mercoledì 19 novembre 2025

La Dieta termodinamica

  • Titolo: La Dieta termodinamica
  • Autore: Dario Bressanini
  • Lingua originale: italiano
  • Codice ISBN: 9788804806431
  • Casa editrice: Mondadori
Quarta di copertina


Perché ingrassiamo? Facile: perché mangiamo più di quanto consumiamo. Ma la vera domanda è: serve un libro per dimostrare questa semplice verità, sancita dalle leggi della fisica? Evidentemente sì. Dario Bressanini lo ha scoperto quando, quasi per scherzo, ha scritto sui social di essere dimagrito seguendo una «dieta termodinamica» e si è ritrovato sommerso da domande e molta incredulità. Incredulità che, invece, non viene riservata a chi propone formule prodigiose - poco scientifiche e per nulla efficaci - per perdere peso. Da lì ha capito che era ora di rimettersi a scrivere. In questo saggio, perciò, prende in esame le diete del momento, dal digiuno intermittente alla chetogenica, mettendone in luce gli apparenti pregi e i reali difetti. Lo fa dopo averle provate personalmente tutte, con fatti e cifre alla mano, ma anche con argomenti basati sulla logica anziché sulle mode e l'emotività. Il racconto parte da lontano, dai clamorosi fallimenti delle pillole dimagranti del passato, per arrivare fino al cuore del dibattito moderno sulla demonizzazione dei carboidrati, il ruolo controverso dell'insulina, l'oscuro mondo delle anfetamine e le nuove speranze per il trattamento dell'obesità. Un viaggio che ci porta a esplorare perché alcune diete funzionano (almeno all'inizio) e altre sono destinate a fallire, e perché quasi sempre si finisce per riprendere il peso perso. Con la sua verve ironica unita al rigore scientifico, Bressanini smaschera le teorie senza fondamento e riconosce gli approcci che, invece, hanno una solida base scientifica e possono funzionare, aiutandoci a capire come dobbiamo cambiare il modo di alimentarci dopo che siamo dimagriti, come dovremmo mangiare per vivere più a lungo e in salute e perché, quando si parla di peso e dimagrimento, non esistono formule - né pillole - magiche. Non uno dei tanti manuali che promettono miracoli, quindi, ma una bussola indispensabile per navigare il mondo delle diete con più consapevolezza e meno sensi di colpa.

Recensione e commento

TRIGGER WARNING: La Dieta Termodinamica è un saggio divulgativo sulla perdita di peso. Per quanto gli argomenti siano trattati con competenza, delicatezza e serenità, un pubblico sensibile potrebbe non trovarlo una lettura adatta a sé.

La Dieta termodinamica è l’ultima fatica del chimico fisico e divulgatore scientifico Dario Bressanini, non fatevi ingannare dal titolo (poi ci arriviamo), perché La Dieta termodinamica è un saggio che parla di tutte le diete, del loro funzionamento, partendo dalle basi fisiche e biologiche, per poi spiegare come mai alcune funzionino meglio di altre.

Per chi segue Bressanini sui social e su YouTube molti concetti non saranno nuovi, infatti sono numerose le tematiche già trattate sui suoi canali che qui amplia e spiega con dovizia di particolari, al punto che mi è sembrato di aver visto germinare questo libro sin dal primo momento, quando anni fa l’autore dichiarò di essersi messo a dieta per perdere qualche chiletto accumulato negli anni. Questo saggio racconta il suo viaggio sia dal punto di vista personale che scientifico, perché è cominciato mettendo in discussione tutto quello che pensava di sapere. “È solo termodinamica” aveva detto all’inizio convinto che creare un deficit calorico fosse tutto quello che era necessario fare per tornare in forma. “È termodinamica, ma non è  ‘solo’ termodinamica” è quello che dice alla fine, quando, dopo aver ripreso tutto il peso che aveva perso inizialmente, si rende conto che non aveva tenuto in considerazione tutti i meccanismi biologici, neurobiologici e psicologici che entrano in gioco quando si decide, per mille motivi, di voler perdere peso. Aveva, insomma “sferificato una mucca”, come si fa in fisica quando si crea un modello. Il rischio, però, è che con la “sferificazione delle mucche” si perdano molte variabili che cambiano la pendenza dell’ago della bilancia (pun intended). Da qui deriva il titolo provocatorio “Dieta ternidinamica”, perché in realtà tutte le diete che funzionano devono essere per forza termodinamiche, dato che intervengono sull’apporto energetico. 

