- Titolo: Seven Faceless Saints: Sette Santi senza Volto
- Titolo originale: Seven Faceless Saints
- Autrice: M. K. Lobb
- Traduttrice: Francesca Gatti
- Lingua originale: inglese:
- Codice ISBN: 9788834744093
- Casa editrice: Fanucci
Nella città di Ombrazia, i santi e i loro discepoli governano con un potere terrificante, facendo favoritismi… chiunque non rientri fra i prescelti è costretto a lottare per sopravvivere. Rossana Lacertosa non crede nei santi. Dopo la morte di suo padre per mano dell’esercito, è determinata a fare tutto ciò che è in suo potere per smantellare questo sistema corrotto, anche a costo della sua stessa vita… o di ritrovarsi faccia a faccia con il ragazzo che le ha spezzato il cuore. Damian Venturi ha giurato di proteggere la città. In qualità di più giovane capitano della sicurezza, da lui ci si aspetta forza, ferocia e una devozione verso i santi. Ma tre anni passati a combattere una guerra raccapricciante e interminabile hanno gli lasciato cicatrici più profonde di quanto voglia ammettere. Quando un assassino inizia a usare i bassifondi della città come terreno di caccia, prendendo di mira i più deboli e indifesi, i santi e i loro discepoli sono fin troppo felici di guardare dall’altra parte. Finché non è un discepolo a finire dritto all’obitorio. Incaricato di trovare l’assassino, l’indagine di Damian lo porta da Roz, la sua amica d’infanzia trasformatasi in avversaria. Insieme, dovranno mettere da parte i loro sentimenti per trovare la verità che si nasconde nel sottosuolo di Ombrazia. Mentre svelano i misteri che si celano dietro gli omicidi, scopriranno che sotto la superficie si nasconde qualcosa di molto più sinistro e che di sacro non ha proprio nulla. Con l’oscurità alle porte e poco tempo a disposizione, Roz e Damian riusciranno a salvare la loro città da un male così terribile che minaccia di distruggere tutto ciò che incontra?
Infatti, in un momento di sovraccarico nella vita privata, Seven Faceless Saints è stato una lettura rassicurante e leggera, che però non mi ha fatto mai perdere le staffe, come spesso succede, perché questo romanzo non contiene problematiche legate a maschi alfa possessivi o protagoniste ingenue che perdono la ragione a causa degli ormoni. Rossana e Damian mi sono piaciuti abbastanza, per quanto non siano i protagonisti più sfaccettati che abbia mai letto, ma comunque sono caratterizzati in modo credibile e differenziato rispetto a molti altri protagonisti e protagoniste young adult. Tra i due, se devo fare preferenze, scelgo Damian, un ragazzo che, nonostante sia prostrato dal dolore, cerca sempre la strada del dialogo, quando possibile, a differenza di Rossana che, invece, accecata dal lutto, sceglie più volentieri la via della violenza. E proprio queste loro differenze apriranno la strada per la ricerca di un punto di equilibrio nelle loro vite.
Devo dire che la parte romance in questo caso non mi è dispiaciuta: se leggete il mio blog da un po’ saprete che non sono un’amante delle storie d’amore, ma il problema non è tanto il sentimento in sé, quanto il modo superficiale in cui talvolta viene raccontato. Spesso non tollero che sia il solo, fiacchissimo, movente narrativo per far finire assieme Cosino e Cosina, che si innamorano perdutamente a prima vista a pagina dodici. In Seven Faceless Saints questo non accade, perché Rossana e Damian hanno già dei trascorsi, si conoscono da molto prima dell’inizio della storia e cominceranno a interagire tra loro solamente verso il 30% del libro che, per quanto contenga comunque una buona dose di romance, non è l’unico elemento che guida le loro azioni. È la ricerca della soluzione del mistero, infatti, a essere centrale nel romanzo, per quanto, devo dire, non era difficile arrivarci, dato che il cast di personaggi non è vastissimo e quindi il colpevole poteva essere solo tra loro, e per quanto il romance prenda di fatto il sopravvento via via che si procede verso la fine.
Ovviamente, c’è anche qualche difettuccio, per esempio che ci sono stati dei momenti in cui Ross e Damian, nelle loro indagini, saltano a conclusioni senza prove perché non sanno dove andare a parare o ancora che la persona giusta arrivi sempre al momento giusto tipo Power Rangers e si dilunghi spesso in una spiegazione su perché e per come si trovasse proprio lì, così come il cattivo, alla fine, invece di portare a compimento il suo innovativissimo (sarcasmo) piano malvagio per conquistare il mondo, racconta per filo e per segno le sue motivazioni, i suoi modi, i suoi fini e ho trovato questo espediente un po’ troppo scolastico per essere credibile. I secondari, inoltre, non sono piattissimi, ma non sono nemmeno ben caratterizzati, servono moltissimo da cassa di risonanza per i sentimenti delle voci protagoniste e a poco altro. Per ultimo, ho avuto la sensazione che il romanzo potesse essere leggermente più corto, un po’ più condensato, perché sotto certi aspetti si è ripetuto un po’ troppe volte.
Insomma, Seven Faceless Saints è un romanzo leggero e disimpegnato che andrà benissimo nei periodi di sovraccarico mentale. È un esordio letterario tutto sommato convincente e aspetto di leggere il secondo libro della dilogia.
*In un momento successivo alla stesura di questa recensione ho saputo che l’autrice intendeva rifarsi all’Italia medievale, non a quella antica. In questo caso, non ci siamo proprio…
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