- Titolo: Hunger Games - Il Canto della Rivolta
- Titolo originale: Hunger Games - Mickingjay
- Autrice: Suzanne Collins
- Traduttori: F. Paracchini - S. Brogli
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788804716716
- Pagine: 420
- Editore: Mondadori
Trama
Contro ogni previsione, Katniss Everdeen è sopravvissuta all'Arena degli Hunger Games. Due volte. Sembra un sogno... Invece è un incubo. Katniss è in pericolo. E con lei tutti coloro a cui vuole bene. Tutti coloro che le sono vicini. La sua famiglia, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto. Perché la sua ultima vittoria ha offeso le alte sfere, a Capitol City. E il presidente Snow ha giurato vendetta. Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il volo verso la libertà. Ma il prezzo da pagare sarà alto. Comincia la guerra. Quella vera. Al cui confronto l'Arena sembrerà una passeggiata.
+++CONTIENE SPOILER+++
Recensione e analisi
Katniss è fuggita dall'Arena assieme ad altri vincitori e si rifugia in un posto quasi leggendario: il Distretto 13, che si pensava fosse stato distrutto nella guerra nucleare contro Capitol City.
Il colore, come spesso accade, è portatore di tematica anche in questo caso, poiché dai colori dell'arena, dal verde dei boschi tanto amati da Katniss e dal rosso del fuoco, il lettore si trova catapultato in un mondo grigio. Sono grigi i vestiti ed è grigio il cibo, che viene razionato in modo che sia appena sufficiente per arrivare al pasto successivo; ciò è in netto contrasto con lo sfarzo, l'opulenza e lo spreco di Capitol. Ma, per la prima volta in settant'anni, esiste una vera possibilità di combattere alla pari contro Capitol City e il Presidente Snow. Questo non significa che sarà un cammino facile, perché per prima cosa bisogna superare molti traumi e ricucire delle ferite, come recuperare Peeta, che è stato fatto prigioniero e torturato e ha subito un lavaggio del cervello. Peeta continua a essere un personaggio interessante, perché, nonostante tutto quello che ha passato, dal primo libro, sino alla tortura subita nel terzo, resta comunque fedele a sé stesso, preferisce essere tenuto legato e sotto tiro che essere un pericolo per gli altri, a differenza di Gale, che, invece, agisce letteralmente come un terrorista, come dimostra, ad esempio, l'espediente della doppia esplosione (la prima uccide i civili e la seconda i soccorritori. Modus operandi tipico del terrorismo). Gale non esita a utilizzare tattiche opinabili, convinto che il fine giustifichi sempre i mezzi, pur sacrificando ciò che c'è di più sacro al mondo, ovvero le vite umane. Anche in questo caso ci sono diversi personaggi che si immolano per il bene superiore, come Finnick, che a Capitol City è stato spesso venduto come giocattolo sessuale al miglior offerente ed è a conoscenza di molti segreti scabrosi sul regime. Mettendosi a nudo e raccontando quello che ha subito lui, uno dei vincitori più amati, molti a Capitol City cominceranno a farsi delle domande sul loro amato Presidente.
Il colore, come spesso accade, è portatore di tematica anche in questo caso, poiché dai colori dell'arena, dal verde dei boschi tanto amati da Katniss e dal rosso del fuoco, il lettore si trova catapultato in un mondo grigio. Sono grigi i vestiti ed è grigio il cibo, che viene razionato in modo che sia appena sufficiente per arrivare al pasto successivo; ciò è in netto contrasto con lo sfarzo, l'opulenza e lo spreco di Capitol. Ma, per la prima volta in settant'anni, esiste una vera possibilità di combattere alla pari contro Capitol City e il Presidente Snow. Questo non significa che sarà un cammino facile, perché per prima cosa bisogna superare molti traumi e ricucire delle ferite, come recuperare Peeta, che è stato fatto prigioniero e torturato e ha subito un lavaggio del cervello. Peeta continua a essere un personaggio interessante, perché, nonostante tutto quello che ha passato, dal primo libro, sino alla tortura subita nel terzo, resta comunque fedele a sé stesso, preferisce essere tenuto legato e sotto tiro che essere un pericolo per gli altri, a differenza di Gale, che, invece, agisce letteralmente come un terrorista, come dimostra, ad esempio, l'espediente della doppia esplosione (la prima uccide i civili e la seconda i soccorritori. Modus operandi tipico del terrorismo). Gale non esita a utilizzare tattiche opinabili, convinto che il fine giustifichi sempre i mezzi, pur sacrificando ciò che c'è di più sacro al mondo, ovvero le vite umane. Anche in questo caso ci sono diversi personaggi che si immolano per il bene superiore, come Finnick, che a Capitol City è stato spesso venduto come giocattolo sessuale al miglior offerente ed è a conoscenza di molti segreti scabrosi sul regime. Mettendosi a nudo e raccontando quello che ha subito lui, uno dei vincitori più amati, molti a Capitol City cominceranno a farsi delle domande sul loro amato Presidente.
Un ruolo decisivo in questa guerra è ricoperto dai mass media, che in un regime di stampo autoritario/totalitario come questo, sono sempre monopolizzati dallo Stato per mantenere il potere. Quindi, la guerra, oltre che di tipo tradizionale con fucili e pistole, diventa anche mediatica, poiché non solo il Distretto 13 riesce a trasmettere i propri messaggi attraverso i mezzi di cominicazione di massa, ma anche perché parte delle uccisioni e delle battaglie viene mostrata in televisione, con lo scopo di esercitare il terrore.
