mercoledì 30 novembre 2022

La Regina del Nord

Ciao, bellezze! La recensione di oggi riguarda un libro appartenente a un genere letterario che amo, ma che non leggo spesso. Ringrazio tantissimo Valeria per aver organizzato l’evento e Sonzogno per averci omaggiate del libro. Cominciamo!


  • Titolo: La Regina del Nord
  • Titolo originale: Margrete I
  • Autrice: Anne Lise Marstrand-Jørgensen
  • Traduttrice: Clara Victoria
  • Lingua originale: danese
  • Codice ISBN: 978-8845407024
  • Casa editrice: Sonzogno
Trama

Danimarca, 1363. Margherita ha appena dieci anni quando viene data in sposa a re Håkon VI di Norvegia. Accompagnata e accudita da Kerstin, la sua enigmatica ancella, deve lasciarsi alle spalle la sua bellissima terra natale, l’amato padre, il re Valdemaro IV, e il dolore per la morte improvvisa del fratello Cristoforo. Un unico compito la attende: dare un erede al trono, così da consolidare l’alleanza tra i due regni. Ma quando, nel giro di pochi anni, perde sia il padre sia il marito, Margherita si ritrova da sola a difendere i diritti del suo piccolo Oluf, legittimo erede del grande Nord. Muovendosi in un mondo dove il potere è sempre stato prerogativa degli uomini, la regina lotta contro l’ostilità della corte, le dicerie, le sobillazioni e le continue minacce di guerra per affermare il suo disegno: i regni di Scandinavia devono unirsi sotto un unico sovrano, e quel sovrano dev’essere lei. In questo bestseller, che ha già ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, la scrittrice e poetessa Anne Lise Marstrand-Jørgensen ci restituisce il ritratto di una donna risoluta e vulnerabile insieme, divisa tra le proprie ambizioni e i giochi di potere, combattuta tra la fede e le antiche leggende pagane, tra il dovere della ragione e il misterioso richiamo della natura. Dotata di acume e tenacia, Margherita sfiderà le convenzioni e saprà piegare i pregiudizi a proprio favore, diventando una delle figure più visionarie e lungimiranti della sua epoca.

Recensione e commento

Immagino che anche voi abbiate quel genere letterario che amate, ma che per qualche motivo non leggete spesso. Nel mio caso è il romanzo storico. Incredibilmente, me ne sono innamorata a scuola, grazie all’immensa passione per I Promessi Sposi che mi è stata trasmessa da mia madre e dalla mia insegnante, quindi per questa lettura non posso che ringraziare Sonzogno per la copia omaggio di La Regina del Nord e Valeria per aver organizzato l’evento. 

L’autrice

Ma venendo all’opera, la prima cosa che devo dirvi è che la Storia dei Paesi del nord non è una materia in cui sono particolarmente ferrata e per quanto riguarda la vita della regina Margherita di Norvegia, Svezia e Danimarca ho trovato solo i fatti storici nudi e crudi, su internet, poiché i libri che la riguardano sono quasi tutti in lingue nordiche che non conosco e poco fruibili in Italia. Faccio questo disclaimer perché è importante capire che non è stato sempre facile per me distinguere tra le parti storicamente documentate e quelle che l’autrice ha inventato di sana pianta per riempire dei buchi. In effetti, alcune volte ho dovuto confrontarmi con Valeria, che invece era più ferrata e sono saltate fuori delle cose interessanti.

Tanto per cominciare, tutto il contesto storico della vicenda non viene spiattellato attraverso lunghe digressioni e descrizioni noiose di abitudini del tempo, ma viene in qualche modo inserito in dialoghi e pensieri della protagonista senza che ci sia bisogno di una spiegazione palese, il che per me è un pregio a prescindere dal genere letterario. Al di là di questo, poi, ho percepito la storicità anche attraverso la psicologia dei personaggi: mi capita sempre più spesso di leggere romanzi ambientati nel passato in cui le minoranze hanno un po’ troppa consapevolezza della propria condizione di svantaggio, tanto da avere a riguardo la stessa visione che ne abbiamo oggi, dopo aver districato molti nodi. In La Regina del Nord non c’è questo aspetto, Margherita è in tutto e per tutto una donna del suo tempo, consapevole del suo ruolo, che non mette mai in dubbio, nonostante la sua ambizione, la sua condizione di privilegio sociale e di censo le consentano di forzare un po’ le regole, di tanto in tanto. 

La copertina originale

Se devo proprio trovare l’aspetto che mi ha fatta entrare di più nell’atmosfera medievale, però, non posso che parlare di come la religione e il paganesimo rientrino nell’immaginario comune, fino a essere considerati entrambi dei dati di fatto. La scientificità di alcune superstizioni viene data per autentica, mai messa in discussione (ma come sarebbe stato possibile? Mancavano ancora più di due secoli alla nascita di Galieo) e la Chiesa spadroneggiava anche quando si trattava di potere temporale, riuscendo spesso a guidare le decisioni politiche grazie alla ferma convinzione che per mezzo del clero parlasse Dio. Il cattolicesimo, in effetti, viene criticato solo a posteriori da chi legge e ha gli strumenti culturali per poterlo fare, perché all’immaginario di una o più sante si lega indissolubilmente la realtà storica, che le mostra, invece, come delle persone comuni o addirittura opinabili, frutto di strumentalizzazioni o santificate grazie al prestigio temporale di cui godevano in vita. Il costante dualismo tra paganesimo e religione cristiana, purtroppo, va un po’ perdendosi man mano che si progredisce nella lettura del libro; anche se in questo senso l’incipit e la chiusura sono simmetrici, nel mezzo ci sono varie parti in cui il paganesimo viene completamente dimenticato, per risaltare fuori quando serve per mandare avanti la trama. 

Sebbene il libro sia diviso internamente in cinque parti, la mia percezione è stata quella di una macrodivisione a metà, la prima parte del libro ha riguardato le vicende personali di Margherita, la sua infanzia, la sua crescita, le pressioni subite a corte, le violenze sopportate in nome di un futuro migliore, mentre la seconda parte, che presenta anche un cambiamento nella sua psicologia con il passaggio dall’infanzia all’età adulta, è incentrata maggiormente sulla politica e le ambizioni di Margherita. Questa seconda parte è visibilmente più lenta della prima, meno incalzante e in qualche modo Storia nuda e cruda, con qualche sprazzo di vita personale qua e là che porterà solo a ulteriori sviluppi politici e con un finale che potrebbe non convincere del tutto.

Nonostante qualche piccolo difetto, La Regina del Nord è stata una bellissima lettura, che mi ha consentito di conoscere una figura storica di cui non avevo mai sentito parlare ed era il romanzo storico di cui sentivo il bisogno. È un libro da sorseggiare con calma, perfetto per la lentezza dell’autunno e dell’inverno e che non potrete farvi scappare se amate questo genere. 

1 commento:

  1. Io ho amato tutto di questo libro. Sono un'amante degli storici ma amo anche gli approfondimenti di personalità femminili come quella di Margherita.

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