mercoledì 16 marzo 2022

Radicalized

  • Titolo: Radicalized
  • Titolo originale: Radicalized
  • Autore: Cory Doctorow
  • Traduttrice: Dafne Calgaro
  • Codice ISBN: 978-8804732167
  • Casa editrice: Mondadori
Trama

Spietati e pieni di compassione, i quattro racconti che compongono "Radicalized" gettano uno sguardo implacabile sulle contraddizioni laceranti di quella stessa umanità che, nonostante tutto, potrebbe ancora salvarci. Per esempio. Insegnare ai figli dei vicini come hackerare i loro elettrodomestici andati in blocco dopo il fallimento della casa produttrice può farti rischiare decine di anni di carcere. Oppure. L'American Eagle, il supereroe campione di verità e giustizia, si è accorto che la polizia ha l'abitudine di commettere abusi su persone innocenti, nascondere le prove e mentire al riguardo. E ancora. L'assicurazione sanitaria della moglie di Joe si rifiuta di pagarle nuove terapie. Joe comincia a passare sempre più tempo su un forum online e poco dopo iniziano gli attentati. Infine. Una fortezza nel deserto, attrezzata con cibo, armi e antibiotici. Trenta eletti che sopravvivranno al grande crollo e ne usciranno pronti a ricostruire. Perché loro sono quelli intelligenti. E niente può andare storto.

Recensione e commento


“Il pane è una cosa importante”. È questa la frase che è saltata fuori mentre qualche giorno fa, con Gloria, del blog di Moedisia (date un’occhiata alle loro strepitose ricette letterarie), parlavamo dell’attuale situazione mondiale e degli aumenti dei prezzi che stiamo vivendo. Vengo da una famiglia di panettieri e nessuno sa meglio di noi quanto il pane sia davvero importante, quanto amore, quanta cura e quanta dedizione richieda prepararlo, ma anche quale soddisfazione se ne ricavi quando riesce bene, per questo sono rimasta tanto colpita dal primo dei quattro racconti di questo libro. Pane non autorizzato ha come protagonista una profuga siriana che, dopo aver vissuto la guerra, esserne fuggita, aver perso i genitori, aver vissuto il limbo dei centri di accoglienza, riesce a mettersi i gioco di nuovo e cerca di costruirsi una vita semplice e normale negli Stati Uniti. Quella di Salima è una storia di tante ingiustizie, piccolissime e grandissime, ma la goccia che farà traboccare il vaso sarà il pane che non potrà mangiare a causa di elettrodomestici che permettono di cucinare solo cibi di marche specifiche. La questione è sempre la stessa: i ricchi che fanno i soldi sui poveri e i poveri che dipendono totalmente da un sistema fatto da e per i ricchi. Sembra assurdo pensare che dopo tutto l’inferno da lei vissuto sia proprio l’impossibilità di tostare del pane a farla scoppiare e arrivare alla consapevolezza di voler cambiare le cose, ma allo stesso tempo ha tremendamente senso, perché si giunge a un limite oltre il quale non si vuole più andare, quando si arriva a comprendere di aver attraversato l’inferno non perché si aveva intenzione di restarci, ma anzi, perché si voleva raggiungere il paradiso. I cosiddetti “first world problems” (cioè i problemi del mondo occidentale privilegiato che non ha problemi a mettere insieme il pranzo con la cena e che spesso e volentieri non sono nemmeno veri e propri problemi) in qualsiasi altra situazione e con qualsiasi altra protagonista sarebbero banali e superficiali; con lei diventano, invece, l’ennesima dimostrazione di un mondo che traccia sulla sabbia una linea che divide il “voi” dal “noi” e che colpevolizza i poveri per aver fatto le scelte sbagliate, quando l’unica scelta possibile era quella di sopravvivere. Un mondo anti asimoviano in cui le macchine non soltanto non si ribellano perché non hanno libero arbitrio, ma addirittura sono così addomesticate che non servono l’individuo ma il potente. Il pane è una cosa importante. E non dovrebbe mai essere non autorizzato.

Il secondo racconto è un cosiddetto “pastiche”, ovvero un’opera che imita lo stile di un altro autore o che fa incontrare personaggi di opere e autori diversi. In questo caso specifico vediamo un supereroe alieno, fidanzato con una reporter, che ha come amico un generico amico Bruce miliardario, il quale nel tempo libero si diverte a fare il giustiziere mascherato. La cosa interessante di Minoranza Modello è che per quanti poteri abbia, American Eagle (questo il nome del protagonista) non è lui l’eroe del racconto: egli non può fare molto quando assiste a una brutale aggressione da parte della polizia contro un uomo nero che si faceva semplicemente i fatti suoi. American Eagle ci prova, si mette in mezzo, ma l’opinione pubblica giustifica la polizia e supporta un algoritmo che svantaggia i neri e consente a teppisti fascisti di non essere puniti per quello che fanno, ma anzi, di arruolarsi e ricevere premi per la violenza che elargiscono. American Eagle scopre che il suo privilegio è solo provvisorio, il suo status di bianco può essere revocato in qualsiasi momento, qualora al potente di turno non faccia più comodo che l’opinione pubblica lo supporti. Sperimenta il significato di impotenza e realizza di avere qualcosa da perdere e sarà proprio Wilbur Robinson, l’uomo brutalizzato e definitivamente mutilato dai poliziotti, colui che cambierà le cose, e lo farà, incredibilmente, prendendo botte invece di darle. Robinson riesce a mostrare, grazie alla sua caparbietà, alla sua lungimiranza e con la non violenza, di aver subito un’ingiustizia che non è di certo un'eccezione e lo fa utilizzando la sua propria voce, senza che American Eagle debba prestargli la sua o farsi strada a suon di pugni. Non ha bisogno dell’aiuto dei bianchi, ha solo bisogno che i bianchi non si voltino dall’altra parte, che non lo cataloghino con etichette che non gli appartengono e che i potenti la smettano una volta per tutte di strozzare una minoranza solo per avere forza lavoro docile e addomesticata. È impressionante leggere questo libro, pubblicato in patria nel 2019, dopo la morte di George Floyd, avvenuta un anno dopo: Minoranza Modello è profetico, ma più ottimista rispetto a come sono effettivamente andate le cose nella realtà, dove tutti i giorni uomini come George Floyd o come Wilbur Robison vengono uccisi per motivi futili dovuti soprattutto al pregiudizio sulla loro pelle ed è questa la parte veramente sconfortante, quando si legge Radicalized, ovvero che, per una volta, la fantascienza e la distopia sono migliori della realtà.

