venerdì 23 ottobre 2020

Le Diecimila porte di January


Bentornati sul blog, cari lettori, anche oggi trovate una tappa di review party, organizzato da Ylenia e questa volta il libro in questione è Le Diecimila porte di January. Come sempre, ringrazio la casa editrice per aver fornito il libro in anteprima e andiamo subito a cominciare la recensione e analisi di questo libro delizioso. 

  • Titolo: Le Diecimila Porte di January
  • Titolo originale: The Ten Thousand Doors of January
  • Autrice: Alix E. Arrow
  • Traduttrice: Alice Casarini
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978880472864
  • Editore: Mondadori
 
 
 
 
 
Trama
 
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Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...
 
Recensione e commento
 
Fanart dal web
Le Diecimila Porte di January è una storia apparentemente già vista, ad esempio con Il Mare senza Stelle (vi lascio qui la recensione), uscito solo due mesi dopo. La struttura e il tema sono simili, ma le somiglianze finiscono qui e paragonarli risulta ingiusto per entrambi, poiché differscono per stile e trama e ognuno è interessante a modo proprio. Tornando a Le Diecimila Porte di January, più si va avanti, più si rende conto che c'è di più di una storia già sperimentata, poiché, sebbene il lettore indovini con facilità la trama, non riesce a staccarsi. January è una bambina, ragazza, donna di colore in un mondo fatto da e per gli uomini bianchi, etero e benestanti. January è una creatura a metà in un mondo spaccato in due, diviso tra la modernità e il progresso; infatti la vicenda si svolge fra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, quando i cambiamenti stavano sconvolgendo la civiltà occidentale e lentamente distruggendo ciò che era considerato inferiore. Il suo nome non è scelto a caso, infatto Giano Bifronte era il dio a guardia delle porte, con due facce per controllare sia l'entrata che l'uscita, ma è anche il guardiano della soglia, per definizione un luogo a metà. L'ambientazione storica è a dir poco accurata, ma non ingombrante: January, che è la nostra narratrice in prima persona, che spesso si rivolge al lettore in tono confidenziale, utilizza gli avvenimenti storici realmente accaduti per mostrarci come il suo fazzoletto di mondo cambia ai suoi occhi. January vede un mondo diviso fra "noi" e "loro", dove "loro" sono schiavi, mendicanti, persone con un colore della pelle diverso dal bianco, donne, immigrati, e "noi" sono quelli che comprano, o meglio rubano quello che vogliono. Harrow ci mostra efficacemente come i colonizzatori abbiano applicato in maniera del tutto arbitraria la teoria darwiniana della biologia alla società, in un modo che ha devastato le culture e ha fatto perdere ricchezza all'umanità a vantaggio dei pochi. Non pensate, però, che si tratti di un libro pesante o con un intento moraleggiante evidente: la prosa è molto poetica ed evocativa, all'autrice basta spesso un singolo aggettivo messo nella posizione giusta per descrivere un'intera situazione. Lo stile dell'autrice è spumeggiante e frizzante e riesce a dipingere January come una ragazza dall'apparenza tranquilla con un mare in tumulto dentro. Una ragazza in trappola che cerca una via d'uscita, un'alternativa alla gabbia dorata in cui vive e uno scopo alla sua esistenza da esotico oggetto ornamentale. Qui entrano in gioco le porte: come magistralmente mostrato dall'intreccio, in modo delicato e quasi onirico, esse rappresentano un cambiamento (ricordiamoci che siamo in un'epoca di rivoluzioni e stravolgimenti sociali di ogni tipo), ma anche, appunto, la distinzione, la separazione tra "noi" e "loro", l'alternativa che January cerca, la sua via di fuga, la sua strada.
Fanart dal web
La prima porta che la protagonista deve aprire è quella della sua prigione, quella gabbia dorata fatta di regole e costrizioni sociali che soprttuitto le donne erano forzate a seguire in una società ingiusta, ma spiccare il volo non è mai facile perché le porte sono sempre un'apertura verso l'ignoto, che può anche condurre verso orizzonti negativi. Ma January è anche la prova che l'incontro fra vari mondi (e questa è chiaramente una metafora) e che le parole sono potenti, anche in un universo in cui la forza è data dal denaro, dove con la giusta somma si può comprare la libertà delle persone, sia incatenandole e costringendole a raccogliere cotone, ma anche mettendole in manicomi, con la abusata scusa dell'isteria, quando diventano scomode. Il denaro inaridisce e spoglia le persone della propria essenza vitale, ma chi lo possiede intende mantenere il mondo così com'è, lo status quo è sempre tutto ciò a cui i potenti aspirano, proprio per mantenere la propria posizione: il mondo non è mai stato rivoluzionato da chi aveva tutto, ma da "loro", dagli altri, quelli che non appartenevano a nessuna cattegoria e che stanno dall'altra parte della linea tracciata per terra e che, alla fine, uniscono le forze e aprono una porta. Per questo le porte vengono chiuse. Nessuno ha mai detto che aprirle fosse facile, ma se così non fosse, January non sarebbe l'eroina di questa storia così delicata, a tratti commovente e senza ombra di dubbio imperdibile. 

14 commenti:

  1. Mi è piaciuto tantissimo questo libro che ho letto tutto d'un fiato. Una storia dentro la storia. Come dici tu imperdibile

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  2. Mi intriga parecchio questa storia.. È un libro che voglio recuperare

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  3. Questo è un libro che voglio assolutamente leggere, mi ispira tantissimo anche perché amo questo genere di storie!

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  4. Ciao! Mi è piaciuto davvero tanto come libro! *-*

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  5. L'ho visto ovunque questo libro, il problema è proprio quello, nel senso che quando un libro viene pubblicizzato e ficcato ovunque ho sempre quasi paura di rimanere delusa. La storia è intrigante non lo nego, la tua recensione mi ha quasi convinta. Come sempre brava! Leggerti è sempre un piacere!

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  6. Dopo la tua recensione go comprato il libro! In tbr subitissimo!

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  7. A me non ha entusiasmato molto, l'ho trovato carino ma con alcuni problemi.
    Peccato :(
    Buone prossime letture!

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    Risposte
    1. Posso capirlo, anche io non l'ho trovato particolarmente originale, però l'ho trovata una storia dolce, in qualche modo mi è entrata dentro.
      Grazie mille. Anche a te

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