- Titolo: Aurora Rising
- Titolo originale: Aurora Rising
- Autori: Amie Kaufman, Jay Kristoff
- Traduttore: Manuela Carozzi
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788804724681
- Pagine: 360
- Editore: Mondadori
Anno 2380: ai cadetti dell’ultimo anno dell’Accademia Aurora sta per essere affidata la prima vera missione. Tyler Jones sa che, proprio perché è il migliore del suo anno, potrà reclutare la squadra dei suoi sogni. Peccato che, a causa del suo comportamento sconsiderato, come punizione gli vengano assegnati d’ufficio i cadetti scartati da tutti gli altri capisquadra, quelli con cui nessuno vorrebbe mai lavorare. Proprio lui, l’allievo più talentuoso dell’Accademia sarà al comando di una vera e propria banda di disperati: • una diplomatica, cintura nera di sarcasmo • una scienziata sociopatica con la tendenza a sparare ai suoi compagni • uno smanettone geniale e dall’ironia pungente • un guerriero alieno con seri problemi di gestione della rabbia • una pilota abilissima con un leggerissimo debole per Tyler.
Ma non è nemmeno questo il suo problema principale. Infatti, solo dopo aver risvegliato da un sonno lungo duecento anni la misteriosa Aurora Jie-Lin O’Malley, Ty scopre che proprio lei potrebbe innescare una guerra rimasta a lungo sopita e che, ironicamente, proprio la sua squadra di disperati potrebbe essere l’ultima speranza di salvezza per l’intera galassia.
Comunque: NIENTE PANICO!
Recensione e commento
Scrivere questa recensione non è facile, perché ha richiesto una lunga meditazione riguardo a certe questioni.
Quando si parla della coppia Kaufman-Kristoff, si ha subito in mente un certo standard qualitativo a cui i due autori ci hanno abituati con la trilogia Illuminae e Nevernight. Aurora Rising non è un libro che può definirsi brutto. Il problema è che non può nemmeno definirsi bello, poiché pur trovandoci nello stesso universo della prima trilogia, qui manca completamente la verosimiglianza tipica della fantascienza (una terrestre che si sveglia in mezzo agli alieni dopo duecento anni di criogenia e parlano tutti la stessa lingua? Altemente improbabile). Oltre all'universo in comune, ci sono altri punti che vengono condivisi dalle due saghe, come, ad esempio, lo stile di scrittura è ricco di battute divertenti e le descrizioni, che sono poche, ma danno perfettamente l'idea dell'ambientazione e dell'azione, e, come nelle due trilogie già citate, l'uso del latino è sapiente e azzeccato. Inoltre, all'inizio di ogni capitolo, vi è una scheda con delle informazioni che ricorda la grafica di Illuminae, ma ha la stessa funzione delle note a piè di pagina di Nevernight. La scrittura a quattro mani continua a non essere visibile e il testo si presenta coeso e uniforme, probabilmente Amie Kaufman compensa le mancanze di Jay Kristoff per quanto riguarda la stesura della trama.
Tuttavia, le pecche sono numerose: prima di tutto il cambio di punto di vista tra sette personaggi non è gestito bene, infatti si fa fatica a capire chi stia parlando, anche perché la caratterizzazione di ciascun personaggio è debole, le voci sono troppo uniformi. Inoltre, manca quasi del tutto la formazione dei personaggi, che alla fine sono esattamente com'erano all'inizio. La funzione di questo libro, più che intrattenere il lettore e scrivere un romanzo di qualità, sembra quella di autocelebrarsi, perché gli unici contenuti interessanti presenti all'interno dell'intreccio, sono riferimenti alla trilogia precedente Illuminae, a Nevernight, o citazioni di altre opere di fantascienza classica e fantasy. Per fare un esempio, i betraskiani hanno complicatissimi rapporti famigliari, con genitori multipli e alberi genealogici complicati, il che costituisce un chiaro riferimento a Ford Perfect di Guida Galattica per Autostoppisti (sebbene non sia l'unico riferimento, ce ne sono a pioggia, persino il "NIENTE PANICO" in quarta di copertina), o ancora l'ambientazione ricorda moltissimo quella di Guardiani della Galassia.Vi sono, inoltre, innumerevoli cliché tipici dei libri young adult e tutti questi luoghi comuni messi in un unico calderone (sia quelli della fantascienza, che quelli dei libri ya) contribuiscono non poco a rendere il romanzo banale e scontato, con molti colpi di scena che colpi di scena non sono ed espedienti di trama triti e ritriti.
Ad esempio, Tyler, il loro Alfa, ovvero il capitano, bellissimo, bravissimo, purissimo e levissimo, si vede attribuire queste qualità perché palesate dai narratori, non perché lui sia effettivamente un fine stratega; il paragone automatico è quello con Hannah Donnelley, (vi lascio qui la recensione della trilogia Illuminae e di Gemina), che onestamente, senza aver fatto l'accademia militare, il nostro buon Tyler se lo bagna nel latte e non lascia neanche le briciole.
Un altro punto assai problematico all'interno del libro è il tipo di humour: Kaufman-Kristoff ci hanno abituato a battute sarcastiche taglienti anche a sfondo sessuale, ma vi è un punto in Aurora Rising in cui si travalicano i confini della decenza, facendo passare una molestia sessuale per qualcosa di divertente solo perché perpetrata da una delle donne protagoniste. Questo elemento è disturbante sia perché un libro rivolto a questo tipo di pubblico non dovrebbe far passare il messaggio che una violenza di questo tipo sia divertente, senza condannarla in nessun modo, ma anche perché se i ruoli fossero stati invertiti e il molestatore fosse stato un uomo, nessuno avrebbe riso.
Insomma, le problematiche sono tante e questo libro non rispetta per niente lo standard qualitativi dei due autori, che sono senza ombra di dubbio in grado di fare meglio.
Concordo in pieno, sembra tutta una scopiazzatura di altre opere, per non menzionare la molestia sessuale a cui fai riferimento...decisamente fuori luogo
RispondiEliminaDa loro non mi aspettavo una caduta di stile come quella...ci sta scrivere un libro non all'altezza, ma a tutto c'è un limute
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