mercoledì 9 aprile 2025

La stagione delle ossa

  • Titolo: La Stagione delle Ossa
  • Titolo originale: The Bone Season
  • Autrice: Samantha Shannon
  • Traduttrice: Egle Costantino 
  • Codice ISBN: 9788804786733
  • Casa editrice: Mondadori 
Trama 


2059. Da duecento anni la Repubblica di Scion porta avanti una campagna persecutoria contro ogni forma di "innaturalità" in Europa. A Londra, Paige Mahoney occupa un posto di tutto rispetto nella gerarchia della criminalità: braccio destro del feroce White Binder, è una dreamwalker, una rara specie di veggente. Secondo la spietata legge di Scion, la sua sola esistenza è un atto di tradimento. E quando viene arrestata per omicidio, incontra i misteriosi fondatori di Scion, che hanno dei piani per i suoi straordinari poteri. Se vuole salvarsi, dovrà imparare a fidarsi di chi ha sempre considerato un nemico... Il fortunato romanzo d'esordio di Samantha Shannon, l'inizio di una saga fantasy ispirata alla mitologia greca, in una nuova edizione completamente rivista dall'autrice.


Recensione e commento

Ho letto molti esempi della produzione letteraria di Samantha Shannon, dal famosissimo Priorato dell’albero delle arance, al suo prequel Un giorno di notte cadente. Eppure questa è la prima volta che un romanzo uscito dalla sua penna mi piace al cento percento. Ma pariamo dall’inizio.

Una premessa è doverosa: in occasione del decennale dall’uscita del primo romanzo, che in prima edizione italiana si intitolava La Stagione della Falce, pubblicato da Salani, Shannon ha ripreso il manoscritto stravolgendolo completamente, aggiungendo scene e tagliandone altre, modificando dinamiche e, in sostanza, rinfrescando il libro e rendendolo più maturo. Questo serve più che altro per dire che se avete in casa la vecchia edizione, come ce l’ho io, rischiate che risulti inutile, se non per collezionismo.

Venendo al libro, finalmente, la prima cosa con cui si viene a contatto è l’ambientazione, che sembra impostata per trascinare la storia verso una direzione banale, già ampiamente esplorata altrove, che però si rivela completamente diversa: ci troviamo in un mondo distopico che non è dicotomico. Non c’è una divisione tra oppressione e libertà, ma tra oppressione e oppressione diversa, perché la Londra di cui leggiamo, e più in generale vasta parte del mondo, è governata con il pugno di ferro e le persone che possiedono poteri magici sono condannate a morte o costrette a servire il governo per un numero di anni per poi essere uccise. Questo porta le persone dotate di chiaroveggenza a vivere in clandestinità anche affiliandosi alla criminalità. La trama comincia proprio qui, con Paige, la protagonista, che ci descrive la sua vita nella cosca e spende molto tempo a raccontarci la personalità dei suoi colleghi e dei rapporti che intercorrono tra loro. È qui che ho cominciato a pensare che proprio l’affiliazione criminale della protagonista avrebbe portato al rovesciamento dell’ordine costituito e si sarebbe tradotta in una sorta di Il canto della rivolta, eppure Samantha Shannon mi ha stupita sin da questo momento perché è entrato in scena un terzo scenario, diverso da quello della criminalità contrapposta all’oppressione dello Stato: in questa distopia entrano in scena gli alieni. Così, de botto. È complicato spiegare il sistema magico in poche righe, ma fondamentalmente la classe di alieni è una sorta di mastermind dell’umanità che è in guerra con altri alieni di una specie diversa. In questo conflitto interplanetario, gli alieni colonizzatori si servono degli umani dotati di magia per arginare l’invasione trattandoli come schiavi.

Uno dei pochi difetti che ho riscontrato in questa lettura, e forse il più vistoso, è che Paige è sicuramente dotata di una spessissima plot armour, perché laddove altri personaggi cadono, lei in qualche modo sopravvive, specialmente perché finisce sotto la protezione di un alieno gentile, o quantomeno più gentile degli altri. La dinamica che si instaura tra i due è stata chiaramente presa da esempio da parte di autrici molto note che hanno praticamente usato lo stesso rapporto cambiando giusto qualche termine (e detto fuori dai denti, mi sto domandando come mai Shannon o chi per lei, non abbia sporto denuncia per plagio). Paige è molto ben caratterizzata, la conosciamo principalmente tramite i suoi flussi di coscienza, in cui spiega per bene i suoi ragionamenti, e tramite approfonditi flashback che raccontano in maniera minuziosa tutti i motivi che hanno portato la protagonista a essere come è o ad avere determinati strumenti emotivi. Al di là della plot armour, l’unico difetto è quello di prendere delle decisioni un po’ pretestuose solo perché la trama vada avanti nella direzione che serve e anche il fatto che spesso, quando in pericolo di vita, Paige reagisce un po’ troppo frequentemente con un’alzata di spalle, cosa che fa mancare il coinvolgimento emotivo a chi legge. Di contro, ho apprezzato tantissimo la riduzione all’osso dell’elemento romance, che è presente ai minimi termini soltanto verso la fine del romanzo e che sarà sicuramente oggetto d’indagine nei seguiti, dato che grazie a essa si crea un nuovo conflitto. 

Come ho già detto, i più grandi punti di forza sono il sistema magico e l’ambientazione, che sono davvero stratificati e impossibili da riassumere proprio per via della loro originalità. Il sistema magico è qualcosa che viene spiegato man mano e racconta tantissime ramificazioni e possibilità diverse, così come l’ambientazione è resa vividissima e verosimile, introdotta poco alla volta attraverso le percezioni della protagonista che così facendo ci mostra la varietà dei mondi possibili, non solo la città ipertecnologica e opprimente in cui è costretta a vivere, ma anche campi di papaveri che diventano parte integrante della sua psiche o strade inondate da folle in protesta che combattono per il mondo libero. Di fatto, la commistione tra sistema magico classicamente inteso e ambientazione futuristica e tecnologicamente verosimile rendono il libro il frutto di una commistione tra fantasy e fantascienza. Nei volumi successivi sarà sicuramente l’approfondimento del worldbuilding a farla da padrone, perché se questo primo romanzo era un’amalgama di generi dei quali lo urban fantasy non era sicuramente l’ultimo della lista, nei prossimi lo sbobinamento di altre situazioni potrebbe portare a svolte di trama molto interessanti. 

La stagione delle Ossa è un libro che mi ha stupita in positivo perché è scevro della pesantezza (anche voluta) che caratterizza altri libri di Shannon. È stato il primo che, nonostante alcuni difetti, non sono riuscita a mettere giù, è un ottimo libro di intrattenimento che presenta numerosi elementi che sarà interessante vedere approfonditi nei volumi successivi. La sola cosa che mi spaventa è che la serie completa sarà composta da sette libri, spero davvero che valga la pena.

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