martedì 30 giugno 2020

La Grazie dei Re

Benvenuti a questa nuova tappa di review party, sempre organizzato da Beatrice e Yelena per Oscar vault. Questa volta si tratta di un libro epic fantasy davvero interessante.



Trama


 L'Imperatore Mapidéré è stato il primo a unire i diversi regni dell'arcipelago di Dara sotto il dominio della sua isola d'origine, Xana. Dopo ventitré anni, tuttavia, l'Impero di Xana mostra segni di debolezza. Mapidéré è sul letto di morte, i suoi consiglieri complottano mirando ciascuno al proprio interesse, persino gli dèi sembrano adirati. Come se non bastasse, decenni di crudeli angherie e di dispotico potere hanno fatto sì che la popolazione non abbia nulla da perdere da una rivolta, ma molto da guadagnare. È questo il mondo in cui vivono Kuni Garu, un affascinante perditempo poco propenso alla vita onesta, e Mata Zyndu, l'impavido figlio di un duca deposto, discendente di una nobile stirpe particolarmente colpita dalla ferocia di Mapidéré, che ha giurato di vendicarsi. Sembrano l'uno l'opposto dell'altro, ma durante la ribellione contro il potere imperiale i loro sentieri si incrociano in modo imprevedibile: diventano amici inseparabili, fratelli, e insieme combattono contro immensi eserciti, serici vascelli volanti, libri magici e divinità dalle forme mutevoli. Ma una volta che l'imperatore è stato rovesciato, Kuni e Mata si trovano a capeggiare fazioni rivali, con idee molto diverse su come si dovrebbe guidare il mondo, e su cosa sia la giustizia.



Recensione e commento

Cantami, o Diva, del Pelide Achille
l'ira funesta, che infiniti addusse
lutti agli Achei [...]


La Grazia dei Re potrebbe tranquillamente cominciare come l'Iliade di Omero: si tratta di un romanzo epico, in cui gli dei non sono onnipotenti e onniscienti, ma tentano di influenzare il corso delle umane vicende attraverso sotterfugi e giochetti. Infatti, secondo la concezione greca, gli dei possono determinare gli eventi umani e porre ostacoli sulla loro strada, oppure proteggerli e favorirli. Non è solo quella greca, la mitologia citata all'interno del libro, poiché vi sono numerosissimi riferimenti a varie culture; vi è persino, tradotta in una delle lingue inventate ad hoc per il libro, una citazione di Virgilio: audaces fortuna iuvat, tratta dall'Eneide. È incredibile vedere come questo poema continui ad avere influenza sulle opere di altri autori ancora oggi! Vi sono anche alcuni topoi letterari tipici dell'Odissea, come l'inizio in medias res, infatti, la Grazia dei Re, come il poema omerico, non narra le vicende in ordine cronologico, ma prende avvio nel pieno della vicenda. Anche, come si è già detto, le divinità sono simili a quelle greco-classiche, vi è persino il concilio degli dei. Nell'Odissea, la prima scena del poema si svolge sull'Olimpo, nella reggia di Zeus dove sono riuniti gli dei e, così come nell'Iliade è Apollo a determinare le condizioni per la contesa tra Achille e Agamennone, Anche l'Odissea prende vita da un intervento divino. Anche all'interno di questo romanzo, gli dei si radunano in concilio, si intromettono e determinano molte delle faccende umane, riprendendo chiaramente questo schema narrativo. In sostanza, come in altre mitologie, gli dei costituiscono un po' la propulsione della storia e il motore verso l'azione. Spiegare tutti i simboli e raccontare ogni citazione risulta impossibile in questa sede, poiché l'autore dimostra una conoscenza sconfinata dell'epica e delle tecniche di scrittura per trasmettere i messaggi al lettore ma la sua abilità non si esaurisce qui, dal momento che anche le battaglie e le strategie di guerra, seppur trattate in maniera rapida e sintetica, mostrano quanto studio ci sia dietro alla stesura di La Grazia dei Re.
Dal mio giardino
Parlando della struttura del romanzo, essa è particolare, poiché il narratore è extradiegetico con focalizzazione interna mobile: ogni capitolo viene narrato dal punto di vista di uno o più personaggi e per le prime duecento pagine ogni nuovo capitolo comincia con una presentazione del personaggio, ovvero chi sia, cosa faccia e quali siano stati gli eventi della sua vita che lo abbiano portato a diventare ciò che è al tempo della storia. Questo interessante schema narrativo permette di caratterizzare ancora meglio i personaggi, perché, con il cambio di punto di vista, viene mostrata ogni sottigliezza caratteriale e di pensiero. Un esempio che non può essere tralasciato è quello che riguarda la questione femminile: vi sono numerose donne all'interno del romanzo, ma essendo la guerra un'attività storicamente maschile appare chiaro che alcune di esse siano importanti, ma non possano agire in prima linea. A questo proposito, ogni protagonista uomo nel romanzo ha un'idea precisa delle donne, sia di quelle che ha intorno, sia in generale e, sebbene per alcuni personaggi, come Kuni, che più che ad Achille piè veloce, sarebbe assimilabile al versatile e scaltro Ulisse, ci siano i presupposti per il progressismo, altri personaggi, diversi da lui, pensano che sia ancora il più pesante degli insulti essere chiamati "femminuccia". I personaggi femminili e maschili differiscono non soltanto nel modo di agire, ma anche di pensare, poiché le donne sono più inclini al sacrificio, anche estremo, anche infangando il nome della loro famiglia, per il bene del proprio popolo, mentre sono pochi gli uomini che agiscono nella stessa maniera; anzi, quasi tutti sono interessati a vincere, primeggiare o cercare avventure, magari anche per un bene superiore, ma sempre scegliendo il male minore, che significa comunque scegliere il male. Preferiscono la gloria al bene comune. A prescindere da questa digressione sulle divergenze di operato e di pensiero tra i personaggi e i generi, non esiste un singolo personaggio che non sia estremamente ben caratterizzato, anche i personaggi femminili, che spesso in questo genere di fantasy vengono un po' tralasciati. Non stupisce che nei ringraziamenti alla fine, l'autore includa le donne più importanti della sua vita e spera che questo libro possa essere di ispirazione per le sue figlie.
Un elemento assai particolare e che differisce da molta delle letteratura mainstream del momento è l'incertezza: affezionarsi a uno dei personaggi all'interno de La Grazia dei Re è pericolosissimo, perché nel giro di poche pagine potrebbero essere morti, nonostante tutto il sadico impegno dell'autore per fare entrare il lettore in empatia con il personaggio. Il lieto fine, dunque, non è garantito, e il fiato resta sospeso fino alla fine. 
La Grazia dei Re ha tutte le carte in regola per essere il primo libro di una trilogia splendida ed epica, che terrà il lettore incollato alle pagine.


Fonti:
D. Ciocca, T. Ferri, Narrami o Musa, antologia di Epica, Arnoldo Mondadori scuola, 2006

4 commenti:

  1. Come sempre un'analisi molto dettagliata, una delle cose che apprezzo di più dei tuoi post. Ho sentito parlare di questo libro, sembra davvero molto promettente... Mi hai incuriosita❤️

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    1. Grazie mille. Non volevo svelare troppo e ho cercato di dire le cose essenziali

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  2. Sinceramente non so se l'epic fantasy potrebbe piacermi,non ho mail letto nulla del genere, però questa tua recensione mi ha davvero incuriosita molto! Complimenti 😍

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    1. Grazie mille, ho cercato di essere oggettiva. Come stile assomiglia al trono di spade, ma l'ho trovato decisamente più piacevole, meno violento e meno spinto sessualmente

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