mercoledì 30 aprile 2025

Out on a Limb

  • Titolo: Out on a Limb - Un Amore in bilico
  • Titolo originale: Out on a Limb
  • Autrice: Hannah Bonam-Young
  • Traduttrice: Laura Scipioni
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788817181432
  • Casa editrice: Rizzoli
Trama


Ok, forse vestirsi da pirati a una festa di Halloween non è l'idea più originale del mondo, ma che probabilità ci sono che ci sia un'altra persona vestita da pirata e che, come te, abbia un ottimo motivo per farlo? Win è nata con una malformazione alla mano e l'uncino le è sembrata un'idea spiritosa per sdrammatizzare. Bo ha subito di recente un'amputazione al ginocchio e quale scelta migliore di una gamba di legno per una festa in maschera? Forse il loro incontro non è una semplice coincidenza... Certo, Win ha deciso che dopo la sua ultima relazione fallimentare non si legherà più a nessuno. Bo, però, è simpatico, sexy e tenero. Nasce tra loro un'intesa immediata e irresistibile, e dopo quella che avrebbe dovuto essere solo l'avventura di una notte, Win scopre di essere incinta. Ora deve affrontare una decisione che potrebbe stravolgere la sua vita. E Bo è pronto a sostenerla. Insieme, decidono di conoscersi meglio, come amici e niente di più. Ma, come ormai entrambi dovrebbero sapere, la vita raramente va secondo i piani. Con un'intervista esclusiva all'autrice.

Recensione e commento

In genere mi approccio alle nuove letture con uno scetticismo scientifico: dimostrami che non sei un brutto libro. Invece, in questo caso, ho iniziato con un discreto ottimismo, nonostante, in linea teorica Out on a Limb non sia esattamente la mia tazza di tè. 

Out on a Limb è un romance contemporaneo che racconta di Winnie e Bo che, dopo un rapporto occasionale, scoprono di aspettare un figlio assieme. Non è uno spoiler, perché è letteralmente scritto sulla quarta di copertina e potrebbe sembrare una trama  trita, se non fosse per il dettaglio inconsueto che entrambi hanno una disabilità: Winnie ha una mano sottosviluppata dalla nascita, mentre Bo ha subito un’amputazione alla gamba. Non c’è niente di straordinario nella loro disabilità, è qualcosa che vivono in modo normale come condizione naturale della loro vita, ma è straordinario, invece, che la loro libido venga ritratta tanto fedelmente in un prodotto così pop. Winnie in particolare è una protagonista rara da trovare, i suoi flussi di coscienza in cui riflette sul suo corpo in un paio di occasioni mi hanno fatto bagnare gli occhietti perché raccontano di come i problemi di accettazione di sé non siano legati al modo in cui lei percepisce il proprio corpo, ma allo sguardo altrui esattamente come qualsiasi altra donna che vive in una società in cui moltissime industrie vengono tenute in piedi dalle insicurezze femminili. Complessivamente, lei accetta e apprezza il suo corpo, ci si sente abbastanza a suo agio, ma come chiunque di noi vede i suoi cosiddetti difetti estetici amplificati e questo riguarda qualsiasi tipo di non-conformità, anche quelle che non sono legate alla sua mano. Winnie è una donna normale, con una libido abbastanza prorompente che non si vergogna di mostrare né si preoccupa di nascondere, eppure per il mondo è solo “un gran peccato che abbia una mano sottosviluppata”, così come è fuori dall’ordinario che sia brava nel nuoto, attività che adora e che passa molto tempo a praticare, visto che ha “quella mano”. Ma cosa dovrebbe esserci di tanto strano se una persona diventa brava a fare qualcosa che ama e che pratica a lungo?

