domenica 22 novembre 2020

I soldi fanno la felicità? Come la vita delle persone viene condizionata dal denaro


Nel romanzo di Orwell Fiorirà l'aspidistra (qui trovate la recensione) il protagonista non pensa ad altro che al denaro e a come la sua vita sarebbe diversa se ne possedesse, ma al tempo stesso non vuole rinunciare alla sua arte e svendersi per soldi. 
Secondo i calcoli di daniel Kahneman e Angus Deaton, i soldi fanno la felicità fino a un reddito di 75 mila dollari all'anno. Un incremento del conto in banca non apporta alcun beneficio sulla felicità. Facendo un passo indietro e scomodando gli psicologi, si può spiegare perché ciò avvenga: non è il possesso dei soldi a fare la felicità, ma come li si spende. Si è scoperto che, contrariamente alle aspettative, le persone preferiscono comprare beni materiali, che esperienze, poiché si ha la sensazione che gli oggetti durino di più di un viaggio o una vacanza, ma poiché agli oggetti ci si abitua, anche perché si ha l'erronea convinzione che saranno lì per sempre. Questo porta al cosiddetto "adattamento edonistico", per cui si tende ad abituarsi agli oggetti materiali. Le esperienze, invece, soddisfano una parte molto più profonda della nostra psiche, ci danno un'idea di connessione e formano l'identità individuale. D'altro canto, esistono cose che il denaro non può comprare, soprattutto il tempo: in molti prefeiscono comprare una macchina lussuosa e superaccessoriata per andare al lavoro a due ore da casa, piuttosto che prendere una casa più vicina all'ufficio e utilizzare il tempo risparmiato per fare qualcosa che porti valore alla propria vita.
Un dato allarmante è quello che riguarda lo zip code, ovvero il codice di avviamento postale negli Stati Uniti: questo codice indica quanto una persona probabilmente vivrà. Questo per un calcolo molto semplice e logico, dal momento che chi abita nei quartieri migliori vivrà più a lungo. Nelle aree delle città più disagiate, dove risiede soprattutto la popolazione di colore, l'aspettative di vita scende di almeno trent'anni, soprattutto per gli uomini che rischiano di morire in sparatorie o più semplicemente non sono in grado di pagarsi le cure mediche, qualora ne abbiano bisogno. Nelle aree a maggioranza nera i servizi sanitari sono carenti e la qualità dell'aria è pessima; sono le stesse aree più colpite dal COVID-19 perché la popolazione viene testata con minor frequenza e dove i morti sono più numerosi a causa della marginalizzazione.
In sostanza, il protagonista del romanzo orwelliano non è che non riesca a comprarsi la felicità, ma non riesce ad avere la vita che desidera, tuttavia è questo il punto: il compito dell'artista è quello di fare arte soprattutto quando nessuno vuole stare a sentire e l'esperienza della privazione gli fornirà un punto di vista inatteso sul mondo.

Fonti:

 



6 commenti:

  1. Questo articolo lancia un sacco di spunti jnteressanti, davvero interessante!

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    1. Grazie di essere passata a leggere anche se l'arfomento è un po' triste

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  2. Bellissima edizione di un libro che non ho ancora letto. Sono molto curiosa di farlo ora

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  3. Un post interessante e per alcuni versi anche inquietanti ma è una verità che hai fatto benissimo a raccontare. Sono sempre più convinta che recupererò Orwell!

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    1. Orwell è un autore da leggere. Punto. Tutti dovrebbero leggerlo perché apre veramente gli occhi. Quando lo leggerai ne parlaremo assieme

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