mercoledì 1 marzo 2023

Project Hail Mary

Buongiorno, bellezze! Forza, forza, senza indugi parliamo subito di Project Hail Mary. Ringrazio Silvia per aver organizzato l’evento e la casa editrice Mondadori per la copia omaggio.


  • Titolo: Project Hail Mary
  • Titolo originale: Project Hail Mary
  • Autore: Andy Weir
  • Traduttrice: Vanessa Valentinuzzi
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978880473070
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Quando Ryland Grace si risveglia, non ha assolutamente idea di dove si trovi né di chi sia. Vede solo che il suo corpo è collegato a decine di tubi, che gli oggetti intorno a lui cadono troppo velocemente e che i suoi due compagni di viaggio giacciono inermi nello spazio angusto che condividono. Poi, lentamente, la memoria riaffiora: Grace si trova a migliaia di chilometri dalla Terra, su una minuscola navicella spaziale lanciata a tutta velocità nelle profondità insondate dello spazio, unico sopravvissuto di una missione disperata per salvare il pianeta. Se fallisce, l'umanità è destinata a sparire a causa di misteriosi organismi che si nutrono dell'energia solare e che stanno rapidamente portando la Terra verso una nuova era glaciale. A bordo di Hail Mary, Grace è consapevole che ha pochissimo tempo a disposizione per neutralizzare il pericoloso nemico e che il destino della specie dipende unicamente da lui. O forse non è solo?


Recensione e commento

Non avevo mai letto nulla di Andy Weir, ma dopo questo il viaggio straordinario che è stato Project Hail Mary intendo recuperare anche la sua lista della spesa.

Chi ha detto che bisogni per forza scegliere tra scienze dure e scienze umane? Andy Weir in Project Hail Mary riesce in un connubio perfetto tra due universi apparentemente inconciliabili, ma che personalmente amo allo stesso modo. I problemi di fisica, sia newtoniana che relativistica, saranno gli unici mezzi che il protagonista, Ryland Grace, avrà a disposizione per risolvere la sua peculiare situazione. Il resto è tutta narrazione magistrale, perché non si tratta semplicemente di scrivere formule e spiegare concetti, ma di inserire il tutto in un intreccio che abbia senso e e sia coinvolgente. E coinvolge eccome! Mentre leggevo le ultime settanta pagine ho pensato che se non avessi avuto un infarto in quel momento non lo avrei avuto mai più. Non c’è un attimo di respiro grazie all tensione creata dall’autore e al l’intreccio ricco di avvenimenti, di colpi di scena e di imprevisti. Inoltre, la parte scientifica è spesso molto accurata, nella misura in cui l’accuratezza non va a cozzare con l’intrattenimento. Come dicevo: connubio perfetto tra scienze umane e scienze dure.

Sotto certi aspetti, Project Hail Mary è un’americanata, con il suo protagonista affetto da amnesia retrograda, involontariamente solo nello spazio che deve salvare l’umanità intera con il solo dono di un po’ di attrezzatura scientifica e del suo cervello. Ci saranno anche delle scene alla “salvati, lasciami indietro a morire”, ma direi che dato che l’autore è americano, le americanate possiamo perdonargliele, anche perché al netto della trama funzionano, poiché sono rinfrescate e rinnovate in alcuni aspetti da non sottovalutare. Ad esempio, sebbene Grace segua per filo e per segno l’arco di formazione dell’eroe secondo Vogler, non si tratta del solito uomo che non deve chiedere mai alla Geralt di Rivia: Ryland è un eroe involontario e non esita a piangere in pubblico e fare la figura del vigliacco quando viene costretto a una missione suicida. La sua profonda umanità mi ha conquistata e son state numerose le occasioni in cui ho dimenticato di star leggendo una storia: io ero lì assieme a lui, tanto mi sembrava realistico. Anche la sua psicologia di tanto in tanto è un po’ un’americanata, perché si tratta di uno scienziato che ha mandato a quel paese il mondo accademico per mettersi a fare l’insegnante di scuola media, per poi essere richiamato in servizio quando c’è in ballo la salvezza del pianeta, perché solo lui ha le competenze per farlo. Realisticamente parlando, la scienza è sempre di più un lavoro di squadra, ma anche qui, sono disposta a passarci sopra perché il realismo avrebbe tolto molto all’intrattenimento.

Project Hail Mary non è stato emozionante solo per via della costruzione della trama: contiene anche una delle storie di amicizia più tenere e dolci che abbia mai letto. “Ma come, Fra, hai detto che Ryland Grace è un eroe solitario!” Sì, ma non per tutto il libro, suvvia, se no sarebbe stato uguale a The Martian! Ho apprezzato tantissimo che non ci fossero personaggi femminili messi soltanto per fare da cassa di risonanza alla parte emotiva del protagonista (non ho citato Geralt di Rivia a caso), non serve: Grace è un nerd e si discosta, come ho detto prima, dagli ideali di mascolinità classicamente intesi, anche per quanto riguarda l’amicizia con una forma di vita extraterrestre. E poiché i nerd sono nerd in tutte le galassie e in tutti i sistemi planetari, i tentativi di comunicazione, la costruzione di un linguaggio comune e le piccole attenzioni per non calpestare le rispettive culture sono stati momenti davvero preziosi, inclusi quelli in cui i due dichiarano il reciproco affetto, dettato non solo dalla missione comune, ma anche per un’autentica affinità caratteriale. In Project Hail Mary non troverete storie d’amore fanservice, ma ci sarà comunque tantissima emotività. Ho apprezzato questo modo di ritrarre le persone di scienza: non come potenziali super cattivi alla Dr Hoctopus, ma come gente normale innamorata della conoscenza e capace di meravigliarsi ancora per i piccoli esperimenti, al di là di ogni situazione tesa. Per quanto riguarda la questione alieni, va detto che la tecnologia umana è superiore anche in virtù delle scoperte di Einstein, mentre gli eridiani sono fermi a Newton (con ciò che comporta per i viaggi interplanetari) ma sono più intelligenti, veloci nei calcoli ed efficaci nella messa in pratica. L’entusiasmo fanciullesco di Rocky e Grace per la scienza mi ha suscitato una tenerezza infinita, avrei voluto leggere di loro ancora e ancora. 

Il finale, che io pensavo scontato da pagina uno, è stato invece una vera sorpresa e l’antiamericanata per eccellenza, sono davvero felice della piega che la trama ha preso a quel punto. Non solo è stata una chiusura inaspettata, ma anche sensata, bilanciata e proporzionata, cosa non facile, dato con finali del genere spesso si rischia di chiudere frettolosamente o in modo telefonato. Weir ha fatto egregiamente il suo sporco lavoro.

Se siete amanti della fantascienza spaziale, adrenalinica e senza fronzoli, non potete farvi scappare questo romanzo. Io l’ho adorato.

2 commenti:

  1. Elementi molto interessanti, a mio parere molto bella la rappresentazione di un'amicizia sana e positiva. Ho però sempre difficoltà con la fantascienza. Altro genere che riesce poco a catturarmi

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  2. E aggiungiamo anche questo alla wishlist, anche se potrebbe prendere il posto di The martian che ci sta da qualche anno

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