La copertina della versione indie
Secondo me è carinissima
Bo, invece, ha avuto meno tempo per accettare la propria condizione, poiché la perdita dell’arto è recente, non una condizione congenita. In questo contesto, io, che non amo le scene erotiche, mi sono ritrovata ad considerare positivamente il modo in cui Winnie e Bo si prendevano cura l’una dell’altro, preoccupandosi sia di fare sentire l’altra persona a proprio agio, sia di apprezzare anche la parte che creava loro più insicurezza. Il modo in cui entrambɜ si sono sentitɜ vistɜ, in un mondo che non riconosce la libido delle persone disabili, e che anzi le infantilizza, è una dinamica che ho trovato davvero importante ed è il sintomo sano di un mondo che sta cambiando e deve cambiare. Anche da un punto di vista qualitativo l’erotismo in Out on a Limb è superiore alla media, perché le scene sono meno meccaniche, molto più spontanee e meno standard negli atti in sé rispetto a molti romanzi per lo stesso target.

Ancora meno ritratta della libido all’interno della disabilità è la genitorialità e sotto questo aspetto non solo abbiamo le preoccupazioni di Winnie, che teme di aver trasmesso allǝ figliǝ la condizione della sua mano, per quanto razionalmente sappia che non si tratti di una sindrome genetica, e quella di Bo, che teme di aver trasmesso i geni della malattia che lo ha condotto ad avere un arto amputato: ciò che personalmente ho trovato sorprendete è stato vedere due persone adulte comunicare in modo sano, fare compromessi, venirsi in contro e assumersi serenamente le proprie responsabilità, anche gioiosamente la maggior parte delle volte.

È infatti questa la mia parte preferita di Out on a Limb: la relazione sana (con qualche scivolone, ma ne parliamo nel prossimo paragrafo) tra i due personaggi. Questo romanzo è quasi sempre dolcissimo, per quanto se siete persone un po’ troppo realiste come me potreste trovarlo stucchevole e poco verosimile (ma questo è un problema mio, non un difetto oggettivo del libro che si prefigge uno scopo escapista che  mantiene fino in fondo), ma anche il mio cinismo è quasi sempre venuto meno per fare spazio a sorrisini dolci quando i due personaggi, gradualmente, si avvicinavano, si innamoravano e si guarivano a vicenda con piccoli atti di gentilezza e fiducia reciproca, in modo totalmente indipendente e scollegato dalle loro disabilità. Comprendono sicuramente i reciproci disagi e cercano di anticiparsi nelle esigenze, ma non si innamorano per la loro condizione, quanto per quanto si sentano a proprio agio accanto all’altra persona.

I tasti dolenti, invece, risiedono nel fatto che la dolcezza del romanzo e la sanità della relazione fa abbassare completamente la guardia, per cui quando spuntano fuori alcune situazioni con potenziali trigger colgono chi legge completamente di sorpresa, e non in modo positivo. Per esempio, la migliore amica della protagonista è, scusatemi la similitudine un po’ colorita, simpatica come la sabbia nelle mutande e non ero preparata alla scena in cui prende in giro con cattiveria i nerd, categoria di cui fa parte suo marito, per un hobby totalmente innocuo che questo povero Cristo deve praticare di nascosto per non subire il bullismo di questa fastidiosa ape regina da film degli anni Duemila. E ripeto, per quanto alla fine la cosa vada a finire a tarallucci e vino, sul momento è stata una bastonata sui denti perché non mi ero preoccupata di alzare delle difese emotive, proprio perché il libro era, fino a quel momento, dolcissimo. Fare passare come divertente la prepotenza di questa donna nei confronti del marito, uomo che dovrebbe piacerle, dato che lo ha sposato, non mi è sembrato coerente con il resto della narrazione (sì, l’autrice ha pubblicato un libro sulla loro coppia e no, non lo leggerò). A differenza di ciò che ho scritto sulla mia percezione personale nel paragrafo precedente, questo non è un mio problema legato al gusto personale, perché mentre facevo gli aggiornamenti di lettura su Instragram varie utenti mi hanno confermato di aver provato le mie stesse emozioni durante la lettura. 

