Bentornatɜ sul blog, carɜ lettorɜ. La recensione di oggi riguarda l'ultima fatica pubblicata dalla casa editrice Fazi, che ringrazio per avermi fornito in anteprima il file per la lettura, per un evento organizzato dalla mia amica Francesca (qui trovate il suo blog). Cominciamo subito con una carrellata di informazioni base. Buona lettura.
- Titolo: Piranesi
- Titolo originale: Piranesi
- Autrice: Susanna Clarke
- Traduttrice: Donatella Rizzati
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788893258678
- Pagine: 268
- Editore: Fazi
Trama
Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora
gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le
meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I
corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono
esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in
rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi:
fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore,
mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi
sommergono i saloni inferiori.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.
Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo.
Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancora troppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso.
Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.
Recensione e analisi
Una delle prime cose che vengono insegnate a scuola, quando si comincia con le prime analisi del testo, è capire bene il motivo per il quale un autore ha dato un determinato titolo alla sua opera. Nonostante Piranesi sia un romanzo allegorico e surreale, un Piranesi è esistito veramente e si chiamava Giovanni Battista ed era un incisore, architetto e teorico dell'architettura veneto. La sua arte, proprio come questo libro, non era incasellabile in un unico schema, dal momento che aveva radici sia romane che veneziane, che utilizzava lo stile rococò, ma sfociava anche nel neoclassicismo e sosteneva la superiorità artistica romana su quella greca e per il quale le antiche rovine non vanno guardate con distacco, ma bisogna lasciare che suscitino forti emozioni. Tra le altre cose, è considerato una delle maggiori influenze dell'immaginario gotico: Walpole si ispira alle Carceri di Giovanni Battista Piranesi per scrivere Il Castello di Otranto, il primo romanzo gotico. Le Carceri sono, appunto, delle incisioni raffiguranti degli spazi labirintici, con scale, ponti smisurati, in cui si è liberi di spostarsi da uno spazio all'altro, ma risulta impossibile uscire e che costituisce una prigione mentale più che fisica (Escher stesso si è ispirato a Piranesi). Sapendo questi elementi sulla vita di questo artista così eclettico, comprendere il libro di Clarke sarà assai più facile, poiché il protagonista della storia, Piranesi-senza-Giovanni-Battista è un uomo che vive in un labirinto, che lui chiama la Casa, un po' come se fosse una divinità. La casa è disseminata di statute di marmo dall'aspetto classico, le quali costituiscono senza dubbio una metafora, ma spiegare il significato di ciascuna porterebbe via tantissimo spazio e il piacere della lettura. Al di sopra della Casa ci sono le nuvole, al di sotto il mare. Non esiste nient'altro che il qui e ora. Ci sono testimonianze di altre persone nella Casa, ovvero tredici scheletri di persone che sono morte, più la presenza di una persona che Piranesi chiama L'Altro, un uomo sempre ben vestito, con le scarpe lucide, che maneggia marchingegni scintillanti e di cui il protagonista si fida ciecamente. Parlare della trama di questo libro è quasi inutile, dal momento che trattandosi di un romanzo allegorico quello che è più importante è il messagio che l'autrice intende mandare, infatti, Piranesi è uno di quei libri che offrono diverse interpretazioni a seconda della persona che legge. Ad esempio, uno spunto interessante è quello costituito dalla relazione L'Altro-Piranesi, che è un rapporto superiore-subordinato e ricorda molto quello dell'Occidente industrializzato che tiene in pugno tutto il resto del mondo. Ma anche il legame che Piranesi ha con la Casa vale la pena di essere analizzato: è in simbiosi con essa e non prende mai più di quanto sia necessario, non è avido ed è grato dei doni che lei offre.
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Anche la simbologia è in un certo qual modo già conosciuta, soprattuto per quanto riguarda gli elementi naturali e in particolare gli uccelli, che vengono citati spesso e nel dettaglio e ciascuno con un significato diverso, ma quello che ricopre sensa dubbio il ruolo fondamentale è l'albatros, la cui iconografia è già consolidata da autori come Coleridge o Baudelaire, e che rappresenta classicamente la salvezza. La sua apparizione indica che le pene del protagonista stanno per finire (nessuno spoiler, dal momento che succede subito, nel libro).
La conslusione del libro è forse il punto che dà più problemi perché, nonostante Piranesi abbia avuto una formazione interessante che lo ha reso una persona diversa da ciò che è stato in passato, forse è un po' frettolosa e non perfettamente in linea con il resto del romanzo.
Piranesi potrebbe non cantare al vostro cuore, ma la qualità è indiscussa e vi piacerà soprattutto se volete immergervi in un altro mondo e mettere alla prova le vostre capacità deduttive.
Questa recensione è bellissima! Non riesco a capire se il libro potrebbe piacermi oppure no, proverò a cimentarmi nella lettura!
RispondiEliminaSecondo me, per quanto riguarda te, non sei nel periodo giusto per affrontare una lettura simile
EliminaQuesto probabilmente sarà uno dei miei prossimi acquisti perché è proprio il genere di libro che adoro! Recensione stupenda, non vedo l'ora di leggerlo ❤️
RispondiEliminaPoi sono curiosa di sapere cosa ne penserai
EliminaHo apprezzato molto questo libro ❤️ soprattutto per le sensazioni piacevoli che m ha dato. Non, mi osno, soffermata sul simbolismo o sui messaggi nascosti. Ho apprezzato solo la piacevolezza di questa opera
RispondiEliminaInvece nel mio caso i simboli sono l'unica cosa che ho apprezzato, emotivamente non mi ha lasciato moltissimo
EliminaPreferisco di gran lunga le tue analisi alle mie recensioni decisamente più corte! XD
RispondiEliminaQuindi il fatto che la Casa mi ricordava Escher non è stato un caso! Non sapevo fosse stato influenzato da Piranesi. 😉
Secondo me sapere queste informazioni prima, su Piranesi, Escher etc, mi ha rovinato un po' la lettura perché non sono rimasta sorpresa. Forse è uno dei motivi per cui non mi sono emozionata con la lettura
EliminaQuando hai parlato di scale sospese e stanze labirintiche mi è venuta in mente la scena del film Labirynth con David Bowie e mi hai incuriosita, ma non credo che lo leggerò, non credo faccia proprio per me. La tua analisi è come sempre perfetta ❤️
RispondiEliminaGrazie mille per il tuo commento, è bellissima l'immagine che ti ha suscitato. Penso che comunque non sia un romanzo per tutt3
EliminaSecondo me va a un livello più profondo .. no. Soltanto allegorico ma simbolico vero e proprio ! Come sai dalla mi recensione ... adoro per l’analisi che hai fatto albatros -salvezza
RispondiEliminaDalla tua recensione si capisce benissimo che è un libro che hai trovato toccante, nel mio caso la cosa che ho preferito è stata proprio la costruzione tecnica
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