Ciao, bellissima gente, siamo su questi schermi per parlare di questa nuova, attesissima, uscita che ho potuto leggere grazie a
Ylenia e alla casa editrice che ci ha fornito il libro in omaggio. Senza indugi, cominciamo!
- Titolo: Brave Ragazze, Cattivo Sangue
- Titolo originale: Good Girl, Bad Blood
- Autrice: holly Jackson
- Traduttore: Paolo Maria Bonora
- Lingua originale: inglese
- Codice ISBN: 978-8817164610
- Casa editrice: Rizzoli
Trama
Pippa Fitz-Amobi è reduce dalle avventure che l’hanno portata alla risoluzione del cold case della morte di Andie Bell. L’indagine è ora raccontata per filo e per segno in un podcast, che sviscera tutti i particolari dell’indagine. Pippa, segnata dagli eventi dell’anno precedente, afferma a gran voce che dopo la scorsa esperienza ha chiuso con il voler fare la detective. Ma improvvisamente il fratello del suo amico Connor sparisce. La polizia non vuole fare nulla a riguardo, e Pippa si ritrova immersa in una nuova indagine, che mai avrebbe immaginato potesse portare a galla segreti tanto loschi. E questa volta, tutti sono in ascolto. Ma riuscirà a trovarlo prima che sia troppo tardi?
Recensione e commento
Ho una confessione da fare: avevo delle aspettative molto basse per
Brave Ragazze Cattivo Sangue, paradossalmente proprio in virtù del fatto che
Come uccidono le brave Ragazze mi era piaciuto in modo così totalizzante che pensavo che la pubblicazione di un seguito fosse una trovata di marketing che sarebbe sfociata nel trash.
|
Potete recuperare il primo libro anche tramite Audible |
Mi sbagliavo, e di grosso. Perché Brave Ragazze, Cattivo Sangue non cade nell’errore di molti seguiti del genere, che disfano quello che è stato dato per assodato nel libro precedente: il caso giudiziario con cui si confronta Pip è totalmente nuovo, quindi i dettagli che sono stati studiati per il primo libro non rischiano di contraddirsi con quelli messi a punto per questo. Insomma, l’intreccio funziona bene, la storia è scorrevolissima e il ritmo è ben cadenzato, eppure il romanzo non scorre soltanto grazie alla prosa: il modo in cui determinate informazioni vengono offerte a chi legge, attraverso pagine di diario, trascrizioni di file audio, commenti sui social network, foto delle scene del crimine che permettono di saltare descrizioni e digressione, fornendo invece i contenuti in modo diretto, senza che la voce narrante debba mediare, è un metodo efficacissimo per non spezzare la narrazione. E proprio in virtù di ciò, Holly Jackson è riuscita a rendere piacevole una delle esperienze che come lettrice in genere mi lasciano più perplessa, ovvero il riassunto del libro precedente per chi lo ha letto tanto tempo prima di cominciare il nuovo. Il momento in cui, a pagina 16, l’autrice ha inserito il riassunto una tantum e in modo totalmente geniale è stato esattamente quello in cui ho smesso di essere scettica verso questo romanzo (insomma, il mio scetticismo è durato parecchio…), perché per me questo era l’onore della prova eHolly Jackson ha dimostrato di saper tenere la penna in mano. Se avessi avuto un cappello mentre leggevo, me lo sarei di sicuro levata.
|
Non vedo l’ora di leggere As good as dead |
Insomma, bella la prosa, bella la trama, belli gli espedienti, ma ciò che ho preferito è la psicologia dei personaggi. Pip mi aveva convinto già dal primo libro, un’adolescente con la testa sulle spalle e una bella famiglia una volta tanto, tutto verosimile, costellato di alti e bassi, ma mai mai mai disfunzionale. Qui c’è un’ulteriore evoluzione del suo personaggio, perché da scolara integerrima, Pip cambia le sue priorità e si rende conto che ciò che l’anno precedente le sembrava vitale, ora ha perso d’importanza. Pip è una brava persona non stereotipata, non è priva di tridimensionalità a cui si pensa quando si immagina l’archetipo della persona perbene. No, Pip sbaglia, a volte, ma ci prova, tiene molto a parlare dei casi giudiziari in modo lucido, oggettivo e non sensazionalistico, ha una moralità incrollabile e per la giustizia va avanti come un caterpillar. La sua relazione con Ravi è una delle più equilibrate che mi sia mai capitato di leggere anche se, giustamente, resta molto sullo sfondo, dato che si tratta di un thriller e non di un romance.
Per quanto riguarda il finale, è leggermente sottotono rispetto a quello di Come uccidono le brave Ragazze, ma oggettivamente parlando era impossibile (o quantomeno molto improbabile) riuscire a scrivere un finale con un colpo di scena nel colpo di scena. Anche il tipo di chiusura è diversa, perché il primo era chiuso e Come uccidono le brave Ragazze avrebbe potuto essere anche un autoconclusivo, mentre questo offre sicuramente un appiglio per il terzo volume, pur avendo risolto il mistero.
In sostanza, non posso che consigliarvi la lettura di questa serie, che mi sta dimostrando pagina dopo pagina di essere valida e imperdibile, non vedo l’ora che Rizzoli porti in Italia l’ultima avventura di Pip.
Il primo mi era piaciuto ma non mi aveva così entusiasmato ma voler leggere il secondo. Vediamo se poi vorrò recuperarlo
RispondiElimina