Inoltre, anche la relazione tra Winnie e Bo, completamente sana per il novanta percento del libro, quando i due personaggi alla fine si mettono assieme, commette qualche scivolone. Anche qui, a un certo punto salta fuori quella che in qualsiasi altra relazione sarebbe una enorme, gigantesca red flag, perché instaura una dinamica che sbilancia i rapporti di potere nella coppia e la cosa accade tramite dei modi anche un po’ manipolatori. L’unica cosa che consente di passarci sopra è appunto il fatto che l’intento del libro sia chiaro: sappiamo che tutto andrà bene e non ci saranno relazioni abusive o disfunzionali, ma in questa circostanza la sospensione dell’incredulità è venuta meno perché la situazione poteva essere la stessa ma gestita in modo diverso o usando parole differenti (non posso dire di più o è spoiler).

Bonam-Young è riuscita a raccontare in modo pop una storia dolcissima con un tema importante. Le riflessioni che sicuramente lei stessa ha fatto nell’arco della sua vita, dato che vive con la stessa condizione congenita di Winnie (per quanto non abbia messo sé stessa nella storia, ma abbia creato una personalità completamente diversa) sono la perfetta commistione tra la sua esperienza personale e lo studio dell’argomento che tratta, cosa che non sempre avviene quando chi scrive racconta qualcosa che vive o ha vissuto in prima persona.

Insomma, Out on a Limb, pur con qualche scivolone, è un romanzo dolce di cui si sente l’esigenza in un mondo che va di corsa. La rappresentazione della disabilità è forse la migliore che abbia mai letto e fa molto piacere vedere che appartiene a un prodotto di così ampia diffusione e c’era davvero tanto bisogno di una storia così.

mercoledì 23 aprile 2025

The Favorites

  • Titolo: The Favorites - Un’ultima volta noi
  • Titolo originale: The Favorites
  • Autrice: Layne Fargo
  • Traduttrice: Rosa Maria Prencipe
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804784074
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Anche se non ha alle spalle un nome altisonante, né una famiglia che la sostenga economicamente o emotivamente, Katarina Shaw ha sempre saputo di essere destinata a diventare una stella del pattinaggio olimpico. Quando incontra Heath Rocha, un ragazzo orfano, silenzioso e solitario, tra i due nasce istantaneamente un'intesa profonda, che li renderà una coppia formidabile sul ghiaccio e nella vita. Aggrappati al pattinaggio per sfuggire alle loro esistenze problematiche e riscrivere il proprio futuro, Kat e Heath scalano in fretta la strada che li conduce da giovani promesse a inarrestabili campioni di danza su ghiaccio. Belli, sfacciati e senza paura di mostrare la passione che li unisce anche in pista, i due giovani conquistano il pubblico con la chimica dei loro corpi, uno stile ribelle e una relazione da montagne russe. Fino a quando un incidente scioccante alle Olimpiadi di Sochi mette improvvisamente fine alla loro storia. Con l'avvicinarsi del decimo anniversario dall'ultima esibizione, un documentario non autorizzato riaccende l'ossessione per Kat e Heath, promettendo di svelare cosa sia realmente accaduto tra di loro. Kat non vuole avere nulla a che fare con il documentario, ma non può sopportare l'idea che qualcun altro pretenda di definire la verità al posto suo. Così, dopo un decennio di silenzio, decide di raccontare la sua versione: dalle tragedie d'infanzia che hanno saldato quel legame totalizzante tra lei e Heath, fino agli scontri e alle incomprensioni che li hanno portati a separarsi. Cosa siamo disposti a sacrificare per inseguire un sogno? Alternando il punto di vista di Katarina e i frammenti delle interviste con gli amici più stretti e i rivali più accaniti, The Favorites racconta i risvolti più morbosi dell'amore - che sia per una persona o uno sport - quando si trasforma in ossessione. Una storia travolgente, ambientata nel mondo scintillante e feroce del pattinaggio agonistico.

