sabato 29 luglio 2023

Scholomance - La Cerchia d’Oro

Buongiorno, amori miei! La stesura di questa recensione è stata una vera maratona, quindi cominciamo subito dopo aver ringraziato Francesca per aver organizzato l’evento dedicato a questo libro e la casa editrice per averci fornito il file in anteprima. 


  • Titolo: Scholomance - La Cerchia d’Oro
  • Titolo originale: Scholomance - The golden Enclaves
  • Autrice: Naomi Novik
  • Traduttrice: Simona Brogli
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788804731627
  • Casa editrice: Mondadori
Trama


Non ero più alla Scholomance. Avevo liberato gli studenti e imprigionato tutti i nefasti al posto nostro, dopodiché avevo separato la scuola dal mondo con quei mostri famelici stipati dentro, destinandoli a un eterno sgranocchiarsi reciproco. Ora, quindi, potevo dormire senza pensieri, fare qualsiasi cosa e andare in qualsiasi luogo volessi. Ed era lo stesso per chiunque altro, dall'ultimo ragazzino che avevo guidato fuori dalla Scholomance a tutti quelli che non avrebbero mai dovuto frequentarla. Fatta eccezione per Orion, scomparso nell'oscurità. Fuggire dalla Scholomance sembrava un sogno impossibile, invece, in qualche modo, si è avverato per El e i suoi compagni di classe, anche se alla ragazza è costato molto caro. Oltretutto il mondo non è affatto diventato un posto sicuro per tutti i maghi, anzi. La pace e l'armonia sono ancora un traguardo lontano per le cerchie di ogni Paese. Perché qualcuno ha raccolto il progetto di distruggerle una volta per tutte e lo sta portando avanti con fermezza. A questo punto, dopo tanta fatica fatta per uscirne, l'unica soluzione per El sembra proprio tornare indietro, trovare un modo cioè per rientrarci, alla Scholomance.


Recensione e commento


Prima di stendere la bozza della recensione che state leggendo sono andata a rivedere quelle dei due libri precedenti (le trovate qui) per vedere quale fosse nel dettaglio il mio parere. Ora che sono alla fine del viaggio posso dire una sola cosa. Naomi Novik è un genio.
Il mio parere sul primo romanzo, Scholomance, era molto tiepido, quasi neurale, tanto che avevo inserito questo titolo tra quelli dei libri che mi sono piaciuti ma che non rileggerei. Invece ora, dopo aver concluso la trilogia, so che ci vorrò tornare un giorno. Ma andando con ordine, provo a raccontarvi perché. 

Ho già detto varie volte che la trilogia di Deadly Education non è un romanzo pigliatutti e lo ribadisco: mentre leggevo mi capitava di pensare che El, la protagonista, fosse simile a Greta Thumberg: non per questioni ideologiche, ma perché è impossibile non avere un’opinione su di lei, nel bene o nel male non vi dimenticherete mai di lei una volta chiuso il libro. Per me personalmente è stato un piacere ritrovarla qui, con una psicologia sempre coerente e in linea con quella che già abbiamo visto nei due libri precedenti, sempre sarcastica e pungente, arrabbiatissima come solo un’adolescente può essere (questo in particolare è il tratto della sua personalità che ho trovato più credibile. Io da adolescente ero SEMPRE arrabbiata e come me tantissime ragazze che conoscevo. Altro che protagoniste ya naïve). El, però, non è il solo motivo per il quale la serie di Scholomance potrebbe non fare al caso vostro: per quanto in questo terzo libro ci sia più azione, è comunque vero che per arrivarci bisogna passare per i lunghissimi passaggi di infodump che riguardano il sistema magico, il quale ci viene raccontato in ogni singolo dettaglio, ogni singolo incantesimo e ogni brandello di sortilegio vengono sviscerati anche per pagine e pagine, la qual cosa a mio gusto personale va bene così (nel caso di questa serie nello specifico, ma non vale universalmente) anche perché Naomi Novik riesce a rendere le spiegazioni colloquiali, una conversazione tra El e chi legge.

Ma qui arriva quello che a mio avviso è un rischiosissimo colpo di genio da parte dell’autrice: il fatto che ci abbia raccontato il sistema magico in modo maniacale, così nel dettaglio, in modo ossessivo nei primi due volumi serve per fare in modo che la società creata all’interno della storia sia interpretabile alla luce del sistema magico senza che la voce narrante debba imboccare chi legge. Non so se mi sono spiegata adeguatamente, ma riprovo: il sistema magico nei primi due libri era TUTTO e ci è stato presentato in modo così dettagliato che le implicazioni del suo funzionamento nella società ci appaiono così ovvie che l’autrice non ha bisogno di spiegarci cosa dobbiamo pensare di una determinata dinamica perché ci ha fornito degli strumenti infallibili per arrangiarci da noi. E io apprezzo. Se c’è qualcosa che mi rende indigesto un libro è l’ingerenza della voce narrante in come io debba interpretare quello che leggo, voglio essere lasciata libera di formarmi la mia opinione in base a quello che mi è stato detto, senza essere imboccata e Novik riesce nell’intento. In modo contorto e rischioso, ma ci riesce. Rischioso perché la struttura della trilogia è fatta al contrario, perché è come se prima ci raccontasse i principi filosofici su cui si fonda una società e soltanto dopo ci portasse a viverci dentro. Insomma, soltanto alla fine avremo gli strumenti per valutare a posteriori elementi che si presentano nel primo o nel secondo libro. In questo modo, però, Novik ha sicuramente scremato tantissimo il pubblico, poiché il primo volume non era particolarmente accattivante, e moltissime persone si saranno scoraggiate nell’attesa che lei venisse al punto qui, nel terzo libro. Io mi vanto di essere una persona paziente e sono contenta di aver perseverato nella lettura di questa trilogia che per me è andata in crescendo, anche se in modo poco canonico (adoro!), forse perché sono una persona che ama essere stupita, e ho infatti apprezzato che anche gli eventi prevedibili fossero collocati in una posizione tale da renderli interessanti e verosimili, magari in punti della storia non centrali. 

