martedì 11 febbraio 2020

Il Circo della Notte


  • Titolo: Il Circo della Notte
  • Titolo originale: The Night Circus
  • Autrice: Erin Morgenstern
  • Traduttore: Marinella Magrì
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8817055031
  • Pagine: 460
  • Editore: Rizzoli

Trama 

 Appare così, senza preavviso. La notizia si diffonde in un lampo, e una folla impaziente già si assiepa davanti ai cancelli, sotto l'insegna in bianco e nero che dice: "Le Cirque des Rèves. Apre al crepuscolo, chiude all'aurora". È il circo dei sogni, il luogo dove realtà e illusione si fondono e l'umana fantasia dispiega l'infinito ventaglio delle sue possibilità. Un esercito di appassionati lo insegue dovunque per ammirare le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio. Ma dietro le quinte di questo spettacolo senza precedenti, due misteriosi rivali ingaggiano la loro partita finale, una magica sfida tra due giovani allievi scelti e addestrati all'unico scopo di dimostrare una volta per tutte l'inferiorità dell'avversario. Contro ogni attesa e contro ogni regola, i due giovani si scoprono attratti l'uno dall'altra: l'amore di Marco e Celia è una corrente elettrica che minaccia di travolgere persino il destino, e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza.

"Questa non è magia. Questo è come funziona il mondo,
 e pochissime persone si fermano a osservarlo"

 Recensione e Analisi

Se questo libro fosse un quadro, andrebbe osservato da lontano: l'autrice ha dipinto i personaggi e l'ambientazione con pennellate veloci, come un quadro impressionista che visto da troppo vicino sarebbe incomprensibile. Infatti non ci sono descrizioni interminabili dei luoghi o monologhi introspettivi, il lettore deve farsi da solo un'idea dei protagonisti, senza essere imboccato dal narratore (un narratore molto particolare, onnisciente, extradiegetico. Forse). Solo alla fine sarà chiaro cosa pensare di alcuni personaggi e cosa pensare della storia in generale, che non è tipicamente lineare e decisamente non comune: il mondo creato all'interno di questo libro ricorda un po' Imaginaerium dei Nightwish, un mondo di illusione dove tutto ciò che al di fuori è impossibile, all'interno diventa normale e naturale; inoltre, per gli appassionati, non mancheranno i riferimenti al Fantasma dell'Opera.
Sono i desideri, di ogni tipo, a tenere in moto la magia che lo anima: il desiderio del direttore di fare qualcosa di unico, il desiderio degli artisti di lavorare in un posto magico e il desiderio dei visitatori di dimenticare i limiti della vita quotidiana. Ma soprattutto, il desiderio di Marco e Celia l'uno verso l'altra. Loro, infatti, sono impegnati per trent'anni in una sfida ma finiscono con l'innamorarsi e non sanno come uscire dall'impasse.

Celia Bowen by Sunnirin on DeviantArt

I temi trattati durante la narrazione sono vari e molteplici: c'è il rapporto tra genitori e figli su diversi livelli. Abbiamo due figure paterne che non esitano a mettere a rischio la vita dei propri figli per dimostrare di essere i maestri di magia migliori, e che non tollerano che Marco e Celia possano scegliere da soli il proprio cammino. Anche Bailey è sottoposto a un tipo di pressione simile, con il padre che pretende che rilevi la fattoria di famiglia e passi la vita a raccogliere mele e pascolare pecore, e la nonna che preferirebbe vederlo laureato ad Harvard. Anche le storie che mutano possono costituire un esempio di crescita come quella di un figlio che si estrania dal genitore: le storie nascono con un nucleo centrale, ma mutano nel tempo e necessitano di famigliarità per diventare quello che sono e adattarsi alle circostanze. Esiste un altro caso che potrebbe essere considerato come rapporto genitore-figlio: quello dei due protagonisti con il circo in sè. Se nei primi due casi, i padri sono soffocanti e dispotici, Marco e Celia sono così orgogliosi di quello che hanno creato, che non sono disposti a distruggere Le Cirque de Rêves per la loro sfida. Infatti, alla fine assistiamo alla mutazione del circo in qualcosa di meraviglioso e indipendente, in cui i due protagonisti hanno lasciato la loro impronta, come due genitori con l'educazione dei propri figli, ma senza influenzarne il funzionamento. Tale evoluzione è metaforicamente mostrata attraverso la ricorrente figura dell'albero, che, tipicamente, simboleggia la vita. Le radici partono da terra, ma crescendo, i rami se ne allontanano, così come i figli diventano altro dai genitori. Marco utilizza infiniti disegni di alberi intricati per estrinsecare la sua magia, Bailey si arrampica sui rami più alti del suo albero preferito quando si sente solo, lo stesso posto dove custodisce i suoi oggetti più cari. Anche per entrare al circo
e diventarne parte, Bailey si arrampica e salta da un albero, per lasciare tutto quello che conosce e lanciarsi verso una nuova vita ignota. La figura dell'albero non manca nemmeno per quanto riguarda la relazione tra Celia e Marco, che affidano i loro desideri, i loro sogni, all'albero dei desideri. Anche il mito dell'albero di Merlino  ha un ruolo importane e metaforico e sta a indicare diversi fattori, come il bisogno dell'artista di creare qualcosa che lo renda immortale, eterno e per innalzarsi al di sopra del piano materiale. All'interno della narrazione esiste anche il richiamo al colore verde, come filo conduttore che unisce i due amanti: gli occhi grigio-verdi di Marco diventano sempre più verdi, perché lui passa dall'essere ordinario a straordinario (esattamente come l'aspetto di Celia, che passa dall'essere insignificante a bellissima), la prima volta che i due si incontrano Celia indossa un vestito verde, così come la livrea da maggiordomo di Marco quando si scambieranno il primo bacio. Il colore in generale è portatore di tematica, all'interno de Il Circo della Notte. Il circo in sè è monocromatico, si distende esclusivamente su scale di nero e bianco perché si tratta di una dimensione onirica (molte persone sognano in bianco e nero). Sulle tonalità del grigio si sposta anche il signor Alexander, il "padre" di Marco, che ha la prodigiosa abilità di passare inosservato, incarnando la famosa personalità del "grey man" tipica delle spie, che hanno la capacità di non farsi notare ogni volta che vogliono. Qualcosa, in un certo senso, contraddittoria, per un personaggio che vive nell'inimmaginabile e nella magia.

