mercoledì 26 ottobre 2022

Finale

  • Titolo: Finale
  • Titolo originale: Finale
  • Autrice: Stephanie Garber
  • Traduttrice: Maria Concetta Scotto di Santillo
  • Codice ISBN: 9788817143431
  • Casa editrice: Rizzoli
Trama

Un amore per cui combattere. Un sogno per cui morire. Un finale per cui vale la pena di aspettare.
Sono passati due mesi da quando i Fati sono stati liberati, due mesi da quando Legend ha reclamato per sé il trono, due mesi da quando Tella ha scoperto che il ragazzo di cui si è innamorata in realtà non esiste. Mentre vite, imperi e cuori restano in sospeso, Tella deve decidere se fidarsi di Legend o piuttosto di un ex nemico. Dopo aver scoperto un segreto che ribalta tutta la sua vita, Rossella dovrà tentare l’impossibile per salvare coloro che ama e l’Impero. E Legend dovrà fare una scelta che lo cambierà per sempre. Caraval è finito, ma il più grande dei giochi è appena cominciato. Non ci sono spettatori questa volta, qualcuno vincerà, e qualcuno perderà per sempre.Benvenuti, benvenuti a Finale.Tutti i giochi hanno una fine…

Recensione e commento

Rossella guardatevelo qui, che
tanto nel libro non si vede
Avete presente quando nella recensione di Caraval avevo detto che secondo me il rapporto tra le due sorelle era splendido e meraviglioso (sto parafrasando) e che ero sicura che nei libri successivi sarebbe venuto fuori il meglio di Donatella? Ecco, mi rimangio tutto.

Finale, sfortunatamente, è stata una delle più grandi delusioni letterarie di quest’anno. Eppure, gli appigli per poter creare un’ottima storia non mancavano di certo, ma l’esecuzione totale appare come se Garber non avesse saputo dove andare a parare. Questo terzo libro si concentra non sul singolo punto di vista di una delle due sorelle, ma su quello di entrambe, eppure, nonostante ciò, è comunque sbilanciato sia nel numero di pagine, decisamente più corposo nel caso di Donatella, ma soprattutto per quanto riguarda gli avvenimenti. Sono piuttosto arrabbiata: dopo tutto quello che ha passato Rossella non si meritava di essere praticamente una comparsa nella storia della sorella, alla quale viene dedicata la maggior parte dello spazio della storia, nonostante non sia lei a mandare avanti la trama. In effetti è Rossella colei che compie le azioni che effettivamente cambiano qualcosa, mentre Donatella è spesso un grosso “vorrei ma non posso”, spendendo tantissime pagine a parlare dei suoi drammi amorosi, delle sue cotte, del suo triangolo amoroso, dei suoi m’ama non m’ama. Che poi, perché vanno tutti appresso a lei nonostante venga detto chiaro che è carina, ma non bella in modo ultraterreno e a mio avviso non abbia nemmeno qualità caratteriali evidenti? Di lei sappiamo ogni pensiero che le attraversa la testa, mentre Rossella resta per la maggior parte una comparsa, nonostante il grande contributo che dà alla storia. 

Raga, ve lo giuro, io come Nullazzo
ogni volta che Tella usava la parola 
“Bramosia”
Garber ha esagerato veramente con l’Eros e il Thanatos, a un certo punto appare tutto veramente inverosimile e campato in aria, oltre che stancante e ripetitivo. E sottolineo ripetitivo: a un certo punto ogni singola volta che Donatella parlava del fatto che i Fati non sentono amore, ma solo bramosia, lussuria, desiderio di possesso mi veniva in mente l’Onorevole Nullazzo, del trio comico Aldo Giovanni e Giacomo, che elencava le dieci parole più belle del XX secolo (se non conoscete quel video, sappiate che “piccozza” è la parola più bella che si addice a Donatella. Comunque vi lascio il video). L’autrice ha persino creato l’occasione di ampliare considerevolmente il worldbuilding, che fino a questo punto si era limitato al circo di Caraval e alla città di Valenda, ma sceglie di buttare qua e là solo degli indizi mai inseriti in delle vere e proprie descrizioni, è sempre tutto davvero fastidiosamente superficiale, quando si tratta di Rossella.

In Finale non ho trovato un singolo rapporto interpersonale che non fosse disfunzionale sotto qualche aspetto, sono rimasta davvero delusa, anche quando si parla di famiglia, perché spesso sembra che i legami di sangue siano sempre vincenti, che tutto si debba perdonare alla famiglia di sangue, anche quando è stata abusante o assente. Si deve sempre trovare un motivo per perdonare e comprendere. Personalmente, sono d’accordo solo con l’ultima parte, ma qui nessuno si merita il perdono. Avrei voluto vedere tanti tipi di amore, invece la cerchia rimane sempre molto ristretta, in qualche modo si parla sempre e solo di amore romantico, gli altri tipi sono sempre poco approfonditi e mai verosimili o sani.

Se Caraval mi era piaciuto tantissimo, in Legend avevo trovato qualche difetto ma ciononostante non fossi riuscita a metterlo giù per quanto la scrittura fosse coinvolgente, Finale per me è stato un vero e proprio strazio: campato in aria, telefonato e pieno di vicoli ciechi. La cosa interessante di Caraval è che ogni singolo elemento introdotto aveva poi un risvolto nel corso del l’intreccio, qui non solo non è stato così, ma tantissimi avvenimenti non solo erano vicoli ciechi, ma erano anche inutili, dandomi l’idea di aver perso tempo a leggere una buona metà del libro, anche perché i personaggi secondari sono così marginali da essere in sostanza delle casse di risonanza per le emozioni delle protagoniste (leggi Donatella) e sono troppo spesso degli strumenti privi di caratterizzazione funzionali esclusivamente alla risoluzione di un problema contingente. 

Oltre a tardare ad arrivare, caratteristica comuni a tutti i libri della trilogia, il finale è anche illogivo ed esagerato. Ho fatto veramente fatica a terminare questo libro, perché ho trovato pochissimi lati positivi, tanto da farmi dubitare di volerlo finire. Uno dei pregi è sicuramente la mitologia, sebbene, come un po’ tutto il resto, sia abbozzata e mai davvero affrontata in modo organico, ruota sempre attorno al nucleo narrativo del libro e viene detto solo quello che fa comodo, aggiungendo qui e là dettagli che servono man mano, risultando troppo spesso una scelta di comodo. E poi, come si sarà capito, per me Rossella è davvero un punto di forza, a differenza di quella manipolatrice emotiva di sua sorella convinta che il mondo ruoti attorno a lei e che dà sempre per scontato l’amore che le viene riservato. Rossella ha avuto un arco di formazione decisamente più convincente, non è più la ragazza ingenua e paurosa di Caraval, il suo coraggio e la sua intraprendenza vengono finalmente fuori non soltanto nelle situazioni di pericolo, ma anche nella quotidianità. Rossella, finalmente, smette di accontentarsi e comincia a pensare di meritare il meglio. 

Finale è un’ indegna conclusione per una trilogia che era partita con i migliori presupposti, non posso nemmeno addurre la scusa dell’inesperienza, dato che Stephanie Garber di mestiere insegna scrittura creativa. Spero di poter leggere presto C’Era una Volta un Cuore spezzato, in cui ripongo tantissime aspettative. 

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