Il lieto fine, se poi ce ne sarà uno, non arriva con la presa degli obiettivi tattici, né con la fine della guerra, perché la transizione verso il pluralismo è complicata: il presidente Snow è stato catturato e condannato alla pena di morte, anch'essa simbolica e mediatica e a seguito della sua dipartita la Coin si propone di mantenere il potere perché il popolo non è ancora pronto per la democrazia. In questo frangente Katniss deve prendere una decisione difficile, perché un golpe nel golpe potrebebbe esclusivamente alla sostituzione di un dittatore con un altro, senza che vengano concesse tregua e pace al popolo, che continuerebbe a non essere sovrano.
Katniss ha avuto un salto di crescita, ne Il Canto della Rivolta e si evince soprattutto da come cominci a essere assertiva, decidendo per sé stessa e smettendo di essere un semplice volto per la rivoluzione. Il suo ruolo sul campo di battaglia è spesso e volentieri decisivo e finalmente prende una decisione anche in materia amorosa.
Uno degli elementi che contribuiscono a rendere autentico questo libro è il finale dolceamaro: ciò che maggiormente ha caratterizzato Katniss per tutta la durata della trilogia è stata la sua voglia di essere lasciata in pace e provvedere alla sua famiglia. Come deve essersi sentita dopo l'uccisione della sorella che aveva fatto di tutto per salvare? In fondo, tutto è partito proprio da Prim e dalla voglia di proteggerla. Sotto questo punto di vista, tutto è stato inutile: sì, il regime è caduto, ma la sua famiglia si è sgretolata. La protagonista, che non ha mai avuto una visione idilliaca sulla vita, perde definitivamente ogni speranza di felicità duratura, anche dopo la fine della guerra, perché gli incubi non se ne andranno mai.
Il lieto fine, se poi ce ne sarà uno, non arriva con la presa degli obiettivi tattici, né con la fine della guerra, perché la transizione verso il pluralismo è complicata: il presidente Snow è stato catturato e condannato alla pena di morte, anch'essa simbolica e mediatica e a seguito della sua dipartita la Coin si propone di mantenere il potere perché il popolo non è ancora pronto per la democrazia. In questo frangente Katniss deve prendere una decisione difficile, perché un golpe nel golpe potrebebbe esclusivamente alla sostituzione di un dittatore con un altro, senza che vengano concesse tregua e pace al popolo, che continuerebbe a non essere sovrano.
Katniss ha avuto un salto di crescita, ne Il Canto della Rivolta e si evince soprattutto da come cominci a essere assertiva, decidendo per sé stessa e smettendo di essere un semplice volto per la rivoluzione. Il suo ruolo sul campo di battaglia è spesso e volentieri decisivo e finalmente prende una decisione anche in materia amorosa.
Uno degli elementi che contribuiscono a rendere autentico questo libro è il finale dolceamaro: ciò che maggiormente ha caratterizzato Katniss per tutta la durata della trilogia è stata la sua voglia di essere lasciata in pace e provvedere alla sua famiglia. Come deve essersi sentita dopo l'uccisione della sorella che aveva fatto di tutto per salvare? In fondo, tutto è partito proprio da Prim e dalla voglia di proteggerla. Sotto questo punto di vista, tutto è stato inutile: sì, il regime è caduto, ma la sua famiglia si è sgretolata. La protagonista, che non ha mai avuto una visione idilliaca sulla vita, perde definitivamente ogni speranza di felicità duratura, anche dopo la fine della guerra, perché gli incubi non se ne andranno mai.
La Collins, in questo ultimo capitolo della saga, ha reso perfettamente l'idea di come la guerra influenzi la vita di tutti coloro che la incrociano anche senza combattere sul campo di battaglia e di come le cicatrici non smettano mai di tormentare i protagonisti. Il suo stile diretto non è eccessivamente particolareggiato, il che non rende la lettura morbosa e tuttavia il dolore dei protagonisti si sente perfettamente, anche perché sono ben approfonditi e caratterizzati.
Questo libro non smette di grondare sangue, perché la guerra nessuno vince, tutti perdono qualcosa.
Hunger Games è una trilogia splendida, che resta nel cuore di chi la legge e va bene per chiunque voglia leggere un libro che faccia riflettere ma che permetta al lettore di addormentarsi senza avere gli incubi.
Questa era l'ultima tappa del review party prima della recensione del prequel, che avverrà il 29 maggio. Grazie di essere stati con me e possa la fortuna sempre essere a vostro favore.
Fonti:
Gianfranco Pasquino, Nuovo Corso di Scienza Politica
Questo libro non smette di grondare sangue, perché la guerra nessuno vince, tutti perdono qualcosa.
Hunger Games è una trilogia splendida, che resta nel cuore di chi la legge e va bene per chiunque voglia leggere un libro che faccia riflettere ma che permetta al lettore di addormentarsi senza avere gli incubi.
Questa era l'ultima tappa del review party prima della recensione del prequel, che avverrà il 29 maggio. Grazie di essere stati con me e possa la fortuna sempre essere a vostro favore.
Fonti:
Gianfranco Pasquino, Nuovo Corso di Scienza Politica
Possa la fortuna essere sempre a vostro favore è una delle mie frasi preferite. Bella recensione molto accurata.
RispondiEliminaGrazie mille <3
EliminaAdoro le tue recensioni perché non sono banali e non ti limiti a dire "il libro mi è piaciuto perché sì", riesci sempre a trovare cose che a molti sfuggono, creando così un'analisi dettagliata che focalizza l'attenzione sui punti davvero importanti.
RispondiEliminaTi rigrazio. A me piacecapire quello che leggo, non mi piace essere una lettrice passiva
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