- Titolo: La Guerra dei Papaveri
- Titolo originale: The Poppy War
- Autrice: R.F. Kuang
- Traduttrice: Sofi Hakobyan
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8804729747
- Casa editrice: Mondadori
Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo.
Recensione e commento
In un mondo di protagoniste overpower è arrivata Rin a salvarci dalla mediocrità: è una protagonista che, pur rientrando in alcuni canoni (orfana, e può, quindi, potenzialmente essere chiunque) rompe moltissimi schemi. Ad esempio si svincola dallo stereotipo della ragazza inconsapevole dalla propria bellezza mozzafiato, anzi, nel testo viene ribadito spesso, anche da altri personaggi, che il suo aspetto è molto ordinario, oltre al fatto che lə lettorə segue tutto il suo percorso di formazione, dalle difficoltà dello studio per entrare nella prestigiosa accademia militare, a quelle per rimanerci. Rin fatica, studia fino a perdere il sonno, impara tutto quello che può in qualsiasi circostanza pur di arrivare al suo obiettivo. Dimostra tantissima umanità - non nel senso di compassione, ma proprio nel senso di comportamento in linea con le reazioni umane - in molte situazioni diverse, ad esempio nel suo desiderio di avere una vita meno mediocre di quella che la aspetterebbe se non si istruisse, piena di bambini indesiderati e votata alla cura di un marito a cui verrebbe venduta e senza alcuna prospettiva personale; uno degli elementi che caratterizza maggiormente la psicologia della protagonista è la sua voglia molto BDSM di avere il beneplacito delle persone che ammira, come i suoi insegnanti, tanto che spesso e volentieri fa la scelta sbagliata proprio perché non desidera altro che ricevere un segno di approvazione da parte loro. Questo suo lato debole, nell’armatura di una soldatessa come lei, è una delle sue caratteristiche più interessanti perché la conduce sull’orlo del baratro: di fatto la crescita di Rin è ascendente in senso culturale e sociale, ma decrescente in senso morale e personale, perché la guerra in cui si ritrova a combattere la porta a un livello di odio tale da bruciare tutto quello che tocca. Rin aspirava a essere la versione migliore di sé stessa e si ritrova a diventare qualcosa di molto vicino a un mostro per colpa di una guerra che non ha voluto e che potrebbe radere al suolo tutto (e qui mi viene da citare la mia amata Laini Taylor: ti sei mai chiesto se sono i mostri a fare la guerra o la guerra a fare i mostri?).
Un lato molto apprezzabile di questa lettura è stato anche il modo in cui è stata raccontata l’evoluzione delle arti marziali, nel momento della storia spogliate della loro componente spirituale e salutistica ed esclusivamente finalizzate alla distruzione. Rin e il suo mentore scoveranno un posto nella propria mente in cui le divinità esistono, perché sono in ogni luogo: Rin riesce a diventare una guerriera più che un soldato perché restituisce alle arti marziali il loro antico significato di ricongiungimento con la divinità, non come semplice ripetizione di azioni meccaniche.
La Guerra dei Papaveri è un libro che si discosta dal panorama delle eroine young adult e dei libri privi di consistenza di significato. La sua lettura, forse non è adatta a chiunque, ma è senza dubbio degna di nota e molto valida qualitativamente, sia per l’intreccio della trama e per il modo in cui la realtà entra nella finzione, ma soprattutto per la caratterizzazione dei personaggi fuori dal comune. Nei prossimi volumi, sicuramente, non mancherà la formazione di personaggi secondari e un ulteriore percorso della protagonista.
Diciamo che le storie fantasy con ambientazione orientale purtroppo non mi attirano
RispondiEliminaSono gusti. Sono molto lontane dal nostro gusto e questo può essere al contempo una risorsa o uno svantaggio
EliminaNon l'ho letto, ma apprezzo anche io un libro diverso dai soliti con personaggi più realistici :)
RispondiEliminaMolto lontano dalle solite eroine insipide e prive di spina dorsale
EliminaUn libro che mi manca però vorrei molto leggerlo un giorno
RispondiEliminaTe lo consiglio, è una lettura relativamente impegnativa, ma molto lineare
EliminaHo letto pareri contrastanti su questo titolo, a me personalmente non attira molto ma sono contenta che a te sia piaicuto!
RispondiEliminaDevo dire che anche io l’ho letto senza troppe aspettative e che emotivamente non i ha conquistata, mentre il secondo libro (di cui arriverà presto la recensione) i ha completamente rapita
EliminaPensavo di non approcciarmi mai a questa lettura ma ora sono davvero incuriosita
RispondiEliminaDipende anche dal momento in cui si sceglie di leggerla, di sicuro non è una lettura da fare quando si ha voglia di qualcosa di leggero
EliminaUn genere che non leggo.. non chiudo le porte però, un giorno, chissà …
RispondiEliminaMi rendo conto che non sia per tutti, ma a questo genere serviva un po’ una rinfrescata
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