mercoledì 10 febbraio 2021

Il Regno capovolto

  • Titolo: Il Regno Capovolto
  • Titolo originale: Kingdom of the back
  • Autrice: Marie Lu
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8804735175
  • Pagine: 348
  • Editore: Mondadori
Trama 
 
Nata con uno straordinario dono musicale, la piccola Nannerl Mozart ha un solo desiderio: essere ricordata per sempre. Ma, anche se incanta le platee con le sue straordinarie interpretazioni, ha poche speranze di diventare una celebre compositrice. È una ragazza nell'Europa del Diciottesimo secolo, e ciò significa che comporre per lei è proibito. Suonerà fino a quando avrà raggiunto l'età da marito: su questo il suo tirannico padre è stato ben chiaro. Ogni anno che passa le speranze di Nannerl si fanno più sottili, mentre il talento del suo amato fratellino Wolfgang diventa sempre più brillante, e finisce per oscurarla. Ma un giorno giunge un misterioso straniero da una terra magica, con un'offerta irresistibile: può far diventare il sogno di Nannerl realtà. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere altissimo. Nel suo primo romanzo storico, l'autrice Marie Lu intesse una storia rigogliosa e poetica che parla di musica, magia e dell'indissolubile legame tra un fratello e una sorella.
 
Recensione e commento
 
Quanto più ci si informa, tanto più si viene a conoscenza che la frase "dietro a un grande uomo c'è sempre una grande donna" è quantomai vera. Il problema è che spesso la donna in questione non vorrebbe stare un passo indietro, ma addirittura una maratona avanti, come nel caso di Maria Anna Mozart, detta Nannerl. La sua vita è stata tristemente lineare come quella di moltissime, troppe, donne del suo tempo, perché nonostante la sua bravura in campo artistico, a un certo punto venne data in moglie e smise con i concerti per vari motivi: perché era una donna e perché il padre Leopold non poteva permettersi di portare in tour due musicisti. Ovviamente ha preferito il maschio, che ancora oggi è considerato il più grande genio musicale, sacrificando l'abilità della figlia.
Nannerl
Il Regno Capovolto parla di lei e dell'ingiustizia della sua vita solo perché è nata femmina. Eppure, questo libro, per quanto sia godibile, presenta dei difetti che, nonostante mostrino in maniera evidente l'amore dell'autrice per la figura di Nannerl e le ore di ricerca fatte su di lei, allo stesso modo manifestano un po' di mancanza di coraggio nel raccontare una storia che aveva il potenziale per essere memorabile. Per essere la vita degna di nota e piena di avventura che Maria Anna si meritava. Invece, Il Regno Capovolto ha un andamento molto lineare, privo di avvenimenti particolarmente segnanti e costituisce un po' una narrazione ibrida tra realismo magico, fantastorico e retelling: il worldbuilding ricorda un po' quello de Le Cronache di Narnia o de Lo Schiaccianoci, ovvero un mondo ordinario in cui esiste una protagonista straordinaria che va alla ricerca di un mondo che sia in grado di accoglierla. Il passaggio da ordinario a straordinario si manifesta sia con l'uso dei colori, poiché si passa dai colori cupi e spenti delle città, alle tinte pastello fredde del Regno Capovolto, ma anche attraverso la maggiore attività della protagonista, che finché si trova nel mondo normale è soggetta alle regole dell'ordinario, mentre nel Regno Capovolto affronta delle prove, come nelle favole, per dimostrare di essere straordinaria. Anche la musica, come era presumibile, dato il tema portante del libro, è un elemento di rottura tra i due mondi, poiché Nannerl e Woferl si ritrovano a sentire una musica mai immaginabile quando si trovano nell'ambientazione magica. In questo contesto, i riferimenti al Flauto Magico sono numerosi e rivisitati, ma sono un po' deboli ed eccessivamente "buttati via" nella trama, tanto che un lettore non particolarmente appassionato di opera non li coglierà, il che è un peccato, dal momento che questo libro avrebbe potuto essere un ottimo modo per avvicinare più persone alla musica classica, ma anche e soprattutto perché questo espediente non sfruttato costituisce un'occasione di narrazione persa. Quello del Flauto Magico era un ottimo punto di partenza per poter fare dei voli di fantasia impossibili con altre storie e avrebbe addirittura funzionato benissimo come retelling. Invece sembra che all'autrice sia mancato il coraggio di scrivere una storia segnante, che abbia avuto paura di confrontarsi con la storia, ma così facendo, forse non ha reso giustizia alla vita di Nannerl, anzi, le ha fatto vivere una vita lineare come quella reale e non l'ha innalzata come avrebbe meritato e ha continuato a relagarla al ruolo di "sorella di qualcuno", più che di Nannarl Mozart, la musicista impareggiabile.
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La mancanza di scossoni narrativi si presenta anche nella parte del mondo reale del romanzo, quella in cui Nannerl è costretta a comportarsi da signorina per bene, priva di pulsioni, desideri e aspirazioni personali, perché non è del tutto vero che i fratelli Mozart erano dei geni: il talento in musica esiste fino a un certo punto. Non si "nasce con uno straordinario talento" musicale come dice la quarta di copertina, nemmeno Mozart è nato essendo il genio che ricordiamo: lo è diventato con il duro lavoro ed è acclarato che il padre Leopold sottoponesse i bambini a esercizi sfiancanti, che oggi sarebbero giuistamente considerati maltrattamenti su minori, sin dalla più tenera età. Ma quello che viene presentato nel libro è un semplice padre severo, più che una figura soffocante che spinge dei bambini oltre la soglia delle abilità umane. Anche il rapporto tra Nannerl e Woferl avrebbe meritato più approfondimento, perché non si percepisce visceralmente il loro amore fraterno reciproco, né la complicità che li spingeva addirittura a scrivere assieme un diario segreto e a condividere ogni cosa. 
In realtà, nessuno di questi è un difetto imperdonabile, ma messi tutti insieme rendono il libro nel complesso godibile, ma che è esattamente lineare come la vita vera di Nannerl e che quindi le rende omaggio, ma non giustizia, perché, anche in questo caso, avrebbe meritato di meglio.

