martedì 26 aprile 2022

La Legge dei Lupi

 Ciao, bella gente! Oggi parliamo di La Legge dei Lupi. Bando alle ciance: ringrazio la mia amica Bea per aver organizzato questo evento e per i confronti durante la lettura, ma soprattutto la ce per avermi dato la possibilità di leggere il libro in anteprima.



  • Titolo: La Legge dei Lupi
  • Titolo originale: The Rule of Wolves
  • Autrice: Leigh Bardugo
  • Traduttrice: Roberta Verde
  • Lingua originale: inglese
  • Codice ISBN: 978-8804738916
  • Casa editrice: Mondadori 

Trama

Il secondo volume della serie Grishaverse "Il re delle cicatrici". Anche in questo secondo e ultimo volume della dilogia ritroviamo tre dei personaggi più amati del GrishaVerse: Nikolai Lantsov, Zoya Nazyalensky e Nina Zenik. I tre, re, generale e spia di Ravka, dovranno continuare insieme la loro lotta per strappare all'oscurità il futuro del loro paese. Altrimenti non potranno che assistere al suo disfacimento definitivo.

Recensione e commento

La Legge dei Lupi, ormai lo saprete, rappresenta il libro conclusivo della serie dedicata all’universo Grisha e sfortunatamente non è esattamente una degna conclusione. 

Zoya che vince pure MasterChef
La narrazione comincia in modo molto più rapido rispetto al primo romanzo (qui la recensione), che invece impiega almeno metà libro a prendere piede, ma la vera macchia, secondo me è Zoya. Zoya è uno dei primi personaggi che incontriamo in Tenebre e Ossa, in cui si pone subito in antagonismo con la protagonista Alina e da quel momento rimane un personaggio macchiettistico, messo lì esclusivamente per creare conflitto e dare un po’ di pepe alla permanenza dell’Evocaluce nel palazzo dei Grisha. Alla luce di ciò, lo sviluppo di Zoya in questa dilogia appare veramente forzato, troppo rapido e, diciamolo, lei è decisamente overpower. Zoya può tutto, molte delle leggi Grisha che avevamo date per assodate nelle serie precedenti vengono stravolte e contraddette, perché lei è altissima, purissima, levissima, lei piega tutte le leggi della fisica con la sola forza di volontà, non esiste l’impossibile se il suo cuore lo desidera e bla bla bla. Queste dinamiche si pongono in netto contrasto con i protagonisti della trilogia e della dilogia dei corvi: la specialità di Alina consisteva paradossalmente nell’essere normale, nella sua umanità, quella dei corvi, invece, stava tutta nelle loro abilità personali usate per il superamento dei propri traumi. Zoya, fondamentalmente, nonostante tutta la crescita (poco credibile) che ha avuto, è una bulla che ottiene tutto e che mai viene rimproverata o punita per essere stata bulla. Manca solo che le facciano vincere MasterChef e facciamo tombola. Non lo so, davvero io non provo nessuna empatia per lei, non riesco a definirla in nessun altro modo che non sia “bulla” e “prepotente”. Allora la gentilezza conquistata con tanta fatica negli altri libri qui risulta vana? Zoya per me è un grande, grande NO. Bardugo ha dimostrato di poter fare di molto meglio di una protagonista che non fa altro che dire “so figa, so bella, so fotomodella” e che non trovi mai qualcuno che la faccia scendere dal piedistallo. Questa ragazzetta insopportabile (scusate, mi sto inalberando, ma davvero, non la sopporto e non capisco come possa essere un personaggio tanto amato) in questo secondo libro prende completamente il sopravvento su Nikolai, qui un po’ rinsavito e tornato un minimo agli antichi splendori, ma che resta decisamente sullo sfondo. Il re di Ravka si meritava decisamente di meglio e anche la loro storia d’amore (o ma dai, non è uno spoiler! Se non lo sapevate allora lo speravate) viene costruita dal nulla, senza che in Il Re delle Cicatrici  ci sia mai alcun indizio, in La Legge dei Lupi non fanno altro che struggersi e farsi gli occhi dolci, solo per non tirarla troppo per le lunghe e arrivare al sodo.