Recensione e commento

A questo punto, penso che dovrei aprire un rubrica: libri che vengono commercializzati come un genere che non sono. Per l’ennesima volta, ho trovato un romanzo che ci starebbe bene: The Favorites viene venduto come uno sport romance, ma è molto più di questo.

Cominciando dall’inizio, il taglio documentaristico del romanzo consente di approfondire le vicende da più punti di vista senza usare macchinosi campi di pov in corso d’opera, infatti il libro è tendenzialmente dal punto di vista della protagonista Kat che di tanto in tanto viene intervallato da interviste ad altri personaggi del cast, i quali dicono la loro sugli scandali del mondo del pattinaggio e più precisamente quelli che riguardano Kat e Heath. Seguo il pattinaggio dal lontano 2006, ho partecipato a eventi dal vivo sia come pubblico che come parte dello staff, testimoniato a eventi epocali di questo sport, assistito a cambi del sistema di punteggio e The Favorites mi ha coinvolto emotivamente soprattutto grazie all’approfondimento relativo alla parte sportiva, che a differenza di molti sport romance, non fa da cornice, ma è esattamente la parte centrale. Infatti, è sulla carriera sportiva di Kat e Heath che si concentra il fulcro della narrazione, più che sulla loro storia d’amore (su questo ci pensiamo dopo).

E questo aspetto è talmente dettagliato che sembra quasi di trovarsi davanti a un’ucronia, o forse sarebbe più corretto riferirsi a questa rivisitazione come a un retelling della realtà proprio perché non è una versione alternativa della Storia: si ottiene lo stesso risultato tramite una strada diversa. Infatti, ci sono delle piccole chicche dedicate a chi ha seguito assiduamente questo sport, scandali che hanno portato al cambio del sistema di punteggio, riferimenti a pattinatrici che hanno sfidato il sistema, oppure ancora durante le competizioni, che avvengono sempre nelle città reali, mantiene inalterata la nazionalità delle coppie che salgono sul podio, per quanto i personaggi siano fittizi. Insomma, la ricerca di Fargo scende davvero nel dettaglio e crea delle situazioni altamente verosimili sia per le circostanze, sia per la psicologia dei personaggi, che sono molto credibili e non si confondono mai con lo sfondo. Kat, per esempio, mi era stata descritta come una persona senza scrupoli e machiavellica, ma in realtà è soltanto una sportiva agonistica dotata di una convinzione ferrea e se conoscete qualche atleta di quel livello, saprete che non si arriva da nessuna parte senza quel tipo di personalità. Sono state pochissime le parti in cui non sono entrata in empatia con lei e ancora meno quelle in cui l’ho biasimata, forse perché rispetto al marasma generale lei era la meno peggio, o forse perché gli eventi raccontati nel libro impallidiscono se confrontati con i drammi della realtà. 

La crescita di Kat è innegabile quanto fulgida.
La conosciamo da bambina, quando si innamora di una disciplina che la fa sentire libera e potente, la vediamo adolescente, assieme a Heath, a contare i soldi per potersi permettere il loro sport costosissimo, assistiamo al suo raggiungimento tra i migliori, ma in realtà è la sua interiorità ad avermi commossa sul finale, quando finalmente arriva a comprendere che i risultati sono solo i suoi, a prescindere dai punteggi e da tutto ciò che pensano il pubblico e la stampa. Kat cresce svincolandosi dalle sue ossessioni più che assecondandole, un po’ come abbiamo visto succedere durante le Olimpiadi di Parigi, quando molte atlete si sono commosse per aver dato il meglio di sé stesse pur non essendo riuscite ad arrivare a medaglia. A questo proposito, The Favorites è dichiaratamente una sorta di rivisitazione di Cime Tempestose, (quindi non esattamente il simbolo della relazione sana per eccellenza) e sotto questo aspetto non risulta scopiazzato: ci sono molte scene che ne ricalcano lo spirito, oltre che i nomi di alcuni personaggi, ma la cosa che viene cambiata è proprio la parte finale: sarà la generazione corrente, e non la successiva, a ottenere un lieto fine e superare i traumi generazionali. Kat comprende di avere dei limiti, impara a mettere le cose in prospettiva e, cosa più importante, capisce che tutte le persone che le hanno fatto del male, quelle che le sembravano invincibili, mitiche e divine, sono dei semplici esseri umani: per quanto li idolatrasse non erano perfette, la loro inevitabile fine è sempre la stessa, anche per chi sembrava onnipotente. Sono convinta che sia stato proprio questo il primo tassello per l’emancipazione psicologica di Kat e l’ho adorato, perché è stato ciò che ha fatto si che si godesse ogni momento, non solo il risultato.

