mercoledì 22 dicembre 2021

Il Cardellino

  •  Titolo: Il Cardellino
  • Titolo Originale: The Goldfinch
  • Autrice: Donna Tartt
  • Traduttore: Mirko Zilahi de’ Gyurgokai 
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8817090933 
  • Editore: Rizzoli

Trama:

La storia di Theo Decker, sopravvissuto, appena tredicenne, all’attentato terroristico che in un istante manda in pezzi la sua vita. Solo a New York, senza parenti né un posto dove stare, viene accolto dalla ricca famiglia di un suo compagno di scuola. A disagio nella sua nuova casa di Park Avenue, isolato dagli amici e tormentato dalla nostalgia per la madre, l’unica cosa che riesce a consolarlo è un piccolo quadro dal fascino singolare. E da lì, il suo futuro diventa una rocambolesca giravolta tra salotti chic, amori e criminalità, guidato da una pulsione autodistruttiva, impossibile da controllare


Recensione e commento

Come si fa a descrivere un libro in cui abbiamo trovato una parte così consistente di noi?

La penna di Donna Tartt, dopo Dio di Illusioni, ci regala un altro capolavoro, indiscutibilmente di qualità eccelsa per stile e scrittura, dato che quasi novecento pagine di libro scorrono via come acqua tra le dita. Ma al di là di questo, l’autrice è sempre impeccabile nel descrivere ogni sfaccettatura dell’animo umano: i personaggi sembrano uscire dalle pagine e sono talmente caratterizzati da non sembrare nemmeno inventati. Chi legge non solo li conosce, ma spesso li giudica, proprio come fa Theo, il protagonista, non senza una dose di presunzione da parte sua. Infatti, Theo difficilmente ha delle opinioni gentili sulle persone attorno a lui; capita, ma è più frequente che giudichi  chi lo circonda con aggettivi dispregiativi molto poco altisonanti. Eppure, non è una persona completamente irrecuperabile. È un bambino traumatizzato, che ha vissuto una tragedia indicibile ed è cresciuto senza una guida dal polso fermo e pertanto è diventato una brutta persona nel modo in cui lo sono molte brutte persone: in privato, lontano dagli occhi della gente, mentre si ammantano di una luce di irreprensibilità. Theo ha pensieri morbosi e indulge spesso nel suo lato peggiore, eppure non è difficile rivedersi in lui, in certe situazioni, come quando, nonostante la sua evidente intelligenza, decide di “mandarla sprecata” per mettersi a fare l’antiquario, invece di sottostare alle pressioni sociali che lo volevano uomo di successo. Il protagonista sceglie di fare qualcosa che lo rende felice, non che gli riesce semplicemente bene e questo, in un mondo consumistico in cui si deve sempre essere sulla cima della montagna per essere considerate persone realizzate, è un grande atto rivoluzionario: Theo sceglie di non farcela, lo decide, sceglie di fallire in una società in cui se non sei il migliore non sei nessuno (sì, in questo mi sono rivista) ed è la dimostrazione che alcune volte la strada sbagliata è quella che ti porta dove volevi arrivare. È un po’ come Joker, sembra sempre a una brutta giornata di distanza dalla follia e si ha costantemente, per tutto il libro, la sensazione che stia per succedere qualcosa. La sua stessa vita è così, perché ogni volta che sembra che qualcosa sembra andare per il verso giusto, la trama prende una piega del tutto inaspettata e anche in questo Il Cardellino è incredibilmente verosimile, non solo perché Donna Tartt è informatissima su tutti i temi di cui parla, dalla storia dell’arte al mondo delle aste, ma anche perché la vita reale stessa ci porta sempre in posti che non immaginavamo, presentandoci situazioni che avremmo creduto possibili solo sui libri. In questo romanzo, come nella vita, l’unica costante è che non ci sono costanti. Tutto è sempre in bilico e sul punto di scoppiare o di degenerare come nella teoria del piano inclinato e non esistono linee indelebili tracciate tra bene e male assoluti. Niente ha un solo significato: non lui, non gli eventi che gli sono successi, né tanto meno gli oggetti che lo circondano, perché hanno una storia da interpretare e fare propria.

L’autrice

Il ruolo dell’arte, poi, è centrale in questa lettura: è presente in ogni sua forma, dall’arte figurativa alla musica, all’arredamento e sempre nella sua forma classica, pura, incontaminata. Sprazzi di perfezione e lucidità in un mondo grigio e votato alla funzionalità senza estetica, ma è la stessa bellezza che senza controllo rischia di distruggere e di essere distrutta. La scrittura stessa di Tartt è un’opera d’arte autoportante perché è capace di indescrivibile splendore, capace di creare scene frenetiche e concitate e poco dopo descrivere situazioni sospese nel tempo e nello spazio, rendendole eterne. Riesce a parlare di ogni esperienza umana con estrema precisione, entrando nell’intimità emotiva non solo del personaggio, ma anche di chi legge e porta la mente attraverso l’inferno solo per, alla fine, uscire a riveder le stelle, come avrebbe detto un uomo più saggio di me.

Il Cardellino è uno dei libri più belli che abbia mai letto in vita mia, perché ha smontato e rimontato delle parti di me, mi ha messo uno specchio davanti, mi ha mostrato quanto non sia sola a vivere certe esperienze e ha inserito dentro la storia alcune delle persone che amo. Sono felicissima di aver fatto questa lettura, che resterà non solo tra le migliori del 2021, ma anche nel mio cuore per sempre.


4 commenti:

  1. Ho sentito parlare molto di questo libro, ma non l'ho mai letto. Non so se rientra tra i miei generi...

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  2. Una lettura spettacolare. La più bella che io potessi fare nel 2020. Intenso e profondo

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  3. Sapevo già di voler leggere Donna Tartt ma la tua recensione mi ha proprio convinta del tutto!

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  4. Sei riuscita a rendere più interessante un libro che dalla trama non mi ha mai catturato 😎

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