Eccoci arrivati alla fine del viaggio, con la recensione sul prequel della trilogia principale. Ringrazio Beatrice , Yelenae Oscar Vault per la bellissima esperienza.
- Titolo: Hunger Games -La Ballata dell'Usignolo e del Serpente
- Titolo originale: Hunger Games - the Ballad of songbirds and Snakes
- Autrice: Suzanne Collins
- Traduttori: S. Brogli
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804722663
- Pagine: 480
- Editore: Mondadori
Trama
L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
Analisi e recensione
Le vicende raccontate all'interno de La Ballata dell'Usignolo e del Serpente si concentrano in un lasso di tempo di due mesi, durante i diciotto anni del protagonista, che hanno definito irreversibilmente la sua personalità. Il futuro presidente di Panem è un giovane ambizioso, rampollo di una famiglia nobile ormai decaduta che non fa che lamentarsi di quanto il mondo sia ingiusto e di quello che il mondo gli deve esclusivamente in virtù del suo nome. Non pensa che, dopo una guerra, tutti, non soltanto lui, vivano una condizione di indigenza e che il concetto di nobiltà di nome sia ormai sorpassato. No, lui è Coriolanus Snow e, anche se a uno stato ancora embrionale, dato che è un ragazzo molto giovane, si intravedono già la sua arroganza e ambizione.
Per tirarsi fuori dalla sua condizione di povertà, Corio fa affidamento esclusivamente sul suo fascino, nonostante non gli manchino mai le occasioni per fare la cosa giusta: è circondato da brave persone che tentano di indicargli la retta via, eppure lui ha la straordinaria capacità di farsi influenzare da quelle che lo trasformeranno nello spietato tiranno che abbiamo già conosciuto nella trilogia principale. Proprio per questo motivo, forse, la Collins ha deciso di narrare gli eventi in terza persona, atttraverso un narratore extradiegetico con focalizzazione interna, poiché l'unico punto di vista mostrato è quello di Snow, e di rendere la narrazione priva di impatto emotivo (a parte il finale), proprio per rendere l'idea di quanto Coriolanus sia freddo e calcolatore. Parlando della struttura del romanzo, possiamo dire che formi un anello assieme alla trilogia principale, perché inizia esattamente come gli altri: con una mietitura. Ma non solo, nel primo capitolo del libro c'è già tutto quello che, nel terzo libro, costituirà la disfatta di Capitol City e che caratterizza Snow come personaggio: l'ambizione, l'autocontrollo, le rose. Viene persino citato il Corso, dal quale arriverà la sua sconfitta, a rimarcare la struttura circolare della storia di questo personaggio, che inizia esattamente dove finisce. Uno degli espedienti narrativi più efficaci utilizzati dall'autrice in questo prequel è senza ombra di dubbio quello di descrivere l'ambientazione e le emozioni del personaggio attraverso gli odori, per vari motivi. Innanzi tutto, l'uso del colore, predominante nella trilogia, non sarebbe stato altrettanto d'impatto, perché se Katniss si trova catapultata in un mondo colorato fatto di boschi, di fuoco, di feste con vestiti e acconciature improponibili, per poi sfociare nel grigio del Distretto 13, Coriolanus, invece, si trova in una Capitol City che non somiglia per niente a quella della protagonista: sembra più la Sarajevo coperta di macerie degli anni Novanta, che il Paese dei Balocchi. Concentrarsi sui suoni, invece, non avrebbe fatto capire altrettanto efficacemente il motivo per il quale Snow odi tanto il 12; in particolare, non è un amante della musica e ci sono dei suoni che lo disturbano. Per cui, la scelta perfetta per caratterizzare il personaggio è stata la via degli odori: essi possono celare (come farà il nostro presidente nella trilogia pricipale, quando nasconde l'odore del sangue sotto quello delle rose), far ricordare qualcosa di molto bello o molto brutto, come il portacipria o il cuioio.
In un mondo in cui tutto è ancora in divenire e in cui lo stesso Snow è in divenire, il suo obiettivo primario è quello di ripristinare lo status quo ante guerra. Per questo è un tipo machiavellico, sempre con una maschera calata sul viso e pronto a dire agli altri quello che vogliono sentire, tutto al fine di riottenere l'antico privilegio della sua famiglia. Fondamentalmente, è questo che lo differenzia da Katniss, la quale, nella vita, ha la sola ambizione di non morire di fame e di essere lasciata in pace. Tuttavia, ci sono anche delle analogie tra i due personaggi, altrimenti avrebbero avuto dei problemi a comunicare all'interno della trilogia. Ad esempio, entrambi odiano gli sprechi: nel terzo libro Il Canto della Rivolta Snow dice "Deve sapere una cosa di me, signorina Everdeen: odio gli sprechi". La Ballata dell'Usignolo e del serpente ne spiega il motivo, ovvero che avendo Snow vissulto la guerra e la fame conosce il valore delle cose. Inoltre, entrambi utilizzano spesso i servizi del mercato nero, sono due pragmatici, ma a Katniss mancano l'ambizione, il machiavellismo e l'arroganza di Snow. Lui, però, odia La ragazza di Fuoco sin dal primo momento ed è in questo libro che abbiamo le risposte, ad esempio, per il fatto che la ragazza di fuoco segue lo stesso piano che lui fa seguire a Lucy. Comunica con lei persino nello stesso modo in cui Katniss e Haymitch comunicano nell'arena, ovvero attraverso l'acqua. Per Coriolanus, gli eventi della trilogia, saranno una sorta di costante déja vu.
