domenica 19 aprile 2020

The Help


  • Titolo: The Help
  • Titolo originale:The Help
  • Autrice: Kathryn Stockett
  • Traduttrici: Adriana Colombo, Paola Frezza Pavese
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804670490
  • Pagine: 526
  • Editore: Mondadori
 Trama

 E l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore.



Recensione e analisi

Lao Tzu diceva che un viaggio di mille miglia inizia con un singolo passo. 
The Help è ambientato in una piccola cittadina negli Stati Uniti degli anni Sessanta, periodo storico in cui le cose non erano esattamente tranquille, tra guerra in Vietnam , Martin Luther King e omicidio Kennedy. Eppure, ad avere il maggior potere in questa situazione sono le parole, perché esse sono il mezzo per arrivare al significato e mandare un messaggio al maggior numero di persone. La prima protagonista che incontriamo è Aibileen, una donna di mezza età che ha la sola colpa di essere nata con la pelle nera, il che costituisce una condanna a una vita fatta di soprusi, lavori sottopagati e ingiustizie di ogni genere. Ma Aibileen ha diverse carte da giocare: è una persona semplice, ma non sempliciotta, la sua, è una semplicità a cui si deve aspirare, poiché riesce a rendere comprensibili le cose più astruse e a comunicare con chiunque. Per questo le persone che hanno delle difficoltà nella sua chiesa le domandano di pregare per loro e lei li inserisce nel suo quaderno delle preghiere, in cui scrive per almeno un paio d'ore al giorno. Questo, nonostante abbia dovuto lasciare la scuola per
"Tu sei gentile. Tu sei intelligente. Tu sei importante."
(Viola Davis nel ruolo di Aibeleen)
andare a lavorare, data la dipendenza economica della sua etnia, le conferisce un'eloquenza senza pari. Un'altra delle armi di Aibileen è il contatto con i bambini, perché sebbene sia una domestica, lei si occupa esclusivamente di famiglie con figli piccoli, il che le consente di educarli (anche perché spesso i genitori se ne lavano le mani) e di mostrare loro un punto di vista diverso. Ma soprattutto, insegna loro la gentilezza e l'empatia, perché i bambini sono il cambiamento e lei cerca di insegnare loro la rivoluzionaria idea che siamo tutti uguali. Tuttavia, in un mondo in cui la chiave di tutto è ascoltare ed essere gentile col prossimo, non esiste altro che ingiustizia perché il mondo è spaccato in due tra privilegiati e oppressi, i privilegiati fanno tutto il possibile per mantenere lo status quo e opporsi all'inevitabile cambiamento. All'esterno tutto sembra immacolato, ma la cancrena si annida al di sotto. La situazione è talmente paradossale che i neri sono considerati alla stregua di animali non senzienti, portatori di malattie e sporchi, ma i bianchi affidano loro le proprie case da tenere pulire e la propria prole da accudire: nella pratica, le borghesissime e cristianissime famiglie bianche sarebbero perdute senza i neri brutti, sporchi e cattivi.
Tuttavia, il privilegio non è lineare, ma piramidale: in cima troviamo i maschi bianchi, in fondo troviamo le donne nere; i primi possono permettersi di non dare spiegazioni a nessuno e sono coloro i quali dettano le regole, poiché sono quelli che hanno sempre avuto la possibilità di scrivere, sin dalla notte dei tempi (e qui di nuovo troviamo il potere delle parole), il che può sembrare una cosa da poco, ma non lo è affato, dal momento che sono stati loro a decidere cosa sia normale e cosa no e come debbano essere gli altri. Sono stati gli uomini bianchi, sin dall'Antichità a decidere che le donne debbano essere bianchi angeli del focolare con nessun'altra aspirazione se non quella di sfornare e accudire bambini e poi a dire che il modello a cui guardare è quello della Vergine Maria. E sono stati sempre loro a decidere che il valore di una persona venga determinato dalla sfumatura del colore della pelle. In questo universo, essere una donna istruita che vuole scrivere, come Skeeter, e occuparsi di diritti civili è praticamente un delitto.  
Emma Stone nel ruolo di Skeeter
 In fondo alla piramide, troviamo le donne nere, che oltre che essere oppresse dai bianchi, uomini e donne, vengono maltrattate anche dagli uomini della loro etnia, come ad esempio Minny, un'altra domestica dotata di un carattere combattivo senza pari all'esterno, che si rende conto della sua condizione di nera, ma non della sua condizione di donna, perché se da un lato si accorge che è ingiusto essere trattati diversamente per via del colore della propria pelle, dall'altro non capisce che farsi picchiare dal marito non è una cosa normale e accettabile, solo perché si è sempre fatto così. È un po' come se nella sua testa ci fosse spazio per pensare a un solo diritto civile per volta. I suoi pregiudizi nei confronti delle donne e di tutti i bianchi sono probabilmente dovuti, ovviamente, alla rabbia data dalla sua situazione di subordinazione, dall'altra dalla mancanza di scolarizzazione, che in