Eppure, quello che è semplice sulla carta non lo è nella pratica: i chili perduti a volte ritornano con gli interessi e il nostro cervello ci manda segnali di fame a tutte le ore perché va in allarme carestia. In questo saggio, che spiega i concetti in modo fruibile e pop, con tanto i struttura da manuale scolastico con specchietti a margine e riassunti a fine capitolo, lo scienziato parte dalle origini, spiega innanzitutto come funzionano i principi della termodinamica, poi parla di alcune dinamiche che entrano in gioco nel nostro corpo quando diminuiamo le dosi di cibo, in seguito ci parla, dati alla mano, delle diete più popolari nella Storia, di come sia andata a finire (a volte molto male, perché non sempre le pillole dimagranti sono innocue) e testa su sé stesso (tenendo ben fermo il che un singolo caso non fa statistica) alcune delle diete più popolari del momento, raccontando le sue sensazioni sia fisiche che psicologiche e del perché alcune possono funzionare soltanto sul breve termine, mentre altre, quelle che non tengono conto soltanto delle calorie, ma anche dell’apporto di fibre, vitamine e lavorano sul senso di sazietà, sono più sostenibili.

Il nostro amichevole
chimico di quartiere

Se cercate formule magiche e soluzioni semplici, dovete sapere che questo libro non ne offre: raramente la scienza lo fa. Quello che fa è fornire degli strumenti per difendersi dai guru che, facendo leva sulle nostre debolezze, cerano di vendere prodotti inutili, quando va bene, e pericolosi, quando va male, e per affrontare con consapevolezza un viaggio già difficile sulla carta, ma ancora di più nella realtà. Aiuta a capire meglio il proprio corpo e il perché a volte possa sembrare che ci remi contro, perché certamente “è la termodinamica, bellezza!”, ma sono anche “la biologia, la psicologia, la neurobiologia, bellezza”. 

Bressanini ha l’umiltà di ammettere di essere stato inizialmente spocchioso e superficiale e nel fare un passo indietro scopre che c’era un intero mondo dietro a quel “è solo termodinamica” (ricordo ancora quando lo diceva nelle sue storie su Instagram). La Dieta termodinamica è il frutto della di presa di coscienza individuale che può servire tantissimo anche alla collettività.







mercoledì 12 novembre 2025

Aftertaste - Una Ricetta per l’Aldilà

  • Titolo: Aftertaste - Una Ricetta per l’Aldilà
  • Titolo originale: Aftertaste
  • Autrice: Daria Lavelle
  • Traduttrice: Federica Aceto
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804786061
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Konstantin Duhovny ha perso il padre quando aveva dieci anni e da allora i fantasmi non hanno mai smesso di girargli intorno. Kostya non riesce a vederli, ma può percepire il sapore dei loro piatti preferiti. All’inizio a fargli visita sono i gusti di casa: fegato di pollo, cipolla, limone, gli ingredienti del pechonka, piatto preferito di suo padre. Ma, a poco a poco, sono altri sapori, inattesi, a solleticargli il palato: le pietanze preferite di persone che non sono più in vita. È un segreto che non ha mai rivelato a nessuno finché una notte, provando a ricreare uno di quei piatti, scopre di poter riunire per un’ultima volta chi non c’è più con chi è ancora vivo, almeno per il tempo necessario a consumare il cibo che ha cucinato. Da quel momento, tutto cambia e la sua missione diventa quella di aiutare le persone a incontrare chi hanno amato. Non importa se farlo significa aprire un ristorante clandestino con il suo migliore amico Frankie, chef esuberante e istrionico, e trascorrere il proprio tempo a cercare di riprodurre ricette improbabili e piatti sconosciuti, o mettersi in affari con un imprenditore russo dall’aria misteriosa. Mentre le sue abilità culinarie crescono insieme alla sua ambizione, Kostya è troppo impegnato per accorgersi di quello che sta scatenando nell’Aldilà. E intanto l’unica persona in grado di fermarlo, una bellissima ragazza che legge i tarocchi, si sta innamorando di lui. Ambientato nel rutilante mondo dei ristoranti newyorkesi e pieno di ricette sfiziose, "Aftertaste" è una storia d’amore travolgente, una commedia nera, un ricchissimo menu che divertirà, delizierà e farà riflettere anche il più esigente dei lettori.