In questo libro, ci troviamo nella decima edizione degli Hunger Games, in cui gli studenti dell'Accademia vengono coinvolti come mentori. A Coriolanus viene assegnata Lucy Gray, la ragazza del 12 che canta come un usignolo e si serve di serpenti come arma. Gli Hunger Games pongono gli studenti davanti a delle questioni morali di una certa importanza e, verso la metà del libro, il protagonista sarà quasi sulla retta via, grazie all'amore di sua cugina Tigris (se il nome vi suona familiare c'è un motivo) e della ragazza del 12. A influenzarlo negativamente sarà la professoressa Gaul, la quale avrà un posto di rilievo nella formazione in negativo del personaggio, nel suo futuro modo di eliminare gli avversari politici, ma soprattutto gli insegnerà a essere infido come un serpente (anche qui, se vi suona familiare c'è un motivo). Il suo modo di governare, quando sarà presidente, sarà basato su quello che gli ha insegnato la Gaul, poiché, nonostante le persone positive attorno a lui, come la cugina o l'amico Seanius cerchino di fargli capire quanto sia sbagliato mettere dei bambini in un'arena, affinché si uccidano a vicenda e quanto sia stupido che la gente muoia di fame, ma che ci sia un'emorragia di denaro per uno show televisivo, lui sceglie la via facile, sceglie di credere che l'umanità debba essere tenuta sotto controllo con il pugno di ferro, perché senza ordine non siamo che bestie (sul concetto di ordine in scienza della politica si potrebbe parlare per ore, ma chi scrive non vi odia fino a questo punto). Insomma, Suzanne Collins si rivela nuovamente una grande conoscitrice della politica e del mondo romano, infatti non mancano i latinismi e i richiami alla Roma antica; Snow stesso sembra essere stato ispirato da Nerone, che, si dice, avvelenasse i suoi ospiti durante le feste.
Per tirarsi fuori dalla sua condizione di povertà, Corio fa affidamento esclusivamente sul suo fascino, nonostante non gli manchino mai le occasioni per fare la cosa giusta: è circondato da brave persone che tentano di indicargli la retta via, eppure lui ha la straordinaria capacità di farsi influenzare da quelle che lo trasformeranno nello spietato tiranno che abbiamo già conosciuto nella trilogia principale. Proprio per questo motivo, forse, la Collins ha deciso di narrare gli eventi in terza persona, atttraverso un narratore extradiegetico con focalizzazione interna, poiché l'unico punto di vista mostrato è quello di Snow, e di rendere la narrazione priva di impatto emotivo (a parte il finale), proprio per rendere l'idea di quanto Coriolanus sia freddo e calcolatore. Parlando della struttura del romanzo, possiamo dire che formi un anello assieme alla trilogia principale, perché inizia esattamente come gli altri: con una mietitura. Ma non solo, nel primo capitolo del libro c'è già tutto quello che, nel terzo libro, costituirà la disfatta di Capitol City e che caratterizza Snow come personaggio: l'ambizione, l'autocontrollo, le rose. Viene persino citato il Corso, dal quale arriverà la sua sconfitta, a rimarcare la struttura circolare della storia di questo personaggio, che inizia esattamente dove finisce. Uno degli espedienti narrativi più efficaci utilizzati dall'autrice in questo prequel è senza ombra di dubbio quello di descrivere l'ambientazione e le emozioni del personaggio attraverso gli odori, per vari motivi. Innanzi tutto, l'uso del colore, predominante nella trilogia, non sarebbe stato altrettanto d'impatto, perché se Katniss si trova catapultata in un mondo colorato fatto di boschi, di fuoco, di feste con vestiti e acconciature improponibili, per poi sfociare nel grigio del Distretto 13, Coriolanus, invece, si trova in una Capitol City che non somiglia per niente a quella della protagonista: sembra più la Sarajevo coperta di macerie degli anni Novanta, che il Paese dei Balocchi. Concentrarsi sui suoni, invece, non avrebbe fatto capire altrettanto efficacemente il motivo per il quale Snow odi tanto il 12; in particolare, non è un amante della musica e ci sono dei suoni che lo disturbano. Per cui, la scelta perfetta per caratterizzare il personaggio è stata la via degli odori: essi possono celare (come farà il nostro presidente nella trilogia pricipale, quando nasconde l'odore del sangue sotto quello delle rose), far ricordare qualcosa di molto bello o molto brutto, come il portacipria o il cuioio.
