martedì 22 agosto 2023

I Chiostri di New York

  • Titolo: I Chiostri di New York
  • Titolo originale: The Cloisters
  • Autrice: Katy Hays
  • Traduttrice: Paola Moretti 
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 9788817174312
  • Casa editrice: Rizzoli 
Trama


Per Ann Stilwell passare l’estate a lavorare per il Metropolitan Museum of Art di New York è un sogno che si avvera. Ma il destino scompagina i suoi piani quando per un disguido si vede assegnata a una sede distaccata del Met: il Cloisters, una serie labirintica di chiostri spagnoli ricostruiti lungo le rive dell’Hudson, rinomato per la sua collezione di arte medievale e per un giardino ricco di piante medicinali. La giovane studentessa trova ad accoglierla Patrick Roland, l’eccentrico direttore del museo, e Rachel Mondray, la sua magnetica e ricchissima assistente. Da subito i due la coinvolgono nelle loro ricerche sulla storia della divinazione, e Ann sembra disposta a tutto pur di entrare nelle loro grazie. Ma tra gli incunaboli della biblioteca, mentre la curiosità accademica muta pian piano in ossessione, Ann scoprirà qualcosa capace di incrinare gli equilibri: un mazzo di tarocchi italiani risalente al Quattrocento, da secoli ritenuto perduto, in grado, secondo Patrick, di aprire una visione sul futuro a chi sa leggerlo. Mentre segreti e mire personali trascinano i tre studiosi in un gioco mortale di seduzioni e prevaricazione, Ann dovrà fare una scelta: credere in un destino già scritto o diventarne l’unica artefice. Tra relazioni tossiche, arcani maggiori e codici miniati, Katy Hays mette in moto un meccanismo letterario spietato; un esordio brillante che racconta il lato oscuro della nostra fame di conoscenza, in una New York sospesa tra modernità e occulto.


Recensione e commento

 I Chiostri di New York è una delle letture più rinfrescanti che ho fatto quest’estate, mi ha tenuto compagnia per qualche giorno ed è stato molto facile e piacevole stargli dietro.

Nonostante molte delle cose che dirò possano apparentemente sembrare dei difetti, nel complesso del libro e nel loro contesto non lo sono. Innanzitutto, l’atmosfera dark academia non sfocia, come succede in moltissimi altri libri dello stesso genere, in una copia raffazzonata e taroccata di Dio di Illusioni. Infatti, la scrittura lineare e l’argomento accademico non eccessivamente approfondito rendono il libro sia facile da seguire, che molto meno pretenzioso di quanto ci si potrebbe aspettare da un romanzo ambientato in ambito accademico. I Chiostri di New York non è l’imitazione di qualcos’altro e, a dispetto di tutto, questo per me è un grosso pregio.

Con questo non intendo dire che si tratti di un romanzo frivolo, ma solo che è una lettura più finalizzata a intrattenere che a educare, anche perché non senza una dose di sana tracotanza da parte mia, prendo sempre con una certa sufficienza i libri scritti su mitologia, materie classiche di vario tipo e Storia dell’arte usciti da penne statunitensi. Non per chissà quale pregiudizio, ma perché spesso non aggiungono nulla all’esperienza di base che può avere una persona nata e cresciuta in Europa, che potrebbe trovare addirittura banali determinate svolte, come mi è successo varie volte leggendo libri su temi del genere. Ecco, nonostante I Chiostri di New York si basi talvolta su alcune premesse traballanti per quanto riguarda i presupposti accademici (Masaccio non è esattamente una figura minore del Rinascimento italiano, come affermato dalla voce narrante), in questo romanzo più che infastidirmi, la cosa ha suscitato in me un’empatia mai provata in romanzi simili e più pretenziosi: qui non dico di esserci passata sopra, ma ho più che altro sentito tantissimo la voglia di bellezza di una protagonista cresciuta in una società basata sull’utilitarismo e sullo stacanovismo. Mi ha fatto molto riflettere che per me l’ambientazione in un chiostro sia sembrata banale, poiché ho pensato che in qualsiasi borgo italiano ne esista uno simile, ma poi ho realizzato che è proprio questo il punto! Abbiamo ormai sviluppato un’assuefazione alla bellezza e consideriamo normale tutto ciò che dovrebbe provocarci stupore, un po’ come ha detto varie volte Laini Taylor, una delle mia autrici preferite, che viene in Europa ogniqualvolta cerchi ispirazione per un nuovo romanzo, perché per lei viviamo già in un’ambientazione fantasy a nostra insaputa.

Per quanto I Chiorstri di New York non sia un libro cervellotico o che cerca di dire troppe cose e per quanto io mi sia detta che non dovevo cercare di attribuire troppi significati quando palesemente l’autrice non intendeva mettercene, mi sono poi detta che il significato non è qualcosa che si trova, ma qualcosa che si dà. E quindi eccomi qui, a dare un significato sia al flusso di coscienza relativo alla bellezza delle opere d’arte che non necessariamente devono avere un’utilità, sia a fare delle riflessioni su come lo spietato mondo accademico e la grande città abbiano trasformato una brava ragazza di provincia in una protagonista sempre più moralmente grigia. 

Per quanto riguarda la parte thriller, essa non è particolarmente sorprendente, anzi, per chi ha familiarità col generà sarà facile capire il finale, eppure la parte interessante è proprio la scoperta graduale della moralità dei personaggi, il loro svelarsi poco a poco nelle loro luci e ombre e nel modo che hanno di trascinare con sé Ann. 

I Chiostri di New York potrebbe non essere il libro della vostra vita, eppure in un certo senso il suo non essere ingombrante lascerà spazio alle vostre riflessioni e alla vostra emotività: è un romanzo che funge un po’ da specchio, in cui potrete vedere quello di cui avete bisogno, come è successo a me in questo agosto emotivamente impegnativo.

1 commento:

  1. Lo sto leggendo ora, sono a metà e sto facendo fatica 🙈 per me è ancora un ma!

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