domenica 1 ottobre 2023

La Cattedrale di Sabbia

Buongiorno, bellezze! Per l’evento di oggi devo ringraziare Graziella, che ha organizzato, e l’editore che ci ha fornito la copia in anteprima. Senza ulteriori indugi, cominciamo!

  • Titolo: La Cattedrale di Sabbia
  • Autore: Leonardo Patrignani
  • Lingua originale: italiano
  • Codice ISBN: 9788804758104
  • Casa editrice: Mondadori
Trama

La Milano del 2045 è una metropoli ipertecnologica, in cui le realtà virtuali e aumentate operano una costante distorsione del mondo e dell'identità delle persone. Stefano Valeri è un brillante neuroscienziato e ricercatore per Engram, azienda all'avanguardia nel campo delle interfacce neurali. La moglie Arianna Molinari, stimata neuropsicologa, lavora a stretto contatto con il suo dipartimento. Fino al giorno dell'attentato. Da quando, quattro anni prima, Arianna è rimasta vittima di un attacco terroristico nel corso di un importante convegno scientifico, l'uomo vive infatti come un relitto umano, rintanato nella sua solitudine. Ma quando scopre che il suo ricordo del momento in cui la moglie ha perso la vita è inattendibile, Stefano non ha alternativa: deve uscire allo scoperto e rimettere insieme i pezzi di un passato carico di enigmi e traumi irrisolti. Come sono andate davvero le cose? Su quale genere di anomalie della memoria stava indagando Arianna e chi poteva avere interesse a fermarla? Soprattutto, cosa sta per succedere nel mondo, se nessuno può più fidarsi dei propri ricordi?


Recensione e commento

In psicologia si chiama “sincronicità” quel fenomeno per cui una coincidenza diventa rilevante nella nostra vita. Due eventi casuali si verificano nello stesso momento ma per quanto non siano direttamente collegati possono avere un valore per noi, per esempio, se devi andare al lavoro e non ti suona la sveglia è una sfortunata coincidenza, ma se il giorno in cui non ti suona la sveglia è l’undici settembre 2001 e tu lavori al World Trade Center, be’, quella si chiama sincronicità.

Tutta questa lunghissima premessa solo per dire che non posso essere oggettiva su Leonardo Patrignani: è sempre entrato nella mia vita con delle coincidenze inquietanti, ogni singola volta. E questa non è da meno, perché in La Cattedrale di Sabbia, fra le altre cose, affronta dei temi che ho cercato di sviscerare con la mia psicologa appena il giorno prima di cominciare la lettura in vista di questo evento.

Ecco, allora partiamo da qui, dalla psicologia. I personaggi sono psicologicamente ineccepibili non solo nella loro caratterizzazione statica individuale, anche nel percorso che intraprendono hanno degli archi di formazione credibili e verosimili, oltre che nelle relazioni interpersonali fatte di sfumature e scale di grigi. In più, è proprio la psicologia, assieme alle neuroscienze, il tema chiave di questo romanzo. A Patrignani non si può rimproverare di non aver fatto i compiti a casa, perché si vede che ha studiato tantissima letteratura scientifica per essere in grado di mettere insieme una trama accattivante e che non presentasse inesattezze tecniche tali da spezzare la sospensione dell’incredulità. Oltre a questo, si vede benissimo che di certe cose l’autore ha un’esperienza diretta, come il lutto, argomento che resta aleggia sempre onnipresente sulla trama, quando non è trattato in maniera esplicita. C’è il vuoto della mancanza, il senso di colpa del sopravvissuto, il non detto, il tentativo di elaborare la morte e trovare la soluzione tecnologica per ricongiungersi con un essere umano unico e irripetibile che non esisterà più. Emotivamente, questo è l’elemento che mi arriva sempre più forte nelle sue storie e mi dispiace tanto per lui. 

E collegato a doppio filo al tema della psicologia, delle neuroscienze, è quello della tecnologia, che all’inizio temevo sarebbe stato sviluppato in modo vecchio e quasi complottista, ma mi sono ricreduta strada facendo. Come ogni nuova tecnologia, da un lato esiste il panico dovuto all’ignoto, ma dall’altro delle legittime paure relative alle ricadute sociali. Nello specifico, in La Cattedrale di Sabbia i ricordi degli individui possono essere modificati e manipolati, così che le persone facciano sempre più fatica a distinguere la realtà dal mondo digitale, se poi una sia ancora sensato domandarsi se tale divisione ancora esista. Sotto questo aspetto, temevo che assieme al tema dello sviluppo tecnologico, anche quello del mistero da risolvere sarebbe stato sottotono e già ampiamente sfruttato, e un’altra volta sono stata felicemente smentita, perché la trama si fa via via più ingarbugliata, con vicoli ciechi e svolte inaspettate, alleati nuovi e insospettabili e colpevoli che poi sono innocenti. Non ho previsto nemmeno una delle cose che sono successe ed è stato questo, principalmente, a tenermi incollata alle pagine fino a fine lettura.

Un altro elemento che ho apprezzato particolarmente è l’ambientazione. Basta americanate di sparatorie con i laser, perché La Cattedrale di Sabbia è ambientata a Milano nel 2045 e sono felicissima di constatare che esistono ancora le identità regionali. In un mondo di protagonisti che si chiamano John o Steven, Patrignani crea dei Piercarlo (quanto è milanese come nome? Quanto?), Guido, Martina e così via. Nessun anglicismo ingiustificato, niente “General Hospital”, ma solo Niguarda, e sicuramente mettere in scena questa storia in un posto che conosce come le sue tasche gli dà la possibilità di parlare del divario sociale ed economico che la tecnologia non sarà in grado di colmare, oltre che di rendere credibile un’ambientazione che ama ma della quale vede i difetti.

Ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di Multiversum e lo stile di Patrignani è innegabilmente migliorato, più elastico e ricco anche nelle metafore, ma se proprio devo sforzarmi di trovare un paio di difetti, mi verrebbe da dire che forse avrebbe potuto essere leggermente più corto e che alcuni dialoghi mi sono risultati un po’ macchinosi, ma complessivamente è una storia che mi è entrata nel cuore.

Nel complesso, sono davvero soddisfatta di La Cattedrale di Sabbia, per la quale, per qualche motivo, avevo aspettative ingiustificatamente basse. Alla fine si è rivelata una lettura catartica e profonda, perfetta per la stagione della vita che sto vivendo. Non è un romanzo perfetto (ma la perfezione non è di questo mondo), ma mi ha fatta sentire meno sola e al tempo stesso mi ha intrattenuta.

1 commento:

  1. Diciamo che non rientra prettamente nel mio genere però l'analisi che ne hai fatto, anche a livello psicologico e il tuo entusiasmo nell'averlo mi fa credere che potrebbe comunque piacermi

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