Stava andando tutto perfettamente, sarebbe stato un libro perfetto se non fosse stato per le ultime cento pagine. Se per quattrocento pagine il romanzo era stato meditato, verosimile e talmente realistico che se non avessi avuto una conoscenza pregressa di questo sport e dei suoi momenti salienti avrei potuto pensare che fosse tratto da eventi realmente accaduti, nelle ultime cento diventa una telenovela in balia dele grottesco e dell’inverosimile. Senza fare spoiler, moltissime situazioni potevano essere risolte anche attraverso gli stessi espedienti pensati dall’autrice, ma gestendoli in modo differente e prendendosi un momento in più per renderli con lo stesso livello qualitativo di tutti gli altri. Proprio sul finale, per quanto sia stata contenta di vedere i personaggi finalmente liberi dalle proprie ossessioni, guariti dai loro traumi, ho pensato “questa cosa non ha senso” oppure “è troppo grottesco anche per gli standard di questo sport”. Proprio a questo punto del libro c’è il trope della miscommunication, che è uno di quelli che più detesto e che tra l’altro non aveva senso sia perché non aveva motivo di esistere, sia perché dall’altra parte moltissime cose erano intuibili senza essere dette direttamente. Insomma, sotto questo aspetto perde un po’ di coerenza interna e assieme al fatto che improvvisamente le gare vengono descritte con meno dovizia di particolari tecnici e più descrizioni degli abiti di scena delle pattinatrici l’effetto finale è un po’ frettoloso.

Per quanto riguarda la parte romance, ho già accennato al fatto che a essere al centro è la carriera agonistica di Kat, con la sua crescita in un mondo dalla facciata luccicante ma dai retroscena agghiaccianti (che non mi hanno scioccata più di tanto dato che, prevedibilmente, nel mondo reale stanno saltando fuori casi di abusi di vario tipo, dalla violenza psicologica a quella sessuale, per cui The Favorites sembra quasi un idillio), ma addirittura la parte relativa alla relazione amorosa è quella che sul finale non viene chiarita, restando un po’ un cerchio ancora aperto. Specifico che non intendo questo come un difetto, quanto un tassello che fa intuire come sia lo sviluppo personale della protagonista, specialmente per quanto riguarda la sua carriera, a essere centrale, rispetto alla storia d’amore, che è esattamente quello che dovrebbe essere dominante in un romance.

Insomma, The Favorites è un romanzo che forse non è come vi aspettate: è una storia che unisce lo sport nella sua parte meno patinata, ma che lascia una speranza per un mondo futuro più giusto. Lo studio che c’è dietro è innegabile e sarebbe stato un libro perfetto se non si fosse perso proprio sul finale. Tenendo fermi i difetti oggettivi del libro, emotivamente è stato comunque un viaggio che penso di voler ripetere in futuro, con la consapevolezza che ci saranno delle parti che non mi convinceranno, ma, come ha imparato Kat stessa, va bene così.