8 commenti:

  1. Ecco, io che non sono esperta di opera lirica non avevo colto i riferimenti che hai colto tu, per esempio sul Flauto Magico. Sono stati un po'messi a casaccio, magari andavano accentuati. Ho notato anch'io una mancanza di coraggio da parte della Lu nel dare davvero giustizia al personaggio di Nannerl, poteva osare di più, ma non l'ha fatto. Questo romanzo è un'occasione mancata. Certo, le ha reso omaggio, questo le va riconosciuto, e infatti è stata la cosa che ho apprezzato di più, e che abbia voluto far riflettere sulla condizione delle donne dell'epoca e di altre discriminate, ma il romanzo non spicca il volo, come avrebbe potuto. Peccato...
    Come sempre, bellissima e accurata analisi ;)

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    1. Il problema di questo libro è che è un libro di intrattenimento, ma il pubblico attratto da un libro di intrattenimento non si avvicina di certo alla biografia di Nannerl Mozart. Così come la nicchia non si avvicina, dal momento che è stata appunto constatata questa mancanza di coraggio

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  2. A leggere la recensione sembrerebbe il classico libro che "non ci ha creduto abbastanza". Peccato, perché avrei voluto sapere di più sulle dinamiche familiari e personali di Nannerl. Per quanto riguarda i riferimenti musicali non approfonditi credo bisognerebbe capire quale fosse il pubblico a cui l'autrice si voleva rivolgere: se ad un pubblico "esperto" o ad pubblico a cui non si richiedeva alcuna conoscenza, perché se fosse stato quest'ultimo, sarebbe abbastanza grave questa mancata attenzione al mondo musicale. Davvero una bella recensione, comunque!

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    1. Hai citato proprio quello che secondo me è il problema maggiore del libro: non sa se è carne o pesce, eppure prova a essere entrambi. Davvero un peccato

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  3. Non conoscevo il personaggio storico ma ho già deciso che non leggerò questo libro visto che a quanto pare non aggiunge nulla alla storia originale 😔.

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    1. Puretroppo no. è un libro della buonanotte, ma una persona che vuole un libro della buonanotte non si va a leggere la biografia di nannerl Mozart

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  4. La penso uguale purtroppo, questo libro è un grandissimo "vorrei ma non posso" che non ha reso giustizia a Nannerl come speravo, che peccato 😔

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  5. Non mi ispirava già da quando è uscito, dopo la tua recensione anche no grazie!

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