E quale sarebbe il punto, alla fine della fiera? Sono un sacco, i punti, tanto che sembriamo nella settimana enigmistica e se li uniamo viene fuori il disegnino di un animaletto, che in questo caso è un fauciomaco. Tanto per cominciare, la società magica è uno specchio della nostra, con le solite dinamiche di potere e quant’altro, solo che a volte per vedere i nostri problemi abbiamo bisogno di analizzarli in modo astratto e il fantasy aiuta moltissimo in questo. In La Cerchia d’Oro troviamo una condensazione del capitalismo individualista: ognuno per sé, decenni spesi a lavorare come schiavi per avere il minimo indispensabile per sopravvivere e anche quando ci si trova dalla parte fortunata del mondo ce la si racconta come se fosse una gran bella cosa avere a mala pena di che mangiare, un tetto sulla testa e poche ore per dormire prima di tornare al lavoro. Allo stesso tempo, ci si trova in un momento storico in cui si comincia a comprendere che un sistema di questo tipo non è sostenibile e ha delle conseguenze, ma come al solito, la parte potente del mondo non si assume la responsabilità di aver sfruttato i deboli e anzi, impedisce loro di raggiungere un livello di benessere anche vagamente simile ricorrendo agli stessi metodi usati da loro secoli prima, perché sarebbe globalmente troppo pericoloso. Insomma, tutti pensano sempre di meritare di meglio, ma nessuno è mai disposto rinunciare anche soltanto a un brandello di privilegio e il mondo individualista che ci era stato presentato alla Scholomance, una scuola esclusivamente finalizzata al creare competenze spendibili sul mercato del lavoro magico e non alla creazione di persone complete sotto ogni punto di vista, qui arriva all’ennesima potenza e ci mostra tutte le esasperazioni di un mondo che è come una coperta che viene tirata troppo da una parte o dall’altra. La protagonista nell’arco della serie recrimina più volte a sua madre di non aver mai voluto far parte di una cerchia che sarebbe stata in grado di tenerle entrambe al sicuro, ma con il progredire della storia non solo El comprende le ragioni di sua madre, una donna gentile, mai oppressiva, che le lascia spazio per crescere, esprimersi e ribellarsi, ma arriva anche a stimarla e condividere la sua opinione: non è mai giusto venir meno ai propri principi in nome di ciò che fa più comodo così come non è giusto sacrificare i figli altrui per salvare i propri.
Per cui si comincia la costruzione di un mondo diverso, più giusto ed equo, tuttavia anche in questo caso in modo disilluso e senza idealismo, perché la distruzione dello status quo è sì inevitabilmente giusta sul lungo termine, ma come ogni crisi che si rispetti crea dei disastri inenarrabili alle vite di chi lo vive sul momento, richiede un’enorme fatica e soprattutto è molto complesso smantellare un qualsiasi sistema che per quanto disfunzionale sta comunque marciando: rimuovere uno solo dei suoi ingranaggi rischia di far crollare l’intero castello di carte, anche se si regge sul nulla. Insomma, Naomi Novik ha usato un sistema magico manualisticamente dettagliato per sbatterci in faccia le conseguenze del colonialismo (soprattutto quello inglese), l’ipocrisia di un’istruzione elitaria basata sulla competitività e una società che racconta di quanto ti stia proteggendo mentre è lei stessa ad aver creato i mostri che ti divorano. 

Quindi, nonostante El sia una protagonista sempre arrabbiata che potrebbe addirittura meritare il vostro disprezzo e nonostante la brutalità di un mondo che letteralmente può mangiarti, ho percepito la saga di Scholomance nel suo complesso come un inno alla gentilezza, al guardare le cose che riteniamo normali da un’altra prospettiva e renderci conto che sono sbagliate, dopodiché smettere di farcele andare bene solo perché ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. 

Forse avrete capito che Scholomance come serie mi è piacuta tantissimo, ma non la consiglio tout court, dovete tentare e vedere se faccia al caso vostro. Per me vale la pena provare e vi invito ad andare a vedere le recensioni delle altre donzelle affinché possiate avere gli elementi per valutare se imbarcarvi in questa lettura fortemente politica e divisiva. 

Se avete letto l’articolo fino a qui veramente chapeau, vi voglio bene, grazie mille 💜

1 commento:

  1. Ero scettica su questa saga ma leggendo le tue recensioni mi sono decisa e ho preso il primo volume, spero di leggerlo a breve!

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