Bentornati sul blog, cari lettori. Oggi ci occuperemo di una nuova, interessantissima uscita della Oscar Vault, che ho potuto leggere in anteprima per una tappa di Blog tour organizzato da Beatrice. Se amate la fantascienza, ma soprattutto se siete alla ricerca di una storia originale, leggete questa recensione e questo libro.
- Titolo: Murderbot - I Diari della Macchina Assassina
- Titolo originale: The Murderbot Diaries
- Autrice: Martha Wells
- Traduttore: Stefano A. Cresti
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804727767
- Editore: Mondadori
Trama
Ogni aspetto dalla vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. "Tutto il necessario" comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l'incolumità delle squadre d'esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto. Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l'Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt'altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.
Ogni aspetto dalla vita è dominato dalle grandi corporazioni, missioni interplanetarie comprese: è la compagnia, infatti, che le gestisce, rifornendole di tutto il necessario. "Tutto il necessario" comprende anche gli androidi di sorveglianza, che tutelano l'incolumità delle squadre d'esplorazione. Ma in una società in cui i contratti vengono aggiudicati al miglior offerente, la sicurezza non è esattamente in cima alla lista delle priorità. E così può capitare qualche imprevisto. Per esempio qualcosa di strano succede su un lontano pianeta, dove alcuni scienziati stanno conducendo rilievi sulla superficie, convinti che l'Unità di Sicurezza con componenti organiche fornita dalla compagnia vegli su di loro. Murderbot, però, è riuscita a hackerare il proprio modulo di controllo, e si è accorta di avere accesso ai file multimediali di tutti i canali di intrattenimento. E così preferisce di gran lunga passare il suo tempo tra film, musica, serie tv, libri, giochi, piuttosto che dedicarsi a quegli incarichi noiosi e ripetitivi che non lasciano spazio al suo libero arbitrio. Dotata di una sensibilità tutt'altro che meccanica, Murderbot inizia un avventuroso viaggio alla ricerca di sé che la porterà a scoprirsi assai diversa da quello che i suoi protocolli avrebbero previsto.
Recensione e analisi
Cosa ci rende quello che siamo? È soltanto la biologia a rencerci umani, oppure noi siamo la mente e si può essere persone anche senza essere forme di vita a base di carbonio?
La trama del robot che sviluppa il libero arbitrio non è qualcosa di nuovissimo, eppure, Murderbot è un piccolo gioiello, perché l'ambientazione, ma soprattutto la caratterizzazione dei personaggi, sono rese estremamente particolari. Innanzitutto, è impossibile non parlare della (o del, come vedremo più avanti) protagonista: nella fantascienza non è raro vedere robot assassini che uccidono gli umani dopo aver conquistato la propria libertà.
Immagine dal web |
Qui assistiamo a qualcosa che va decisamente in controtendenza, ovvero un robot che decide di proteggere gli umani, nonostante gli sembrino molto stupidi, perché oltre al libero arbitrio, sviluppa anche un senso etico e, soprattutto, delle emozioni, anche se spesso si tratta di noia, apatia e alle volte un po' di sana misantropia. Paradossalmente rispetta le leggi di Asimov meglio di quanto avrebbe fatto se il suo sistema operativo avesse funzionato correttamente. A tratti, è un personaggio molto spiritoso e dalla battuta pronta, ma altre non si può evitare di provare tenerezza, poiché con l'aumento della sua intelligenza, arrivano anche l'ansia e la depressione. Murderbot è un personaggio con il quale soprattutto gli introversi, i timidi e gli asessuali empatizzeranno, perché non ama essere guardata o stare al centro dell'attenzione, ma cosa più importante, non vuole essere sessualizzata, tanto da non guardare nemmeno le scene di erotiche nelle sue serie tv preferite. Sì. Un robot che dalla vita vuole sono essere lasciato in pace e guardare le sue serie tv, chi mai non empatizzerebbe con questa creatura che ci rappresenta tutti?! A questo proposito, Murderbot non è solo asessuale, ma anche asessuato, il che presenta un'interessante sfida per la traduzione in italiano: nella versione inglese, quando si parla di Murdebot o di qualche altro costrutto o bot, si usa il pronome "it" e ovviamente gli aggettivi e i participi passati associati non presentano concordanza di genere, a differenza dell'italiano. Come è stato risolto questo problema? Usando alle volte il femminile e alle volte il maschile, senza differenze. Murderbot di tanto in tanto si riferiscé a sè usando il femminile, altre volte il maschile, ma il tutto viene fatto in modo talmente organico che quasi non ci si fa caso. La traduzione, quindi, oltre che essere stata sfidante per chi l'ha fatta, ottiene lo stesso risultato i termini di resa del significato, perché se nell'originale si percepisce una forbice tra la spersonalizzazione a cui viene sottoposto e il modo in cui Murderbot percepisce sè stesso, in italiano si capisce dalla prima pagina che quella che abbiamo davanti è una persona, quindi l'ingiustizia del suo trattamento si sente forse anche più fortemente. A questo proposito, è interessante fare una precisazione riguardo all'ambientazione, che non viene mai descritta nei dettagli, eppure il lettore ci si sente immerso e non ha bisogno di troppe spiegazioni. Dalle poche, stringate parole di Murderbot, sappiamo che l'universo del libro non è tutto uniforme, ma esistono vari tipi di comunità, fra cui anche alcuni in cui i costrutti come lei (o lui, se preferite) sono parzialmente liberi, inquanto considerati senzienti. Hanno pur sempre bisogno di un tutore umano, un po' come se fossero solo degli schiavi trattai meglio e, anche in questo caso, Murderbot non ci sta. Decide di compiere un viaggio dell'eroe per trovare sè stesso, perché avendo parti umane e parti meccaniche vive un'esistenza in bilico e ha bisogno di capire cosa vuole per sè. E quello che vuole non è vivere in una prigione dorata. Sarà proprio attraverso questo viaggio che si renderà conto di essere una persona.
