martedì 18 aprile 2023

Una Virtù crudele

  • Titolo: Una Virtù crudele
  • Titolo originale: This vicious Grace
  • Autrice: Emily Thiede
  • Traduttrice: Irma Versari
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804770687
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Tre matrimoni. Tre funerali. Alessa china la testa per nascondere gli occhi asciutti mentre si inginocchia davanti alla bara tempestata di gioielli sull'altare. Avrebbe pianto. Dopo. Lo ha sempre fatto. Restare vedova a diciotto anni è senza dubbio una tragedia. Ma è difficile trovare le lacrime quando la si vive per la terza volta. Il dono che gli dei hanno concesso ad Alessa, in effetti, avrebbe dovuto amplificare la magia del suo Dorgale, non ucciderlo al minimo tocco. E ora, a un soffio dall'arrivo di uno sciame affamato di demoni che divorerà tutto ciò che incontrerà su Sansaverio, la giovane Lumera non ha più tempo per trovare un altro compagno e insieme opporsi all'avanzata delle forze maligne. Inoltre, influenzati da un predicatore, i suoi stessi soldati tentano di assassinarla, convinti che ucciderla sia l'unica speranza di salvezza per l'isola. Nel disperato tentativo di sopravvivere, Alessa decide di assoldare Dante come guardia del corpo personale, un emarginato cinico e con la fama di essere un assassino. Ma con la ribellione ormai alle porte, i segreti che nasconde l'uomo potrebbero condurre al più terribile dei tradimenti. Si tratta di un alleato o di un nemico? Da questa risposta dipende sia la vita della giovane sia il destino del suo Paese


Recensione e commento

Dal web
Personalmente, non riesco mai a godermi una storia “senza pretese” se questa mi provoca sentimenti di rabbia e indignazione per abusi, romanticizzazione di problemi sociali di varia natura o buchi di trama che reputo offensivi per la mia intelligenza. Ecco, Una Virtù crudele riesce a raccontare una storia apparentemente già vista, ma ripulita da tutte le problematiche dei romanzi rivolti allo stesso target.

Tanto per cominciare, la protagonista, Alessa, ha un quoziente intellettivo nella media, non è una che ciondola e si fa mettere i piedi in testa da tutti, anzi, è una protagonista molto attiva e disposta a lottare per la propria sopravvivenza, sempre alla ricerca di soluzioni. Inoltre, a un certo punto del l’intreccio accade qualcosa che un’altra autrice avrebbe utilizzato (fallendo) per mantenere la tensione, qualcosa che per chi legge è subito ovvio, ma che in altri romanzi sarebbe stato tirato per le lunghe e utilizzato come colpo di scena anche se colpo di scena non era. Per fortuna non qui: ciò che è ovvio per chi legge, lo è anche per Alessa che non si perde in chiacchiere e non si fa tirare scema più a lungo del necessario. 

Per quanto nel complesso la trama possa sembrare prevedibile, in realtà è riuscita a convincermi anche dei cliché perché non vengono semplicemente presentati come dei dati di fatto di punto in bianco, ma introdotti comunque con un crescendo che nella cifra totale del libro li rende credibili e contestualizzati e anche nelle situazioni in cui il risultato finale era quello che ci si aspettava, la strada percorsa per arrivarci potrebbe non essere altrettanto scontata. Ad esempio, la protagonista è una chosen one, ma noi lo sappiamo dall’apertura del romanzo, non assistiamo al momento in cui viene scelta e ci viene risparmiata tutta la parte precedente. Alessa è sì una prescelta, ma solo l’ultima di una lunghissima serie e pertanto neanche poi così speciale, e in effetti assistiamo alle sue difficoltà più che alla sua ascesa, infatti le cose non le stanno affatto andando bene ed è tutto fuorché un’eroina overpowered. Oltre che essere un personaggio credibile, Alessa ha anche una psicologia approfondita e penso che i suoi dilemmi interiori siano qualcosa in cui il pubblico adolescente possa effettivamente rispecchiarsi: la sua solitudine, le schiaccianti resposabilità, la paura e al tempo stesso la voglia di contatto fisico e umano sono tutti elementi tangibili e mostrati nel profondo, non solo spiegati. Anche la scena di sesso, che è sempre la mia croce perché spesso e volentieri fuori dai mie gusti, fuori contesto e messa a caso solo per accontentare il pubblico, qui è riuscita a convincermi innanzitutto perché, come tutto il resto, arriva dopo una serie di eventi introduttivi, non è volgare e fa intuire ciò che accade senza sfociare nei dettagli morbosi che troppo spesso trovo disturbanti. Insomma, Una Virtù crudele si contraddistingue per il suo impeccabile senso della misura. Ce ne fossero.


Un altro elemento che ho trovato apprezzabile è la presenza di un conflitto narrativo non violento, ovvero: non c’è un cattivo da annientare, poiché la minaccia da combattere è esterna come potrebbe esserlo una catastrofe naturale tale per cui l’intera cittadinanza è chiamata a collaborare, sebbene la maggioranza delle aspettative venga riposta nei poteri magici della protagonista. Per quanto la tensione narrativa costruita senza un nemico in questo primo romanzo, che funziona anche come autoconclusivo, sia stata ampiamente apprezzata, ho l’impressione che verrà meno nel secondo capitolo della dilogia, anche se spero vivamente che la qualità generale resti uguale o vada a crescere.

Brava l’autrice, tutto ben dosato e godibile ma se c’è un elemento che mi ha comprata senza nemmeno doversi impegnare è stata una delle scelte della traduttrice: in questa ambientazione ispirata all’Italia, in lingua originale è proprio l’italiano a essere utilizzato come lingua morta nei testi sacri e classici, un po’ come il greco e il latino, ma chiaramente in traduzione non avrebbe funzionato. Irma Versari ha tradotto in sardo le parti originariamente in italiano. E da quel momento ha avuto il mio cuore. Anche se una noticina di demerito, a onor di obiettività, gliela devo dare: un po’ troppi “disse, disse, disse” in dialoghi dove ci sono più personaggi e a volte si fa fatica a capire chi è che “disse”, perché il soggetto non viene quasi mai esplicitato. 

In sostanza, nel caso non si fosse capito, Una Virtù crudele ha saputo convincermi in ogni sua parte. Non è un capolavoro e non partiva con il presupposto di esserlo, ma sembra un po’ un misto di tanti altri young adult ripuliti dai loro difetti peggiori e a mio avviso è la dimostrazione del fatto che un romanzo può essere leggero e godibile senza dover necessariamente sfociare nel problematico o nel trash minimizzando determinate dinamiche tossiche. Aspetto il secondo libro con timore e trepidazione in egual misura.


1 commento:

  1. Il problema di questo libro era proprio la trama. Aveva paura della sua banalità. Il modo in cui è stato sviluppato invece mi fa ricredere. Vediamo un po' se finirà in wishlist

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