mercoledì 11 dicembre 2024

Il Mondo della Foresta

  • Titolo: Il Mondo della Foresta
  • Titolo originale: The Word for the World is Forest
  • Autrice: Ursula K. Le Guin
  • Traduttore: Riccardo Valla
  • Codice ISBN: 9788804757467
  • Casa editrice: Mondadori 

Trama

Il "mondo della foresta" è il pianeta Athshe, abitato da una specie umanoide di "piccoli ometti verdi" che ha dato origine a una civiltà pacifica, basata sulla conoscenza di sé e sull'armonia dello spirito. I coloni venuti da Terra lo chiamano New Tahiti, ne sfruttano la popolazione, che considerano inferiore, e ne predano le risorse abbattendo indiscriminatamente gli alberi per inviare il prezioso legname sul loro lontanissimo mondo, dal quale la vegetazione è scomparsa. I miti nativi di Athshe si scontreranno loro malgrado con il modo di vivere rapace dei terrestri, imparando cosa siano l'avidità, la violenza, la vendetta. Sesto libro del "ciclo dell'Ecumene", "Il mondo della foresta" (Premio Hugo nel 1973 per il miglior romanzo breve) parla di sopraffazione e resistenza, della perdita dell'innocenza e del potere del sogno. In una trama fantascientifica che riecheggia gli eventi del Vietnam, racchiude, con toni talora crudi, talora fiabeschi, i temi cari a Le Guin: l'eterna dialettica tra bene e male, l'incontro di culture, l'armonia con la natura, la pace.


Recensione e commento

Come ormai saprete, per me è sempre difficile scrivere una recensione su un romanzo di Ursula Le Guin perché qualsiasi cosa io possa dire appare superflua rispetto a tutto quello che ha detto lei da sé. Questo testo non fa eccezione, si esplica perfettamente da solo, ma come sempre cercherò di fare del mio meglio. 

I temi di ambientalismo e diversità sono quanto mai presenti in Il Mondo della Foresta, al punto che sono arrivata a capire che non era lei avanti sui tempi, ma noi estremamente in ritardo. Infatti, in questo romanzo, lei stessa ammette di non aver resistito alla tentazione del pulpito e di farci la morale, per una volta, e, senza mai sfociare nella banalità, ci racconta di un mondo in cui non puoi mangiare i tuoi soldi, una volta che hai bruciato tutti gli alberi e inquinato tutte le acque. Questo romanzo scritto e pubblicato in piena guerra del Vietnam ha sicuramente delle similitudini con la realtà, primo fra tutti l’uso del napalm, la forte presenza della foresta sia come tratto culturale che come elemento strategico in guerra, e di un popolo che in essa riesce a nascondersi al punto da considerarla il mondo intero.

Ci viene mostrato come gli umani si concentrino sempre e solo sulle differenze e mai sulle cose in comune, infatti, come spesso accade nella fantascienza di Le Guin, abbiamo esseri umani che sono stati impiantati sui vari pianeti e lì hanno seguito percorsi evolutivi diversi, ma sono sempre la stessa cosa, anche se adattata a una natura diversa. In questo contesto, l’autrice ci mostra le sfaccettature del razzismo, le sue ipocrisie e i suoi bias, perché i nativi vengono considerati umani o non umani a seconda di ciò che fa comodo all’oppressore: quando si tratta di farli lavorare come asini da soma allora sono facilmente identificabili come animali, ma quando c’è da violentare le donne allora sono abbastanza umane da andare bene. Allo stesso tempo, mentre tutto ciò che viene commesso in prima persona viene considerato legittimo, sacrosanto o quantomeno giustificabile, il pensiero che possa accedere qualcosa di simile a parti inverse diventa insopportabile e disgustoso. Al rapporto tra le due fazioni presenti nel romanzo viene attribuita moltissima della retorica ancora oggi presente nella dialettica razzista, soprattutto per quanto riguarda la cultura e le differenze fisionomiche che nulla hanno a che fare con il pensiero o le capacità.