Immagine trovata sul web |
Lo stile della scrittura è molto interessante, perché a tratti Murderbot, nel suo flusso di coscienza, ricorre al turpiloquio e a espressioni colloquiali, ma più spesso, specie quando parla con gli umani, risulta professionale, misurata e utilizza un linguaggio tecnico informatico per descrovere le situazioni più disparate. Un esempio chiarificatore può essere quello che si trova a pag 88 "Gli umani non avevano dormito granché la notte prima, per via del sovraffollamento e della possibilità concreta di una morte imminente". Inoltre non c'è una vera e propria trama, quanto un filo conduttore che unisce le quattro novelle che compongono il libro: una serie di avventure in cui Murderbot viene coinvolta e che sono funzionali alla visione della crescita del personaggio.
Gli amanti della fantascienza non possono farsi sfuggire questa perla, ma anche i neofiti possono utilizzare Murderbot per approcciarsi al genere.
N.B.: ho deciso, nella recensione, di utilizzare alternativamente il maschile e il femminile seguendo quanto deciso dal traduttore, dal momento che in italiano non esiste un genere neutro e la Crusca non riconosce come valido l'utilizzo dell'asterisco. Con questo, spero di non aver offeso nessuna persona che si riconosca come agender ed eventualmente vi invito a segnalarmi altre soluzioni.
Gli altri blog partecipanti all'evento. Non perdetevi le loro recensioni! |
Bellissima recensione, mi hai fatto venire voglia di leggere questo libro
RispondiEliminaEra il mio intento. Sono felice di esserci riuscita
EliminaBellissima recensione, mi hai fatto venire voglia di leggere questo libro
RispondiEliminaBellissima recensione, per me hai inquadrato benissimo la protagonista! Anche epr la questione della traduzione sono moolto colpita, immagino non sia stato un lavoro facile ma tu hai saputo apprezzarla, chi ha tradotto il libro dovrebbe leggere cosa ne pensi, ne sarebbe felice!
RispondiEliminaChi sa, maguari ai piani alti della Oscarvò qualcuno la leggerà
EliminaPur non essendo all'attico, leggo, apprezzo e ringrazio! :)
EliminaGrazie mille di essere passato a leggere questa recensione e complimenti per l'ottimo lavoro. Ho avvero apprezzato questa traduzione non sempre succede
EliminaInutile dire che lo leggerò, perché amo l'intelligenza artificiale e ho sempre pensato che prima o poi svilupperà una sua etica e una sua morale!Come sempre un'analisi super dettagliata!
RispondiEliminaSe già ti affascina il tema, questo libro devi decisamente recuperarlo
EliminaMi è piaciuta molto la tua recensione e ora sono ancora più curiosa! Concordo con te, tradurre questo libro non deve essere stato facile... non mi è mai capitato di leggere libri in cui a un personaggio ci riferisse indistintamente al maschile e al femminile. Lo leggerò! 😍
RispondiEliminaQuando lo leggerai ne parleremo, sono curiosa di sapere la tua opinione
EliminaBellissima recensione, come sempre analizzi tutto con grande occhio critico! Chapeau !
RispondiEliminaTi ringrazio molto. Mi è piaciuto da morire questo libro e spero traspaia
EliminaBella recensione, mi sa proprio che ho fatto un errore madornale a non recuperarlo ahahah
RispondiEliminaNon è mai troppo tardi
EliminaFinisce dritto nella wishlist! Non posso dire di no a robot che sviluppano una morale!
RispondiEliminaè anche molto divertente, non fa solo pensare, ma intrattiene anche
EliminaLo avevo vagamente sentito nominare e mi aveva divertito l'idea di un robot pigro che guarda serie tv, ma dalla tua recensione si evince come sia in realtà più profondo di quanto sembri. Amo poi come il traduttore abbia sposato l'idea di un'identità non binaria piuttosto che ridurre tutto al maschile o al femminile -e come tu abbia continuato con questa decisione- e credo che la sua asessualità sia un primo passo per rappresentare una realtà ancora inesplorata. Davvero una bella recensione!
RispondiEliminaTi ringrazio. Penso si sia aperta la strada verso questo nuovo genere di personaggi. Dopo i personaggi femminili che hanno ed esplorano una propria sessualità, ci sono anche i personaggi che non ne hanno nessuna. Il che, secondo molti, è ancora considerato anormale
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