mercoledì 16 aprile 2025

Trollslayer


  • Titolo: Trollslayer
  • Autore: Robin Gale
  • Lingua: italiano
  • Codice ISBN: 9798312146714
  • Casa editrice: Winter
Trama


Un troll, un nano, un paese da salvare e tanto alcol! Nella fredda regione di Anthima, il modesto borgo di Oldham sta affrontando una crisi senza precedenti. Contadini brutalmente divorati, raccolti distrutti e, come se non bastasse, scorte d’idromele saccheggiate! Dal punto di vista di un paese noto per la produzione del prezioso liquore, la minaccia di un famelico e gigantesco troll è una calamità oltremodo spaventosa. L’avido reggente del borgo Fogg, tramite un sotterfugio truffaldino, indice così un bando per l’assegnazione di un incarico ben pagato rivolto a tutti i cacciatori di mostri dell’intera regione, un incarico che nessuno sano di mente accetterebbe mai. È il lavoro dell’ammazza-troll. Ma cosa succederebbe se un nano senza dimora arrivasse davanti alla porta del municipio con l’intenzione di accettare il famigerato incarico, in cambio di una ricompensa inesistente? Beh, il troll non farebbe poi così paura…


Recensione e commento

Come ormai ho detto alla nausea, uno dei buoni propositi per quest’anno, oltre a smaltire la mole di libri non letti che ho in casa, è dare più spazio ai piccoli editori, difatti tutti i regali che ho ricevuto per Natale e per il compleanno appartengono a questa categoria. Per cui, non potevo esimermi dalla lettura di Trollslayer, una delle nuove pubblicazioni di Winter Edizioni, una realtà nata nel 2023 con lo scopo di dare spazio a penne emergenti e nostrane.

In questo caso, ci troviamo davanti a un romanzo breve perfetto per intervallare letture più impegnative perché con la sua mole ridotta, la  struttura cadenzata e spedita si legge in breve tempo. Eppure, la brevità non è sinonimo di tagli indiscriminati, dato che secondo me il punto forte è proprio l’ambientazione, elemento molto più approfondito di quanto mi aspettassi, dal momento che è ricco di influenze e commistioni: a una prima occhiata potrebbe sembrare un fantamedioevo, ma andando avanti spuntano fuori oggetti tecnologiacamente avanzati riconducibili al flintlock fantasy e allo steampunk. Non solo epoche diverse, ma anche luoghi diversi, perché attraverso i flussi di coscienza o le intromissioni della voce narrante scopriamo un vastissimo continente con usi e costumi dei quali, naturalmente, quelli della vicenda in esame sono più approfonditi. Gli uomini con il kilt intenti a sorseggiare birra corposa, sidro o idromele sono vividissimi nell’immaginario di chi legge, così come lo sono le macchine ingegnose costruite dai Nani sotto le montagne che, invece, femmine o maschi che siano, rifiutano di indossare la gonna per motivi pratici a prescindere dal genere.

L’anticonvenzionalità la fa da padrona anche nella scelta della protagonista, un’ammazzatroll appartenente alla razza nanica che quindi si destreggia in un “male dominated field”. Per quanto in modo leggero e divertente, Ilsa si trova a dover smentire in modo pirotecnico due tipi di discriminazione: quella razziale e quella di genere. Isla dice di sé di essere un’ingegnera, ma tutti continuano a chiamarla “Masto Nano” e mi è sembrato coraggioso mostrare queste incongruenze sociali che possono passare inosservate a una persona pragmatica come la nostra protagonista ma in realtà sottolineano tutte le contraddizioni con le quali deve confrontarsi quotidianamente.

Tuttavia, l’anticonvensionalità non si spinge fino all’arco di trasformazione di Ilsa, perché se lei non segue i canoni dell’eroe classico, il suo arco di formazione invece sì. Personalmente, le parti che ho trovato più toccanti sono state quelle che riguardano i suoi inconsapevoli antagonisti, coloro che professionalmente parlando si parano fra lei e il suo guadagno. Forse ho sentito per i troll in questione più empatia di quanto avrei dovuto, eppure mi è dispiaciuto quando l’ammazzatroll fa ciò per cui viene pagata e viene descritta la caduta di questi giganti semi-intelligenti eppure dotati di coscienza del sé, anche e soprattutto perché alla fine della fiera non sono loro il vero nemico.

