- Titolo:Una ragazza senza ricordi
- Titolo originale: the Cuckoo Song
- Autrice: Frances Hardinge
- Traduttrici:Giuseppe Iacobaci e Claudia Lionetti
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804679912
- Pagine: 444
- Editore: Mondadori
Trama
Triss ha un'unica certezza: da quando è caduta nel fiume Ma-caber, nella
sua vita tutto è cambiato. Era una notte buia, di cui non riesce a
ricordare nulla. I minuti passati sott'acqua sembrano averla
trasformata: Pen, la sorellina di nove anni, ha paura di lei, e continua
a dire che in realtà Triss non è più Triss. Sembrano pensarla così
anche i suoi genitori, che bisbigliano sottovoce dietro porte chiuse
celando segreti e misteri, come le lettere che continuano a ricevere da
Sebastian, il figlio morto in battaglia durante la Prima guerra
mondiale. E intanto Triss ha continuamente fame, una fame insaziabile e
brutale, piange lacrime di ragnatela e si ritrova in un corpo sempre più
fragile, che sembra fatto di foglie e fango. Ben presto, Triss scopre
l'esistenza di un perfido architetto che vive tra il mondo reale e
l'Altronde, una dimensione popolata di malevole creature senza volto, ed
è lì che Triss e Pen devono avventurarsi, prima che sia troppo tardi.
Età di lettura. da 12 anni.
Recensione
Questo libro suscita sentimenti contrastanti: da un lato la trama è avvincente, l'ambientazione dettagliata e i personaggi estremamente caratterizzati, ma forse troppo. La storia ricorda moltissimo lo stile di Neil Gaiman, che però, scrive libri di 150/200 pagine. In effetti, l'unico grosso difetto di Una ragazza senza Ricordi è questo: il brodo è troppo allungato. Se le pagine fossero state dimezzate sarebbe stato a dir poco sensazionale, con un'atmosfera oscura e personaggi originali, invece c'è troppa carne al fuoco. Non è un libro brutto, ma prova a essere più di quel che è, inserendo troppe tematiche all'interno della stessa storia. C'è un tema caro alla Hardinge, quello dei genitori castranti, si parla molto di aspettative sociali e di questione femminile, c'è la guerra, la prigione dorata, la fame...insomma, c'è troppa roba per un romanzo pensato per un pubblico così giovane. Il brodo, però, non viene allungato esclusivamente dai troppi eventi non funzionali all'intreccio che aumentano il numero di pagine: ci sono anche tanti simboli e allegorie che servono a far arrivare un messaggio al lettore, ma sembra quasi che l'autrice avesse paura che non venissero compresi, motivo per il quale preferisce renderli espliciti e spiegare cosa un determinato simbolo rappresenta, rendendo vana la metafora, come la bambola prigioniera del destino e delle circostanze, il tempo che ci rende schiavi, il fantoccio fatto di spine che la vera Triss fingeva di non avere. Le allegorie sono lì e sono chiare, non c'era motivo di spiegarle.

Insomma, la lettura di questo romanzo per ragazzi non è spiacevole, data l'evocativa scrittura e l'originalità della trama, ma sembra interminabile, la fine non arriva mai. Davvero un peccato, perché il messaggio di fondo, quello di prendersi la propria libertà e vivere a pieno la propria vita, che è sempre appesa a un filo, era molto intrigante e stimolante.
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