- Titolo: La Straordinaria invenzione di Hugo Cabret
- Titolo originale: The Invention on Hugo Cabret
- Autore: Brian Selznick
- Traduttore: Fabio Paracchini
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804614159
- Pagine: 592
- Editore: Mondadori
Trama
La luna, le luci di una città, una stazione affollata, due occhi spaventati. Le immagini a carboncino scorrono come in un cinema di carta fino a inquadrare il volto di Hugo Cabret, l'orfano che vive nella stazione di Parigi. Nel suo nascondiglio segreto, Hugo coltiva il sogno di diventare un grande illusionista e di portare a termine una missione: riparare l'automa prodigioso che il padre gli ha lasciato prima di morire. Ma, sorpreso a rubare nella bottega di un giocattolaio, Hugo si imbatterà in Isabelle, una ragazza che lo aiuterà a risolvere un affascinante mistero in cui identità segrete verranno svelate e un grande, dimenticato maestro del cinema tornerà in vita. Tra romanzo, cinema e graphic novel, un libro in cui le parole illustrano le immagini. Età di lettura: da 12 anni.
Recensione
Così come in una canzone i silenzi sono musica, ne La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret i disegni sono trama.
Leggere questo libro è un'esperienza differente da qualsiasi altra, perché aprendolo non si ha la sensazione di immergersi nelle parole, quanto di entrare nel buio della sala di un cinema e vedere le scene proiettate sullo schermo illuminato, per questo i bordi delle pagine sono colorati di nero e ogni capitolo comincia con una cornice in stile cinema muto. Assieme ai libri, il cinema è l'altro settore in cui tutto è possibile, ed è proprio di questo che tratta La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret: di fantasia e di possibilità. Di quanto siano importanti l'arte e la fantasia in un mondo che cerca di farci andare sempre più veloci per farci produrre di più.
Questa è la storia un bambino di nome Hugo, che ha perso tutta la sua famiglia, ha bisogno di uno scopo per andare avanti con la sua vita, e di George Méliès, personaggio realmente esistito e che ha portato l'illusionismo e la fantasia nel mondo del
Questa è la storia un bambino di nome Hugo, che ha perso tutta la sua famiglia, ha bisogno di uno scopo per andare avanti con la sua vita, e di George Méliès, personaggio realmente esistito e che ha portato l'illusionismo e la fantasia nel mondo del
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Citazione di "L'arrivo di un treno alla stazione, di La Ciotat" Si dice che Méliès fosse presente alla proiezione, ma non c'è certezza. |
cinema. La narrazione è funzionale alla spiegazione delle immagini, che sono spesso illustrazioni o fotogrammi di film realmente girati da Méliès o da altri. La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret è un libro semplicemente magico, più cinematografico che letterario, anche grazie alla regia che cambia punto di vista o zooma sui disegni. Il bianco e nero del cinema muto aiuta tantissimo a immergersi nell'atmosfera da cinema appena nato e a immaginare ancora meglio il buio della sala, dove i sogni si avverano e non esiste niente di impossibile: la luna ha gli occhi e le stelle prendono vita.
La cosa interessante è che in questo mondo, la fantasia si può raggiungere con qualcosa di terreno e deve essere creata attraverso ingranaggi e fatica. Qui, ritorna, come in moltissimi altri libri, il simbolo dell'orologio, composto da ingranaggi, che rappresentano l'incastrarsi delle persone e degli eventi che finiscono col dare vita alla vicenda, ma soprattuto il tempo, che cura tutto e restituisce sempre tutto a tutti.
Qui potete trovare Viaggio sulla Luna, di Méliès.
Qui, invece, potete trovare una versione a colori dello stesso film. La versione è totalmente inaffidabile, ma dà un'idea di come dovesse apparire il cinema colori di quel periodo. Sono esistiti diversi tentativi, nel corso della storia, di fare il cinema a colori, come la colorazione diretta sulla pellicola, oppure il metodo che utilizzava la chimica e il cambiamento del pH della pellicola, ma esistevano ancora altri metodi. Le copie a colori erano senza dubbio le più costose, ma anche le più richieste. Quindi il pubblico degli esordi era più abituato ai colori che al bianco e nero.
Si ringrazia Anna Casùla per le preziose informazioni e spiegazioni cinematografiche.
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