mercoledì 8 gennaio 2025

A Dark and Drowning Tide

  • Titolo: A Dark and Drowning Tide - Un’oscura marea
  • Titolo originale: A Dark and Drowning Tide
  • Autrice: Allison Saft
  • Traduttrice: Federica Beltrame
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788809920095
  • Casa editrice: Giunti
Trama


Quando Lorelei Kaskel, giovane esperta di folklore, viene coinvolta in una spedizione per conto di re Wilhelm, pensa che sia l'occasione perfetta per riscattare le sue umili origini di figlia di un ciabattino: potrà finalmente mostrare il suo talento, incoronare il sogno di diventare una naturalista e liberare il popolo degli yevi, da sempre oppresso e discriminato. La missione prevede di trovare l'Ursprung – la sorgente di tutta la magia – al fianco di sei nobili accademici, cresciuti insieme ma divisi da antiche rivalità. A capo del gruppo l'abile professoressa Ziegler, che Lorelei aiuterà nel ruolo di guida. La ricerca, però, prende d'improvviso una piega inattesa: Ziegler viene brutalmente uccisa, e tutti diventano possibili sospettati. Il re interviene per chiedere a Lorelei di scoprire il colpevole, ma anche di portare a termine l'obiettivo. Accanto a un'indagine serrata, comincia così un viaggio avvincente tra creature maligne e foreste mutaforma, tra acque dai segreti insondabili e affascinanti volte stellate. A complicare le cose c'è Sylvia von Wolff, la principessa dai capelli lunari e gli occhi d'argento, acerrima rivale di Lorelei da tempo immemore. Nessuno meglio di lei conosce e sa addomesticare gli esseri che popolano quei luoghi fumosi e, soprattutto, è proprio Sylvia l'unica in grado di testimoniare l'innocenza di Lorelei agli occhi degli altri. Le due nemiche si trovano così unite per risolvere il mistero e scovare la preziosa fonte che dovrebbe garantire la salvezza del regno intero. Ma la tensione fra loro diventerà presto febbrile: e se dietro l'ostilità si nascondesse solo l'eterna paura di amare? Tra folklore e atmosfere gotiche, degne di un magistrale dark academia, un delicato sapphic romance capace di emozionare come la migliore delle fiabe.

Recensione e commento

Cosa fa di un adult un adult? Mi sono posta questa domanda sia mentre leggevo il libro di cui vi parlo oggi, sia quando ho iniziato la mia lettura successiva, di cui vi parlerò presto.

Ho parlato di A Dark and Drowning Tide nelle mie storie su Instagram varie volte e per ciascuna di esse ho sempre ricevuto dei messaggi in privato da parte di persone che mi dicevano di non essere state in grado di portare a termine la lettura. Da persona che invece ce l’ha fatta, credo di aver trovato delle spiegazioni e hanno tutte a che fare con la sospensione dell’incredulità che traballa troppo, per una serie abbastanza vasta di motivi.

Il primo che mi viene in mente, per esempio, è che è tutto estremamente blando, sbiadito. Saft nella sua scrittura cerca di essere sintetica, ma purtroppo quella è una dote che appartiene a penne più esperte e profonde, per cui la mancanza di dettagli si traduce non in una scultura creata con pochi colpi di scalpello, quanto in un bassorilievo abbozzato che ci racconta di personaggi, ambientazione e sistema magico che non sono né macchiettistici, né caratterizzati. Ed è proprio questo fenomeno, secondo me, che si traduce in una serie di conseguenze a cascata: a noi che leggiamo non interessa praticamente nulla di quello che ci viene raccontato, non ci affezioniamo a nessuna delle figure in scena e non ci coinvolge emotivamente neanche in minima parte il loro viaggio pieno di peripezie. In questo romanzo che parla di acqua che scorre e del suo potere trasfigurativo manca completamente l’immersione. Non c’è un motivo che ci porti a fare il tifo per le protagoniste e per la loro causa, nonostante la situazione politica complessa e precaria del regno in cui vivono non abbiamo abbastanza ragioni per credere nella loro causa, che è quella dell’unificazione, preferendola a quella dell’indipendenza di ciascuna provincia. Anche l’antagonista non ha abbastanza carisma da catturare l’attenzione, perché anche in questo caso la pecca maggiore è proprio quella della mancanza di immersione. 

Sin dall’inizio è evidente il tentativo di creare una tensione che non solo non esplode, ma nemmeno comincia mai davvero, dato che le due protagoniste sono apparentemente rivali ma finiscono con l’ottenere immediatamente ciò che vogliono, l’antagonista si capisce in maniera quasi immediata e ci sono troppe occasioni narrative sprecate. Abbiamo una persona che si sta trasformando in un albero e la cosa viene risolta a tarallucci e vino, così come la ricerca di un’isola che si sposta e appare sempre in luoghi diversi e imprevedibili non esiste perché, per motivi che non ci vengono raccontati, la protagonista sa già dove apparirà, senza darci alcuna spiegazione su come abbia avuto certe informazioni, rendendo tutto macchinoso e inverosimile. Inoltre, alcune volte i comprimari hanno alcune caratteristiche che spiccano rispetto a Sylvia e Lorelei. La storia è narrata proprio attraverso il punto di vista di quest’ultima ma spesso è maggiormente visibile la passione di altri personaggi per il proprio lavoro che di lei per il suo. Capita, infatti, che nel flusso di coscienza vengano inseriti dei frammenti di fiabe e racconti popolari che le vengono in mente in quel momento, ma ciò molto spesso distrae, non ha un’utilità e spezza la narrazione, il tutto senza che Lorelei mostri mai di amare davvero le storie e senza mai farci comprendere o intuire un qualsiasi significato, anche solo emotivo, che potrebbero avere per lei.

La cosa più apprezzabile è stata proprio la storia d’amore tra le due ragazze, anche se mi ha convinta solo sul finale, perché lì ho iniziato a percepire la chimica di una coppia che a me pare male assortita. Si volva creare il classico mix di persone che riescono ad amarsi nonostante le differenze caratteriali e di classe, ma anche in questo caso mi è parso che Sylvia, la più privilegiata delle due, non fosse in grado di comprendere a pieno il disagio di Lorelei, letteralmente costretta a vivere in un ghetto in quanto ebrea (anche se non è questo il termine che viene usato, ma è costante il riferimento alle tradizioni ebraiche, ai luoghi di culto e al folklore), per cui anche nell’affrontare la loro love story manca qualcosa.

Tornando alla domanda che ho scritto all’inizio, l’autrice ringrazia il suo lettorato perché ha deciso di leggere il suo primo adult, ma cosa dovrebbe rendere tale questo romanzo? Credo che il solo elemento sia l’età delle protagoniste che sono a metà dei loro vent’anni, ma gli eventi e le dinamiche non differiscono molto da quelle dello young adult, specialmente nella presenza di drama non necessario, e in effetti credo di aver letto diversi libri con trama e dinamiche molto simili annoverati nel target ya (questo è un argomento che affronterò meglio in una delle prossime recensioni perché ho scovato un libro che per me è l’emblema di come si scrive davvero una protagonista adulta).

Come recensione può sembrare molto negativa, ma in realtà il peggior difetto di A Dark and Drowning Tide è quello di non avere una vera e propria identità né nei pregi né nei difetti, purtroppo è una lettura che passa inosservata, che si dimentica più che lasciare una sensazione di disappunto. Non è brutto in senso stretto, ma è un romanzo per il quale abbassare le proprie aspettative.

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