- Titolo: Cinder
- Titolo originale: Cinder
- Autrice: Marissa Meyer
- Traduttrice: Maria Carla Dallavalle
- Codice ISBN: 978-8804616788
- Casa editrice: Mondadori
Trama
Cinder è abituata alle occhiate sprezzanti che la sua matrigna e la gente riservano ai cyborg come lei, e non importa quanto sia brava come meccanico al mercato settimanale di Nuova Pechino o quanto cerchi di adeguarsi alle regole. Proprio per questo lo sguardo attento del Principe Kai, il primo sguardo gentile e senza accuse, la getta nello sconcerto. Può un cyborg innamorarsi di un principe? E se Kai sapesse cosa Cinder è veramente, le dedicherebbe ancora tante attenzioni? Il destino dei due si intreccerà fin troppo presto con i piani della splendida e malvagia Regina della Luna, in una corsa per salvare il mondo dall'orribile epidemia che lo devasta. Cinder, Cenerentola del futuro, sarà combattuta tra il desiderio per una storia impossibile e la necessità di conquistare una vita migliore. Fino a un'inevitabile quanto dolorosa resa dei conti con il proprio oscuro passato.
Recensione e commento
Che meravigliosa sorpresa è stato questo libro! Sono anni che mi viene consigliato da persone di cui mi fido, eppure, per qualche motivo, non avevo aspettative molto alte e sono rimasta sorpresa in modo estremamente piacevole.
Cinder è un libro da intrattenimento e se questo per alcune persone significa che un romanzo sia senza pretese, questo non vale per la sottoscritta: se Marissa Meyer è riuscita a creare una storia senza significati metatestuali, ma con un intreccio avvincente, in cui tutto torna senza buchi di trama e con una protagonista che, una volta tanto, ha delle reali capacità e non è solo una Mary Sue, allora vuol dire che si può fare!
Uno degli elementi originali mancanti è la fata madrina, proprio perché Cinder non ne ha bisogno: lei si salva da sola, fa la meccanica e sa come aggiustare le cose ed è questa sua capacità a tirarla fuori dai guai. Non la magia, che qui non esiste perché siamo in un libro di fantascienza, non la fata madrina, non il belloccio di turno. Questo è l’unico richiamo alla fiaba che non c’è, ma non se ne sente la mancanza proprio perché rende Cinder un personaggio drasticamente meno passivo di Cenerentola e decisamente più interessante. L’innovazione che rende interessante questo retelling si estende anche al worldbuilding, che non viene descritto minuziosamente, ma chi legge percepisce perfettamente di trovarsi immers* in un futuro sovraffollato, con risorse naturali ed economiche limitate in cui il divario tra ricchi e poveri (non il gruppo musicale) è aumentato e presenta un’idea nostalgica di come qualche anno fa si immaginava il futuro, il tutto senza la traccia di infodump o spiegoni prolissi. In poco meno di 400 pagine l’autrice riesce a inserire un intreccio che esula dalla festa da ballo a cui Cenerentola vorrebbe andare, ma non può perché non ha un vestito, no, i problemi di Cinder sono ben altri, poiché si trova a vivere una pandemia (anche se con il senno di poi, sapendo come andrebbero fatte le cose, noi che leggiamo sappiamo che nel romanzo è stata gestita in modo un po’ ingenuo e poco efficace, ma di questa ingenuità l’autrice può essere perdonata) di una malattia incurabile e una guerra imminente con i lunari. Sono questi i problemi che deve affrontare e che le forniscono dei reali motivi per tenere dei segreti con il suo interesse amoroso nel libro (neanche a dirlo, il principe, ma sarebbe stato strano il contrario). Non è una ragazzina insulsa che ha paura di rivelare la propria cotta, non è una bellezza travolgente inconsapevole del proprio fascino e che ha paura di parlare con l’altro sesso, Cinder è ragionevole, razionale e molto equilibrata nelle sue reazioni. Anche la relazione con il principe Kai è molto ben gestita e diversa dai soliti cliché, tanto per cominciare perché non c’è il triangolo amoroso scemo, ma anche perché sembrano due adolescenti normali che si piacciono, senza drammi emotivi inutili o frasi teatrali alla Romeo e Giulietta.
Un altro pregio è quello di non aver reso macchiettistiche la matrigna e le sorellastre, che non sono le vere cattive della storia, sono solo dei personaggi secondari ben costruiti che si comportano in modo ostile nei confronti di Cinder per dei motivi comprensibili, specialmente la matrigna. Una donna che soffre per numerose ragioni e che non riesce a uscire dal suo loop di negatività, scaricandola, invece, sul prossimo.
Nota di demerito: l’editing a monte, qualcuno avrebbe dovuto far notare a Marissa Meyer che “vaccino” e “antidoto” non sono sinonimi. E poi, raga, nessuno scienziato al mondo degno di questo nome direbbe mai le parole “germi” o “microbi”, sono usate solo sui detersivi per pavimenti, ma gli scienziati non le dicono, suvvia! (Ok, adesso mi calmo). Tuttavia, questa macchia sul curriculum dell’autrice non fa venire meno la coerenza interna della trama (anche se in questi casi la mia sospensione dell’incredulità ha vacillato, ma sono problemi miei) e si riesce tranquillamente a passarci sopra, dal momento che le pagine scorrono via con una facilità impossibile da credere.
Sono sicura che questa serie regalerà altre emozioni, perché se l’inizio è così preciso, coerente e avvincente, non può che andare a migliorare. Vi aggiornerò con le prossime letture.
Cinder è uno dei miei libri preferiti, ho apprezzato l'originalità dell'autrice e il suo mescolare fantasy e sci-fi 😍 la saga per me è bellissima!
RispondiEliminaÈ un libro che avrei sempre voluto leggere, ai tempi in cui uscì, ma piano piano ha perso la mia attenzione. Forse perchè ho iniziato a vederlo ovunque...non so te, ma questo tipo di pubblicità mi fa perdere la curiosità verso un libro 😅
RispondiEliminaSerena
Io ho amato questa saga. Ho apprezzato a modo loro tutti i libri, con ognuno i propri personaggi. Red però sempre nel cuore
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