Un sodo, che purtroppo non vale granché la pena di attendere, perché Bardugo commette molti errori tecnici narrativi, quasi da autrice alle prime armi: si dimentica che non si dovrebbe mai riaprire le trame già chiuse, specie se chiuse in modo convincente. Invece qui non sa dove andare a parare e lo dimostra sia con la costruzione della storia, che non va da nessuna parte sensata, ma lo fa anche attraverso i troppi punti di vista presenti nel libro. Ogni volta che Bardugo non sa come mostrare un evento che ai lettori serve sapere allora inserisce un nuovo punto di vista. È questa è una cosa che fanno gli autori che non sanno scrivere, è un espediente scadente per veicolare le informazioni. Sappiamo che esiste la gestione dei punti di vista multipli già in Sei di Corvi, ma lì non solo le voci dei personaggi erano inequivocabili e uniche, ma erano sempre le stesse dall’inizio alla fine del libro, senza saltare dai protagonisti ai personaggi secondari solo da un certo punto del libro in poi, senza un movente narrativo convincente. La Legge dei Lupi sembra una fanfiction e pure di quelle brutte, non tanto per la prosa, che è meravigliosa e migliorata in modo abissale rispetto al primo libro del Grishaverse, ma per la struttura, perché sembra davvero una storia che non sa dove deve andare e scritta da un’autrice che non ha mai scritto altro e che riunisce in un mapazzone tutti i personaggi che piacciono al pubblico. Tenere in vita i personaggi in questo modo è compito delle fanfiction, non delle autrici. Chi narra qualcosa serve la storia che scrive, non dovrebbe preoccuparsi di far contento il pubblico tenendo in vita personaggi morti e sepolti in libri precedenti solo perché amati molto da* fan della saga. Potenzialmente, la dilogia-che-doveva-essere-su-Nikolai-e-invece-è-su-Zoya aveva tantissime svolte narrative interessanti possibili, ma Bardugo ha scelto la strada del fanservice e, fallendo, preferisce rimuginare sul latte versato, invece di inventarsi un nuovo cattivo o risolvere i conflitti che già esistono nell’intreccio. E nonostante ciò, riesce comunque a scrivere un finale aperto che vanifica tutta la trilogia su Alina e il libro viene chiuso con la sensazione di aver perso tempo. Come se non bastasse, se da un lato abbiamo Zoya che tutto può, tipo i PowerRangers, dall’altro Bardugo si accanisce ingiustamente verso personaggi che almeno una gioia nella loro esistenza se la meritavano. Invece manco quella, abbiamo capito che Zoya è la sua preferita, gli altri possono morire malissimo senza una ragione (e se avete letto altre recensioni, come quella di Echi in Tempesta sapete che io non mi scaglio contro le morti dei personaggi principali se hanno un motivo).

Unico faro in questa notte buia e senza stelle, in cui piove a dirotto, non c’è nemmeno un muretto a secco dove potersi riparare e per di più domani devi andare al lavoro è Nina. Nina è l’unica in questa dilogia che abbia uno sviluppo sensato: ha una missione da compiere e la sua storyline è il proseguimento del suo percorso personale. È una rinascita che non ha bisogno di disfare ciò che è stato fatto nei libri precedenti per dare a questa donna straordinaria uno sviluppo interessante ed emotivamente toccante. Davvero, grazie, Nina, per aver reso questo i libro sopportabile, anche se a mala pena. 

In conclusione, La Legge dei Lupi è un libro brutto che chiude un mondo meraviglioso e lo termina, sfortunatamente, in modo indegno, distorcendo e disfaldo tutte le certezze che i lettori avevano dalle prime due serie, un po’ come se fossimo tornati alla trilogia ma sotto acidi. L’unico motivo per leggere la dilogia, che doveva essere su Nikolai, ma che invece è su Zoya, è per completezza, per non lasciare la serie del Grishaverse incompiuta.

Bardugo, ti prego, stai ferma e non scrivere altro su questo mondo e lascialo morire con dignità. A un certo punto bisogna dire addio, specie quando le idee (buone) sono finite.

8 commenti:

  1. Nina senza dubbio è l'unico personaggio che ho amato in questo libro, lei è Hannah che come stella nascente ha un buon potenziale. Adoro leggere le tue recensioni perché sono sempre vere e sentite❤

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  2. Un libro che vorrei leggere anche io un giorno. Comunque è molto bella la tua recensione

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  3. Zoya che vince Masterchef mi ha fatto sdraiare 😂 Comunque concordo su tutto, purtroppo questo libro e la dilogia in generale non ha convinto nemmeno me, dalla Bardugo non me lo aspettavo proprio

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  4. Io devo ancora leggere il re delle cicatrici e finire sei di corvi, sono pessima 😱

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. Bellissima recensione mi segno subito il libro. Vorrei leggerlo più in qua

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  7. Concordo con te, quando dici che quando le buone idee finiscono bisogna porre fine ad una storia e dedicarsi ad una nuova. Tirarla troppo per le lunghe, alla fine stanca perchè si potrebbe cadere di clichè in clichè

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  8. Abbiamo praticamente scritto le stesse cose ma con toni diversi 🤣 stavolta siamo in sintonia

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