lunedì 30 ottobre 2023

Wolfsong

  • Titolo: Wolfsong
  • Titolo originale: Wolfsong
  • Autore: T J Klune
  • Traduttrice: Alice Arcoleo
  • Codice ISBN: 9788804778066
  • Casa editrice: Mondadori

Trama

Ox aveva 16 anni quando ha incontrato un ragazzo sulla strada verso casa. Il ragazzo che parlava, parlava e parlava. Soltanto in seguito scoprì che il ragazzo non aveva aperto bocca per quasi due anni prima di quel giorno. Ox aveva 23 anni il giorno in cui la morte arrivò in città, scavandogli un vuoto nella testa e nel cuore. Il ragazzo rincorse il mostro con lo sguardo assetato di vendetta, lasciando Ox a raccogliere i cocci. Sono trascorsi tre anni da quel fatidico giorno… e il ragazzo è tornato. Ma ora quel ragazzo è un uomo e Ox non può più ignorare il canto che ulula tra di loro.


Recensione e commento

In genere concedo sempre una seconda opportunità a una penna che non mi è piaciuta la prima volta, per cui dopo il nulla cosmico emotivo suscitatomi da La Casa sul Mare celeste, ho voluto dare il beneficio del dubbio a T J Klune con questa lettura a tema licantropi. E temo di dover ormai constatare che questo autore non faccia per me e mi devo rassegnare.

Ma andiamo con ordine. Tanto per cominciare, ci tengo a precisare che questa nuova edizione targata Oscar Vault contiene la stessa traduzione che era stata già pubblicata nel 2020 da Triskell, per cui se possedete già quella sappiate che cambia solo la copertina e un capito bonus che comunque non cambia il senso generale di quello che contiene il corpo della storia. 

Per quanto riguarda il romanzo in sé, ho parecchie cose da dire. Tanto per cominciare che la scrittura di Klune non mi attraversa emotivamente né nel bene né nel male, per me leggere questo libro è stato molto simile a leggere un manuale, nel senso che è stato come e le emozioni non dovessero essere coinvolte. L’unica sensazione che sono riuscita a provare durante la lettura è stato l’occasionale disgusto quando i liquidi corporei altrui venivano descritti con dovizia di particolari, tutti gli altri pregi e difetti che ho trovato sono stati frutto di un’analisi a posteriori molto distaccata.

La primissima cosa che mi preme dire per quanto riguarda ciò che non va in questa lettura è che il protagonista Ox (sì. Ox. Klune ha chiamato il suo protagonista “Bue”), sedicenne all’inizio della storia, incontra Joe, il suo ”compagno” quando aveva ben dieci anni. Ora. Per quanto non succeda nulla di sessuale fino al raggiungimento della maggiore età di Joe, non capisco, umanamente parlando, come il fatto che uno sia quasi adulto e l’altro sia in età prepuberale possa non mettere a disagio. Trovo assurdo trovarmi qui a tentare di spiegare perché questa cosa sia tanto sbagliata, eppure su piattaforme come GoodReads ho trovato diversi commenti che davano delle puritane a persone che avevano un’opinione simile alla mia, per cui immagino che le parole che ritenevo superfluo spendere su questo tema, alla fine non lo siano, quindi eccoci qui. Tanto per cominciare, il concetto di mates ha un po’ stancato, perché priva l’individuo della libertà di scelta: sebbene all’interno della trama venga detto più volte che questa libertà di scelta esiste, la verità è che sapevamo benissimo fin dall’inizio come sarebbe andata a finire. Raga, seriamente, trovo assurdo trovarmi qui a dire che una dinamica del genere che coinvolge un bambino di dieci anni è inquietante e sbagliata e trovo altrettanto assurdo che una persona che esprime un legittimo disagio si senta dare della bacchettona. In secondo luogo, Joe si dimostra in numerose occasioni un ragazzino possessivo, geloso e manipolatore anche prima di poter avanzare delle pretese sul rapporto con Ox. La loro relazione, infatti, non ha niente di diverso da tutte le altre ritratte in romanzi dello stesso genere: sono una coppia composta da due individui che avrebbero tanto bisogno di psicoterapia per risolversi i traumi, che sono gelosi, possessivi, territoriali, insicuri e non si fanno problemi a minacciare violenza nei confronti dei rivali e come al solito tutto questo viene romanticizzato e trattato come fosse qualcosa di desiderabile.

