mercoledì 19 marzo 2025

Gli Immortali di Meluha

  • Titolo: Gli Immortali di Meluha
  • Titolo originale: The Immortals of Meluha
  • Autore: Amish Tripathi
  • Traduzione: Maxidia Srl
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788834746417
  • Casa editrice: Fanucci
Trama 


1900 a.C. L’area che gli indiani moderni associano erroneamente alla civiltà della valle dell’Indo, per gli abitanti di quell’epoca era la terra di Meluha, un regno quasi perfetto creato molti secoli prima dal signore Ram, uno dei più grandi re mai esistiti. Ma quell’impero, un tempo fiero e rigoglioso, e i suoi governatori suryavanshi furono costretti ad affrontare gravi pericoli poiché il loro fiume principale, il venerato Saraswati, si stava lentamente prosciugando. Non solo: erano costantemente sotto attacco a causa delle continue incursioni armate provenienti dalla terra dei chandravanshi, a est. L’unica speranza risiedeva in un’antica leggenda: “Quando il male raggiunge proporzioni epiche, quando sembra che tutto sia perduto e che i tuoi nemici abbiano trionfato, un eroe emergerà dalle tenebre.” Era il rozzo tibetano Shiva l’eroe di cui parlavano le leggende? Voleva davvero esserlo? Travolto da un destino improvviso, dal senso del dovere e dall’amore, avrebbe guidato la vendetta dei suryavanshi e distrutto il male? Un romanzo avventuroso che si basa sulla leggenda che ruota intorno al mito di Shiva, una lotta senza scrupoli tra bene e male sia nella profondità dell’anima che sul campo di battaglia.

Recensione e commento


In questi anni sto cercando di ampliare i miei orizzonti come lettrice e di non focalizzarmi solo sulla letteratura occidentale. Quando Fanucci editore mi ha proposto la lettura di Gli Immortali di Meluha ho subito colto l’occasione con entusiasmo e curiosità.

Ebbene, le mie aspettative sono state solo parzialmente rispettate perché, sebbene io abbia compreso gli intendi di Amish, non sempre, a mio avviso, è riuscito a portarli a compimento con efficacia. Questo accade principalmente perché non mi è stato ben chiaro il pubblico di riferimento: se il lettorato a cui si rivolge principalmente è quello indiano, allora ci sono troppe spiegazioni di fenomeni culturali a cui quella società è già abituata perché ci vive immersa, come il sistema castale e altre dinamiche religiose che conosce perché le vive quotidianamente; se il lettorato è quello occidentale, allora il tipo di narrazione non è adatto a raggiungere il pubblico di riferimento perché alcune strutture narrative sono un po’ superate, prima fra tutte quella dell’eroe che supera gli ostacoli senza alcuna difficoltà. Raccontare una storia epica con una figura mitologica che è diventata una divinità sicuramente non è semplice, il mio problema come lettrice non è stato tanto nella storia in sé, che ha tutti gli elementi che servono per essere memorabile, quanto nella mancanza di conflitto interno al personaggio. Infatti, la trama è legittimamente incentrata su intrighi politici e smottamenti sociali da risolvere, eppure, Shiva vacilla raramente. Certo, a parole rinnega spesso di essere un messia con la verità in tasca, ma nei fatti non sbaglia un colpo e tutto quello che tocca diventa oro, ha sempre delle idee che salvano la vita a chi in quel momento è in difficoltà anche quando qualcun altro avrebbe potuto arrivarci prima di lui. E in effetti, tenendo conto di tutto questo, immagino che sia proprio lo stile di scrittura il problema principale, più che la storia in sé, non tanto perché manca di immersività, dal momento che ho letto moltissimi libri bellissimi che non hanno uno stile di scrittura immersivo, quanto proprio per la caratterizzazione dei personaggi che è eccessivamente dicotomica per essere credibile.

Un altro problema che ho riscontrato è quello degli anacronismi, che anche in questo caso è ricollegabile a quello della confusione del pubblico di riferimento. Ci sono troppe spiegazioni scientificamente accuratissime che non possono essere credibili in un romanzo storico ambientato nel 1900 a.C., anche nel contesto della letteratura fantasy ci sono dei limiti alla sospensione dell’incredulità. Infatti, si parla di lunghezze d’onda, di ossidazione delle cellule e di tossine, tutti argomenti che, a spanne, sono stati studiati per secoli ma che hanno sicuramente avuto una chiusura almeno tre o quattromila anni dopo. Nei momenti in cui si discuteva dell’esistenza di un gas chiamato ossigeno o della natura dei colori, che esistono perché un oggetto respinge solo determinate lunghezze d’onda, la sospensione dell’incredulità veniva completamente meno perché è il contesto storico a far sì che sia così.

A parte quest criticità, il romanzo in sé è abbastanza scorrevole, si legge in poco tempo anche perché non ci sono particolari fasi di stop in cui ci si potrebbe piantare, anche perché sono appunto gli eventi che si susseguono, tra alleanze, attacchi terroristici e complotti, a essere la parte interessante. Ho molto apprezzato anche le numerose critiche che l’autore muove verso il suo Paese, specialmente per quanto riguarda la misoginia. Infatti, si scaglia apertamente, anche nelle note alla fine, contro chi sostiene che la violenza di genere abbia un’origine riconducibile al periodo di cui lui scrive e spiega che questo sia un falso storico da combattere. Nel romanzo inserisce numerose donne in posizione di potere e/o istruite ai massimi livelli nella propria professione e non esita nemmeno a definire la violenza sessuale come una pratica abominevole che deve essere arginata al più presto. Potrebbe sembrare scontato, ma non lo è, dato che il tasso di stupri in India è allarmante, e si parla solo di quelli denunciati, per cui è encomiabile che un autore che ha raggiunto un pubblico tanto vasto abbia utilizzato il suo potere mediatico per denunciare un fenomeno che nella sua società viene criminalizzato ancor meno che nella nostra.

Concludendo, Gli Immortali di Meluha è un libro un po’ confuso per quanto riguarda i suoi intenti, ma che presenta degli aspetti interessanti che però non sono sufficienti a farne più che un libro di puro intrattenimento. È una piacevole lettura domenicale che magari vi aiuterà a scoprire qualcosa della cultura indiana e della sua Storia

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