popoli stiano cercando di tornare alla normalità, ci sono comunque dei problemi per il protagonista, non più perché ebreo, ma perché ex prigioniero. Durante il regime di Stalin, infatti, farsi catturare era considerato un crimine e scappare da un campo di prigionia o di concentramento non garantiva la libertà una volta tornati in patria, poiché era un crimine punibile con la prigione. È per questo motivo che Efim non può permettersi di aprirsi nemmeno con la sua famiglia, indossa una maschera anche con sua moglie e i suoi figli, persino una volta che Stalin non c’è più, o rischia l’ostracismo sociale. Oltre al danno la beffa.

L’elemento che ho apprezzato maggiormente è stato il protagonista veramente, ma veramente, antipatico. Per quanto le parti che lo raccontano durante la guerra, nel suo cercare di fuggire, nel non arrendersi al nemico, siano quelle più empatizzabili, ma tutto sommato simili a quelle di altri libri, il quadro che ne emerge nel dopoguerra è quello di un uomo peggiore di quanto gli atti compiuti durante il conflitto farebbero sembrare. È manipolatorio nei confronti della moglie, che seduce e sposa solo perché rimane incinta, dopo averla fatta sentire speciale. Entrambi sono infelici e schiavi della loro mancanza di comunicazione. Lui si lamenta del fatto che sua moglie non possa comprenderlo ma al tempo stesso non si confida mai con lei, non le dice cosa è veramente successo perché non si fida di lei al punto da consegnarle il segreto della sua libertà.

La parte ambientata nel presente racconta tutto il dolore di una famiglia sche scopre di non aver mai davvero conosciuto una delle loro persone più care e questa parte è autobiografica: l’autrice inserisce un aneddoto reale della sua vita, ovvero quello in cui, alla morte del nonno, viene ritrovata una lettera indirizzata al KGB dove racconta di essere stato prigioniero in guerra. L’abilità della scrittrice credo sia consistita proprio nel mettere qualcosa di personale senza buttarla sul patetico e anzi, spesso mostrandoci il lato peggiore del protagonista, cosa nient’affatto scontata, il tutto mentre cu racconta tante vite intrecciando punti di vista e tematiche.

Se cercate un romanzo storico un po’ fuori dai canoni, sicuramente Il Vento è un impostore è un libro da tenere in considerazione, poiché la sua struttura e la psicologia dei suoi personaggi differiscono dalla media dei romanzi storici sulla Seconda guerra mondiale.

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