martedì 31 gennaio 2023

Zombie Friendly: ci si vede all’Inferno

 Ciao bella gente! I libri per la lettura dell’evento di oggi sono stati omaggiati dall’autrice Giulia Reverberi e ringrazio tutte le blogger che hanno accettato di vivere quest’avventura con me. Cominciamo questo viaggio nell’apocalisse zombie.



  • Titolo: Zombie Friendly
  • Autrice: Giulia Reverberi
  • Lingua: italiano
  • Casa editrice: autopubblicato
  • Codice ISBN: 979-8352564660
Trama

Andrew Woodcrown ha sempre pensato che la fine del mondo sarebbe avvenuta in modo drammatico: un asteroide che colpisce il pianeta, uno tsunami che si abbatte sulle terre abitate, un olocausto nucleare che spazza via ogni cosa. E invece no. Nessun comunicato alla televisione, nessun utente social che scrive stati sarcastici su come sarebbe morto da lì a pochi secondi, nessun cielo in fiamme adatto per le foto pre-morte degli influencer.

Il genere umano si è estinto nel silenzio, uno di quelli pieni di imbarazzo, che seguono una battuta brutta. Una folla di zombie ha invaso la tranquilla cittadina americana di Redwood Town, mentre Andy era solo in casa con il suo bassotto Woodstock. Da quel momento la sua vita è cambiata, il suo unico lavoro è diventato non farsi ammazzare. E quando le scorte di cibo hanno iniziato a scarseggiare, ha deciso di affrontare un viaggio alla ricerca della cosa più pericolosa mai esistita: gli esseri umani.

Come sopravviverebbe una persona normale in un apocalisse? Armato di ansia, sarcasmo e cultura nerd, Andy tenta tutti i giorni di rispondere a questa domanda, conscio di avere più limiti di una funzione algebrica e meno possibilità di una relazione nata dalle app di incontri.


I Maya non avevano dato una profezia ma un consiglio.

Dalla penna social di Giulia Bifrost, una storia che parla di identità e coraggio, in un mondo in cui l'apocalisse non è la cosa peggiore che può capitare.


Gabriella Giliberti, giornalista e content creator, nella sua prefazione delinea il percorso evolutivo che riguarda la figura dello zombie, esaminando casi illustri e tracciando un percorso volto a far arrivare il lettore alle potenzialità di questi non-morti, spesso sottovalutati. Abel Montero, con la sua postfazione, permette di dare un'occhiata al dietro le quinte dell'autoproduzione del testo, con particolare attenzione alla comunicazione che ha permesso a questa storia di trovare il suo zoccolo duro di lettori prima ancora di essere messa su carta.


[Attenzione] Questa copia non possiede inserti nè pagine colorate. Per maggiori informazioni seguite le pagine social dell'autrice.


Recensione e commento

Prima di buttare giù la bozza della recensione di Zombie Friendly - ci si vede all’Inferno ho aspettato un paio di giorni dal termine della lettura, non perché non avessi nulla da dire, ma perché avevo bisogno di mettere in ordine le idee.

Giulia, la nostra villain del cuore
Parto con lo spiegare che questo libro è il primo autopubblicato che recensisco sul blog: non ho pregiudizi verso le autrici e gli autori self, ma so l’impatto economico che una recensione negativa può avere su chi non ha alle spalle una casa editrice. Ecco, con Giulia Reverberi (sui social @giuliabifrost) sono andata su sicuro, perché sapevo di non correre questo rischio. Conoscendola attraverso altre piattaforme sapevo di condividere con lei una certa visione della letteratura e infatti non sono rimasta delusa, dato che questo romanzo mi è piaciuto molto.

Zofri, così viene colloquialmente abbreviato il romanzo sulle pagine social dell’autrice, è un romanzo psicologico mascherato da post-apocalittico che ha come protagonista Andy, l’unico sopravvissuto alla malattia di tutta la sua famiglia e che già prima di questo evento portava su di sé il peso dell’ansia e del malessere mentale. Ma incredibilmente, come ogni persona ansiosa sa (eccomi! Presente!) l’ansia in determinate situazioni può paradossalmente rivelarsi un’alleata invece di una nemica, perché il suo cervello sempre allerta consente a Andy di avere delle risorse molto adatte alla sopravvivenza, per quanto sul lungo termine l’ipervigilanza possa essere deleteria. Noi persone introverse, poi, abbiamo visto negli ultimi tre anni quanto la nostra propensione alla solitudine sia stata d’aiuto nei momenti peggiori della pandemia e in un certo senso è così anche per l’asociale Andy, che tuttavia, a un certo punto, sente il bisogno di ritrovare un po’ di contatto umano e parte alla ricerca di una colonia sopravvissuta.

