- Titolo: La Mano Sinistra del Buio
- Titolo originale: the left hand of darkness
- Autrice: Ursula Le Guin
- Traduttrice: Chiara Reali
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 9788804732051
- Editore: Mondadori
Trama
Sul pianeta Inverno, coperto di ghiacci perenni e dominato da una struttura semi-feudale, l'Ecumene ha inviato un emissario, Genly Ai, incaricato di convincere gli indigeni a unirsi alla Lega. Non sarà facile per lui entrare in contatto con gli abitanti di quel mondo alieno, ancora ignoto, che trascorrono i cinque sesti della loro esistenza in uno stato ermafrodito neutro, per poi essere maschi o femmine solo nei giorni del kemmer. Per riuscire nel suo intento, l'Inviato dovrà superare differenze biologiche, culturali, psicologiche, sociali e comprendere articolate organizzazioni politiche, oltre che affrontare condizioni estreme in un attraversamento del grande Nord degno di Jack London. Opera rivoluzionaria per i suoi aspetti concettuali e stilistici, "La mano sinistra del buio" descrive - nota Nicoletta Vallorani - «la progressiva costruzione di un rapporto di amicizia tra diversi che oltrepassa con spontaneità struggente ogni genere di differenza, e ogni differenza di genere». La nuova traduzione di Chiara Reali riesce a restituire tutti i colori di un testo complesso e delicato, un romanzo dallo stile fluido e composito, che mostra come categorie da noi ritenute determinanti non lo siano affatto, e come sia possibile progettare una cultura che da esse prescinda. «E questo che insegna la creazione immaginaria,» conclude Vallorani «ipotizzare mondi che potrebbero insegnarci qualcosa sul nostro.»
Recensione e commento
Quindi, ricapitolando, Ursula Le Guin nel 1969 (MILLENOVECENTOSESSANTANOVE) ha parlato in un unico libro di:
- Persone genderfluid/agender con relativa questione linguistica,
- Macchine a motore elettrico non alimentato da fonti non rinnovabili,
- Riscaldamento globale.
La recensione potrebbe anche fermarsi qui, anche perché da un lato ci sono troppe cose da dire, dall’altro non si sa da quale parte cominciare, quindi proviamo ad andare con ordine.
Partiamo col dire che se state cercando una lettura per passare il tempo, che vi intrattenga senza essere eccessivamente impegnativa e che rispetti i canoni della letteratura contemporanea, questo libro non fa per voi. La Mano Sinistra del Buio è un fantascientifico vecchio stile, di quelli pieni di descrizioni, in cui spesso il flusso di coscienza ha la meglio sull’azione e il linguaggio è talmente aulico che a volte sembra di leggere un testo sacro come la Bibbia, tanto la prosa è altisonante. Nella costruzione del mondo si vede che Le Guin è avvezza a scrivere fantasy, perché l’ambientazione, dal punto di vista dell’approfondimento della mitologia e della cultura dei vari popoli che abitano il pianeta Inverno, è più vicina a quella di un high fantasy che a uno scifi come lo si intende comunemente. Non ci sono battaglie interstellari con navi armate fino ai denti o sfoggio di particolari marchingegni tecnologici: la modernità avanguardistica di Le Guin si vede da altre cose, una su tutte l’immaginazione di una società in cui non esistono generi e sessi (e Le Guin non fa MAI confusione tra le due cose, nel 1969. Direi che fare confusione nel 2021 ha pochissime scuse…) se non nel periodo che corrisponde all’estero, in cui chiunque ha diritto alle ferie pagate. Quindi nel 1969 Le Guin ha piazzato in punta di piedi anche un riferimento a un fenomeno che ancora oggi, ben 52 (CINQUANTADUE) anni dopo è ancora dibattuta e ignorata. È quasi spaventoso vedere quante cose abbia indovinato e quante, purtroppo, non siano cambiate rispetto al suo tempo.