Lo stesso tipo di traslazione viene fatta anche in ambito ambientalista. Nella prefazione Le Guin ci racconta che in quel periodo era comune per lei unirsi a manifestazioni pacifiche di protesta contro la guerra e contro lo sfruttamento dell’ambiente e che trovasse molto strano che tutto ciò venisse considerato bizzarro. Nel romanzo vediamo che l’utilitarismo verso la terra si giustifica con una indiscriminata deforestazione sul pianeta colonizzato, come se la mancanza di legno sulla Terra, causata proprio dallo stesso identico tipo di sfruttamento, giustificasse tutto. Ci viene mostrata un’umanità che non solo non ha imparato nulla, ma che continua a basare il suo modello economico sulla prepotenza e la prevaricazione, senza mai comprendere che non siamo noi contro la natura, ma noi e la natura assieme.

Sono 160 pagine davvero pregne e personalmente la cosa che amo di più di Le Guin è che non si perda in chiacchiere, perché riesce sempre a delineare anche in un solo paio di battute di un discorso diretto tutto quello che ci serve estrapolare per farci un pensiero nostro. Ed è infatti in questo modo che ci viene raccontato dell’inadeguatezza della politica, perché i politici dei vari enti internazionali e interplanetari sono lì a parlarsi tra di loro, a chiedere tregue, a dire che devono parlare prima con i loro superiori, ma nessuno si prende la briga di trattare con la popolazione locale o di fare a lei delle promesse.

Anche i personaggi sono altrettanto complessi per quanto delineati in pochissimo spazio, solo uno di loro è completamente malvagio, mentre gli altri sono umani e quindi un mix di bontà e cattiveria. Persino il personaggio più positivo è inconsapevolmente sessista, non perché intenda esserlo, quanto perché è nato e cresciuto immerso in quel tipo di società e questo è chiaro dalle cose che dice in merito al suo rapporto con le donne.

Non sono sicura di essere stata sufficientemente convincente, ma non credo che Le Guin abbia bisogno di troppe presentazioni. Non ho mai letto un suo libro pensando “Questo lo ha scritto perché aveva la rata del mutuo”, anzi, ogni sua parola, ogni sua frase è sempre necessaria e la vivo come un arricchimento. Il Mondo della Foresta non fa eccezione, è un libro efficace e all’avanguardia che dovremmo recuperare tuttɜ per sapere quanto tempo abbiamo avuto per cambiare le cose e invece non lo abbiamo fatto.

In 160 pagine è riuscita a criticare l’invasione del Vietnam, la scarsa attenzione verso l’ambiente sia dell’opinione pubblica, sia della politica, che resta indifferente anche davanti ai genocidi. Se dopo cinquant’anni dalla prima pubblicazione non è cambiato nulla allora temo che non fosse lei a essere troppo avanti ma noi troppo indietro.

mercoledì 4 dicembre 2024

Il Ritorno di Rachel Price

  • Titolo: Il Ritorno di Rachel Price
  • Titolo originale: The Reapperarance of Rachel Price
  • Autrice: Holly Jackson
  • Traduttore: Paolo Maria Bonora
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788817185998
  • Casa editrice: Rizzoli
Trama


Luci. Azione. Bugie. Bel, diciotto anni, ha vissuto tutta la sua vita all’ombra della misteriosa scomparsa di sua madre, Rachel. Sedici anni fa la donna è svanita nel nulla e Bel, l’ultima ad averla vista viva, era troppo piccola per ricordare qualcosa. Quel che è certo è che Rachel non c’è più, presumibilmente morta da anni. Bel vorrebbe solo poter andare avanti, mentre invece il fantasma della madre sembra non volerla proprio lasciare in pace. Quando la famiglia Price dà il consenso a girare un documentario su Rachel, il caso viene riportato alla ribalta. Bel non vede l’ora che le riprese finiscano per poter tornare alla sua vita normale, ma poi accade l’impossibile: Rachel Price riappare e addio ritorno alla normalità. La storia che Rachel racconta ha dell’incredibile, e infatti Bel non sa se crederle. Ma se sta mentendo, dove è stata per tutti questi anni? E se non fosse davvero chi dice di essere? Una ripresa dopo l’altra, Bel deve scoprire la verità su sua madre e sul perché è tornata. Una storia sconvolgente sulla ricerca della verità e sulla paura di scoprire chi è davvero la tua famiglia…

Recensione e commento

Il Ritorno di Rachel Price è considerato il peggiore libro scritto dalla prolifica penna di Holly Jackson, creatrice della saga “Come uccidono le brave ragazze”, per intenderci, per cui avendo già sentito dei pareri da chi aveva letto questo nuovo romanzo in lingua originale partivo con aspettative sotto la media, per essere un libro di un’autrice tanto abile.

