- Titolo:Addendum alla proposta di legge sul diritto all'autodeterminazione degli oggetti
- Autrice: Sephira Riva
- Lingua originale: italiano
- Codice AISIN: B0925C55SJ
- Editore: Delos Digital
Trama
Uno sgangherato laboratorio di ricerca nelle isole Svalbard. Una
macchina per il controllo del clima che fa grandinare nei corridoi. Un
trio di giovanǝ ricercatorǝ con un incarico impossibile: il reverse engineering
di un manufatto extraterrestre, commissionato da alieni incorporei
(anzi: alien* incorpore*, perché non conosciamo il loro sesso). Cos’è il
reverse engineering? E che aspetto ha un alieno incorporeo? La geniale autrice esordiente Sephira Riva gioca con i topoi della fantascienza e con il linguaggio inclusivo, per raccontarci la storia più surreale mai apparsa su Futuro Presente.
Recensione e commento
Allora, ci sono una greca, un musulmano asperger, un cileno, unə non binariə e qualche alien* e sono tuttə scienziatə in un laboratorio di ricerca. Sembra l'inizio di una barzelletta e invece no, è l'ultimo racconto di Sephira Riva e SI PUÒ FARE! Scrivere di fantascienza con personaggi che non siano i soliti maschi bianchi etero che sparano agli alieni (anzi, alien*) di turno senza alzare un sopracciglio si può fare. Qui nello specifico viene sempre utilizzato un linguaggio inclusivo attraverso la schwa o l'asterisco e no, la correttezza politica (o political correctness che dir si voglia) non ha minimante rovinato la trama né reso la narrazione meno godibile, anzi, le dinamiche tra personaggə appaiono rinfrescate rispetto alle rigide strutture tradizionali, proprio perché rappresentano un cosmo inesplorato di nuove possibilità. Lə protagonistə della storia sono alle prese con un mistero da svelare: che cos'è un misterioso oggetto che alcun* alien* hanno portato nel loro laboratorio? La risposta non solo sarà esilarante, ma anche i teatrini per arrivarci saranno divertentissimi, perché lǝ scienziatǝ in questione sono quanto di più lontano ci sia dal tipico ritratto da accademico impomatato e rigido, con gli occhiali tondi in bachelite e i capelli sparati a cui siamo abituati. Infatti, le battute e i piccoli drammi si sprecano e durante la lettura si ridacchia più di una volta (spesso alle spalle di Paco. Maledetto Paco,
che costruisce pompe per l'acqua per i bambini poveri e rifugi per i gorilla senza mamma). Inoltre, si vede benissimo che l'autrice è veramente una scienziata, perché il linguaggio tecnico usato non è nemmeno vagamente rigido o usato a sproposito, ma amalgamato nella scrittura in modo fluido e naturale. In pratica, Sephira Riva riesce a usare le parole "macchina per calorimetria differenziale a scansione" come noi comuni mortali senza dottorato in chimica diciamo "frullatore giallo in cucina appoggiato sul tavolo", senza altisonanza o pompa magna (semicit.).
L'autrice |
In sostanza, questo racconto riesce a far riflettere sulla natura della conoscenza e sul linguaggio inclusivo, mostrando quanto in realità la political correctness non sia un ostacolo alla creatività, ma una nuova possibilità narrativa che merita di essere coltivata e incoraggiata.
Sembra davvero scritto molto bene, spero che possa aiutare a rendere più fluido il tema del linguaggio inclusivo, ancora molto screditato. Poi come racconto in sé sembra davvero molto carino, spinge proprio alla lettura😍
RispondiEliminaSì, la storia in sè è davvero godibile e penso che sia proprio il fatto che sia divertente a sdoganare finalmente il linguaggio inclusivo
EliminaNon lo conoscevo ma potrebbe piacermi questa nuova fantascienza!
RispondiEliminaTe lo consiglio, il libguaggio inclusivo rappresenta una nuova frontiera, non un limite
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