The Night Circus by boudica

Per riconnettersi al mondo onirico, i rêveurs, ovvero i sognatori, sono innamorati del circo al punto da seguirlo in tour come delle groupie e per riconoscersi tra loro si vestono su scale di grigio (fino ad arrivare al bianco o al nero), ma indossano sempre degli accessori rossi, il colore della passione. Loro sono, in un certo senso, quelli che hanno capito meglio l'essenza del Circo della Notte, perché ne vedono la straordinarietà pur non conoscendone la meccanica, ed è qui che entra di nuovo in gioco la tematica del ruolo dell'artista nella società: mostrare al mondo quello che ha esattamente sotto il naso, ma che non si ferma mai a osservare, sia per il terrore dell'ignoto, sia perché alla persona media è sufficiente esistere, senza fermarsi a contemplare quanto la sua stessa vita sia commovente, miracolosa e sbalorditiva. Sarà Widget a farsi carico di questa falla nel sistema, nella sua tenda degli odori in bottiglia, in cui le persone sperimentano cose che hanno già vissuto e affrontare sè stessi, perché se c'è una cosa che questo libro insegna, è che la magia deve essere costantemente tenuta in vita e più persone desiderano, più l'incanto si fa potente. I desideri, in effetti, sono onnipresenti durante la lettura, e vengono richiamati costantemente. Hanno addirittura un simbolo tutto loro: le candele, o le stelle (desiderare, da "de-sidera", delle stelle. Desiderare ci rende parte dell'universo), sia perché iconograficamente il fuoco ha sempre simboleggiato il desiderio, anche fisico, sia perché desiderare significa sperare, vedere la luce. La speranza esiste sempre, sia per quanto riguarda i protagonisti (tanto che hanno addirittura un albero dei deideri, coperto di candele), che desiderano poter, un giorno, stare assieme, sia per i visitatori del circo, che vi si recano per staccare dalla realtà e leggere il proprio destino fra le stelle. 
Non sarà difficile immaginare che anche l'amore sia uno dei temi centrali di questi strabiliante romanzo, ma non solo in senso romantico. Sì, c'è la storia tra Celia e Marco, che si corteggiano per decenni, ma esiste anche l'amore fraterno, l'amore per un'idea, qualcosa di astratto, ma soprattutto l'amore per le cose che si fanno con le proprie mani e che in qualche modo prendono la forma di chi le ama e spende il suo tempo e le sue energie per plasmare.
Ciò viene simboleggiato in due modi: con gli orologi, che sono formati da ingranaggi che si incastrano e che hanno uno la forma dell'altro, esattamente come le persone che passano molto tempo assieme e finiscono per assomigliarsi (esattamente come il circo finisce con l'assomigliare ai suoi protagonisti), ma anche da un personaggio: Tsukiko. Tsukiko è una contorsionista giapponese ed è proprio questa la chiave di lettura del personaggio, dato che nella cultura di questo paese esiste la tradizione di aggiustare gli oggetti rotti con l'oro, rendendoli unici nel loro genere e preziosi, ma esiste anche la convinzione che un oggetto assorba in qualche modo l'essenza vitale di chi lo ha amato e utilizzato a lungo, con amore. Per questo, per lei, è impossibile staccarsi dal circo così come lo è per tutti gli altri.
Il Circo della Notte è un inno ai sogni e al libero arbitrio, nonostante non manchino i riferimenti alla legge di attrazione (o di Murphy che dir si voglia) e un'esortazione a non considerare i propri desideri irrilevanti rispetto alla realtà.

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