lunedì 17 febbraio 2020

The Killing Joke


  • Titolo: The Killing Joke
  • Titolo originale: The Killing Joke
  • Autore: Alan Moore-Brian Bolland
  • Traduttore: Leonardo Rizzi
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8866917977
  • Pagine: 64
  • Editore: Lion
 Trama

Una brutta giornata. Secondo la ghignante macchina della follia e del caos nota come il Joker, è questo tutto ciò che separa i sani di mente dagli psicopatici. Liberato ancora una volta dai confini del Manicomio Arkham, è pronto a provare la sua tesi. E userà il poliziotto più importante di Gotham, il Commissario Jim Gordon, e la sua geniale e bellissima figlia Barbara per farlo. Ora Batman deve correre contro il tempo per fermare il suo arcinemico prima che il suo regno del terrore reclami a sé due dei migliori amici del Cavaliere Oscuro. Riuscirà finalmente a porre fine al ciclo di sangue e follia che unisce questi due nemici iconici prima che arrivi alla sua fatale conclusione? E quando verranno finalmente rivelate le terribili origini del Principe Pagliaccio del Crimine, la linea sottile che separa la nobiltà di Batman dalla follia del Joker verrà spezzata una volta per tutte? Introduzione di Tim Sale e postfazione di Brian Bolland.

Recensione e Analisi

In occasione dell'uscita al cinema di Joker, diretto da Todd Phillips, non si poteva non pubblicare una breve analisi su questo capolavoro del fumetto supereroistico americano.
Ci troviamo davanti a Brian Bolland e Alan Moore, e già qui non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Ma andiamo con ordine.
Dopo Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, di Miller, il personaggio di Batman è stato rilanciato proprio da The Killing Joke che rinnova e rinfresca il personaggio. Viene, quindi, scritta una storia di Batman che approfondisce il personaggio di Joker, a cui viene dedicata una lunga introspezione, alternando la narrazione su due linee temporali, passato e presente; il passaggio da una linea temporale all'altra è mostrato dall'uso del colore, brillante per il presente e seppia, con dettagli rossi, per le sequenze precedenti. Per quanto il lettore possa capire, non è detto che il racconto relativo alla vita precedente di Joker sia autentico, dato che le sue origini sono da sempre misteriose e lui stesso, persino all'interno di questo fumetto, non ha idea di cosa gli sia successo per portarlo alla follia: quella a cui assistiamo è una delle tante ipotesi sulla nascita di questo personaggio. Vediamo un Joker che si chiama Jack (da cui prenderà ispirazione il Joker di Tim Burton, interpretato da Jack Nicholson), a cui succede una cosa orribile che lo fa impazzire. Tuttavia, non possiamo essere sicuri di questa versione, prima di tutto perché siamo davanti al racconto di un pazzo, e poi perché Joker stesso all'interno del fumetto dice "se proprio devo avere un passato, lo preferisco a scelta multipla! ah ah ah!" ed è proprio questa la cosa affascinante e terrificante del personaggio, ovvero, che non si conoscano le sue vere origini e i motivi che lo spingono a fare quello che fa. La sua teoria è che basti
avere "una brutta giornata" per fare impazzire anche la più razionale delle menti. A tal proposito, per dimostrare la sua teoria, nella linea temporale principale irrompe in casa del commissario Gordon, spara alla figlia, rapisce l'uomo e fotografa Barbara mentre le fa cose indicibili (su quali siano queste cose, il dibattito è ancora aperto), nella speranza che queste azioni facciano impazzire il commissario. Nonostante alcuni non concordino, grazie a questa scena è possibile anche capire che The Killing Joke è in continuity, poiché vediamo che la figlia di Gordon perde l'uso delle gambe e diventa impossibile per lei continuare a essere Batgirl: diventa Oracle, cominciando una nuova evoluzione del suo personaggio (cancellata poi dal reboot new 52 del 2011).

Joker è assimilabile al Don Chisciotte, infatti, nella sua pazzia, elabora delle teorie che nella sua testa hanno perfettamente senso e, proprio perché agisce al di fuori della società, può permettersi di dire ciò che tutti pensano, ma nessuno ha il coraggio di dire. Può permettersi di sottolineare le ipocrisie e le fragilità della società moderna, ma in particolare americana, perché è la stessa società che lo ha portato alla pazzia. Joker, nella sua follia, ha ragione.
Il tema del doppio è forse quello più importante all'interno della storyline, poiché vediamo che i due, Batman e Joker, non sono poi così diversi, dato che entrambi sono il frutto di una brutta giornata, la goccia che fa traboccare il vaso: Joker è il risultato della morte della moglie incinta e Batman della morte dei genitori; inoltre, L'Uomo Pipistrello non è esattamente "normale" nel senso comune del termine: chi si vestirebbe da pipistrello per combattere la criminalità a mani nude? Jack e Bruce sono due facce della stessa medaglia e Joker glielo fa notare. In questo fumetto, più che il combattimento tra bene e male, è interessante il rapporto che esiste fra i due uomini: Batman che gli tende la mano, offrendosi di aiutarlo per non farlo sentire più solo, e Joker che all'inizio vorrebbe accettare, ma poi con la barzelletta dei due pazzi in manicomio* si tira indietro impaurito, e sappiamo che la storia ricomincerà da capo, con Joker che scappa e Bruce che lo insegue, in un'escalation distruttiva. Questo meccanismo si capisce non tanto dalle parole dei personaggi, quanto dalla struttura ad anello della narrazione: la storia si apre con la pioggia battente e i fari di una macchina in lontanaza e si chiude allo stesso modo.
Come è già stato detto, siamo davanti a uno dei prodotti che ha maggiormente influenzato il Joker anche cinematografico, da quello di Tim Burton, la cui storia è, per certi aspetti, simile a quella di The Killing Joke (ad esempio per la scelta del nome del personaggio), a quello di Ledger, il quale racconta ogni volta una versione diversa del modo in cui "si è procurato quelle cicatrici". Anche il più recente film su Joker mostra delle chiare influenze, e addirittura cita l'opera di Moore e Bolland, quando dice "ho avuto una brutta giornata", ma i riferimenti sono numerosi.
Insomma, c'era bisogno che un blog amatoriale pubblicasse una recensione su una storia sulla quale sono stati scritti fiumi di parole da critici ben più importanti? No, ma ne sentivo il bisogno, perché ho avuto una brutta giornata.



*"Questa situazione. Mi ricorda una barzelletta... Ci sono questi due tizi in un manicomio... e una notte, una notte decidono che sono stanchi di vivere in un manicomio. Decidono che cercheranno di fuggire! Così, salgono sul tetto e, dall'altra parte, vedono i palazzi della città distendersi alla luce della luna... verso la libertà. Il primo salta sul tetto vicino senza alcun problema. Ma il suo amico, il suo amico non osa compiere il balzo. Perché... perché ha paura di cadere. Allora il primo ha un'idea... e dice "Ehi! Ho preso la torcia elettrica con me! Illuminerò lo spazio tra i due edifici. Così mi raggiungerai camminando sul raggio di luce!". M-ma il secondo scuote la testa. E d-dice... Dice "Co-cosa credi!? Che sia pazzo? Quando sarò a metà strada la spegnerai!""
La barzelletta che racconta Joker rappresenta in realtà lui e Batman e mostra tutta la sua insicurezza e paura di essere lasciato solo, per questo non accetta l'aiuto di Bruce Wayne.


Si ringrazia Jack95tp per la consulenza tecnica e le correzioni.

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