In chiusura, posso solo dire che Trollslayer è un romanzo breve che è stato perfetto per evitarmi di entrare nel blocco del lettore dopo un libro molto più pesante. Grazie alla sua ambientazione forte e approfondita e alla sua protagonista antieroina è riuscito a intrattenermi perfettamente.

mercoledì 9 aprile 2025

La stagione delle ossa

  • Titolo: La Stagione delle Ossa
  • Titolo originale: The Bone Season
  • Autrice: Samantha Shannon
  • Traduttrice: Egle Costantino 
  • Codice ISBN: 9788804786733
  • Casa editrice: Mondadori 
Trama 


2059. Da duecento anni la Repubblica di Scion porta avanti una campagna persecutoria contro ogni forma di "innaturalità" in Europa. A Londra, Paige Mahoney occupa un posto di tutto rispetto nella gerarchia della criminalità: braccio destro del feroce White Binder, è una dreamwalker, una rara specie di veggente. Secondo la spietata legge di Scion, la sua sola esistenza è un atto di tradimento. E quando viene arrestata per omicidio, incontra i misteriosi fondatori di Scion, che hanno dei piani per i suoi straordinari poteri. Se vuole salvarsi, dovrà imparare a fidarsi di chi ha sempre considerato un nemico... Il fortunato romanzo d'esordio di Samantha Shannon, l'inizio di una saga fantasy ispirata alla mitologia greca, in una nuova edizione completamente rivista dall'autrice.


Recensione e commento

Ho letto molti esempi della produzione letteraria di Samantha Shannon, dal famosissimo Priorato dell’albero delle arance, al suo prequel Un giorno di notte cadente. Eppure questa è la prima volta che un romanzo uscito dalla sua penna mi piace al cento percento. Ma pariamo dall’inizio.

Una premessa è doverosa: in occasione del decennale dall’uscita del primo romanzo, che in prima edizione italiana si intitolava La Stagione della Falce, pubblicato da Salani, Shannon ha ripreso il manoscritto stravolgendolo completamente, aggiungendo scene e tagliandone altre, modificando dinamiche e, in sostanza, rinfrescando il libro e rendendolo più maturo. Questo serve più che altro per dire che se avete in casa la vecchia edizione, come ce l’ho io, rischiate che risulti inutile, se non per collezionismo.

Venendo al libro, finalmente, la prima cosa con cui si viene a contatto è l’ambientazione, che sembra impostata per trascinare la storia verso una direzione banale, già ampiamente esplorata altrove, che però si rivela completamente diversa: ci troviamo in un mondo distopico che non è dicotomico. Non c’è una divisione tra oppressione e libertà, ma tra oppressione e oppressione diversa, perché la Londra di cui leggiamo, e più in generale vasta parte del mondo, è governata con il pugno di ferro e le persone che possiedono poteri magici sono condannate a morte o costrette a servire il governo per un numero di anni per poi essere uccise. Questo porta le persone dotate di chiaroveggenza a vivere in clandestinità anche affiliandosi alla criminalità. La trama comincia proprio qui, con Paige, la protagonista, che ci descrive la sua vita nella cosca e spende molto tempo a raccontarci la personalità dei suoi colleghi e dei rapporti che intercorrono tra loro. È qui che ho cominciato a pensare che proprio l’affiliazione criminale della protagonista avrebbe portato al rovesciamento dell’ordine costituito e si sarebbe tradotta in una sorta di Il canto della rivolta, eppure Samantha Shannon mi ha stupita sin da questo momento perché è entrato in scena un terzo scenario, diverso da quello della criminalità contrapposta all’oppressione dello Stato: in questa distopia entrano in scena gli alieni. Così, de botto. È complicato spiegare il sistema magico in poche righe, ma fondamentalmente la classe di alieni è una sorta di mastermind dell’umanità che è in guerra con altri alieni di una specie diversa. In questo conflitto interplanetario, gli alieni colonizzatori si servono degli umani dotati di magia per arginare l’invasione trattandoli come schiavi.