Recensione e commento

Per citare uno dei più grandi critici gastronomici del nostro Paese, Valerio Massimo Visintin, “Il loro mestiere (degli chef nda) è dare da mangiare a dei clienti. Guarda caso lo chef non nomina mai i clienti, parla sempre e solo di sé stesso”. È questa la frase che mi è tornata in mente durante la lettura di Aftertaste - Una Ricetta per l’Aldilà, perché la storia che racconta va incredibilmente in controtendenza con tutto quello che in genere si dice dell’alta cucina.

L’idea di base è molto semplice ma efficace: dopo la morte di suo padre, Kostya inizia a sentire dei sapori fantasma e scopre che cucinare le ricette che vanno a trovarlo serve a evocare i morti che gliele hanno mandate, permettendo loro di avere un’ultima conversazione con chi sta piangendo la loro perdita. È un romanzo che mette totalmente al centro l’esperienza del lutto in rapporto con la vita, racconta di come l’assenza rischi di trascinarci a fondo con lei e per farlo usa l’espediente del cibo: qualcosa di così intrinsecamente legato alla vita e paradossalmente anche ponte con la morte perché fonte di ricordi (di qualsiasi tipo) passati con l’altra persona. Il cibo consumato in una determinata circostanza ci resta dentro, nella mente, e lo leghiamo a un evento per sempre, al punto di arrivare a evitare di mangiare alcune pietanze quando ancora non abbiamo elaborato la perdita non solo dell’altra persona, ma anche di chi eravamo noi quando eravamo insieme.

Il cibo è la più naturale delle esperienze, così come il lutto, e insieme vengono trattati in ogni loro forma, perché entrambi sono il riflesso delle relazioni umane. Entrambi possono essere vissuti in modo sano o tossico, specialmente il cibo che può essere tutto o niente, lasciarci con una sensazione di pienezza o di vuoto, può significare il mondo o non significare nulla. Possiamo averne in abbondanza o sopravvivere a stento. Kostya ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il cibo grazie a suo padre, un uomo che ha messo da parte le sue aspirazioni culinarie per fare un lavoro che gli consentisse di mantenere la famiglia. Perderlo ha portato Kostya allo sbando, eppure è proprio grazie alla relazione amorevole che avevano che il protagonista riesce a instaurare un forte legame con la cucina trovando non solo la tanto agognata accettazione, ma anche (e soprattutto) uno scopo nella vita, qualcosa che non solo gli riesce bene, ma che dà anche senso alla sua esistenza e fa stare bene gli altri. È proprio quando le cose cominciano a rimettersi in sesto che migliora la qualità del cibo che consuma e che cucina, perché con il cambio di prospettiva sulle sue ambizioni Kostya impara a essere anche più accogliente verso sé stesso e questo lo porta a consumare (e cucinare) cibo di gran lunga migliore rispetto a quello che era costretto a mandare giù quando poteva pensare solo a sopravvivere. Quello che chiunque di noi si mette nel piatto è indistricabilmente legato al tipo di persona che è e al contesto culturale in cui si trova e il protagonista di Aftertaste non fa eccezione: per riconnettersi con sé stesso deve ritornare alle sue origini anche tramite il nutrimento. Con lo scorrere delle pagine assistiamo alla sua crescita come persona, all’evolversi dei suoi rapporti umani, al migliorarsi della sua tecnica come cuoco e non possiamo fare a meno di fare il tifo per lui, anche quando la trama non fa sconti e decide di colpire forte quanto la vita vera.

E qui torniamo alla frase di apertura, quella del critico Visintin, perché se nel mondo reale è assolutamente vera (gli chef parlano sempre della loro idea, di cosa vogliono trasmettere e bla bla bla), qui è per forza di cose il pubblico in sala ad avere l’ultima parola dato che Kostya cucina perché siano le altre persone a poter mettere finalmente un punto e chiudere cerchi ancora aperti, perché spesso i fantasmi peggiori sono quelli che proprio noi rifiutiamo di lasciare andare

Aftertaste può non essere perfetto a livello di trama, ma sicuramente ha un messaggio interessante da raccontare. Per me è stata una lettura estremamente emotiva, al punto che non sempre sono riuscita a portarla avanti tutta di seguito e devo ammettere che il contenuto è sicuramente personale: per una persona con un vissuto diverso dal mio potrebbe essere un romanzo assolutamente irrilevante, ma vale comunque la pena dargli una possibilità anche solo per l’originalità.

Katabasis

Titolo: Katabasis Titolo originale: Katabasis Autrice: R.F. Kuang Traduttrice: Giovanna Scocchera Lingua originale: inglese Codice ISBN: 978...