mercoledì 12 luglio 2023

Le Navi di Ossa

Ciao, bellezze! Sono contenta di portarvi finalmente la recensione di Le Navi di Ossa. Ringrazio tantissimo l’editore per la copia omaggio e senza ulteriori indugi apriamo le danze.

  • Titolo: Le Navi di Ossa
  • Titolo originale: The Bone Ships
  • Autore: R.J. Barker
  • Traduttore: Francesco Vitellini
  • Illustratore: Tom Parker
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788882375102
  • Casa editrice: Elara & Odoya
Trama


Da secoli le Isole Gaunt e le Cento Isole si combattono in una guerra senza tregua, scontrandosi nei vasti mari dell’Arcipelago Sparso su antichissime navi costruite con le ossa di draghi marini ormai estinti. I motivi di quell’ostilità si perdono nel passato più remoto, dove storia e leggenda si intrecciano. Joron Twiner non ha il privilegio di servire su una candida nave della flotta: per aver sfidato in duello l’assassino del padre, un umile pescatore, è stato condannato a solcare i mari a bordo del Tide Child, una nave nera, una nave dei morti. Al comando di altri condannati per vari crimini, Joron affoga nell’alcool l’incapacità, l’umiliazione e la paura che prova. La sua vita cambia quando l'audace e feroce dama di nave “Lucky” Meas reclama il comando del suo Tide Child. Sono entrambi reietti, eppure il fato ha in serbo altro per loro: un arakeesiano, un drago marino considerato estinto da secoli, è stato avvistato in acque lontane. Con un equipaggio di criminali ed emarginati, Meas e Joron si mettono sulle sue tracce: il drago è una preda troppo ghiotta e chiunque lo catturi non otterrà solo la gloria, ma vincerà la guerra. La migliore tradizione piratesca incontra la creatura fantasy per eccellenza, il drago, una creatura non solo magica e misteriosa ma anche una eccezionale macchina da guerra. Tra antiche leggende e flutti impetuosi...


Recensione e commento

Sono ragionevolmente certa che in qualsiasi parte d’Italia viviate, si parlerà di chi abita nel paese vicino più o meno così: “Guarda, non so neanche se discendiamo dalla stessa linea evolutiva…non so nemmeno se siano forme di vita a base di carbonio quelli là, né se siano in grado di emettere dei suoi comprensibili in una lingua conosciuta”. Avete presente, no? La classica rivalità tra Pisa e Livorno, che però è traslabile un po’ ovunque.

Ecco, Le Navi di Ossa praticamente parla di questo, ma in chiave fantastica: si tratta di prendere una faida millenaria tra territori vicini e guardarla da una prospettiva tale da farla sembrare ridicola. I protagonisti della storia sono gli Scartati, gli ultimi, il gradino più basso di una società brutale e spietata che sono considerati talmente abbietti da non meritare nemmeno una condanna a morte normale, per cui vengono mandati su una cosiddetta “nave di morti” (il Tide Child, nel caso specifico) dalla quale potranno scendere solo o cadaveri o tramite un’azione di innegabile eroismo. Questo è l’antefatto, ma quello che succede, a conti fatti, è che non solo un equipaggio di reietti, criminali, alcolisti e quanto di peggiore possiate pensare, lentamente guarisce, si risolleva e acquisisce autostima, ma soprattutto che grazie alla loro missione segreta, scortare l’ultimo drago d’acqua indenne per evitare il protrarsi della guerra, riescono a cambiare prospettiva sui propri pregiudizi. 

Vedete, quando si parla di narrativa inclusiva è facile che la mente vada subito alle tematiche LGBTQI+, che comunque qui hanno un minimo di rappresentazione, ma per quanto mi riguarda essa ha un senso più ampio che abbraccia il raccontare la diversità nella sua totalità, ma soprattutto sovvertire lo schema narrativo per cui il diverso va annientato. E qui mi ricollego alla premessa: sono numerose le parti in cui Joron, il protagonista, si trova a interagire con creature non umanoidi considerate inferiori, disgustose, innaturali (povero stolto! Tutto ciò che esiste è naturale!) e non potendosi sottrarre a quel contatto, tramite un'iniziale forzatura, entra in empatia con chi non aveva mai pensato potesse provare sentimenti. È il caso del gullaime, un esemplare appartenente a una razza di maghi dall’aspetto di uccello in grado di controllare il clima, che nonostante la sua evidente utilità a bordo di una nave è comunque ostracizzato, additato come disgustoso, non senza una sana dose di ipocrisia, dal momento che il suo popolo viene schiavizzato e mutilato dagli esseri umani proprio in virtù della loro utilità. Il gullaime è stato il mio personaggio preferito dell’intero romanzo, è stato impossibile per me non mettermi nei suoi panni e non comprendevo come fosse possibile non farlo per il protagonista, che per fortuna è venuto a più miti consigli e ha un innegabile arco di formazione. 

Anche il drago, generalmente creatura da uccidere posta a guardia di un castello per impedire il salvataggio di una principessa, oppure destriero da cavalcare in battaglia, qui è invece da proteggere e scortare in sicurezza, proprio perché si eviti di versare altro sangue. Lo stesso schema, poi, si ripete anche con gli abitanti delle isole Gaunt con le quali il popolo dei nostri sono in guerra da tempo immemore. Infatti, condurre in salvo il drago d’acqua richiede uno sforzo congiunto che inevitabilmente porta a confrontarsi e conoscersi, superando il reciproco disprezzo.

Tuttavia, non vorrei che pensaste che Le Navi di Ossa sia un libro carino e confettoso dove l’amore vince su tutto e il bene trionfa sul male: ci sono lacrime, sudore e sangue, scene di battaglia e la società in cui si sviluppa la trama è spietata, non esiste compassione, le mutilazioni e le brutalità sono all’ordine del giorno. È una società complessa, profondamente ritualizzata e tuttavia non priva di contraddizioni. Il worldbuilding è sicuramente accurato, eppure alcune cose potrebbero essere disturbanti a seconda della vostra sensibilità, ad esempio, per me lo è stato la costruzione della società matriarcale: non sono sicura di quale sia stato il messaggio di fondo dell’autore, non sono neppure sicura che volesse mandarne uno, ma la crudeltà connessa questo tema, con annessa violenza sui bambini, in certe parti ha rischiato di sopraffarmi. È l’elemento del libro che tutt’ora, a lettura conclusa e sedimentata, faccio fatica a sbrogliare e in effetti ci ho pensato a lungo, giungendo alla conclusione che forse devo prenderla per come è e basta, con le contraddizioni e ipocrisie intrinseche di qualsiasi società.

Le Navi di Ossa è stato l’interessante primo capitolo di una trilogia che spero vada in crescendo. Qui ho assistito alla formazione del protagonista e di chi lo circondava, la conclusione fa tirare un sospiro di sollievo, ma la strada è ancora lunga e spero di poter leggere presto il seguito di questa interessante premessa.

2 commenti:

  1. Finché non ho letto l'ultima parte sul sudore, sangue e battaglie, mi stavo preoccupando 🤣 scherzi a parte, questo è un titolo che mi ero già puntata,anche perché apprezzo molto il lavoro del traduttore e so che sicuramente il libro merita.

    RispondiElimina

A Study in Drowning - La Storia sommersa

Titolo: A Study in drowning - La Storia sommersa Titolo originale: A Study in Drowning Autrice: Ava Reid Traduttore: Paolo Maria Bonora Ling...