- Titolo: Colorful
- Titolo originale: Colorful
- Autrice: Eto Mori
- Traduzione di: Alessandro Barbaglia & Carlotta Spiga
- Codice ISBN: 9791221204285
- Casa editrice: DeAgostini
Essere morti ha i suoi svantaggi: niente pomeriggi insieme agli amici, niente ramen, niente tramonti da ammirare abbracciati alla persona che si ama. Insomma, niente di niente. Si è solo un'anima senza corpo, in attesa della reincarnazione. A meno che... A meno che tu non abbia commesso un tremendo errore nella vita precedente. In tal caso, è tutta un'altra storia. Per te, il circolo delle rinascite è off limits, c'è solo il grande e oscuro vuoto. A volte, però, il Grande Capo ha voglia di giocare e indice la Prestigiosa Lotteria delle Anime. Perché non dare una seconda possibilità a quei disgraziati?, dice lui. Al vincitore della lotteria viene concessa la possibilità di tornare sulla Terra in un nuovo corpo e con una missione precisa: porre rimedio agli errori del passato prima che il tempo concesso scada. Nessuno vorrebbe sprecare la sua unica seconda possibilità, ma è più facile a dirsi che a farsi, ve lo assicuro. Lo sa bene l'anima vincitrice di questa tornata della lotteria, a cui è capitato in sorte il corpo ― e soprattutto la famiglia ― di Makoto Kobayashi, un timido quattordicenne che si è appena suicidato. L'anima non ha la più pallida idea di cosa fare, ma, forse, scoprire il motivo che ha spinto Makoto a togliersi la vita potrebbe aiutarla a scoprire qualcosa di più anche su se stessa...
Detto questo, ho diverse cose da dire su Colorful, romanzo che ha fatto la storia della letteratura giapponese per ragazzi e che a me non è piaciuto per niente.
La trama è presto detta: un’anima appena trapassata viene rispedita indietro da un angelo perché le viene concessa una seconda opportunità, in quanto ha commesso un errore in vita di gravità tale che le costerebbe l’espulsione dal ciclo delle reincarnazioni. Da questo punto si poteva immaginare veramente qualsiasi cosa, qualsiasi vita, qualsiasi situazione e invece ho trovato problematico il 90% di quello che è stato scritto.
Tanto per cominciare, l’anima a cui viene concessa una seconda occasione si reincarna nel corpo di un ragazzo che si è suicidato ed è costretta a vivere la sua vita. Inserendosi nella vita famigliare di Makoto ne scopre anche le magagne e le ipocrisie quotidiane, perché si sa, la famiglia del Mulino Bianco (o qualunque sia il corrispettivo giapponese) non esiste. In questo frangente sono state moltissime le situazioni che mi hanno lasciata perplessa, prima fra tutte che la famiglia di Makoto: dopo un tentativo di suicidio, si mette pochissimo in discussione e addirittura il fratello maggiore del protagonista lo rimprovera di aver fallito anche nel togliersi la vita. Fratello che poi, a posteriori, risulterà invece profondamente segnato dall’esperienza di Makoto, tanto da fare delle scelte di vita importanti proprio sulla base di questa. Quindi, visto che uno resta segnato dal tentativo quasi riuscito della morte del fratello, gli dice ogni tre per due che dovrebbe ammazzarsi e continua a prenderlo in giro per i più disparati motivi. Faccio molta fatica a inserire questo comportamento all’interno di qualsivoglia contesto sociale diverso dal mio.
Il succo, alla fine della fiera, è che Makoto non avrebbe mai dovuto sprecare la sua vita perché il mondo è bellissimo, il sole brilla, i fiorellini sono colorati, nessuno è perfetto, la vita è un dono e non devi ammazzarti che se non mamma piange e bla bla bla, retorica su retorica su quanto valga la pena vivere nonostante tutto. È Makoto che deve capire, Makoto che deve mettersi nei panni altrui, Makoto che ha interpretato male e non aveva diritto di sentirsi ferito. Ripeto: ho provato più di una volta senso di immedesimazione per il protagonista e comprensione per il suo desiderio di farla finita e questa cosa non è cambiata sul finale, anzi, si è acuita e ho avuto la conferma che davvero nessuno lo conosce per chi è davvero.
Colorful aveva l’ambizione di essere un libro catartico e invece è andato molto vicino a farmi saltare i nervi. Mi dispiace moltissimo doverlo dire, ma faccio fatica a comprendere come possa essere diventato un libro tanto segnante nella cultura di un popolo intero.
Secondo me la letteratura giapponese ha chiavi di interpretazione di vita completamente diverse, legate ai loro valori culturali e al loro modo di vivere che ho sempre trovato affascinanti ma altrettanto difficili da capire. Ecco perché ne leggo pochissima
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