È stata questa la parte del libro che ho preferito: scordatevi sparatorie con i proiettili che volano sui non morti e scene d’azione concitate, Zombie Friendly mostra come, anche quando si trova ben oltre l’orlo del collasso, la società mostri sempre gli stessi problemi, le stesse discriminazioni, gli stessi meccanismi finalizzati al mantenimento dello status quo. Anzi, con la popolazione umana tanto ridotta all’osso e l’impossibilità di creare legami al di fuori di una certa cerchia, le dinamiche di potere saranno ancora più esasperate, dato che gli outsider non sono contemplati in un sistema che per girare ha bisogno di compiti precisi e relazioni prestabilite (o così si dice). Anche nelle apocalissi zombie bisogna essere ingranaggi del sistema, in modo non dissimile dal capitalismo.

L’arco di formazione di Andy è quello di una persona sola che cerca una cerchia in cui stare, ma una volta che ci entra realizza di non essere in grado di omologarsi: Andy cammina come loro, ma non è uno di loro e il girone intero degli emarginati potrà rivedersi in lui. Poi, non mancheranno altri personaggi in cui rispecchiarsi: ogni figura secondaria ha il proprio spessore e caratterizzazione e sarà impossibile confondere le loro voci (vi posso solo consigliare di fare attenzione a questo specifico dettaglio). In particolare, quella di Andy è sarcastica e disillusa, suona triste anche quando cerca di buttarla sul ridere perché sopravvive nonostante non gli sia rimasto nulla. Ma del resto sarebbe strano sbellicarsi nella situazione in cui si trova lui. La qualità più apprezzabile di Andy, tuttavia, per me è stata quella di cercare di mantenere un barlume della sua umanità in situazioni che possono sembrare fuori da ogni morale o senza via d’uscita. Nella caratterizzazione del protagonista Giulia Reverberi non commette l’errore di molte autrici, ovvero quello di mettere troppo di sé stessa nel personaggio: se la conoscete un minimo, vi appare subito chiaro che Andy non è autoreferenziale e dice cose che lei non direbbe mai. Anche questo è stato uno degli aspetti più apprezzabili, perché funziona letterariamente parlando e perché denota un certo grado di umiltà da parte di Giulia nel non volersi inserire troppo nella storia.

In un momento storico in cui dimostrare di avere un’utilità, e quindi il valore di un essere umano viene basato sulla performatività, paradossalmente (o forse no) il peso delle parole diventa ancora più importante tanto che il protagonista si troverà spesso nella situazione di decidere se tacere o meno un’informazione, che ai nostri occhi potrebbe sembrare totalmente innocua. Ad esempio, è quasi doloroso vedere con lui, un bisessuale dichiarato, venga categorizzato a forza nella castellina “etero” per comodità di chi lo circonda, perché l’apocalisse non cambia certe cose. Esattamente come in effetti non cambia i pregiudizi razziali e le dinamiche di potere iniziate e mai finite col colonialismo. 

Con il finale che è quasi un preludio del prossimo romanzo, mi viene da pensare che il secondo capitolo della trilogia non soffrirà della sindrome del libro di mezzo: la carne al fuoco è tanta e Giulia dovrà renderci conto di molte cose che in Zombie Friendly sono state accennate per essere sviluppate successivamente. Quindi spero che la nostra villain del cuore si metta a scrivere il seguito al più presto.

Per chiudere, vi posso solo dire che Zombie Friendly - ci si vede all’Inferno è un romanzo validissimo, dalla prosa fluida e sarcastica e che merita il vostro tempo, specialmente se amate le dinamiche interpersonali verosimili e i personaggi con una psicologia ben sviluppata.

1 commento:

  1. Devo ammettere di aver preferito la seconda parte alla prima; fare conoscenza di Andy e del mondo apocalittico è interessante ma ho trovato molto più appassionanti le parti sulla società dei sopravvissuti e sulle relazioni interpersonali

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