La mancanza di generi binari, poi, produce una serie di effetti a cascata nell’organizzazione sociale, tanto che al protagonista, un maschio terrestre, sembra totalmente impossibile da ricreare nelle società bigenere. Egli stesso si domanda in diverse occasioni se le differenze che conosce tra sé stesso e le donne della sua specie siano biologiche o dovute da ruoli sociali imposti e non se ne sa dare risposta. Per lui la società agender di Inverno è totalmente incomprensibile, al punto che in base alla persona che si trova davanti decide di volta in volta se sia uomo o donna a seconda alle qualità individuali (neanche a dirlo, spesso gli individui pieni dì difetti sono considerati donne o ragazze) e si rivolge a loro utilizzando il maschile perché più generico per antonomasia, proprio in virtù del fatto che la società terrestre è basata su un dualismo privo di vie di mezzo. Solo con il tempo e il suo viaggio, fisico e interiore, capirà che in natura esiste anche il neutro, esistono il tutto e il nulla. Le Guin è stata semplicemente geniale anche nella gestione delle dinamiche interpersonali in una società in cui non esiste la guerra eppure esistono i rancori, l’omicidio, l’orgoglio. Utilizza, inoltre, un protagonista di colore e una popolazione autoctona non bianca, in un periodo in cui la letteratura era popolata da maschi bianchi etero e soltanto negli ultimi anni si sta cominciando a parlare di letteratura fantasy inclusiva. Ebbene, lei è stata una precorritrice ed è forse questo il motivo per il quale la prima edizione di questo libro in italiano, pubblicata nel 1971, non è stata poi portata avanti fino ai giorni nostri e questo libro è sparito dagli scaffali. Le Guin era troppo avanti in un Paese in cui il fantastico è visto come un genere (non) letterario di serie B e le sue menzogne al servizio della verità non sono state apprezzate. Ma forse adesso i tempi sono maturi per questa storia vecchia di cinquant’anni eppure straordinariamente contemporanea!
L’accuratezza scientifica, che poi è ciò che rende questo romanzo un fantascientifico, si spinge a dei livelli che fanno quasi paura e a tratti suonano come delle profezie, come nei riferimenti alle macchine alimentate a batteria o all’anidride carbonica che nel giro di qualche generazione farà aumentare la temperatura del pianeta. Considerando che Inverno è coperto di ghiacciai che sciogliendosi in primavera creano dei torrenti, un fenomeno globale e permanente creerebbe degli effetti catastrofici a lungo termine, eppure tutti se ne lavano le mani perché il problema sarà delle generazioni successive. Vi suona familiare?
La Mano Sinistra del Buio è senza dubbio un libro a tratti ostico e dotto per stile di scrittura, ma è una lettura necessaria, bellissima e arricchente nel bagaglio di chi ama la fantascienza e/o ha a cuore i temi femministi che tratta.
Non tanto per la fantascienza, che ahimè non amo, ma per i temi femministi, sì, lo leggerei!
RispondiEliminaParadossalmente se non ami la fantascienza questo potrebbe essere proprio il libro con cui cominciare, perché non ci sono spade laser o astronavi, ma tantissimi rapporti umani
EliminaLe Guin è sempre una garanzia ma con questa recensione mi hai convita, devo assolutamente recuperare questa lettura, se penso al periodo in cui è stata scritta e alla grande attualità che ha saputo portare, resto sbalordita!
RispondiEliminaA te piacerà sicuramente
EliminaLeggo pochi fantascientifici però mi piace abbia trattato dei temi a noi cari così precocemente
RispondiEliminaEra avanti di 50 anni, questa donna!
EliminaÈ un genere che non leggo molto però credo che mi possa piacere.
RispondiEliminaSi tratta di fantascienza sociale, se non ti piace la fantascienza comunemente intesa, queso potrebbe piacerti
EliminaNon ho mai letto penso un libro così! Devo farlo...
RispondiEliminaTu adorerai Le Guin!
EliminaBeh, non potrei concordare di più!
RispondiEliminaGrazie, Ale, tu sì che mi capisci
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