Uno dei pochi difetti che ho riscontrato in questa lettura, e forse il più vistoso, è che Paige è sicuramente dotata di una spessissima plot armour, perché laddove altri personaggi cadono, lei in qualche modo sopravvive, specialmente perché finisce sotto la protezione di un alieno gentile, o quantomeno più gentile degli altri. La dinamica che si instaura tra i due è stata chiaramente presa da esempio da parte di autrici molto note che hanno praticamente usato lo stesso rapporto cambiando giusto qualche termine (e detto fuori dai denti, mi sto domandando come mai Shannon o chi per lei, non abbia sporto denuncia per plagio). Paige è molto ben caratterizzata, la conosciamo principalmente tramite i suoi flussi di coscienza, in cui spiega per bene i suoi ragionamenti, e tramite approfonditi flashback che raccontano in maniera minuziosa tutti i motivi che hanno portato la protagonista a essere come è o ad avere determinati strumenti emotivi. Al di là della plot armour, l’unico difetto è quello di prendere delle decisioni un po’ pretestuose solo perché la trama vada avanti nella direzione che serve e anche il fatto che spesso, quando in pericolo di vita, Paige reagisce un po’ troppo frequentemente con un’alzata di spalle, cosa che fa mancare il coinvolgimento emotivo a chi legge. Di contro, ho apprezzato tantissimo la riduzione all’osso dell’elemento romance, che è presente ai minimi termini soltanto verso la fine del romanzo e che sarà sicuramente oggetto d’indagine nei seguiti, dato che grazie a essa si crea un nuovo conflitto. 

Come ho già detto, i più grandi punti di forza sono il sistema magico e l’ambientazione, che sono davvero stratificati e impossibili da riassumere proprio per via della loro originalità. Il sistema magico è qualcosa che viene spiegato man mano e racconta tantissime ramificazioni e possibilità diverse, così come l’ambientazione è resa vividissima e verosimile, introdotta poco alla volta attraverso le percezioni della protagonista che così facendo ci mostra la varietà dei mondi possibili, non solo la città ipertecnologica e opprimente in cui è costretta a vivere, ma anche campi di papaveri che diventano parte integrante della sua psiche o strade inondate da folle in protesta che combattono per il mondo libero. Di fatto, la commistione tra sistema magico classicamente inteso e ambientazione futuristica e tecnologicamente verosimile rendono il libro il frutto di una commistione tra fantasy e fantascienza. Nei volumi successivi sarà sicuramente l’approfondimento del worldbuilding a farla da padrone, perché se questo primo romanzo era un’amalgama di generi dei quali lo urban fantasy non era sicuramente l’ultimo della lista, nei prossimi lo sbobinamento di altre situazioni potrebbe portare a svolte di trama molto interessanti. 

La stagione delle Ossa è un libro che mi ha stupita in positivo perché è scevro della pesantezza (anche voluta) che caratterizza altri libri di Shannon. È stato il primo che, nonostante alcuni difetti, non sono riuscita a mettere giù, è un ottimo libro di intrattenimento che presenta numerosi elementi che sarà interessante vedere approfonditi nei volumi successivi. La sola cosa che mi spaventa è che la serie completa sarà composta da sette libri, spero davvero che valga la pena.

Quando il mondo dorme - Storie, parole e ferite della Palestina

Titolo: Quando il mondo dorme - Storie, parole e ferite della Palestina Autrice: Francesca Albanese Codice ISBN: 9788817195324 Casa editric...