ogni caso non è colpa sua. La sua convinzione che le donne debbano adempiere a un certo compito nella società, si riflette anche nel rapporto con Miss Celia, la donna bianca che la tratta "in modo strano" perché si siede a mangiare con lei e la considera un'amica, dal momento che non fa altro che farle notare che la sua enorme casa dovrebbe essere riempita di bambini e che una donna come lei dovrebbe saper cucinare per suo marito. Capirà soltanto grazie al rapporto con la sua nuova datrice di lavoro che questo può essere diverso, soprattutto quando scopre che Celia e suo marito non possono avere figli, eppure, con un salto di modernità strepitoso, si amano incondizionatamente e stanno assieme ugualmente. Minny è uno dei personaggi con una formazione maggiore all'interno del romanzo, perché, sul finale, smetterà di essere vittima sotto ogni punto di vista. 
Come si diceva in precedenza, sono le parole ad avere il potere, perché chi può parlare può dire la sua. E qui, a dare voce agli oppressi sarà Eugenia Phela, ovvero una donna bianca e istruita che non ne può più di non farsi domande e fingere che sia tutto a posto. Del resto, anche lei è un'outsider, trattandosi di una donna dall'aspetto ordinario e con delle ambizioni, in una società in cui il valore di una donna era determinato dal numero di figli che riusciva a partorire e di quanto era carina. Qui, assistiamo, in un certo senso, a un'inversione dei ruoli, perché, sebbene Skeeter sia bianca e istruita e sia colei che materialmente scrive il libro sulle domestiche di colore, lei utilizza la sua cultura non per opprimerle, ma per mettersi al loro servizio ed esprimere quello che loro non possono dire, infatti, lei non si sostituisce mai e loro e non parla al loro posto. Grazie al contatto con tutte queste donne, Skeeter avrà uno sviluppo come personaggio, perché se all'inizio la vediamo preoccupata per la sua reputazione, alla fine disattende le aspettative di tutti e se ne fa una ragione, diventando la donna che desidera; soprattutto, Skeeter non si accontenta mai all'interno delle relazioni, sia che si tratti di amicizia sia che si parli di una relazione romantica. Lei resta sempre fedele a sé stessa e ai suoi principi.
Celia e Minny, rispettivamente Jessica Chastain e Octavia Spencer
Un'altra bianca che non vede differenze tra sé e la sua cameriera Minny è Celia, una donna molto bella e per questo ostracizzata dalla buona società, che nasconde il proprio dolore sotto una patina di lustrini e paillettes. Celia, al di sotto dei capelli platinati, è una donna dolce e ingenua, che ha vissuto la povertà sulla propria pelle; sente un enorme bisogno di prendersi cura di qualcosa, per cui riversa la sua energia nel giardino ed è solo grazie a lei che Minny potrà dire addio alla sua condizione di ristrettezze economiche. Celia è un personaggio estremamente positivo, anche per via della sua relazione con il marito, che non consiste in un do ut des, ma è paritaria e basata sull'amore, a differenza di quella di altre donne che vediamo all'interno del libro, che magari non avrebbero desiderato essere madri, ma lo sono diventate "perché è così che si fa".
Visto che in natura sopravvive il più adatto, ovvero, l'individuo in grado di adattarsi ai cambiamenti, che sono inevitabili, non si può più tollerare l'ingiustizia istituzionalizzata e accettare che a una parte della popolazione vengano dati sempre gli scarti, dai vestiti alla scolarizzazine. La parte che prima si accontentava della religione oppio dei poveri, ovvero i neri che si accontentavando di pregare sperando in un mondo migliore, adesso devono fare qualcosa per cambiare la loro situazione e creare a migliore vita terrena, perché il mondo non va avanti grazie a chi sta fermo e cerca di mantenere le cose come sono, ma grazie a chi, non capendo le cose, si fa delle domande senza accontentarsi di risposte banali. In questo romanzo, in cui la cornice storica è studiata nei dettagli e davvero ben fatta, è più facile seguire un leader, come Hilly o il governo stesso, che pensare con la propria testa, tanto che il razzismo è così radicato che le bianche borghesi tutte casa e chiesa e assolutamente razziste, pensano che parta tutto con il Kuck Klux Klan, pensano di essere persone per bene e moderate solo perché non hanno mai ucciso nessuno. La parola sarà fondamentale per smuovere le acque e cambiare la situazione, perché, a furia di nascondere la polvere sotto al tappeto, prima o poi si inciampa.
Questo libro merita di essere letto, non fatevi ingannare dai temi trattati: è davvero una lettura piacevole e scorrevole, probabilmente destinata a diventare un classico.

2 commenti:

  1. Come sempre analisi perfetta e accurata, riesci a vedere cose che a molti sfuggono e farci arrivare messaggi importanti grazie a contenuti cosi approfonditi, è un libro che dovrebbero leggere tutti, bravissima!

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