In un mondo in cui tutto è ancora in divenire e in cui lo stesso Snow è in divenire, il suo obiettivo primario è quello di ripristinare lo status quo ante guerra. Per questo è un tipo machiavellico, sempre con una maschera calata sul viso e pronto a dire agli altri quello che vogliono sentire, tutto al fine di riottenere l'antico privilegio della sua famiglia. Fondamentalmente, è questo che lo differenzia da Katniss, la quale, nella vita, ha la sola ambizione di non morire di fame e di essere lasciata in pace. Tuttavia, ci sono anche delle analogie tra i due personaggi, altrimenti avrebbero avuto dei problemi a comunicare all'interno della trilogia. Ad esempio, entrambi odiano gli sprechi: nel terzo libro Il Canto della Rivolta Snow dice "Deve sapere una cosa di me, signorina Everdeen: odio gli sprechi". La Ballata dell'Usignolo e del serpente ne spiega il motivo, ovvero che avendo Snow vissulto la guerra e la fame conosce il valore delle cose. Inoltre, entrambi utilizzano spesso i servizi del mercato nero, sono due pragmatici, ma a Katniss mancano l'ambizione, il machiavellismo e l'arroganza di Snow. Lui, però, odia La ragazza di Fuoco sin dal primo momento ed è in questo libro che abbiamo le risposte, ad esempio, per il fatto che la ragazza di fuoco segue lo stesso piano che lui fa seguire a Lucy. Comunica con lei persino nello stesso modo in cui Katniss e Haymitch comunicano nell'arena, ovvero attraverso l'acqua. Per Coriolanus, gli eventi della trilogia, saranno una sorta di costante déja vu.
In questo libro, ci troviamo nella decima edizione degli Hunger Games, in cui gli studenti dell'Accademia vengono coinvolti come mentori. A Coriolanus viene assegnata Lucy Gray, la ragazza del 12 che canta come un usignolo e si serve di serpenti come arma. Gli Hunger Games pongono gli studenti davanti a delle questioni morali di una certa importanza e, verso la metà del libro, il protagonista sarà quasi sulla retta via, grazie all'amore di sua cugina Tigris (se il nome vi suona familiare c'è un motivo) e della ragazza del 12. A influenzarlo negativamente sarà la professoressa Gaul, la quale avrà un posto di rilievo nella formazione in negativo del personaggio, nel suo futuro modo di eliminare gli avversari politici, ma soprattutto gli insegnerà a essere infido come un serpente (anche qui, se vi suona familiare c'è un motivo). Il suo modo di governare, quando sarà presidente, sarà basato su quello che gli ha insegnato la Gaul, poiché, nonostante le persone positive attorno a lui, come la cugina o l'amico Seanius cerchino di fargli capire quanto sia sbagliato mettere dei bambini in un'arena, affinché si uccidano a vicenda e quanto sia stupido che la gente muoia di fame, ma che ci sia un'emorragia di denaro per uno show televisivo, lui sceglie la via facile, sceglie di credere che l'umanità debba essere tenuta sotto controllo con il pugno di ferro, perché senza ordine non siamo che bestie (sul concetto di ordine in scienza della politica si potrebbe parlare per ore, ma chi scrive non vi odia fino a questo punto). Insomma, Suzanne Collins si rivela nuovamente una grande conoscitrice della politica e del mondo romano, infatti non mancano i latinismi e i richiami alla Roma antica; Snow stesso sembra essere stato ispirato da Nerone, che, si dice, avvelenasse i suoi ospiti durante le feste.
Il potere che Snow otterrà in futuro, sarà frutto della sua freddezza e delle sue convinzioni sul potere e degli eventi vissuti al 12, che forgeranno inesorabilmente la sua personalità.
La Ballata dell'Usignolo e del Serpente è una storia splendidamente costruita dal punto di vista strutturale e risponde a molte questioni che erano state lasciate aperte nella trilogia. Tuttavia, per motivi comprensibili, manca dello stesso pathos, poiché il personaggio principale deficita della forza vitale di Katniss. Indubbiamente, per avere un quadro completo della vicenda, si rivela utile e gli appassionati lo ameranno incondizionatamente.
La Ballata dell'Usignolo e del Serpente è una storia splendidamente costruita dal punto di vista strutturale e risponde a molte questioni che erano state lasciate aperte nella trilogia. Tuttavia, per motivi comprensibili, manca dello stesso pathos, poiché il personaggio principale deficita della forza vitale di Katniss. Indubbiamente, per avere un quadro completo della vicenda, si rivela utile e gli appassionati lo ameranno incondizionatamente.
Grazie per essere passati dal blog e aver sostenuto quest'avventura.
Gli Snow si posano in cima.
Gli Snow si posano in cima.
Mi hai fatto venire voglia di leggerlo. Bellissima recensione.
RispondiEliminaGrazie mille, gentilissima come sempre
EliminaEro molto indecisa se leggerlo o meno. Credo tu mi abbia convinto a dargli una possibilità.
RispondiEliminaP.s. il mio portafogli NON ti ringrazia 🙈🙈
Dagli una possibilità per completezza. Serve giusto a capire il background della storia, ma non ti aspettare grande azione.
EliminaChiedi scusa al tuo portafogli da parte mia
Si può essere dispiaciuti per Corio? Quasi ci stavo cascando, ma poi anche no.
RispondiEliminaQualcuno ci se cascato, io no ;)
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