Ricollegandomi a questo, la sensazione generale che ho avuto durante la totalità della lettura è stata di trovarmi davanti a un sottoprodotto di Twilight, sia per tutta la dinamica della relazione, sia per l’ambientazione in sé. In determinate scene ho proprio avuto dei dejà vu, sembrava quasi di vedere un remake, ma la sostanza era la stessa. Stessa ambientazione umida, alberata e cupa, stesso gruppo di persone unite tra di loro e molto chiuse rispetto agli agenti esterni, con meccaniche territoriali, possessive, con tanto di “mio” riferito alle persone. E quando il branco non riesce (o non può) risolvere le cose ricorrendo alla violenza, lo fa facendo girare un po’ di soldi (o minacciando di smettere di farlo). Inoltre, faccio fatica a capire come mai questo autore sia circondato da tanto clamore: ho trovato la sua prosa scadente e gretta. Non scarna, essenziale e provocatoria. Proprio scadente e gretta.


Invece, qualche elemento salvabile o neutro ci sarebbe. Una cosa che all’inizio mi stava convincendo è stata la scelta di Klune di ritrarre un protagonista neurodivergente, non mi lancio in diagnosi perché non è il mio mestiere, ma è lui stesso, nel suo flusso di coscienza e nei suoi dialoghi a dire di essere mentalmente lento. Eppure, per quanto all’inizio la cosa funzionasse bene, poiché Ox manca di malizia, di capacità di elaborare bugie convincenti un po’ come i bambini, da circa il 15% del libro in avanti il suo personaggi cambia radicalmente e questa sua caratteristica viene totalmente meno e sembra che la sua intera persona sia stata totalmente sostituita con un qualsiasi altro protagonista medio da quel punto del libro in avanti. Insomma, per quanto è riguardato Ox, è mancata un po’ di coerenza, anche per quanto riguarda la rappresentazione della sua bisessualità. C’è un momento del libro in cui Ox fa coming out come bisessuale e fin qui tutto benissimo, ma le ragazze dalle quali il protagonista è attratto o con le quali avrà una relazione sono macchiettistiche e restano sempre sullo sfondo, non hanno uno spessore e sono pretestuosamente messe nella storia solo per mostrare quando Joe, nel frattempo ancora imberbe, sia geloso e si strugga per amore. Inoltre, nella prima parte del libro il buon Ox intrattiene relazioni con uomini e con donne, con le quali, ci tiene a farcelo sapere, non ha mai avuto rapporti completi, ma ci viene fatto capire, in maniera neanche troppo velata, che comunque sono successe delle cose. Le stesse cose che succedono con le controparti maschili, alle quali però vengono dedicate righe su righe di particolari anatomici e liquami vari. In sé e per sé questo non è un problema: Klune, in quanto uomo gay, non ha corso il rischio di parlare di qualcosa che non conosceva e che non gli sarebbe riuscita bene, in più sicuramente conosce molto bene il suo pubblico e sa benissimo che è composto da persone non interessate a leggere scene etero. Fino a qui non sarebbe stato un problema, se non fosse che la questione è sfociata in una rappresentazione della bisessualità che non sta in piedi: non funziona perché a priori noi sappiamo già che non funzionerà e la prosa che esplicitamente ci dice che a Ox piacciono entrambe le portate del pranzo non serve a farci credere a quello che dice perché il tentativo è fiacco e le controparti femminili sono abbozzate ed esistono solo per entrare in scena in funzione di Ox e uscirne una volta che Joe si ingelosisce. Fine. Questa non è una rappresentazione adeguata, come invece penso fosse negli intenti dell’autore, e visto che narrativamente non è particolarmente rilevante non capisco perché inserirla, dato che non ha una funzione strutturale e non è nemmeno verosimile come vezzo narrativo. Non basta che respiri, lo standard di una buona rappresentazione deve essere migliore di così.

In sostanza, Wolfsong è un libro che non mi ha lasciato molto emotivamente, troppe cose non sono state di mio gradimento e immagino che questo sia il mio ultimo tentativo con questo autore, con cui ho poca affinità. Consiglio questo libro esclusivamente se avete un tipo di sensibilità diametralmente opposta rispetto alla mia.

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