Il geniale Cory Doctorow

Diametralmente opposto è il racconto successivo, quello da cui prende il titolo la raccolta, ovvero Radicalizzati. Qui, il tema centrale è la situazione sanitaria, la solita storia già sentita in cui, negli Stati Uniti una persona si ammala e deve decidere se vendere la casa e sopravvivere oppure morire ma riuscire a mettere il pane in tavola senza essersi indebitata. Il protagonista di questa storia, Joe, non ricorre alla violenza in prima persona, ma non fa granché per impedirla nella misura in cui un gruppo di supporto per famigliari di persone ammalate di cancro decide di passare all’azione e farsi esplodere nelle sedi delle assicurazioni che stabiliscono chi vive e chi muore in base a quanto profitto possono trarne. Il flusso di coscienza di Joe passa attraverso tutte le fasi del dolore, ci mostra l’angoscia di dover impedire l’inevitabile, ma al tempo stesso oscilla nell’incertezza di non sapere cosa sia davvero giusto per sé e per la propria famiglia. Questo racconto mostra come l’odio online venga fomentato perché su internet è facilissimo trovare una cerchia che ci dia ragione, in modo così lento ma inesorabile da far dividere troppo facilmente il mondo in dicotomie. In chi ha ragione e chi ha torto. In Radicalizzati non è la non violenza a cambiare il mondo, ma la violenza pura e semplice.

Il quarto e ultimo racconto, La Maschera della Morte Rossa, è senza dubbio quello che in questi giorni di pandemia e di guerra fa più impressione leggere. Il punto di vista è quello di un uomo privilegiato, ricco, in grado di procurarsi col denaro e con la sua posizione tutto ciò che desidera. E cosa desidera, il nostro simpatico Martin? Un bunker antiatomico super tecnologico, rifornito di acqua potabile, armi, antibiotici, energeticamente e termicamente indipendente per essere pronto quando arriverà la fine del mondo. Che arriva in modi molto simili a come la stiamo vivendo noi, prima disordini, poi malattie e compagnia cantante Martin invita con sé, in questa festicciola in occasione della fine del mondo (che ricalca una scenetta molto divertente avvenuta nel 2020, in quel momento in cui negli USA l’isteria era a livelli tali che si temeva di essere aggrediti nelle proprie case per vedersi rubare il cibo) trenta persone che reputa degne della sua presenza, tra donne bellissime per assicurare la riproduzione, ricconi come lui e uomini forti e abili, ma scoprirà molto presto e a sue spese che nessuno, nemmeno lui è davvero pronto per l’apocalisse, per l’isteria, per le malattie, i quali per lui sono esclusivamente degli elementi fastidiosi che minano la sua autorità di leader agli occhi degli altri trenta ospiti del rifugio. Martin è un uomo che avrebbe dovuto fare affidamento sullo spirito di gruppo invece di pasteggiare sui cadaveri degli altri, cosa che scoprirà a sue spese nel finale del racconto, che lascia un barlume di speranza per l’umanità. Leggere la Maschera della Morte Rossa dopo aver vissuto il 2020 lascia al tempo stesso un senso di sollievo e di ansia, perché da un lato abbiamo già vissuto quella che molti pensavano sarebbe stata la fine del mondo e alla fine siamo comunque sopravvissuti, dall’altra siamo di nuovo sull’orlo di viverne una e non possiamo ancora cantare vittoria.

Radicalized è profetico, tagliente, indelicato e diretto, ma assolutamente necessario. Un libro che indaga le fragilità umane, il ruolo della tecnologia nelle nostre vite, del potere, del denaro, del privilegio e che guarda il mondo occidentale senza fare sconti alle sue responsabilità e alle sue imperfezioni. Un mondo futuro non così lontano e che forse stiamo già toccando con mano, anche se ci sta andando decisamente male. Fatevi un regalo e leggetelo anche qualora non foste amanti della fantascienza. 

4 commenti:

  1. Questa recensione è FANTASTICA! Mamma mia, super accurata, mi hai proprio fatto venire voglia di leggere questo libro, sei sempre super analitica, adoro come riesci a trovare così tanti elementi da sviscerare!

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  2. Recensione super esaustiva come sempre, brava! Forse in futuro lo leggerò anche io :)

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  3. Un libro unico nel suo genere. Con la tua recensione mi hai fatto venire voglia di recuperare questi racconti

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  4. Mi piace molto quello che hai scritto! Penso proprio lo leggerò!

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