mercoledì 12 ottobre 2022

Legend

  • Titolo: Legend
  • Titolo originale: Legendary
  • Autrice: Stephanie Garber
  • Traduttrice: Maria Concetta Scotto di Santillo
  • Codice ISBN: 978-8817143448
  • Casa editrice: Rizzoli
Trama

Dopo la travolgente avventura nel mondo magico e misterioso del Caraval, Donatella Dragna è riuscita finalmente a sfuggire al padre e a salvare la sorella Rossella da un disastroso matrimonio combinato. Ma Tella non è ancora libera; per ritrovare la madre Paloma ha stretto un patto disperato con un criminale misterioso, che vuole in cambio qualcosa che solo lei può dargli: il vero nome di Legend, il Mastro di Caraval. L'unica possibilità per scoprire il vero nome di Legend è vincere il nuovo Caraval, che si terrà a Valenda, l'antica capitale dove una volta regnavano i Fati, in occasione del genetliaco di Elantine, la sovrana dell'Impero di Mezzo. Tella dovrà quindi immergersi di nuovo nella competizione magica, tra le attenzioni di un inquietante erede al trono, una storia d'amore impossibile e una ragnatela di segreti, tra cui anche quelli di Rossella. Se fallirà non potrà mantenere il suo patto e rischierà di perdere tutto, compresa forse la vita. Ma se vincerà, Legend e il Caraval saranno distrutti per sempre.

Recensione e commento

Ho dovuto riflettere per un paio di settimane su cosa scrivere dopo aver terminato Legend, perché nonostante io non sia riuscita a mettere giù il libro neanche una volta per il bisogno di bermelo tutto d’un fiato, al contempo ho trovato tantissimi difetti che mi hanno fatto apprezzare molto meno la lettura rispetto a Caraval

Da un lato, in questo libro scritto dal punto di vista della sorella minore, Donatella, ho apprezzato tantissimo l’approfondimento del worldbuilding: nel primo libro ci è stata mostrata solo una piccola parte dell’isola natale delle due sorelle e il circo di Caraval, qui, invece, scopriamo qualcosa di più sull’assetto della società, le sue leggende, le tradizioni, la religione, la mitologia e l’ambientazione in senso stretto, dall’altro lato, ho apprezzato veramente poco le dinamiche tra personaggi e la loro caratterizzazione. 

Donatella, ad esempio, nel primo libro mi era sembrata una sorella devota che non vacilla mai nella sicurezza dell’amore di Rossella, da qui in poi (ed è una caratteristica che ho riscontrato anche in Finale, di cui vi parlerò presto) mi è sembrato che cominciasse a tirare troppo la corda e a dare per scontato il suddetto amore. In particolare, non ho apprezzato come alla fine della fiera, Rossella, una ragazza giudiziosa, coraggiosa e disposta ad andare oltre i propri limiti, che ha rischiato tutto per Donatella, sia rimasta solo una comparsa nella trama, come se Caraval fosse stato solo il prologo per la storia della sorella minore, che si scopre potentissima, altissima, purissima, levissima. Un po’ come il factotum della città, tutti la chiedono, tutti la vogliono, donne, ragazzi, vecchie e fanciulle, anche se non si sa bene per quale motivo, perché troppi elementi del l’intreccio sono campati in aria. Gli antagonisti della storia, ad esempio, potrebbero essere i cattivi della Melevisione, per quanto sono abbietti e malvagi (sarcasmo). Nonostante sia proprio la ricerca del vero cattivo della storia, Donatella è indecisa sempre e solo tra due persone, nonostante le strade da intraprendere fossero molteplici: un qualsiasi personaggio secondario visto di sfuggita avrebbe potuto essere in realtà colui o colei che tirava le fila, ma no, l’indecisione è sempre tra due sole persone e non viene smentita sul finale. Ad essere stata smentita sono io, che speravo fino alla fine un colpo di scena che non è arrivato. La tossicità delle relazioni, poi, è la cosa che maggiormente mi ha fatto storcere il naso: i legami di sangue da mettere sopra tutto e tutti, anche quando non sono salutari, anche quando le persone che chiamiamo genitori ci hanno ferite, umiliate e abbandonate. Ecco, mi aspettavo di meglio dopo aver letto la conclusione di Caraval

Tuttavia, sebbene la trama sia più debole rispetto al primo libro della trilogia, la prosa di Garber appare migliorata e meno macchinosa, specialmente sotto l’aspetto delle sinestesie e delle metafore, ed è probabilmente proprio l’aspetto che rende Legend tanto ritmato e impossibile da mettere giù nonostante i difetti. È evidente che Garber sappia scrivere, perché riesce a rendere affascinante anche ciò che scritto da un’altra autrice risulterebbe pacchiano (i tatuaggi da galeotto di Dante? Ne vogliamo parlare? Mal di Tenebre e Ossa è diventato uno zimbello per molto meno).

In sostanza, Legend è un libro che ho adorato sotto il punto di vista dell’intrattenimento, molto migliorato rispetto al libro precedente, ma verticalmente peggiorato sotto alcuni aspetti centrali. Ho già cominciato la lettura di Finale e vedrete presto su questi schermi dove andremo a parare.

2 commenti:

  1. Un libro Che ho voluto in tutti i modi Ma tu la non ho avuto tempo modo di leggerlo Nonostante che siano passati diversi mesi dal suo acquisto.

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  2. Sai che per questa saga ho un interesse soprattutto per il contesto mentre trama e personaggi non mi attirano 🙈 dopo aver letto La tua recensione credo di aver capito quali siano le pecche che mi frenano però forse dovrei andare oltre

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