E devo dire che in realtà i tre quarti del volume sono stati molto piacevoli, se si fosse fermato cento o centoventi pagine prima sarebbe stata una storia davvero gradevole e non avrei avuto molto da ridire: la struttura è agli antipodi rispetto a quella a cui siamo abituate, perché il giallo non è sulla sparizione di una persona, evento che è avvenuto sedici anni prima, ma sulla sua ricomparsa. Siamo ben oltre le ventiquattro ore decisive per la vita di una donna che viene rapita, eppure la sua ricomparsa getta molte ombre sulla famiglia Price, perché nessuno sembra davvero felice di vederla. Il sovvertimento dello status quo da parte sua non viene ben recepito dalla figlia Bel, che aveva solo due anni al momento della sua scomparsa ed era persino presente. Bel ha la certezza che Rachel stia mentendo e fa di tutto per trovare le prove. Questa è stata la parte migliore del romanzo, perché tiene davvero incollate alle pagine, non c’è un attimo di respiro e i colpi di scena sono dietro l’angolo. Gli indizi ci vengono forniti, ma l’autrice è abile a fornire delle spiegazioni che non sono quelle a cui noi lettrici avevamo pensato.

Un’altra cosa che ho apprezzato è che i personaggi non sono confondibili con quelli di un’altra dei suoi romanzi, Jackson non crea dei libri che sono la copia carbone di altre cose che ha scritto, anche se Il Ritorno di Rachel Price oggettivamente pecca un po’ di citazionismo, dato che diverse delle diramazioni della trama sono state prevedibili perché raccontate identiche in altre storie che lei stessa nomina all’interno della prosa. 

Le note dolenti arrivano quasi tutte sul finale, perché il movente che viene fornito è molto debole, un colpevole c’è e basterebbe davvero puntare il dito verso questa persona sin dall’inizio mostrando le prove, eppure questa mancanza viene giustificata con la scusa di non essere credibile, quando in realtà è tutto il teatrino che viene tirato su per tenere su la bugia che non sta in piedi. Una volta che si mette in discussione questo, l’intera trama appare improvvisamente traballante e tirata per i capelli. Inoltre, la psicologia stessa del colpevole avrebbe avuto bisogno di più approfondimento perché appare un po’ troppo all’acqua di rose, dal momento che esistono dei segnali rivelatori della sua personalità ma sono  quelli di uno stadio iniziale di un comportamento violento, non quelli che fanno pensare a un’escalation su cui si può perdere il controllo da un momento all’altro.

Un altro problema che ho riscontrato riguarda l’editing, sia in italiano che in lingua originale. Nello specifico, per esempio, c’è un indirizzo che viene nominato diverse volte e il numero civico cambia ogni volta, per cui leggendo si potrebbe pensare che sia un indizio, che vada a parare da qualche parte e invece no, è solo un errore che evidentemente non è stato corretto in fase di editing. Per quanto riguarda l’italiano, invece, l’uso dell’imperfetto dell’indicativo al posto dell’imperfetto del congiuntivo è criminale e non me lo aspetto da una delle più grandi case editrici italiane. La sensazione è quella che quando una penna arriva a un certo livello di successo e le copie vendute sono garantite venga mandato il manoscritto in stampa senza cercare di trarne il meglio possibile. Un peccato, perché molta sciatteria poteva essere tolta facilmente e il risultato sarebbe risultato ancora più piacevole.

Nel complesso, ho trovato Il Ritorno di Rachel Price gradevole e incalzante. Davvero non sono riuscita a metterlo giù fino a quando non l’ho finito, per quanto avrebbe potuto essere un libro ancora migliore con un po’ di attenzione in più. E oggettivamente, se fosse stato scritto da un’autrice che non mi avesse abituata a standard così alti, forse lo avrei persino promosso a pieni voti, ma visto che stiamo parlando di Holly Jackson sono molto consapevole che potesse fare di più, dato che l’ha già fatto.

L’ultima Ora tra i Mondi

Titolo: L’ultima Ora tra i Mondi Titolo originale: The last Hour between Worlds Autrice: Melissa Caruso Traduttrice: Veronica La Peccarell...